Guida all’ottimizzazione della velocità del sito
Lo stiamo ripetendo spesso, riprendendo anche le indicazioni e i suggerimenti che arrivano da Google e dai più autorevoli rappresentanti della comunità SEO internazionale: nel web moderno è fondamentale misurare, ottimizzare e monitorare le performance, capire se il sito è veloce e se offre un’esperienza di qualità agli utenti, perché queste caratteristiche possono essere decisive per il successo di un progetto online.
Una guida all’ottimizzazione delle prestazioni del sito
Di recente, su web.dev è stato pubblicato un lungo approfondimento sull’ottimizzazione dei tempi di caricamento delle pagine del sito, finalizzato ad aiutare a migliorare le prestazioni per cercare di ridurre innanzitutto i tassi di abbandono degli utenti. Questa guida inizia da una considerazione generale: le prestazioni svolgono un ruolo significativo nel successo di qualsiasi impresa online, poiché i siti ad alte prestazioni coinvolgono e trattengono gli utenti meglio di quelli con scarse prestazioni, come dicevamo anche a proposito dell’importanza di avere un sito mobile friendly.
Il valore delle performance per il sito
Può sembrare una frase piuttosto banale, ma è utile come un ennesimo spunto a non sottovalutare il valore delle performance come fattore SEO onsite e a concentrarsi sull’ottimizzazione delle metriche per migliorare l’user experience, usando anche strumenti come Google Lighthouse. Inoltre, per “restare veloci” bisogna prevedere e applicare un “budget per le prestazioni” a cui far riferimento in ogni momento per capire lo stato di salute del progetto.
Cosa significa la velocità per un website
Ma cos’è davvero la velocità riferita ai siti web? Non parliamo solo dell’indagine di Google che ha verificato come la Rete sia diventata più veloce, né al solo ” caricamento del sito Web in x.xx secondi o simili”. Un caricamento non è un singolo momento nel tempo perché, come scrivono gli sviluppatori, “la velocità è un’esperienza che nessuna singola metrica può catturare completamente”. Esistono infatti più momenti durante l’esperienza di caricamento che “possono influire sul fatto che un utente la percepisca come veloce e se ti concentri solo su uno di questi, potresti perdere di vista e trascurare brutte esperienze che si verificano durante il resto del tempo”.
Per questo, anziché misurare il caricamento con una sola metrica, è più opportuno cronometrare ogni momento durante l’esperienza che influisce sulla percezione dell’utente della velocità di caricamento, cercando di capire quali sono i feedback rispetto a elementi precisi, come quelli mostrati nell’immagine (da web.dev).
Usare le metriche giuste per valutare il fattore tempo
Le metriche prestazionali tradizionali come il tempo di caricamento o il tempo di caricamento di DOMContent sono inaffidabili, poiché la loro occorrenza può o meno corrispondere a tali feedback. Perciò, nel tempo sono emerse ulteriori metriche che potrebbero essere utilizzate per capire quando una pagina fornisce questo feedback ai suoi utenti, come il first paint, il first contentful paint, il first meaningful paint e il time to interactive, come sintetizzato in questa immagine (sempre da da web.dev).
È importante comprendere le diverse intuizioni offerte da queste metriche e stabilire quelle importanti per la UX offerta dal proprio sito: alcuni brand definiscono persino ulteriori metriche personalizzate specifiche per le aspettative che le persone hanno del loro servizio, e sul blog si cita il caso di Pinterest (dove gli utenti vogliono vedere le immagini), che ha creato una metrica personalizzata, Pinner Wait Time, che combina i tempi di caricamento di Time to Interactive e Above the Fold Image.
Perché è importante la velocità
Fatte queste premesse tecniche, veniamo ai dati concreti per spiegare (ancora una volta!) il valore della velocità. Come sappiamo, oggi i consumatori fanno sempre più affidamento sui dispositivi mobili per accedere a contenuti e servizi digitali e un’analisi del traffico del proprio sito può rendere questo concetto ancor più evidente.
In Italia, solo per portare qualche dato fresco, l’ultima analisi di Audiweb ha rivelato che a giugno 2019 “hanno navigato da smartphone 35,6 milioni di utenti, pari al 79,6 per cento della popolazione maggiorenne”, con i dispositivi mobile che mettono in Rete il 65,1 per cento delle persone nel nostro Paese.
Gli utenti valutano usabilità, esperienza e velocità
Non evolvono solo i numerò, però, perché i consumatori sono diventati progressivamente più esigenti e “quando valutano l’esperienza sul tuo sito non ti stanno solo confrontando con i tuoi concorrenti, ti stanno valutando con i migliori servizi di classe che usano ogni giorno”. Pertanto, in termini di user experience la velocità è importante: uno studio sui consumatori mostra che “la risposta allo stress dovuta a ritardi nella velocità dei dispositivi mobili è simile a quella di guardare un film dell’orrore o risolvere un problema matematico e maggiore di aspettare in una fila di cassa in un negozio al dettaglio”.
Tali ritardi causati dalla velocità mobile non sono soltanto frustranti, ma possono anche avere un impatto negativo sui risultati del sito, perché esiste uno specifico rapporto conversioni-velocità: secondo alcuni studi, un ritardo di appena un secondo nei tempi di caricamento mobile può influire sui tassi di conversione fino al 20 per cento.
I consigli per ottimizzare le prestazioni tecniche
Concluse le riflessioni teoriche, la guida entra nel merito dei consigli pratici e tecnici (compresi quelli di SEO tecnica) per migliorare prestazioni e conversioni dei siti, partendo da una guida a come misurare la velocità, raccogliendo “dati di laboratorio o sul campo” per valutare le prestazioni della pagina. Tra gli strumenti di test velocità sito citati ci sono innanzitutto Lighthouse (che esegue una serie di audit sulla pagina e genera un rapporto sull’andamento dell’Url), il Chrome User Experience Report (CrUX), il PageSpeed Insights o il Chrome Developer Tools integrato nel browser Chrome.
Realizzare un performance budget per mantenere lo standard
Se ottimizzare le prestazioni di un sito è un processo relativamente semplice, più complesso è mantenere il livello raggiunto nel medio-lungo periodo: uno studio interno di Google svela che il 40 per cento dei siti peggiora le proprie prestazioni sul Web dopo 6 mesi. Secondo gli autori di blog.dev, impostare un “budget per le prestazioni” è un modo per risolvere questo problema: così come esistono il crawl budget e il render budget, si possono creare specifici performance budgets con i limiti massimi di tempo che ciascun metrica che influisce sulle prestazioni del sito deve raggiungere, come nell’esempio allegato (ancora da web.dev).
Gli interventi pratici sul sito
Andando poi nel dettaglio, il lungo articolo si sofferma su vari punti centrali del lavoro di miglioramento delle performance del sito: si parte dai consigli di ottimizzazione delle immagini, passando dalla guida a come gestire JavaScript e i CSS, fino a indicazioni molto pratiche su aspetti come l’ottimizzazione delle risorse di terze parti, il lavoro sui web fonts, la qualità del network.
Sviluppare una cultura delle performance
In definitiva, questa complessa guida cerca di sensibilizzare gli utenti (sviluppatori, SEO specialisti o comunque impegnati sul Web) a sviluppare una cultura delle performance, puntando non solo alla velocità fine a se stessa, ma alla creazione di un ecosistema migliore per tutti gli utenti.