Sistemi di ranking Google: quali sono, come funzionano e strategie

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Una macchina complessa, che in una frazione di secondo ha il compito di ordinare informazioni da centinaia di miliardi di pagine web per fornire agli utenti le informazioni più utili e garantire sempre la migliore esperienza possibile. Sono i sofisticati algoritmi di Google, che come sappiamo si attivano dietro le quinte ogni volta che lanciamo una query sul motore di ricerca, seguendo delle istruzioni precise. Oggi andiamo a scoprire proprio i Google Search ranking systems, i sistemi di ranking che Google utilizza per classificare i contenuti analizzando e valutando centinaia di segnali e dettagli, che vanno dal significato delle parole chiave della query fino alla qualità dei contenuti, passando per la velocità di caricamento e la pertinenza rispetto al contesto dell’utente. Negli ultimi anni, Google ha affinato la sua comunicazione per spiegare come funzionano questi algoritmi, introducendo una distinzione più chiara tra i sistemi attualmente attivi, le tecnologie sottostanti che alimentano i risultati, e i sistemi storici, ormai integrati o deprecati. L’obiettivo? Garantire trasparenza e offrire a proprietari di siti, webmaster, SEO e creatori di contenuti indicazioni pratiche per ottimizzare i propri siti web. La nostra guida approfondisce quindi cosa sono i sistemi di ranking di Google, come lavorano per rispondere alle query degli utenti e strutturare le SERP, e quali segnali e tecnologie ne sono alla base, cercando anche di trarre utili insight per migliorare la visibilità organica delle nostre pagine.

Cosa sono i sistemi di ranking di Google

I sistemi di ranking di Google sono algoritmi automatizzati progettati per ordinare i risultati di ricerca in base a criteri di pertinenza, qualità e utilità. Questi sistemi analizzano numerosi segnali – dalle parole chiave all’affidabilità delle fonti, dall’usabilità delle pagine al contesto geografico – per determinare quali contenuti rispondono meglio alle query degli utenti.

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I ranking systems sono quindi il motore che alimenta la Ricerca e che consente agli utenti di ottenere risposte (idealmente) utili, pertinenti e affidabili a ogni query: operando costantemente in background, esaminano, valutano e classificano i contenuti presenti sul web, trasformando miliardi di informazioni disponibili sul web in risposte organizzate e facilmente accessibili.

Ogni sistema è progettato per lavorare a determinate esigenze di classificazione e il loro ruolo è fondamentale per collegare l’enorme quantità di informazioni disponibili online con le reali necessità dell’utente, ordinando i risultati in modo che rispondano con precisione all’intento della ricerca.

Questo complesso meccanismo si basa su diversi “sistemi di ranking“, alcuni dei quali fanno parte dei principali sistemi di classificazione di Google, che sono le tecnologie sottostanti che producono risultati di ricerca in risposta alle query, mentre altri sono coinvolti in specifiche esigenze di classificazione.

Perché i sistemi di ranking sono cruciali

I sistemi di ranking di Google rappresentano un elemento imprescindibile per la gestione della Ricerca. La loro funzione non si limita esclusivamente al posizionamento delle pagine web, ma contribuisce a garantire la precisione e la pertinenza dei risultati proposti agli utenti. Senza di essi, il motore di ricerca non sarebbe in grado di soddisfare le crescenti aspettative del pubblico, che si aspetta risposte non solo rapide, ma anche altamente accurate.

Il compito principale dei sistemi di ranking è interpretare le query degli utenti nel loro contesto preciso, mettendo in relazione l’intento della ricerca con i contenuti più affidabili e utili presenti nel web. Per fare ciò, questi algoritmi valutano ogni risultato da molteplici prospettive, considerando sia il valore intrinseco del contenuto, sia il suo rapporto con il sito che lo ospita. Questo approccio multilivello consente di stabilire una gerarchia precisa dei risultati, premiando informazioni pertinenti, di qualità e ben ottimizzate.

La centralità dei sistemi di ranking nel funzionamento di Google è anche un segnale per chi gestisce un sito web. Ogni nuovo sviluppo tecnologico o aggiornamento introdotto può influire direttamente sulla visibilità dei contenuti online, rendendo indispensabile un adattamento costante alle logiche della classificazione per mantenere il passo con i cambiamenti.

Qual è la differenza tra sistemi di ranking e aggiornamenti

Capire la differenza tra sistemi di ranking e aggiornamenti è importante per comprendere l’approccio moderno di Google alla Ricerca. Fino a pochi anni fa, i termini “sistema” e “update” venivano usati in modo pressoché intercambiabile, creando spesso confusione tra webmaster e creator di contenuti. Nel 2022, Google ha deciso di introdurre un nuovo approccio lessicale che distinguesse chiaramente tra queste due componenti.

