Ottimizzazione siti web: aree e interventi per migliorare la SEO

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Nel contesto digitale la concorrenza è feroce e i comportamenti degli utenti sono in costante evoluzione: anche per questo, solo pochi siti riescono davvero a raggiungere l’ambito traguardo, ovvero la visibilità su Google, che ogni giorno  elabora in media oltre 40mila query di ricerca al secondo, pari a oltre 3,5 miliardi di ricerche al giorno e 1,2 trilioni di ricerche all’anno in tutto il mondo. La chiave per riuscire a ottenere un pezzetto dell’enorme torta del traffico organico è l’ottimizzazione dei siti web, un processo fondamentale che consiste nel rendere il nostro sito il più attraente possibile per i motori di ricerca e le persone reali. Cerchiamo quindi di capire come ottimizzare un sito SEO, affrontando le diverse sfaccettature tecniche e creative del lavoro che serve ad aumentare le possibilità che il nostro sito non solo emerga nei risultati di ricerca, ma offra anche un’esperienza utente che conduca a risultati concreti.

Ottimizzazione siti web: che cosa significa questo processo

L’ottimizzazione di un sito web è un processo che si articola in una serie di azioni e interventi resi a migliorare la sua visibilità per gli utenti e per i motori di ricerca. Non si tratta semplicemente di inserire parole chiave a casaccio o di aggiungere meta tag in maniera incontrollata: è un’arte che richiede una comprensione profonda di come i motori di ricerca interpretano il contenuto, come gli utenti interagiscono con i siti e come le tecnologie web possono essere sfruttate per creare un’esperienza utente fluida e coinvolgente.

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Insomma, è una componente fondamentale di una strategia SEO e richiede una visione di insieme mirata a ottenere il successo sul Web e, come accennato, è un lavoro continuamente in progress, perché il contesto di competizione, il pubblico e lo scenario dei motori di ricerca sono dinamici e cambiano di frequente, spingendoci a cercare di essere sempre aggiornati e di mettere in campo le tecniche più adatte a raggiungere le posizioni più ambite nelle SERP.

Che cos’è l’ottimizzazione del sito

Proviamo ad approfondire.

Ottimizzare un sito web è un processo continuo e costante che, attraverso l’utilizzo di strumenti, strategie avanzate ed esperimenti, punta a ottenere una serie di obiettivi, quali migliorare le prestazioni tecniche del sito stesso, aumentare ulteriormente il traffico, incrementare le conversioni e accrescere le entrate.

Esperti del settore e professionisti SEO hanno idee diverse su ciò che rende davvero efficaci gli sforzi di ottimizzazione web: molti si concentrano su aree specifiche, come la scelta e l’utilizzo di parole chiave mirate per aumentare il posizionamento per termini di ricerca specifici, mentre altri si focalizzano principalmente sulle metriche prestazionali o sul lavoro offpage. In realtà, hanno tutti ragione (per citare Sorrentino) perché ogni aspetto può incidere e diventare potenzialmente redditizio, ma da solo non è sufficiente. E non tutto rientra specificamente nella SEO, e quindi nell’ottimizzazione per i motori di ricerca.

Serve quindi la visione di insieme perché, riprendendo un’espressione che solitamente usiamo per definire la SEO, l’ottimizzazione del sito è “una materia semplice e multidisciplinare in un ecosistema complesso e variabile”, che in estrema sintesi cerca di attingere a un mercato non sfruttato nel modo più efficace ed efficiente (senza necessariamente investire in pubblicità), aprire le porte a più conversioni e guadagni, rafforzare il brand e migliorare il contatto con gli utenti.

Per catturare l’interesse dei clienti e generare conversioni, però, servono (almeno) le basi: e il sito deve essere facile da trovare e utilizzare per le persone (e secondariamente per i crawler), perché in caso contrario non importa quanto tempo e impegno abbiamo speso per creare ottimi contenuti che sono invisibili o inutili.

E anche se Google è stato ormai lanciato più di un quarto di secolo fa, per costruire le fondamenta del successo online possiamo comunque far riferimento a una serie di tecniche e interventi evergreen, tenendo presente che non è necessario (né probabilmente possibile) primeggiare in tutti gli oltre 200 fattori di ranking che regolano il posizionamento, perché alcune variabili hanno molto più peso di altre e possiamo inizialmente concentrare gli sforzi solo su alcuni elementi essenziali della SEO e dell’ottimizzazione dei siti.

