Ufficiale: Google BERT arriva anche in Italia

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Ci sono voluti poco meno di due mesi, ma ora la notizia è ufficiale: dopo la fase di rodaggio negli Stati Uniti, Google BERT è stato ufficialmente rilasciato per l’interpretazione del linguaggio delle query in oltre 70 lingue di tutto il mondo. Fattore che ci riguarda da vicino, c’è anche l’italiano!

Ricordiamo cos’è Google BERT

Annunciato nel mese di ottobre, Google BERT è il fantascientifico algoritmo che permette alle macchine di Google di comprendere e interpretare in modo migliore il linguaggio utilizzato dalle persone nelle query, così da rendere più efficiente il processo di ricerca della risposta più pertinente nei risultati organici.

Pandu Nayak, vicepresidente di Google Search, aveva usato parole decisamente impegnative per presentare questo strumento, definendo Google BERT “il più grande passo avanti negli ultimi cinque anni e uno dei più grandi salti in avanti nella storia della Ricerca” e anticipando che avrebbe avuto effetti su “una query su 10”, consentendo al motore di ricerca di “capire le ricerche nel modo migliore di sempre“.

Come dicevamo in un successivo approfondimento, però, i primi effetti di Google BERT sulle SERP non sono stati così evidenti, anche perché probabilmente le sue funzioni si possono applicare a query di long tail, in cui l’interpretazione delle singole parole e del contesto generale diventa fondamentale per non fornire risposte fuori focus.

Google BERT disponibile in italiano e in altre 70 lingue

Ad ogni modo, la fase di testing negli Stati Uniti deve aver dato frutti positivi, perché il 9 dicembre l’account twitter @searchliaison ha dato notizia del lancio di Google BERT in oltre 70 lingue di tutto il mondo: oltre all’Italia, il nuovo algoritmo servirà a ottimizzare le ricerche eseguite in cinese, francese, spagnolo, tedesco, inglese UK, portoghese, tra le altre. L’elenco completo delle lingue è presente su twitter e Danny Sullivan ha anche annunciato che aggiornerà gli utenti su eventuali nuovi inserimenti.

Non c’è alcuna ottimizzazione da fare sui siti

C’è un aspetto importante che bisogna evidenziare sul fronte pratico: non c’è un lavoro di ottimizzazione SEO on page che si può fare per adeguarsi a Google BERT. Non ci sono attività particolari da sperimentare, tecniche speciali o accorgimenti, perché questo algoritmo basato su reti neurali serve solo a elaborare in modo migliore il linguaggio naturale e a permettere a Google di rispondere in modo più preciso alle ricerche degli utenti.

Volendo specificare, possiamo dire che Google BERT aiuterà Google a comprendere meglio il search intent di chi esegue query, e quindi l’obiettivo dei siti deve essere realizzare contenuti che siano a fuoco con l’argomento che interessa i loro lettori. Articoli di qualità, per usare la classica espressione, ottimizzati magari grazie agli strumenti di scrittura di SEOZoom, a cominciare dal tool che identifica l’intento originario delle persone.

Migliorare comprensione e interpretazione delle query per risposte più pertinenti

L’utilizzo della nuova tecnologia è diventato inevitabile vista la crescente mole di domande che le persone rivolgono a Google, sempre più complesse ed elaborate, che richiedono spesso una “interpretazione” che vada al di là della semplice analisi delle singole parole: gli esempi forniti da Nayak all’annuncio di BERT chiariscono cosa significa “facilitare la ricerca naturale e restituire risultati più pertinenti”.

Effetti non solo sui risultati di ricerca, ma anche sulle feature in SERP

Ma Google BERT non aiuta solo le classiche ricerche, ma anche tutte le feature che compaiono in SERP: negli Stati Uniti alcuni analisti hanno già verificato alcune applicazioni pratiche di questa tecnologia, in particolare sul carosello di Notizie Principali (i Top Stories Carousels). Come scrive Search Engine Journal, Google sta utilizzando i modelli BERT e altre tecniche di machine learning per raggruppare articoli di notizie correlate nei caroselli.

Google BERT applicato alle notizie principali

È Duncan Osborn, product manager di Google Search, a spiegare che “quando cerchi informazioni su fatti di stretta attualità – un avvenimento sportivo di rilievo o l’ultima scoperta scientifica – vedi un carosello di articoli nella parte superiore dei risultati di ricerca che mette in evidenza le notizie pertinenti“. Grazie alla nuova tecnologia, “quando ci sono più storie legate alla tua ricerca, organizzeremo anche i risultati per storia, così sarà più facile capire cosa è rilevante e prendere una decisione più informata su quali articoli specifici leggere”.

Per realizzare questa esperienza, Google ha “sviluppato una nuova tecnologia di comprensione delle storie per mappare le persone, i luoghi e le cose coinvolte in una notizia, e quindi stabilire connessioni tra di loro”. In concreto, ora il motore di ricerca riesce a creare gruppi distinti di articoli di notizie, utilizzando “una varietà di tecniche di machine learning, inclusi i modelli BERT, per esaminare gli articoli correlati e determinare dove finisce una storia e ne inizia un’altra”.

Al momento, questi aggiornamenti sono disponibili sulle ricerche da dispositivi mobile negli Stati Uniti per lingua inglese, ma è stata già anticipata l’implementazione in più lingue e località a partire dai prossimi mesi.

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