Link interni: cosa sono e come ottimizzare la linking interna

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Nel lavoro di ottimizzazione di un sito rischiamo di farci ingolosire dalla promessa di un rapido miglioramento del ranking grazie “solo” a tecniche di linking off page, puntando sui backlink e sulla rilevanza che ha la link building per spingere il posizionamento su Google. In realtà, anche la gestione dei link interni SEO, la cosiddetta internal linking, può dare un grande supporto per rafforzare la visibilità organica delle nostre pagine: se gestiti opportunamente, i link interni diventano uno strumento potentissimo per facilitare la scansione di Google potenziare le performance SEO e garantire un’esperienza di navigazione fluida e intuitiva per l’utente. Andiamo allora ad approfondire cosa sono esattamente i link interni, perché una link building interna ben realizzata può fare la differenza e come una strategia accurata possa apportare vantaggi duraturi sia dal punto di vista SEO che da quello dell’usabilità.

Che cosa sono i link interni

I link interni sono collegamenti che puntano da una pagina a un’altra all’interno dello stesso dominio. A differenza dei link esterni, che puntano a risorse su altri siti, questi servono a mettere in relazione contenuti diversi all’interno di un singolo sito web.

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I link interni rappresentano pertanto un vero e proprio tessuto connettivo digitale: attraverso di essi, possiamo navigare tra le sezioni e gli articoli di un sito, trovando contenuti correlati o approfondimenti utili. In pratica, sono una guida invisibile che orienta l’utente e i motori di ricerca.

Sintetizzando (e semplificando), possiamo dire che i link interni migliorano la navigabilità del sito, distribuiscono l’autorità delle pagine e aiutano i motori di ricerca a scoprire e indicizzare nuove pagine.

Dal punto di vista tecnico, la struttura dei link interni rivela l’architettura del sito, segnalando ai motori di ricerca come le varie sezioni e i singoli articoli sono connessi tra loro. È proprio grazie a questi collegamenti che i crawler dei motori di ricerca come Google possono esplorare e indicizzare correttamente le pagine. Quando una pagina riceve molti internal link, essa viene percepita come più rilevante all’interno di quel dominio, e di conseguenza può acquisire maggiore importanza rispetto ad altre pagine che ne ricevono di meno. Questo rende il lavoro di organizzazione e distribuzione dei link interni una pratica fondamentale per qualsiasi attività SEO, influenzando direttamente la visibilità e il posizionamento di un sito web.

A cosa serve la internal linking

I link interni servono a collegare i vari contenuti all’interno del nostro sito, forniscono supporto agli utenti e danno a Google un’idea della struttura del sito; grazie a questi collegamenti, Google può stabilire una gerarchia e fornire un maggior link juice alle pagine essenziali per noi.

Sono quindi un elemento fondamentale dell’architettura di un sito web e giocano un ruolo cruciale nella SEO: una internal linking efficace aiuta a distribuire la link equity all’interno del sito, migliorando l’autorità di pagine specifiche e facilitando l’indicizzazione da parte dei motori di ricerca. Inoltre, i collegamenti interni aiutano a migliorare la navigabilità del sito web, guidano gli utenti a contenuti correlati e rilevanti, e aiutano i motori di ricerca a scoprire e indicizzare tutte le pagine del sito.

Per dirla in altri termini, i link interni ad argomenti simili fanno capire al motore di ricerca (e ai visitatori) che le nostre informazioni non si fermano al solo documento che stanno analizzando, ma ci sono approfondimenti e focus differenti che stiamo trattando all’interno del sito web.

Una buona strategia di link interni può migliorare l’usabilità del sito web, e ciò influenza in maniera indiretta anche il ranking, portando ad esempio a un aumento del tempo di permanenza sul sito e a una riduzione del tasso di rimbalzo, fattori che possono influenzare positivamente il ranking.