Le sfide dell’ottimizzazione dei siti Web in ottica SEO

A complicare le cose ci sono vari elementi. Innanzitutto, Google aggiorna costantemente il proprio algoritmo, e ogni aggiornamento può rappresentare un’occasione per migliorare o, al contrario, un momento di calo per il sito. Chiaramente, Google e gli altri motori di ricerca non pubblicano i dettagli dei loro algoritmi, quindi il lavoro di ottimizzazione è spesso basato su test, analisi e osservazioni empiriche.

E poi, come detto, ci sono sempre nuovi competitor, mentre le persone sono mutevoli e possono cambiare abitudini (ed esigenze) in modo repentino.

Ottimizzare un sito web significa quindi rimanere aggiornati sulle best practices di SEO, comprendere tempestivamente le attuali intenzioni di ricerca degli utenti e fornire contenuti di qualità che soddisfino le loro esigenze.

Più in generale, ogni ambito di intervento della SEO porta con sé specifiche complessità e difficoltà: nel campo dell’ottimizzazione on-page, ad esempio, il rischio è quello di cadere nella sovraottimizzazione, inserendo troppe parole chiave o creando contenuti che sembrano più indirizzati ai motori di ricerca che agli utenti reali. Nella SEO off-page, invece, la sfida è costruire backlink in modo naturale e sostenibile, evitando tecniche di link building manipolative che possono essere penalizzate da Google.

Ancora: la SEO tecnica richiede competenze specifiche in ambito di sviluppo web e una costante attenzione alle performance del sito, mentre la SEO mobile impone di tenere il passo con l’evoluzione degli standard di usabilità e velocità richiesti dai dispositivi mobili.

Insomma, per sintetizzare: non esiste una formula magica o un set di regole fisse da seguire per ottimizzare un sito SEO. Ogni progetto è un caso a sé, e ciò che funziona per uno potrebbe non funzionare per un altro.

Come ottimizzare il sito, gli aspetti chiave

L’ottimizzazione del sito Web per persone reali – e non solo per i motori di ricerca – è il giusto approccio per cercare di guadagnare la fiducia dei visitatori, iniziare a costruire relazioni e vendere prodotti e servizi attraverso le pagine online.

La SEO è parte di questo sforzo più ampio, perché come sappiamo rappresenta il complesso di attività utili a mettere a punto pagine e contenuti presenti su un sito con la finalità di migliorare il posizionamento nei risultati organici di Google, intercettando le scansioni dei crawler, le intenzioni degli utenti e, in definitiva, l’azione degli algoritmi dei motori di ricerca. Si tratta quindi di un insieme complesso di interventi, da compiere sia onpage che offpage, in cui è spesso è facile “perdersi”, e che sono però solo uno degli angoli da intercettare – per dirla altrimenti, la SEO è sicuramente una parte essenziale dell’ottimizzazione del sito web, non è il fine ultimo dell’ottimizzazione.

Volendo essere più precisi, infatti, un approccio olistico all’ottimizzazione del sito web combina una varietà di discipline, che collaborano per garantire che il sito web funzioni in modo ideale in aree quali:

  • SEO
  • Copywriting
  • Analitics
  • Progettazione UX (frontend)
  • Sviluppo web (back-end)
  • CRO/ottimizzazione delle landing page.

Perché è importante l’ottimizzazione del sito web

Oggi più che mai (e comunque meno di domani…), Internet è diventato parte integrante della vita delle persone, il luogo in cui ci si informa, si comunica, ci si diverte e intrattiene, ma soprattutto il posto in cui i consumatori prendono le loro decisioni di acquisto e acquistano prodotti.

Negli ultimi anni, infatti, l’e-commerce è diventato una parte indispensabile del commercio globale, e come molti altri settori, anche l’acquisto e la vendita di beni ha subito una trasformazione sostanziale in seguito all’avvento di Internet perché, grazie alla continua digitalizzazione della vita moderna, i consumatori di tutto il mondo ora beneficiano dei vantaggi delle transazioni online. Attualmente ci sono oltre cinque miliardi di utenti Internet in tutto il mondo, e continua a essere rapido l’aumento dell’accesso e dell’adozione di Internet a livello globale, il che porta a cresce anche il numero di persone che effettuano acquisti online: nel 2022, si stima che le vendite di e-commerce al dettaglio abbiano superato i 5,7 trilioni di dollari USA in tutto il mondo e, addirittura, secondo alcune previsioni il 95% degli acquisti sarà effettuato online entro il 2040.

