Google continua la sua lotta allo spam: i risultati del 2018
Solo pochi giorni fa abbiamo pubblicato una notizia sulle dichiarazioni, piuttosto controverse quanto sorprendenti, di John Mueller sui siti che si posizionano nonostante utilizzino tecniche SEO spam; il dubbio che sorgeva era relativo all’efficacia della lotta di Google contro questo problema e, più in generale, sull’effettiva volontà di Big G di arginare la comparsa di risultati di scarsa qualità o vera e propria spazzatura nelle SERP.
Il Webspam report 2018 di Google
Quasi in correlazione a questo sentimento, il 21 marzo scorso il sito Webmaster Central Blog di Google ha pubblicato il Webspam report 2018, ovvero lo studio analitico sui risultati ottenuti dal team anti-spam di Google nel corso dell’anno passato: secondo quanto si legge, questo lavoro ha consentito di ridurre a una percentuale inferiore all’1 per cento i risultati visitati dagli utenti che riguardano pagine contenenti spam.
La Search deve essere di qualità
La premessa dello studio è chiara: l’obiettivo di Google è garantire risultati di massima qualità per ogni ricerca, partendo dall’idea che i contenuti di qualità tengono fuori lo spam dai risultati di ricerca. Una delle strade perseguite verso questo scopo è l’adozione di provvedimenti per impedire che ciò che si definisce “webspam” degradi e penalizzi l’esperienza di ricerca, intercettando dunque i contenuti e i comportamenti che violano le linee guida per i webmaster e fornendo a utenti o proprietari di siti gli strumenti per contrastare il problema.
I campi di lotta di Google contro il webspam
Sono stati tre i campi principali della battaglia di Google contro il webspam di cui ci informa il documento: quello riscontrato su siti oggetti di hackeraggio, lo spam user-generated e i link spam. Ogni problema è stato affrontato in modo specifico e con risultati apparentemente positivi, stando alle descrizioni dei webmaster di Big G.
Spam su siti hackerati
Il primo nodo critico è, per fortuna, in continua diminuzione: da Google scrivono che già nel 2017 era stata segnalata nei risultati di ricerca una riduzione sostanziale dello spam da siti Web compromessi, e questa tenden