Come inserire i link interni sul sito

Mettere un link interno non è particolarmente complicato: il codice HTML offre una sintassi semplice e chiara per creare collegamenti, che può essere utilizzata per ottimizzare sia i contenuti che la struttura del sito in ottica SEO, e se utilizziamo un CMS il lavoro è ancora più agevole.

Dal punto di vista tecnico, in HTML non c’è differenza tra la sintassi per impostare un collegamento esterno e uno interno, e quindi un link interno è creato utilizzando sempre il tag <a>, che sta per “anchor”. La formula base è la seguente:

<a href=”URL-della-pagina-destinazione”>Testo dell’anchor text</a>

Nel dettaglio, questa struttura significa:

  • <a> è il tag HTML di apertura di un collegamento e indica a un browser che ciò che segue è un link cliccabile.
  • href=”URL-della-pagina-destinazione”. L’attributo href (hyperlink reference) specifica l’URL della pagina verso cui si punta. Per creare un link interno, l’URL può essere relativo o assoluto. Un URL relativo indica un percorso in relazione alla posizione corrente; ad esempio, se vogliamo linkare una pagina interna del sito, possiamo usare una stringa del tipo href=”/cartella/pagina.html”. Se invece stiamo lavorando con un link assoluto, dobbiamo includere anche il dominio, per esempio: href=”https://www.tuosito.com/cartella/pagina.html”.
  • Testo dell’anchor text. Tra i tag di apertura <a> e di chiusura </a> si inserisce il testo che vogliamo venga visualizzato come anchor text, scelto con attenzione.

È possibile anche aggiungere ulteriori attributi al tag <a> per migliorare l’esperienza utente o il tracciamento. Per esempio:

  • title, che fornisce un tooltip testuale che compare quando l’utente passa il mouse sopra il link. Può essere usato per fornire ulteriori indicazioni, evitandone un uso eccessivo per non appesantire il codice.
  • target=”_blank”, un attributo che fa aprire il link interno in una nuova scheda o finestra del browser, utile in casi in cui vogliamo che l’utente continui a navigare sulla pagina corrente.

Se invece utilizziamo un CMS come WordPress, Joomla o Drupal per la gestione del nostro sito web, inserire link interni diventa un processo ancora più semplice e intuitivo, accessibile anche a chi non ha familiarità con il codice HTML.

All’interno della piattaforma, ogni volta che scriviamo o modifichiamo un contenuto abbiamo la possibilità di selezionare una porzione di testo e creare un collegamento utilizzando l’apposita funzione di inserimento link. Per farlo, selezioniamo il testo che vogliamo trasformare in link (che diventerà il nostro anchor text), clicchiamo sull’icona di inserimento link presente nella toolbar dell’editor (che generalmente rappresenta degli anelli di una catena, più o meno stilizzati) e inseriamo l’URL della pagina di destinazione nella finestra che appare.

Nella maggior parte dei CMS è possibile effettuare una ricerca interna per trovare rapidamente la pagina da linkare, il che facilita enormemente la creazione di link interni pertinenti senza dover cercare manualmente l’URL. Una volta inserito l’indirizzo, basterà confermare l’operazione, e il link interno sarà automaticamente generato all’interno del contenuto.

Questo metodo non solo rende l’inserimento dei link personalizzato e semplice da gestire, ma ci permette anche di aggiornare o modificare facilmente i collegamenti man mano che la struttura del sito evolve, mantenendo la nostra strategia di internal linking snella ed efficace.

Come appaioni i link interni

Quando si parla di link interni, è importante non solo capire come inserirli, ma anche essere consapevoli di come appaiono dal punto di vista dell’utente e quale impatto visivo hanno all’interno della pagina web, perché l’aspetto e il posizionamento dei link interni può influenzare l’esperienza utente e l’efficacia della strategia SEO internal linking.