Come dicevamo in apertura, i motori di ricerca e in particolare Google sono la destinazione di riferimento per trovare informazioni sulle attività commerciali, locali o virtuali, accompagnando (o sostituendo direttamente) il classico passaparola e i consigli di un amico. Posizionare correttamente un’attività, quindi, significa aumentare le possibilità di farsi trovare da persone che prima non avevano mai sentito parlare dell’azienda e di trasformarle in clienti.

Ma se non ottimizziamo il sito web e i contenuti, non importa quante persone cercano termini pertinenti alla nostra attività, perché il sito non sarà visualizzato nelle SERP (o sarà nelle retrovie), e quindi non sarà notato da nessuno. E ancora, per sfruttare concretamente il traffico serve anche ottimizzare l’esperienza utente e l’efficienza dei funnel di conversione, perché un contenuto del sito che non offre le giuste risposte alle esigenze dei potenziali clienti non porta a conversioni, ma genera solo utenti frustrati e scontanti, che rimbalzeranno via dal sito senza effettuare un singolo acquisto.

Al contrario, un sito ottimizzato sotto tutti gli aspetti può ambire a massimizzare il numero di lead e vendite che genera dal traffico organico (ed eventualmente da quello a pagamento), nonché migliorare la brand awareness e creare fiducia con il pubblico di destinazione.

Cosa significa ottimizzare sito web

Navigando sul Web si incontra di frequente il termine ottimizzazione, declinato in varie accezioni: dal punto di vista lessicale, questo verbo deriva dall’inglese optimize e nel linguaggio tecnico e aziendale è stato scelto e utilizzato per indicare l’insieme di azioni e interventi che servono a rendere ottimo un progetto, ovvero portarlo a una condizione e un risultato che siano ritenuti i migliori possibili.

Nel nostro campo digitale, ottimizzare un blog, un sito o un eCommerce ha un significato anche maggiore, perché le azioni possibili comprendono interventi sul codice sorgente delle singole pagine, perfezionamenti dei contenuti, gestione delle immagini e così via, e dunque tutto ciò che serve per migliorare il posizionamento di un sito, renderlo fruibile per i motori di ricerca, ottimizzare il sito per la navigazione mobile e, di conseguenza, incrementare la pertinenza e la rilevanza delle pagine, così da aumentare il target e la qualità dei visitatori, il volume di traffico organico, le conversioni e, in definitiva, il rendimento del progetto.

Best practices per l’ottimizzazione del sito

Ribadiamo, però, che l’obiettivo finale non è solo migliorare il posizionamento organico, ma più in generale perfezionare il sito, garantire un’esperienza ideale su ogni pagina e contenuto e, in definitiva, fortificare il brand anche nel mondo reale e renderlo riconoscibile, memorabile e affidabile per le persone.

Il primo passo per migliorare qualsiasi cosa è identificare i problemi: solo cercando aree critiche e individuando cosa c’è che non va nel nostro sito attuale possiamo poi effettivamente agire per poterlo migliorare. Questa è la base di ogni grande processo di ottimizzazione.

In linea di massima, le strategie di ottimizzazione del sito web si basano su un lungo processo articolato in varie fasi, che partono dall’analisi del mercato, del contesto, degli utenti, di noi stessi, per raggiungere poi i dettagli specifici legati ai contenuti, alle pagine e ai singoli aspetti. Questo percorso può essere così descritto:

  1. Individuare il mercato generale o identificare una nicchia di mercato potenzialmente proficua.
  2. Analizzare l’intento dell’utente durante tutto il consumer journey.
  3. Migliorare la UX con test A/B e multivariati.
  4. Creare un’esperienza mobile fluida, senza errori e ostacoli.
  5. Trovare le parole chiave.
  6. Costruire backlink.
  7. Ottimizzare i contenuti sulla pagina.
  8. Velocizzare il sito web.
  9. Esaminare il comportamento attuale dell’utente.
  10. Misurare e monitorare i risultati.
  11. Ottimizzare le immagini dal punto di vista tecnico.
  12. Curare gli attributi dell’immagine.
  13. Valutare l’utilizzo di un CDN per migliorare le prestazioni.
  14. Eseguire il backup del sito prima di apportare modifiche.
  15. Verificare e documentare le modifiche mentre aggiorniamo il sito web.