Quando si parla di sistemi di ranking, ci si riferisce a tecnologie permanenti che operano costantemente in background per ordinare i risultati di ricerca. Questi sistemi, come PageRank, BERT o il Neural Matching, fanno parte delle fondamenta della classificazione di Google e continuano a essere utilizzati a lungo termine. Gli aggiornamenti, invece, sono interventi temporanei e mirati volti a perfezionare un sistema esistente o ad aggiungere nuove capacità di classificazione. Non rappresentano, quindi, tecnologie indipendenti, ma modifiche episodiche che migliorano un sistema già in funzione.

Questo cambio di prospettiva è stato importante non solo per chiarire la distinzione funzionale tra i due termini, ma anche per eliminare ambiguità storiche nella comunicazione di Google. Ad esempio, un sistema come “Reviews System” non è un semplice update: è una tecnologia completa e autonoma, pensata per lavorare stabilmente sul lungo periodo e migliorare il funzionamento complessivo della Ricerca.

Come lavorano i sistemi di ranking di Google

I sistemi di ranking di Google funzionano come un motore automatizzato che analizza miliardi di contenuti in una frazione di secondo per organizzare i risultati di ricerca nel modo più utile e pertinente. Questo processo parte dall’interpretazione della query, passa per l’analisi dell’intento dell’utente, fino a classificare i contenuti rilevanti in base a molteplici segnali e criteri. Grazie all’integrazione di tecniche avanzate, come l’intelligenza artificiale e modelli di linguaggio naturale, questi algoritmi valutano ogni risultato considerando svariate prospettive, senza mai perdere di vista l’obiettivo di soddisfare il search intent dell’utente.

Ogni sistema di ranking contribuisce in modo specifico, con tecnologie diverse che collaborano per offrire risposte adeguate a ciascuna ricerca. Da un lato ci sono i sistemi core, che operano costantemente su tutte le query per definire la classifica generale, dall’altro troviamo algoritmi che si attivano solo in situazioni particolari, come dimostra l’utilizzo dei sistemi per contenuti freschi o per le notizie locali. Questo approccio combinato è la chiave che permette a Google di mantenere un altissimo livello di precisione e affidabilità.

Ricerca Google, i segnali principali usati per valutare pagine e contenuti

Data la grande quantità di informazioni disponibili, sarebbe praticamente impossibile trovare nel Web ciò che cerchiamo senza uno strumento di organizzazione: è quello che fanno i sistemi di ranking di Google, che sono progettati appunto per ordinare “centinaia di miliardi di pagine web e altri contenuti nell’indice di ricerca per fornire risultati utili e pertinenti in una frazione di secondo”.

Come detto, questi algoritmi si basano su una serie (estesa) di fattori di peso e importanza differenti anche in base al tipo di ricerca – ad esempio, la data di pubblicazione dei contenuti ha un ruolo più incisivo nel rispondere a query relative ad argomenti di attualità piuttosto che a query riguardanti le definizioni del dizionario – ma tutti rientrano in cinque grandi categorie di fattori principali che determinano i risultati di una query:

  • Significato. L’analisi dell’intento della query per capire cosa sta realmente cercando l’utente e collegarla ai contenuti pertinenti. Questo include l’uso di modelli linguistici avanzati, capaci di interpretare sfumature semantiche e sinonimi e di comprendere in che modo le poche parole inserite nella casella di ricerca corrispondono ai contenuti più utili a disposizione.
  • Pertinenza. La misura in cui i contenuti di una pagina rispondono direttamente alla query, valutando elementi come la presenza delle stesse parole chiave usate dall’utente nella pagina, nelle intestazioni o nel corpo del testo o l’analisi complessiva del topic trattato. Per farlo, usano dati aggregati e anonimi sulle interazioni per verificare che la pagina presenti altri contenuti pertinenti oltre alle sole parole chiave.
  • Qualità. Un parametro centrale che serve a garantire priorità ai contenuti che si rivelano più utili, in particolare analizzando la capacità della pagina di dimostrare esperienza, competenza, autorevolezza e affidabilità – i parametri di E-E-A-T di Google – oltre che l’originalità e l’impatto per l’utente.
  • Usabilità. Google chiede di privilegiare i contenuti più accessibili e facilmente fruibili dalle persone. Fattori tecnici come la velocità di caricamento della pagina, il design complessivo per la navigazione o l’ottimizzazione per dispositivi mobili sono fondamentali per determinare l’usabilità complessiva di un contenuto.
  • Contesto. Informazioni contestuali come la posizione geografica, le impostazioni personali e la cronologia di ricerca aiutano Google a personalizzare i risultati, rendendoli più utili per l’utente in base alla situazione specifica.

