I 10 errori SEO da non commettere in una strategia
Dopo aver provato a fornire una definizione semplice e veloce della SEO, analizzando il significato del termine e le sue principali applicazioni pratiche, in questo articolo andiamo un po’ più a fondo, indicando i dieci errori SEO da evitare in una strategia, ovvero quelle disattenzioni piccole e grandi, incongruenze o sbagli veri e propri, sia on page che off page, che possono compromettere il rendimento di un progetto, oltre che il posizionamento delle parole chiave sui motori di ricerca.
1. Infrangere le regole di Google
Il primo errore, e forse più grave, è quello di “infrangere le regole” di Google. Lo ha detto di recente anche John Mueller in uno scambio di tweet con l’utente Vivek Patel (che si definisce Local Search Analyst & Content Marketer): alla domanda “dovrei copiare le strategie di siti concorrenti che costruiscono directory links e ottengono buoni risultati di ranking?”, il Senior Webmaster di Google ha risposto in maniera secca di non pensare mai di infrangere le regole e le linee guida, concordando nel fatto che il motore di ricerca “penalizzi i siti web che cercano di ingannare i suoi algoritmi“.
Non copiare le bad practices dei concorrenti
John Mueller ha aggiunto che i siti in discussione potrebbero avere buon ranking “nonostante” le strategie sconsigliate, non “grazie” a loro, ma che in ogni caso il suggerimento che si sente di offrire è di non copiare le loro bad practices, quando sai mettere in campo interventi migliori e più leciti. La discussione è proseguita con gli interventi di altri utenti, che hanno più o meno apprezzato le parole di Mueller e fornito altri pensieri interessanti in materia, tra cui scegliamo una similitudine che ci sembra appropriata per raccontare un po’ quello che succede nella SEO.
Usare le bad practices cui fa riferimento Mueller equivale al rischio che ci si assume superando i limiti di velocità alla guida: sicuramente si impiega meno tempo per raggiungere il proprio obiettivo, ma (forzando un po’ la mano) si incrementano anche le possibilità di incidenti. Parlando di SEO e motori di ricerca, sappiamo che ci sono tantissime realtà che si posizionano (anche o principalmente) grazie all’acquisto di link o con altre tecniche aggressive, e Google a volte sembra essere un vigile distratto, che lascia passare anche auto che sfrecciano a 150 km/h. Tuttavia, c’è sempre la possibilità che il vigile drizzi lo sguardo e lo punti contro questi siti, come accaduto in passato con il cambio epocale dell’algoritmo o le penalizzazioni (che oggi sembrano più frequenti a livello di pagina che di sito nel suo complesso), o come raccontato nel caso dell’esperimento SEO americano (con siti totalmente buttati fuori dalla SERP).
@JohnMu I have found a couple of competitor law firms that are still in the process of building directory links and ranking well. Should we give it a try? Although I believe Google penalizes websites that try to trick its algorithms
— Vivek Patel (@vivekrpatel) 14 febbraio 2019
2. Trascurare i link
Esaurito il primo punto, veniamo ora agli altri errori che non bisogna commettere nelle strategie SEO. I link sono l’essenza stessa della Rete, per cui non si deve avere paura di riceverne e di inserirli sul proprio sito, ma bisogna sempre prestare la dovuta attenzione alla strategia. Sarebbe ad esempio da evitare la tendenza a lanciarsi in campagne di article marketing e link building senza strategia e in modo spam, su siti di bassa qualità e proponendo contenuti di qualità bassa, che non rappresentano un valore aggiunto all’esperienza dell’utente e del lettore, mentre la gestione di un profilo backlink bilanciato e con riferimenti pertinenti può portare benefici in termini di ranking. Anche sui link interni c’è da segnalare una dimenticanza nociva, ovvero i “broken link“, i collegamenti rotti che non portano ad altre risorse e che minano l’organizzazione strutturale del sito e delle sue pagine, così come da correggere sono i link interni con attributo nofollow.