Ottimizzazione sito Web, le tecniche SEO da usare

Gran parte di questi interventi riguarda comunque azioni che possiamo far ricadere nella giurisdizione della SEO, parola “magica” che viene spesso usata a sproposito o in maniera non professionale del mondo del Web e che possiamo considerare una combinazione perfetta tra ottimizzazione tecnica e strategia di marketing.

Letteralmente, dovremmo ormai saperlo, SEO deriva dalle iniziali delle parole inglesi Search Engine Optimization e indica il complesso di attività che servono a ottimizzare un sito web e migliorare il posizionamento di un sito nei risultati organici dei motori di ricerca (c’è addirittura una voce specifica su Wikipedia in cui si dice che la SEO “si propone di creare pagine e siti che rispettino le regole – i gusti – dei motori di ricerca riuscendo a migliorare la propria posizione nei risultati delle ricerche”).

C’è chi fa nascere la SEO in contemporanea al lancio dei motori di ricerca, ma più probabilmente dobbiamo aspettare i primi anni Duemila per un utilizzo consapevole delle strategie per il ranking: ad ogni modo, la materia è da allora in continua evoluzione e spesso linee guida che risultavano valide in passato sono diventate obsolete se non addirittura dannose per il posizionamento, in seguito ai nuovi aggiornamenti degli algoritmi.

Ad ogni modo, la SEO rappresenta il pacchetto di azioni che bisogna realizzare per migliorare l’indicizzazione del sito, intercettando le scansioni dei crawler di Google, e soprattutto per capire le intenzioni degli utenti e rispondere con contenuti efficaci, di modo che le pagine possano ottenere il gradimento di persone e motori di ricerca, venendo così giudicate come meritevoli di guadagnare le prime posizioni di ricerca su Google per determinate keyword in risposta alle query, così come previsto dalla classificazione di siti in base a specifici fattori di posizionamento.

Ottimizzare sito, le tre attività da eseguire

In genere, possiamo declinare l’ottimizzazione di un sito web lato SEO in tre attività principali, che interessano l’ottimizzazione tecnica, la creazione dei contenuti e la promozione dei contenuti – banalmente, sono le tre grandi categorie della SEO pratica, ovvero

Dobbiamo cioè iniziare da un’analisi approfondita delle singole pagine presenti sul sito web, verificando se siano presenti errori tecnici e intervenendo con rapide correzioni e risoluzioni. In questa fase possiamo concentrarci anche su aspetti quali l’ottimizzazione delle pagine di un sito attraverso il miglioramento della struttura del sito, della struttura degli URL, del codice HTML e così via.

Si passa poi al lavoro sui contenuti testuali, che devono essere di qualità, utili e fruibili nel rispetto delle regole (scritte e non scritte) della SEO, senza trascurare la gestione di heading, meta tag, immagini e video presenti eccetera.

Infine, bisogna lavorare per la promozione delle pagine e dei contenuti, compito che rientra nelle attività offpage che, come sappiamo, non solo soltanto link building.

E dopo aver messo in atto tutte queste strategie, lo step conclusivo è ottenere dati per eseguire il monitoraggio del sito, delle pagine e dei contenuti, studiando se abbiamo raggiunto i KPI che ci eravamo imposti ed eventualmente essere pronti a ricominciare in caso di fallimento.

Come migliorare un sito web: la SEO on page

Prima di vedere in dettaglio quali azioni eseguire, bisogna comunque premettere che per migliorare la visibilità di un sito e il suo posizionamento concorrono anche altri elementi, a cominciare da fattori che interessano l’aspetto del server, come l’affidabilità e la velocità dello hosting, o il comportamento degli utenti sul sito, e in particolare tempo di permanenza e numero di pagine visitate.

Secondo gli esperti, parametri legati alla User Experience come il tempo medio di visitazione e il bounce rate possono avere un impatto sul ranking, e per incrementare questi valori e aumentare il tempo medio di visita ci sono varie strategie, che riguardano sia il lato della creazione dei contenuti (inserimento di video o altri elementi interattivi) che aspetti strutturali, come ad esempio l’inserimento di link interni per rimandare ad altre pagine correlate del proprio sito e “trattenere” i lettori o visitatori.