Questi segnali, analizzati separatamente e in combinazione, consentono a Google di definire la classifica dei risultati in modo dinamico e preciso, privilegiando contenuti che non solo rispondano alla query, ma che siano utili per lo specifico utente in quel determinato momento.

Segnali site-wide o page-level: un chiarimento necessario

Un aspetto che ha acquisito crescente importanza negli ultimi anni è la distinzione tra segnali “page-level” e “site-wide”, che rappresentano due dimensioni complementari che Google utilizza per valutare i contenuti e stabilire il loro posizionamento nelle SERP.

I segnali page-level si concentrano sui criteri specifici di una singola pagina web, analizzando direttamente aspetti come la pertinenza rispetto alla query, l’uso di parole chiave, la qualità del contenuto e la sua usabilità. In altre parole, determinano se quella singola pagina è utile e risponde pienamente a ciò che l’utente sta cercando.

Al contrario, i segnali site-wide guardano al sito nel suo complesso, analizzandone la qualità editoriale globale, l’esperienza utente e il rispetto delle linee guida di Google. Questo approccio considera fattori come la coerenza dei contenuti di un dominio, la percentuale di pagine di scarsa qualità, segnali di spam e l’affidabilità generale. L’integrazione di segnali site-wide consente a Google di ottenere un quadro più ampio, che va oltre l’esame della singola pagina, per definire la reputazione complessiva di un sito e modulare il ranking di tutte le pagine che ne fanno parte.

L’introduzione e l’evoluzione di segnali site-wide, evidenziata negli anni da classificatori storici come Panda e Penguin, ha spostato l’attenzione da un’ottimizzazione esclusivamente focalizzata sulle singole pagine a una visione più coerente e completa dell’intero sito. Se in passato una pagina ben ottimizzata poteva spiccare a prescindere dal resto del sito, oggi il suo posizionamento è inevitabilmente influenzato dalla qualità complessiva del dominio. In altre parole, un sito con segnali site-wide negativi potrebbe penalizzare anche contenuti validi e ben costruiti, trascinando verso il basso il loro posizionamento.

Al tempo stesso, Google continua a considerare i segnali specifici della singola pagina per garantire che contenuti pertinenti possano comunque emergere, anche su siti che presentano problematiche più ampie. Questo equilibrio tra segnali “site-wide” e “page-level” crea un sistema di valutazione più sofisticato e completo, incentivando i webmaster a curare sia l’architettura complessiva del sito che la qualità di ogni singolo contenuto.

Differenza tra sistemi di ranking e aggiornamenti

Uno degli aspetti fondamentali per capire la logica di Google è distinguere tra un sistema di ranking e un aggiornamento del sistema stesso. Questo concetto, chiarito ufficialmente da un articolo di Danny Sullivan nel 2022, riflette un cambiamento importante nella comunicazione del motore di ricerca: mentre in passato termini come “update” e “sistema” erano usati quasi come sinonimi, oggi è stata tracciata una linea netta tra questi due elementi.

In breve:

  • Sistemi di ranking. Sono le tecnologie centralizzate che operano costantemente “in background” e producono i risultati delle SERP. Esempi di sistemi attivi sono BERT, PageRank o il Neural Matching. Questi algoritmi non vanno mai in pausa, ma possono essere ottimizzati nel tempo.
  • Aggiornamenti dei sistemi. Rappresentano le modifiche migliorative apportate a un sistema di ranking esistente. Gli update, spesso annunciati da Google in modo trasparente, servono a rendere il sistema più efficace rispetto a nuovi scenari del web, aggiornarlo alle esigenze degli utenti o risolvere limiti preesistenti. Ad esempio, il “Product Reviews Update” del 2021 è stato un miglioramento al sistema delle recensioni.

Con questa distinzione, Google non solo chiarisce la natura dinamica dei suoi strumenti, ma evita anche confusione semantica: un aggiornamento è occasionale, mentre un sistema è pensato per funzionare in modo stabile e permanente. Da qui nasce anche l’evoluzione lessicale: sistemi come il “Reviews System” o il “Page Experience” non sono semplici update, ma framework algoritmici autonomi.

Quali sono i sistemi di ranking di Google attivi oggi

I sistemi di ranking di Google rappresentano il nucleo delle classifiche nella Ricerca e determinano come le pagine web vengono posizionate in risposta alle query degli utenti. Operano utilizzando una selezione complessa di segnali, che valutano sia le singole pagine (grazie ai segnali “page-level”) sia il sito nel suo complesso (mediante segnali “site-wide”) per determinare i risultati più pertinenti e utili alle query degli utenti.

Tra i ranking systems attualmente attivi possiamo distinguere tecnologie di base, applicate su larga scala a tutte le query, e sistemi progettati per gestire esigenze più specifiche o situazioni particolari, come la gestione di contenuti freschi o informazioni affidabili. A contribuire alla sicurezza e alla qualità complessiva delle SERP ci sono inoltre classificatori che penalizzano il contenuto problematico o promuovono la varietà e l’attendibilità. In tutti i casi, l’obiettivo rimane quello di garantire una classificazione equilibrata e soddisfare le richieste degli utenti moderne con tecnologie avanzate e in costante evoluzione.