3. Proporre contenuti di scarsa qualità o copiati da altri siti
Un elemento fondamentale per un sito (e per le attività SEO) sono i contenuti, e quindi è importante non commettere errori a questo riguardo: il più grave è probabilmente copiare testi da altri siti, senza aggiungere alcun tipo di dettaglio ulteriore, distintivo e originale, ma anche il pubblicare contenuti di bassa qualità o non rispondenti al reale search intent sono problematiche SEO gravi. Così facendo, il proprio sito non solo non ottiene vantaggi (perché, in effetti, non offre nulla al lettore), ma si espone a una penalizzazione. L’errore della copia si estende anche al proprio sito: avere contenuti duplicati o che competono per le stesse parole chiave è uno sbaglio da evitare a tutti i costi, perché potrebbe generare la cannibalizzazione delle keyword e infastidire i crawler: in casi del genere, meglio provvedere a un redirect 301 sulla pagina migliore.
4. Cancellare elementi senza redirect corretti
A questo proposito, uno degli errori SEO più comuni è quello di eliminare i contenuti senza eseguire alla perfezione i redirect necessari: cancellare una pagina, un tag, una categoria o anche solo un’immagine ha sempre un impatto sul sito e sulla navigazione del motore di ricerca. Se i crawler di Google non trovano più l’elemento che faceva riferimento a quel collegamento e, al tempo stesso, non è presente il redirect verso un’altra risorsa (che comunica che si è di fronte a un semplice cambio di indirizzo) si genera il classico errore 404 che, se si sommano, possono provocare una penalizzazione del sito.
5. Non pubblicare in modo regolare
Anche la cadenza degli aggiornamenti è decisiva, perché un sito che non propone contenuti in modo regolare rischia di essere abbandonato dai lettori, che cercano al contrario progetti in grado di fornire articoli coinvolgenti, interessanti e godibili, che forniscono un valore aggiunto alla navigazione.
6. Duplicare tag title e tag description
Chiudiamo il segmento dedicato ai contenuti con un doppio errore di pigrizia o trascuratezza: la duplicazione di tag title e tag description, che comunque hanno effetti differenti sul ranking. Più grave, perché fa riferimento al tag è il più potente dell’ottimizzazione SEO on page, è ripetere il titolo, che anzi dovrebbe essere unico e ben riconoscibile, compilato appositamente per quella sola pagina e quel solo contenuto. Lievemente meno problematica la duplicazione del tag description, che serve per sintetizzare in anteprima l’argomento della pagina, comparendo nella pagina dei risultati della ricerca.
7. Non avere un sito mobile friendly e responsive
Oggi più che mai, inoltre, non bisogna trascurare la navigazione da dispositivi mobili, che ha superato e soppiantato la classica ricerca desktop: avere un sito non ottimizzato per questo aspetto è un errore abbastanza grave, soprattutto quando Google stesso ha più volte ribadito l’importanza strategica del mobile first index e dell’attenzione all’user experience anche da smartphone, per cui non ottimizzare le pagine web per dispositivi mobili è sicuramente un errore grave.
8. Avere un sito lento e non preoccuparsi della velocità di caricamento delle pagine
La velocità di caricamento di un sito e delle sue pagine è un fattore di ranking, dicevamo nei mesi passati, e non strutturare il proprio progetto in modo fluido e leggero è sicuramente uno sbaglio che alla lunga può penalizzare posizionamento e rendimenti. Caricare immagini troppo pesanti, utilizzare risorse realizzate con tecnologia Flash o Css o determinati elementi di back-end (anche JavaScript) rischia di incrementare il crawl budget e di rendere troppo complessa la scansione degli spider dei motori di ricerca.
9. Non presentare una sitemap ai motori di ricerca
La sitemap è un elemento strategico del sito ed è utile anche ai fini dell’indicizzazione sui motori di ricerca, perché comunica direttamente ai bot di Google, Bing e compagni qual è il percorso giusto che collega le varie pagine del proprio sito e imposta i loro livelli di priorità, evitando che possano essere penalizzati gli elementi più importanti o al contrario che i gli spider perdano tempo con contenuti che hanno scarsa rilevanza per noi.
10. Non verificare il lavoro SEO
Il decimo errore SEO è non controllare gli effetti del proprio lavoro, non monitorare l’andamento del posizionamento del sito in maniera attenta e costante, non avere idea del mercato e della concorrenza e non conoscere quali sono le keyword per le quali il sito è posizionato e che generano la parte maggiore del traffico organico, non avere mai eseguito un SEO Audit per rilevare gli eventuali problemi presenti… Insomma, il decimo errore è essere online senza strategia… e senza utilizzare SEOZoom, che invece è lo strumento ideale per accompagnare la propria attività e renderla più performante!
GM