Strategie per ottimizzare sito per Google

Gli interventi sulla pagina riguardano anche il miglioramento del title SEO, che è in soldoni il titolo che si vede nella SERP dei motori di ricerca, e che secondo alcuni continua a essere uno dei fattori principali per migliorare il posizionamento sito su Google e affini e ottenere dei risultati. Le linee guida di base consigliano di inserire la parola chiave nel titolo e di mantenersi al di sotto dei 70 caratteri. Altri elementi rilevanti della SEO on page sono la gestione dei tag heading, i titoli dei sottoparagrafi (i famosi h1/h2/h3, dove sarebbe bene inserire almeno una volta la parola chiave), la meta descrizione (meta tag description, la sintesi del contenuto che compare in anteprima nelle SERP: anche se non incide direttamente sul posizionamento nei motori di ricerca, è importante per ottenere click through rate dalle pagine dei risultati dei motori di ricerca e quindi indirettamente potrebbe influenzare il ranking) e le foto a corredo dell’articolo (anche ottimizzare immagini per sito web è un’attività importante in ottica SEO e posizionamento).

Ottimizzare contenuti di qualità per migliorare visibilità sito

Risolti gli eventuali problemi alla struttura del sito e delle singole pagine passiamo a concentrare l’attenzione sulla creazione di contenuti, che devono rispettare alcuni criteri per essere performanti e raggiungere l’obiettivo finale, che è sempre posizionarsi sui motori di ricerca. Il processo è “semplice”: un contenuto che risponde specificamente a un intento di ricerca sarà più apprezzato dagli utenti e, di conseguenza, privilegiato dai motori di ricerca, che premiano il risultato più coerente alle query iniziale. In termini pratici, come abbiamo descritto negli articoli specifici, per ottimizzare un articolo o anche una scheda prodotto di un eCommerce bisogna partire dall’analisi del contesto e dalla individuazione di una giusta keyword tramite una buona keyword research, che possa individuare un segmento più facile da posizionare e con un buon numero di ricerche mensili.

Per ottenere buoni risultati, soprattutto, si deve fare attenzione al search intent, un elemento che può influire per migliorare la posizione sito su Google: ovvero, bisogna cercare di intercettare la richiesta degli utenti nella maniera più precisa possibile (se io cercassi questa keyword sul motore di ricerca quali informazioni o prodotti vorrei trovare?).

Inoltre, sempre come consiglio di massima, bisogna evitare l’effetto keyword stuffing (riempire in maniera innaturale i contenuti di ripetizioni di parole chiave, che può causare penalizzazioni Google) e cercare di rispettare la filosofia del “Web semantico“, ovvero contenuti che contengono nel loro testo parole assimilabili per semantica e search intent alla keyword principale, che sembrano essere strategici per migliorare la posizione sito su Google.

Tecniche di SEO off page per ottimizzare sito web

L’altra faccia della medaglia, per così dire, è rappresentata dalla strategia SEO off page, ovvero l’insieme di attività “esterne” al sito, e in particolare la gestione dei link in ingresso (inbound link o backlink) verso un sito, che rappresentano (lo abbiamo detto infinite volte) un segnale importante per i motori di ricerca per giudicare l’autorevolezza di un sito: le citazioni, soprattutto se arrivano da siti già autorevoli e (secondo le ultime indicazioni in termini di fattori di ranking) di tematiche simili e della propria nicchia di mercato sono un modo inequivocabile per dire a Google che il proprio è un sito di qualità.

Le strategie essenziali per l’ottimizzazione del sito web

È impossibile sintetizzare in un solo articolo tutto ciò che servirebbe fare per perfezionare un sito, anche perché ogni intervento richiede la necessaria competenza e va inserito nello specifico contesto; ad ogni modo, possiamo comunque analizzare le basi del successo online, che rispondono grosso modo a domande legate alla SEO, del tipo “quali sono i fattori su cui concentrarsi? Come si può aumentare il ranking? Come si può creare traffico in un ambiente così competitivo?”, come segnala Chuck Price su Search Engine Journal.