La lista dei sistemi di ranking attualmente in funzione è aggiornata regolarmente, e qui proponiamo l’elenco  ompleto organizzato per categoria, con spiegazioni legate al loro funzionamento e al ruolo che ricoprono nella Ricerca Google.

  1. Sistemi principali della Ricerca Google

I sistemi core rappresentano le fondamenta della Ricerca e sono attivi su tutte le query. La loro funzione primaria è interpretare il significato della ricerca e analizzare il contenuto delle pagine pertinenti. Operano principalmente a livello page-level.

  • BERT. Abbreviazione di Bidirectional Encoder Representations from Transformers, BERT consente a Google di capire come l’ordine e le combinazioni di parole influenzino il significato di una query. Questo sistema, basato sull’Intelligenza Artificiale, punta a migliorare la comprensione delle sfumature linguistiche, interpretando intenti complessi.
  • MUM (Multitask Unified Model). Abbreviazione di Multitask Unified Model, MUMè un sistema di intelligenza artificiale veloce e multilingua che comprende e genera contenuti, usato per supportare query complesse o specifiche, come la ricerca di contenuti sanitari o migliorare i callout dei featured snippet che compaiono in SERP. Al momento non è utilizzato per il ranking generale nella Ricerca.
  • Neural matching. È il sistema che riconosce le rappresentazioni e le relazioni concettuali tra le query e i contenuti. Questo algoritmo di intelligenza artificiale interpreta come le parole sono collegate a concetti sottostanti, anche in assenza di corrispondenza diretta.
  • RankBrain. Introdotto nel 2015, RankBrainrappresenta uno dei primi sistemi di intelligenza artificiale di Google, progettato per comprendere significati impliciti e query mai viste in precedenza. Lavora per restituire risultati pertinenti anche quando le parole chiave non corrispondono esattamente al contenuto, comprendendo le correlazioni ad altre parole e concetti.
  • Sistemi di analisi dei link e PageRank (Link analysis). Google utilizza diversi sistemi per analizzare i collegamenti tra le pagine e determinare la loro rilevanza e autorevolezza all’interno del web. Tra questi c’è PageRank, il sistema storico che calcola il valore delle pagine in base alla rete di link che le collega, introdotto sin dai primi tempi di Google, che continua a influenzare il ranking con modello di funzionamento e logiche evoluti nel tempo.

 

  1. Sistemi specifici per esigenze particolari

Google utilizza sistemi di ranking pensati per intervenire in contesti specifici o su determinate tipologie di query. Questi algoritmi non sono onnipresenti come i core systems, ma entrano in azione in situazioni in cui le loro capacità di classificazione migliorano la pertinenza e l’utilità dei risultati, influenzando la classificazione. Operano prevalentemente a livello page-level.

