Velocità dei siti e SEO, cosa bisogna sapere per migliorare
Cosa devono sapere gli specialisti SEO sulla velocità? È questa la domanda a cui risponde l’ultimo video caricato sul canale YouTube Google Webmasters, in cui John Mueller e Martin Splitt si soffermano a rispondere a questioni poste da operatori del settore rispetto all’ottimizzazione della velocità del sito e del suo impatto sul ranking.
Sono quattro i temi principali su cui si soffermano i due Webmasters Trend Analyst di Google:
- Qual è la page speed ideale di ogni contenuto per un miglior posizionamento in SERP?
- Quanto sono importanti i dati e i punteggi di strumenti SEO come Google PageSpeed per la SEO?
- Come usare correttamente i vari tool per misurare le performance?
- Qual è la metrica migliore cui affidarsi per capire se la velocità di una pagina sia buona o meno?
Vediamo in dettaglio le loro risposte.
La page speed ideale non esiste
In sostanza, Google valuta la velocità delle pagine dei siti utilizzando due macro-categorie: molto buone o davvero cattive, senza vere soglie e sfumature intermedie. La categorizzazione della velocità (o meglio, della speed experience per gli utenti) è quindi piuttosto approssimativa, ci confessa Martin Splitt rispondendo alla domanda diretta sulla “page speed ideale per il ranking” contenuta in un tweet.
Più che su questo aspetto, però, la risposta si concentra sugli strumenti che usa Google per valutare la velocità delle pagine del sito, ed è John Mueller a spiegare che i dati arrivano in due modi: da un lato, “cerchiamo di calcolare una velocità teorica usando lab data” (dati di laboratorio), e dall’altro usiamo “veri dati sul campo, raccolti da utenti che hanno davvero cercato di usare quelle pagine”. Queste seconde informazioni sono “simili” a quelle ottenute con il Chrome user experience report, aggiunge.
In pratica, dunque, Google raccoglie dati “ipotetici e pratici“, e non ha specifice soglie o valori numerici a cui i Seo possono far riferimento: non esiste quindi una page speed ideale (inteso come punteggio minimo o massimo da raggiungere), perché l’unico consiglio che si può dare è “rendi i siti veloci per gli utenti“.
Gli strumenti per misurare la velocità
La seconda domanda fa riferimento ai vari strumenti a disposizione per calcolare la velocità del sito, e in particolare l’utente chiede “se la velocità del sito mobile è buona dall’analisi fatta con tool specifici, quanto conta per la SEO avere un punteggio alto con Google PageSpeed Insights?”. Lo spunto consente ai googler di discutere quale sia il più importante tool per la SEO e per i SEO, perché “ci sono tantissimi strumenti che misurano tantissime cose“, e questo può creare confusione.
L’aspetto primario da considerare è che i vari tool (sono citati in particolare Test My Site e GTmetrix) misurano i parametri in modi leggermente differenti, per cui Mueller consiglia di provare tutti gli strumenti a disposizione, raccogliere i loro dati e utilizzarli per scoprire quali sono i punti deboli del sito che sono più facilmente migliorabili, i “low hanging fruits”, che potrebbero far incrementare la velocità delle pagine.
Capire le metriche della velocità
Molto più tecnica la terza questione arrivata da Twitter, perché l’utente chiede lumi sulle valutazioni che i devtools Audits fanno di alcune metriche, e in particolare di TTI, FCI e FID. Prima di rispondere, Splitt ci spiega cosa significano queste sigle:
- FID sta per first input delay, ovvero il tempo di risposta del sito al primo input dell’utente;
- TTI è il time to interactive, che misura quando puoi interagire con la pagina;
- FCI è first cpu idle, che segnala quando è terminata l’attività di JavaScript o altri elementi che richiedono lavoro alla CPU.
Il webmasters trend analyst chiarisce alcuni aspetti sulla lettura dei dati delle metriche: le misurazioni non sono perfette (i range forniti sono piuttosto ampi, nell’esempio mostrato) e inoltre non bisogna fissarsi solo sui numeri, ma capire quali sono gli aspetti più problematici e lavorare per correggerli. Sempre restando all’esempio, la differenza tra 0.8 millisecondi e 20 millisecondi è minima e sono valori di risposta comunque positivi, mentre avere una CPU che lavora per un minuto è un altro paio di maniche.
Metriche e velocità, le migliori per valutare le performance SEO
Anche la quarta domanda si concentra sulle metriche e, in particolare, su quelle che bisogna prendere in considerazione per migliorare le performance SEO del sito; Splitt definisce altri parametri, come
- FCP, first contentful paint, ovvero il tempo necessario al sito per mostrare il primo contenuto visivo all’utente;
- FMP, first meaningful paint, che identifica il tempo necessario a caricare il primo contenuto utile,
e poi offre la sua visione.
In sostanza, non esistono metriche migliori in assoluto perché le valutazioni dipendono dalla natura del sito:
- Se hai solo un sito dove le persone leggono i contenuti e non interagiscono molto, allora bisogna prestare attenzione ai valori di FCP o FMP rispetto a quelli di FID o TTI;
- Se il sito è una “interactive web application” e vuoi che le persone possano saltare direttamente al contenuto e “fare qualcosa”, probabilmente bisogna studiare e ottimizzare le metriche di FID e TTI prima delle altre.
Splitt fa anche esempi concreti: per lui, ha poco senso avere un sito orientato all’interazione (un messenger), con un caricamento rapidissimo delle immagini e della storia dei messaggi se non è possibile per gli utenti rispondere velocemente ai messaggi perché servono “20 secondi prima di poter visualizzare il campo del testo e iniziare a scrivere”. Allo stesso modo, è un elemento chiave per un blog mostrare immediatamente il form dei contatti alla fine dei post?
Il punto centrale, quindi, è di non guardare solo ai punteggi, agli score, che semplificano troppo le cose, cercando di misurare quale possa essere la percezione di un utente quando accede a una pagina del nostro sito. I punteggi “assoluti” sono una stima approssimativa (un ballpark, dice Splitt), da usare per capire in maniera abbozzata quali sono le performance del sito, ma soprattutto quali sono gli aspetti critici su cui intervenire rispetto alle finalità del sito e all’esperienza da fornire alle persone.
Google e velocità, i consigli per misurare le prestazioni del sito
Insomma, Google non può offrire un solo punteggio o un valore alla velocità del sito e quindi non esiste una page speed ideale da raggiungere, ci dicono John Mueller e Martin Splitt, anche perché la velocità si compone di tanti fattori che non si possono ridurre a un numero.