  1. Search Intent

Si parte, inevitabilmente, dal search intent, perché l’obiettivo finale di Google resta quello di comprendere il contesto di una determinata query di ricerca e fornire risultati coerenti per soddisfare la persona. Di sicuro, il machine learning , l’intelligenza artificiale e il deep learning avranno un peso maggiore nell’algoritmo di base di Google, soprattutto con la loro costante evoluzione, e in concreto ciò significa che la nostra attività di keyword research dovrà essere sempre di livello avanzato e adeguato alle nuove sfide.

In estrema sintesi, la pertinenza contestuale di una parola chiave deve essere allineata con una query di ricerca, e prima di lanciarci nel tentativo di classificare una pagina (e spendere tempo e risorse) è opportuno capire il search intent e vedere quali siti web siano attualmente in cima alle SERP per quella frase. Ci saranno alcune parole chiave e query per le quali sarà impossibile classificare le nostre pagine: ad esempio, dice Price, se Google ha stabilito che le persone che cercano “Avvocato specializzato in lesioni personali [inserire città]” desiderano un elenco di avvocati tra cui scegliere, una serie di elenchi legali attendibili verrà visualizzata in cima alle SERP, e un individuo o una singola azienda non sostituirà quelle directory. In questi casi, dobbiamo affinare la strategia.

  1. SEO tecnica

Ne abbiamo già parlato in maniera molto superficiale, ma ora dedichiamo qualche parola in più alla SEO tecnica, che mira come obiettivo di massima ad assicurare una solida architettura del sito web, che non sia solo una raccolta casuale di pagine e post. Un’architettura del sito ottimizzata per la SEO guiderà gli utenti in tutto il sito e renderà più semplice per Google la scansione e l’indicizzazione delle pagine.

Dopo aver impostato l’architettura giusta, è il momento di eseguire un audit tecnico o un SEO audit: può inizialmente apparire un’operazione intimidatoria e complicata, ma grazie all’uso dei SEO tool le procedure di controllo e gestione delle problematiche diventa molto più fluida e anche fare un audit SEO completo o una scansione con uno spider diventa semplice. Anzi, oggi è facile eseguire questo task, e la parte più complessa è sapere come interpretare i dati forniti e cosa farne. Per cominciare, comunque, possiamo controllare questi elementi e correggere eventuali problemi scoperti:

  • Verificare la presenza di codici di stato di errore e correggerli.
  • Controllare il file txt per eventuali errori, ottimizzando se necessario.
  • Controllare l’indicizzazione del sito tramite Google Search Console; esaminare e correggere eventuali problemi rilevati.
  • Correggere tag title e meta descrizioni.
  • Controllare i contenuti del sito web. Controllare le statistiche sul traffico in Google Analytics, valutando la possibilità di migliorare o eliminare i contenuti con scarso rendimento.
  • Correggere i collegamenti interrotti, nemici dell’esperienza dell’utente e potenzialmente delle classifiche.
  • Inviare la sitemap XML a Google tramite Google Search Console.

 

  1. Esperienza dell’Utente

L’esperienza utente (UX) si incentra sull’acquisizione di informazioni sugli utenti, sui loro bisogni, sui loro valori, sulle loro capacità e sui loro limiti, e prende in considerazione anche gli obiettivi aziendali.

Secondo gli esperti, un sito assicura una UX di qualità se è:

  • Utile – pubblica contenuti unici, che soddisfano un bisogno.
  • Utilizzabile – il sito web è facile da usare e da navigare.
  • Attrattivo – gli elementi di design e il brand dovrebbero suscitare emozione e apprezzamento.
  • Trovabile – integra elementi di progettazione e navigazione per consentire agli utenti di trovare facilmente ciò di cui hanno bisogno.
  • Accessibile – i contenuti devono essere accessibili a tutti, compreso il 12,7% della popolazione con disabilità.
  • Affidabile – il sito deve essere degno di fiducia affinché gli utenti gli diano credito.
  • Prezioso – il sito deve fornire valore all’utente in termini di esperienza e all’azienda in termini di ROI positivo.

I test multivariati e i test A/B sono il modo migliore per misurare e creare un’esperienza migliore per gli utenti del sito web.