  • Passaggi (Passage ranking). Questo sistema usa l’intelligenza artificiale per individuare sezioni rilevanti all’interno di una pagina web che rispondano direttamente a una query. Un singolo “passaggio”  (o blocco di testo) può essere mostrato tra i risultati, valorizzando il contenuto dettagliato anche in pagine complessivamente meno ottimizzate.
  • Sistemi di contenuti freschi (Freshness). In alcune query (ad esempio, ricerche legate a notizie o eventi recenti), i contenuti tempestivi e più recenti hanno la priorità. Questi sistemi premiano le pagine che garantiscono informazioni più recenti e complete dove la freschezza è necessaria e attesa, rispondendo al criterio di  “query deserves freshness”. Ad esempio, se qualcuno sta cercando informazioni su un film appena uscito, probabilmente vorrà recensioni recenti piuttosto che articoli più vecchi di quando è iniziata la produzione; oppure, normalmente una ricerca di “terremoto” potrebbe riportare materiale sulla preparazione a un simile evento risorse correlate, ma se si è verificato un episodio di recente potrebbero apparire articoli con notizie e contenuti più aggiornati.
  • Sistemi di deduplicazione (Deduplication). Questi algoritmi rilevano e rimuovono contenuti duplicati o troppo simili tra i risultati di ricerca per consegnare una SERP più ordinata e inclusiva di pagine realmente uniche. Le ricerche su Google possono trovare migliaia o addirittura milioni di pagine web corrispondenti, che a volte possono essere molto somiglianti tra loro, e gli algoritmi mostrano solo i risultati più pertinenti per evitare inutili duplicazioni. Anche i featured snippet beneficiano di questo sistema, evitando di ripetere un risultato mostrato in primo piano nella prima pagina dei risultati.
  • Sistema di domini con corrispondenza esatta (Exact match domain). Questo algoritmo impedisce che domini con un nome corrispondente esattamente alla query ricevano un vantaggio sproporzionato nel ranking. Google considera il nome di dominio uno dei segnali, ma ne limita il peso per bilanciare la pertinenza reale. Ad esempio, è inutile creare un nome di dominio contenente le parole “i posti migliori dove pranzare” nella speranza che tutte quelle parole nel nome di dominio spingano il contenuto in alto nelle classifiche e offrano vantaggi ai fini del ranking.
  • Sistemi di notizie locali (Local news). Algoritmi che permettono di dare visibilità a fonti di notizie strettamente legate a un contesto geografico specifico, se pertinenti alla query, attraverso le funzionalità “Notizie principali” e “Notizie locali”.
  • Sistemi informativi affidabili (Reliable information). Ci sono vari sistemi per mostrare informazioni affidabili, che ad esempio fanno emergere pagine più autorevoli, premiano il giornalismo di qualità e degradano i contenuti di bassa qualità; se mancano informazioni affidabili, i sistemi visualizzano automaticamente avvisi sui contenuti per argomenti in rapida evoluzione o segnalano che Google non ha molta fiducia – un grado elevato di certezza – della qualità complessiva dei risultati disponibili per la ricerca, suggerendo all’utente come eseguire ricerche in modi che potrebbero portare a risultati più utili.
  • Sistemi informativi per le emergenze (Crisis information). Google ha sviluppato tecnologie dedicate a contesti di crisi personali o calamità naturali, rispondendo con contenuti pertinenti. In particolare, le situazioni di crisi personali riguardano casi in cui le persone cercano informazioni con query relative a suicidio, violenza sessuale, ingestione di veleno, violenza di genere o tossicodipendenza, in risposta alle quali Google mostra hotline e contenuti di organizzazioni fidate. Le crisi più generali sono avvisi SOS durante i periodi di calamità naturali o situazioni di crisi ed emergenza su larga scala, quali alluvioni, incendi, terremoti, uragani e altri disastri, per cui Google mostra gli aggiornamenti delle autorità locali, nazionali o internazionali con numeri di telefono e siti Web di emergenza, mappe, traduzioni di frasi utili, opportunità di donazione e altro.

 

  1. Sistemi dedicati alla qualità e alla sicurezza

Per elevare contenuti di alto livello e penalizzare pratiche scorrette, Google si avvale di algoritmi specifici progettati per preservare la qualità complessiva delle SERP e proteggere gli utenti. Operativi principalmente a livello site-wide, assicurano che i domini rispettino le linee guida di Google, proteggano gli utenti da contenuti inaffidabili o manipolativi e promuovano la qualità complessiva delle SERP.

  • Sistema delle recensioni (Review). Algoritmo progettato per premiare le recensioni di alta qualità, contenuti che forniscono analisi approfondite e ricerche originali, scritti da esperti o appassionati che conoscono bene l’argomento. Inizialmente era chiamato Product Reviews System perché si concentrava solo sulle recensioni di prodotti, ma ad aprile 2023 è stato esteso anche alle altre tipologie di contenuto.
  • Sistemi di contenuti originali (Original content). Progettati per premiare contenuti originali e autentici, compreso il giornalismo di qualità, evitando che utenti trovino copie o citazioni prive di valore. Include il supporto di uno speciale markup canonical che gli autori dei contenuti possono utilizzare per aiutare Google a capire meglio qual è la pagina principale, se una pagina è stata duplicata in più punti.
  • Sistema di diversità dei siti (Site diversity). Pensato per garantire che un dominio non monopolizzi la prima pagina dei risultati, il sistema limita la visibilità di più pagine dello stesso sito in determinate circostanze, mantenendo varietà e diversità nella SERP. Google potrebbe comunque mostrare più di due risultati nei casi in cui i sistemi stabiliscano che sono particolarmente pertinenti per una determinata ricerca. In genere, il sistema di diversità dei siti considera i sottodomini come parte di un dominio principale; ovvero, le schede di un sottodominio (subdomain.example.com) e del dominio principale (example.com) saranno considerate tutte dallo stesso sito. Tuttavia, a volte i sottodomini vengono trattati come siti separati ai fini della diversità, se ciò è pertinente.
  • Sistemi di retrocessione basati sulle rimozioni (Removal-based demotion). Google ha implementato norme che consentono la rimozione di determinati tipi di contenuti, quelli dannosi o che violano copyright, privacy o leggi. Se un sito riceve un volume elevato di richieste o segnali validi che evidenziano tali violazioni rischia una retrocessione complessiva nelle classifiche di ricerca. Google distingue in particolare le rimozioni legali – segnali di retrocessione per violazione del copyright o reclami relativi a diffamazione, merci contraffatte e rimozioni per ingiunzione di un tribunale; nel caso di materiale pedopornografico, i contenuti identificati vengono immediatamente rimossi e i siti con un’alta percentuale di contenuti pedopornografici subiscono una retrocessione di tutti i contenuti – e le rimozioni di informazioni personali– retrocessione di siti che attuano pratiche di sfruttamento ritorsivo delle rimozioni (ed eventualmente anche su siti che attuano lo stesso modello di comportamento) o di doxxing, immagini personali esplicite create o condivise senza consenso e contenuti falsi espliciti non consensuali.
  • Sistemi di rilevamento dello spam (Spam detection). La Ricerca continua a lottare contro enormi quantità di contenuti spam grazie al sistema SpamBrain. Questi algoritmi rilevano e rimuovono pagine che violano le politiche di Google, contrastando tecniche di manipolazione del ranking (black-hat SEO), e vengono costantemente aggiornati per tenere il passo con gli ultimi modi in cui si evolve la minaccia dello spam, come nel recente caso del site reputation abuse.

 

I sistemi di ranking non più attivi: perché Google ritira gli algoritmi e cosa succede

Nel corso degli anni, Google ha introdotto numerosi sistemi per migliorare la qualità e la rilevanza dei risultati offerti nella Ricerca. Alcuni di questi sistemi, oggi considerati “ritirati”, hanno avuto un impatto rivoluzionario nell’evoluzione della SEO e nel modo in cui i contenuti vengono valutati. Sebbene non siano più operativi in forma indipendente, i loro principi e le loro tecnologie sono stati integrati nei core ranking systems o in sistemi successivi, contribuendo alla struttura fondamentale che guida ancora oggi il ranking.

Tra i più celebri algoritmi della storia si possono ricordare Panda e Penguin, che hanno cambiato profondamente le regole del gioco, penalizzando contenuti di bassa qualità e pratiche scorrette di spam nei link. Con l’introduzione di algoritmi dedicati alla qualità dei contenuti e all’esperienza utente, come nel caso del sistema Page Experience o di Helpful Content System, Google ha spinto web creator e professionisti SEO a focalizzarsi su standard più elevati, premiando non solo la pertinenza, ma anche fattori come fruibilità e affidabilità. Questi sistemi rappresentano un capitolo fondamentale nella storia dell’ottimizzazione per i motori di ricerca, e comprenderne l’evoluzione aiuta a valutare come Google abbia costantemente adattato i propri strumenti per offrire un ecosistema basato sulla qualità complessiva.

Quali sono i sistemi di ranking “in pensione”

La pagina ufficiale della guida elenca anche per scopi storici alcuni dei sistemi di Google che non sono più attivi in maniera indipendente, ma che oggi risultano incorporati in successivi o sono diventati parte dei più ampi sistemi di classificazione di base del motore di ricerca (che sono le tecnologie sottostanti che producono risultati di ricerca in risposta alle query).

  • Contenuti utili (Helpful Content). Introdotto nel 2022 come “Aggiornamento dei contenuti utili”, questo sistema promuoveva contenuti utili e originali, pensati per le persone piuttosto che per manipolare i motori di ricerca. A marzo 2024 è stato integrato nei core ranking systems, arricchendo un sistema più ampio in grado di individuare risultati realmente utili per gli utenti.
  • Hummingbird. Lanciato nell’agosto 2013, è stato un miglioramento significativo ai sistemi di ranking di Google – che da allora “hanno continuato a evolversi, proprio come si erano evoluti prima”, tiene a sottolineare la guida. Hummingbird ha aggiornato il modo in cui il motore di ricerca interpreta le query, concentrandosi su una comprensione più naturale delle richieste degli utenti. Sebbene sia stato ritirato, i principi che ha introdotto continuano a essere una parte fondamentale dei ranking systems attuali.
  • Panda. Lanciato nel 2011, Panda era progettato per premiare contenuti di alta qualità e originali, penalizzando pagine con contenuti duplicati o di scarso valore. Questo sistema è stato integrato nei core ranking systems nel 2015, diventando una parte essenziale per definire il concetto di qualità dei contenuti.
  • Penguin. Annunciato nel 2012 come Penguin Update, questo sistema combatteva lo spam nei link, individuando collegamenti non naturali o manipolativi creati per alterare i ranking. Nel 2016, Penguin è stato incorporato nei core ranking systems, e i suoi principi continuano a influenzare la valutazione dei link.
  • Sistema di classificazione mobile-friendly (Mobile-friendly Ranking System). Questo sistema assicurava che i contenuti mobile-friendly avessero priorità rispetto a quelli che offrivano una scarsa esperienza mobile, intervenendo per lo più in situazioni in cui il livello di pertinenza tra i vari risultati era relativamente uguale. Diventato parte integrante di Page Experience, non è più un sistema a sé stante, ma i suoi segnali sono ancora presenti nei ranking systems principali.
  • Sistema di esperienza sulle pagine (Page Experience). Introdotto nel 2020 come sistema autonomo per valutare fattori relativi all’esperienza utente, come superamento dei Core Web Vitals, velocità di caricamento, sicurezza (HTTPS) e ottimizzazione mobile, Page Experience è stato ridefinito nel tempo. Google lo considera ormai come un concetto piuttosto che un segnale specifico, con i suoi aspetti integrati in altri core ranking systems. Per la precisione, Danny Sullivan ha chiarito che il complesso della Page Experience non è mai stato effettivamente un sistema di classificazione, ma “segnali utilizzati da altri sistemi”
  • Sistema di siti sicuri (Secure sites). Annunciato nel 2014, era un algoritmo che, a parità di altri condizioni, assicurava una priorità nelle classifiche ai siti protetti con HTTPS; successivamente è stato incorporato in Page Experience. Secondo Google, ha contribuito a incoraggiare la crescita di siti sicuri in un momento in cui l’uso di HTTPS era ancora piuttosto raro.
  • Sistema di velocità della pagina (Page speed). Annunciato originariamente nel 2018 come “Page Speed Update“, questo algoritmo interveniva come tie-breaker per classificare meglio i contenuti con tempi di caricamento rapidi, specialmente sui dispositivi mobili. Successivamente è diventato parte del sistema Page Experience.