 

  1. Ottimizzazioni per utenti da mobile

Da diversi anni ormai la navigazione da dispositivi mobile ha superato quella da desktop, e dal marzo 2018 è partito ufficialmente il mobile-first index di Google: insomma, chi ragiona in ottica desktop-only è fuori tempo e deve rapidamente intervenire almeno su alcuni aspetti basilari per rendere il sito mobile-friendly. Si tratta, in concreto, di:

  • Rendere il sito responsive, capace di adattarsi a qualsiasi dispositivo, sia esso desktop, mobile o tablet.
  • Ridimensionare sempre le immagini per il design reattivo, specialmente per gli utenti mobili.
  • Usare meta titoli brevi, più facili da leggere sui dispositivi mobili.
  • Evita i pop-up o interstitial che coprono i contenuti e impediscono ai visitatori di avere un’idea di cosa trattano i contenuti.
  • Spesso, su device mobile less is more, e i contenuti long-form non equivalgono necessariamente a più traffico e ranking migliori.
  • Non usare il cellulare come scusa per il cloaking, perché uttenti e motori di ricerca devono vedere lo stesso contenuto.

 

  1. Prestazioni e Core Web Vitals

Un altro tema su cui ci soffermiamo spesso sono i Core Web Vitals, i segnali web essenziali che Google ha progettato per quantificare le metriche (per l’appunto) essenziali per un sito Web sano, con l’obiettivo finale di offrire la migliore user experience possibile anche dal punto di vista delle prestazioni. Dalla seconda metà del 2021, i CWV sono ufficialmente un fattore di ranking, incorporato nel più ampio segnale della Page Experience, e quindi “l’esperienza di caricamento, l’interattività e la stabilità visiva del contenuto della pagina e la loro combinazione” (le fondamenta dei Core Web Vitals) hanno un peso sul posizionamento.

Ognuna di queste metriche si concentra su un aspetto unico dell’esperienza utente e, inoltre, è misurabile e quantificabile per una determinazione oggettiva del risultato. Per analizzare e misurare i Segnali Web Essenziali abbiamo alcuni strumenti a disposizione:

  • PageSpeed ​​Insights, che misura le prestazioni di dispositivi mobili e desktop e fornisce suggerimenti per il miglioramento.
  • Lighthouse, uno strumento automatizzato open source sviluppato da Google per aiutare gli sviluppatori a migliorare la qualità delle pagine web; ha diverse funzionalità non disponibili in PageSpeed ​​Insights, inclusi alcuni controlli SEO.
  • Search Console, che nel rapporto Core Web Vitals mostra le prestazioni degli URL raggruppate per stato, tipo di metrica e gruppo di URL.

 

  1. Le opportunità di Schema

I markup di Schema.org sono utili per abilitare la visualizzazione di rich snippet, le funzionalità avanzate che appaiono nei risultati di ricerca di Google, e in generale tutti i principali motori di ricerca – quindi anche Yahoo, Bing e Yandex – supportano l’uso dei microdati e dei dati strutturati, che possono fornire più contesto a una pagina web e migliorare l’esperienza di ricerca, anche se ufficialmente non hanno influenza sul ranking.

Le applicazioni di questo vocabolario sono davvero ampie, e tra i più comuni utilizzi di marcature che attivano rich results ci sono recipes, products, articles, reviews, events, FAQ, Q&A, organizations, people e Local Businesses. Implementare i markup di schema è in realtà abbastanza semplice e ci sono anche specifici plugin che permettono di compiere questa operazione.

  1. Sfruttare il content marketing

Non è facile emergere e far emergere il proprio lavoro, perché c’è un rumore di fondo che disturba gli utenti e spesso li distrae: come riporta Price, nel 2023 verranno creati, acquisiti, copiati e consumati in tutto il mondo 97 zettabyte di dati (nel 2019 sono stati meno della metà, 44 zettabyte), equivalenti a 18,7 trilioni di canzoni o 3.168 anni di video HD ogni giorno.

La sfida per superare la confusione diventa esponenzialmente più difficile col passare del tempo, e quindi è importante curare la strategia di content marketing in modo oculato. Tra i vari aspetti da valutare ci sono:

  • Creare una combinazione di contenuti utiliinformativi interessanti.
  • Promuovere gli articoli sui canali social.
  • Monopolizzare i trending topic relativi ai propri contenuti o promossi sui social media.
  • Ricordare che le immagini e i video in genere convertono meglio del solo testo, e sfruttare anche lo smartphone per fare foto e riprese video.
  • Aggiornare i contenuti obsoleti e a basso traffico.