L’evoluzione di Google – e della SEO

Queste informazioni sono utili innanzitutto per avere una bussola su quelli che sono i principali sistemi che attualmente sono all’opera per formare le classifiche e le SERP di Google, ma anche per conoscere alcuni dettagli interessanti sulla considerazione che Google ha di tali sistemi e di quale apporto forniscono in concreto al ranking.

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Ad esempio, possiamo notare che nella maggior parte dei casi si tratta di sistemi tie-breaker, che servono cioè a rompere la parità di fattori e condizioni determinando quindi quale pagina e quale contenuto debba apparire prima. È poi curioso scoprire che Google usa ancora un sistema che interpreta l’exact match per il dominio, ma poi concretamente ci dice che non vale la pena investire su un nome dominio così costruito solo per scopi di ranking perché sarebbe vano.

Più in generale, però, questa guida ci dà informazioni pratiche per la nostra attività, a cominciare dalla svolta lessicale voluta dal motore di ricerca – anche se (almeno per ora) non cambieremo i vecchi articoli rinominando gli update in system, lasciando quindi i vecchi nomi, anche per una questione di abitudine.

Di sicuro, questo è un ennesimo segnale di quanto Google stia cambiando e continui a evolvere, sia nel modo in cui presenta le informazioni agli utenti sia negli aggiornamenti degli algoritmi, che determinano di conseguenza un adattamento anche delle best practices SEO, che devono tenere il passo con cosa significa ottimizzare correttamente un sito web oggi.

Ad esempio, fino a non molto tempo fa la definizione di pertinenza significava semplicemente che una pagina web doveva riguardare ciò che l’utente stava cercando, ma oggi ciò non è più sufficiente perché i contenuti devono essere anche utili, originali e legati direttamente al search intent. Google si sta sempre più allontanando dall’identificazione delle parole chiave per raggiungere la comprensione dei molteplici significati inerenti alle query di ricerca, e ha detto chiaramente ai creatori di smettere di scrivere contenuti incentrati solo sulle keyword perché appaiono innaturali e forzati.

L’altro aspetto considerevole è il contesto, l’ambientazione in cui qualcosa viene detto o fatto, che fornisce significato a quelle azioni o impostazioni: oggi il contesto di una ricerca può influenzare i risultati e Google sta ridefinendo cosa significa essere rilevanti comprendendo il contesto dell’utente.

Gestire i sistemi di ranking: le migliori strategie SEO

L’evoluzione continua della Ricerca Google e dei suoi sistemi di ranking richiede quindi un approccio strategico per gestire in modo efficace i segnali che influenzano il posizionamento nelle SERP. Per i professionisti SEO, ciò significa adottare pratiche che tengano conto sia dei segnali “page-level”, che analizzano la qualità e l’utilità di ogni singolo contenuto, sia dei segnali “site-wide”, che valutano la reputazione e la qualità complessiva del sito.

  • Focus sulla qualità complessiva del sito

In un panorama dove i segnali “site-wide” assumono sempre più rilevanza, è fondamentale lavorare sulla percezione globale del dominio e del brand da parte di Google, che come sappiamo è diventato cruciale per il posizionamento. Questo significa non limitarsi a migliorare singole pagine, ma richiede uno sforzo mirato a creare un sito coerente, organizzato e affidabile.