 

  1. Curare la link building e la SEO off-page

La competizione in SERP è spietata e non si può fare affidamento al solo lavoro onpage: i link sono stati uno dei principali fattori di ranking (per molti, IL principale) per un bel po’ di tempo e ancora oggi hanno un peso rilevante per conquistare le posizioni più alte.

Certo, Google è diventato più abile nell’identificare e svalutare i link contenenti spam, e quindi è fondamentale che la strategia di link building si concentri sulla qualità piuttosto che sulla quantità dei riferimenti. Inoltre, una tecnica che può dare buoni risultati – anche solo come miglioramento della reputazione online SEO – è trovare e rivendicare menzioni al sito senza link, da provare a trasformare in veri e propri backlink naturali.

A completare questi aspetti fondamentali per l’ottimizzazione del sito sono due ultimi task strategici: testare ogni modifica per verificare gli effetti (dando tempo alla SEO di dare frutti) e monitorare i KPI che abbiamo impostato, correlati alle nostre ambizioni e agli obiettivi aziendali.

Le attività per migliorare il posizionamento su Google (e l’utilità di un software SEO come SEOZoom)

Tanta roba, per usare un’espressione gergale giovanile. E, soprattutto, come fare per eseguire tutte queste attività in maniera efficiente? La nostra risposta è abbastanza scontata, perché SEOZoom è lo strumento “perfetto” per supportare il proprio lavoro di ottimizzazione siti e blog, perché ci mette a disposizione tutte le funzionalità per analizzare, gestire, monitorare e migliorare ogni aspetto del sito.

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La scelta di chi vuole fare davvero la differenza

SEOZoom è l’alleato ideale per ottimizzare il tuo sito e migliorare la tua SEO

Tra le varie funzioni della suite ci sono tool per avviare un nuovo progetto in maniera competitiva, fare analisi SEO in tempo reale, creare contenuti performanti, migliorare il rendimento di un sito e gestire il profilo backlink e l’eventuale attività di acquisizione di link in maniera naturale, e poi ancora uno spider per verificare in poco tempo lo stato di salute del progetto, strumenti editoriali integrati con AI per semplificare le attività di editori e copywriter eccetera eccetera. Insomma, un supporto completo per dar vita a una strategia ottimizzata e mettere in atto tutte le tecniche SEO, che ci agevolano nell’identificazione del corridoio giusto verso cui indirizzare un sito e una pagina; grazie alle sue metriche proprietarie, come la Zoom Authority, rende facile e intuitivo per tutti – professionisti, ma anche chi ha meno competenze e principianti SEO – tener sotto controllo le principali informazioni utili per sviluppare e migliorare un progetto online.

SEOZoom fa quindi esattamente tutto quello che abbiamo descritto, eseguendo in modo adeguato il primo compito di una Suite SEO Tool: semplificare la gestione di queste complesse attività, consentendo agli utenti di poter avere a portata di mano dati, informazioni, strumenti per monitorare l’andamento del traffico dei siti web, ma anche per scoprire e analizzare gli eventuali errori presenti sul sito, per studiare le mosse dei competitor, per verificare il profilo backlink e per ottimizzare i contenuti testuali.

I vantaggi di SEOZoom, una SEO Suite completa ed efficiente

In estrema sintesi e per chi non ci conoscesse ancora, SEOZoom è un software SEO che racchiude oltre 40 funzionalità sempre aggiornate che consentono di ottenere un altissimo numero di informazioni su siti web, keyword e nicchie di mercato, con indicazione delle soluzioni per migliorare il rendimento di parole chiave specifiche e analisi delle performance del sito.

È la soluzione per semplificare l’analisi, il monitoraggio e l’ottimizzazione SEO di qualsiasi business online: grazie a strumenti potenti, dati e insights è possibile studiare i competitor, identificare nuove opportunità di mercato e prendere decisioni strategiche, con l’obiettivo di incrementare il traffico organico, le vendite online e il fatturato.

Con SEOZoom è possibile gestire con facilità la complessità della SEO e mantenere un vantaggio competitivo sostenibile. Inoltre, l’integrazione dell’Intelligenza Artificiale aumenta l’efficienza e le opportunità di conversione con una rapidità senza precedenti, consentendo di creare testi con AI, ma non solo.

È quindi lo strumento di business intelligence perfetto per accompagnare il lavoro di ottimizzazione del sito lato SEO e avviare la scalata alle prime posizioni su Google.

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