Per mantenere alta la qualità complessiva del sito, è necessario tra l’altro:

  1. Garantire coerenza nei contenuti pubblicati, evitando grandi discrepanze qualitative tra sezioni o pagine. I contenuti di bassa qualità in una parte del sito possono influire negativamente sulla reputazione generale.
  2. Ottimizzare l’architettura informativa per facilitare la navigazione degli utenti e l’individuazione dei contenuti da parte di Google. Una buona strutturazione delle categorie, collegamenti interni ben costruiti e URL organizzati aiutano a trasmettere un forte segnale di affidabilità.
  3. Monitorare l’esperienza utente su tutto il dominio, considerando fattori come performance, accessibilità e sicurezza (HTTPS). Non si tratta solo di evitare penalizzazioni, ma di dimostrare attenzione all’usabilità del sito nella sua interezza.
  4. Risolvere problematiche tecniche o editoriali su scala globale: errori 404, redirect non ottimali o pagine di scarso valore possono incidere sugli algoritmi che analizzano il sito a livello site-wide.

Google utilizza segnali site-wide per esaminare il grado di attendibilità complessivo di un dominio. Creare un ecosistema sano e privo di anomalie migliora non solo il ranking di singoli contenuti, ma anche la capacità di rispondere alle query in modo competitivo.

  • Revisione e ottimizzazione dei contenuti

La gestione dei contenuti resta un pilastro fondamentale della SEO. Con l’integrazione di sistemi sempre più avanzati come Helpful Content System nei core ranking systems, la qualità dei contenuti assume un peso maggiore rispetto al passato. Ridurre la presenza di contenuti duplicati, obsoleti o di bassa qualità sul sito non è più solo una buona pratica, ma una necessità.

Ecco alcune indicazioni chiave per ottimizzare i contenuti:

  1. Eliminare o aggiornare i contenuti obsoleti, specialmente quelli che non rispondono più a criteri di qualità o utilità per l’utente. Rivedere articoli e pagine statiche migliora sia l’esperienza degli utenti che i segnali inviati a Google.
  2. Gestire correttamente i contenuti duplicati, utilizzando il markup canonical o rimuovendo versioni ripetitive che non aggiungono valore. I sistemi di deduplicazione di Google possono penalizzare notevolmente siti con pagine ridondanti.
  3. Creare contenuti con un focus sull’utente, evitando approcci generalisti o troppo focalizzati sulle keyword. L’originalità, l’utilità e la pertinenza con il search intent sono ormai il fulcro delle strategie vincenti.
  4. Cercare opportunità di consolidamento: molteplici pagine che trattano argomenti simili possono spesso essere unite in un’unica risorsa approfondita e completa, migliorandone il valore percepito.

Gli aggiornamenti regolari aiutano il sito a mantenere una forte presenza nelle SERP e trasmettono ai ranking systems un chiaro impegno verso l’affidabilità e l’ottimizzazione.

  • Adattarsi ai segnali core dei ranking systems

Oltre alla qualità specifica dei contenuti o del sito, un altro aspetto cruciale per affrontare i moderni sistemi di ranking di Google è allinearsi ai segnali fondamentali su cui questi sistemi si basano. Fattori come E-E-A-T, velocità di caricamento del sito e design responsive sono diventati standard imprescindibili per la SEO.

Per adattarsi meglio ai segnali core dei ranking systems, è utile considerare i seguenti approcci:

  1. Valorizzare l’E-E-A-T, pubblicare contenuti creati da autori esperti e autorevoli, con chiari riferimenti alle loro competenze (biografie, pagine autore, citazioni). Permette di segnare presenza al brand online, rafforzandone la reputazione attraverso collegamenti e menzioni affidabili.
  2. Ottimizzare la velocità di caricamento: strumenti come Core Web Vitals rappresentano le metriche specifiche con cui misurare la performance del sito. Ridurre i tempi di caricamento migliora sia l’esperienza degli utenti sia l’allineamento con le preferenze di Google.
  3. Abbracciare il mobile-first indexing: verificare che il sito funzioni perfettamente su dispositivi mobili, garantendo un’esperienza ottimale anche per gli utenti in movimento. Questo è essenziale per assicurarsi un buon posizionamento in un mondo dove le ricerche da smartphone dominano le SERP.
  4. Integrare segnali contestuali: sfruttare i dati relativi alla geolocalizzazione e alle query più frequenti per personalizzare sezioni del sito e rendere i contenuti più utili per il pubblico target.

Mantenere un approccio in linea con l’evoluzione dei ranking systems implica un lavoro costante su diversi fronti: analisi tecnica, revisione dei contenuti e ottimizzazione dell’esperienza utente. Questo equilibrio consente di ottenere risultati duraturi e di essere pronti a rispondere ai cambiamenti futuri della Ricerca Google.

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