Di solito, i link interni appaiono come testo sottolineato e colorato in modo diverso rispetto al resto del testo. Il colore più comune per i link è il blu, che è stato a lungo lo standard per i collegamenti ipertestuali, ma i web designer possono personalizzare l’aspetto dei link interni tramite CSS per adattarsi al design generale del sito.

Oltre ad apparire in un colore contrastante e con testo sottolineato, passando il mouse sul link il cursore cambierà da una freccia a una mano, segnalando che l’area è cliccabile. Inoltre, l’utente potrebbe vedere un tooltip testuale se è stato aggiunto un attributo title al collegamento, fornendo informazioni aggiuntive su cosa aspettarsi cliccando sul link.

Dal punto di vista del design e dell’usabilità, è fondamentale che i link interni siano visivamente distinti dal resto del testo per evitare confusioni. Se i link non sono chiaramente riconoscibili, gli utenti potrebbero non rendersi conto che esse sono elementi cliccabili, riducendo così l’efficacia dell’internal linking.

Un altro elemento critico è la posizione del link all’interno del contenuto – anche se qui entriamo nell’ambito delle teorie SEO. Di norma, i link strategicamente posizionati seguono il concetto di above the fold, ovvero si trovano nella parte visibile della pagina senza bisogno di scrollare. Tuttavia, i link interni devono essere anche contestuali: devono apparire in maniera naturale all’interno del contenuto, in sezioni dove è probabile che l’utente sia interessato a esplorare ulteriori argomenti correlati.

Come detto, è possibile personalizzare l’aspetto dei link interni utilizzando proprietà CSS per modificare colore, font, dimensioni e decorazioni come il sottolineato. Questa personalizzazione può aiutare a fare in modo che i link si integrino perfettamente con lo stile del sito, pur rimanendo visibili e cliccabili. È importante, però, usarla con cautela e garantire che i link siano sempre chiaramente discernibili dal testo circostante. Ignorare questo aspetto può danneggiare l’esperienza utente e rendere la SEO internal linking meno efficace.

Infine, oltre all’effetto visivo, va considerata anche l’accessibilità dei link interni. Gli utenti con disabilità visive o cognitive, che utilizzano screen reader, si affidano al markup semantico e alla presenza di anchor text chiari per navigare efficacemente nel sito. Garantire che i link interni siano codificati e stilizzati correttamente contribuisce a rendere il sito web più inclusivo e accessibile a tutti, migliorando al contempo i segnali di engagement e la SEO.

Che cos’è la link building interna e perché è importante

In anni di esperienza sul campo, abbiamo verificato direttamente l’impatto che anche un singolo link ben piazzato, nel contesto giusto, possa avere sul ranking di un sito web, a prescindere se si tratti di un link proveniente da un sito esterno o da una pagina fortemente a tema del nostro stesso sito.

Come dice il nostro CEO Ivano Di Biasi, i link creano relazioni tra documenti: quando sono inseriti nel punto giusto all’interno di una pagina, collegando contenuti che trattano argomenti correlati e offrendo approfondimenti specifici, i motori di ricerca iniziano a considerare il sito più autorevole e affidabile su quel determinato argomento. Questo accade perché il sito diventa una risorsa completa e coerente, capace di soddisfare le diverse esigenze degli utenti su un tema specifico.

Per spiegare meglio questo concetto possiamo usare il termine “insieme tematico“, che descrive un gruppo di pagine interconnesse che trattano vari aspetti di un argomento in maniera esauriente, creando così una sorta di mini-ecosistema all’interno del sito dedicato a quel topic. In pratica, l’insieme tematico trasforma una sezione del sito in una risorsa estremamente focalizzata, offrendo agli utenti un’esperienza completa e approfondita su un tema specifico.

Pertanto, lavorando strategicamente possiamo realizzare una sorta di link building interna, essenziale per costruire una gerarchia di contenuti all’interno del sito e per distribuire in modo strategico la “link juice“, l’autorità trasmessa da una pagina all’altra tramite i collegamenti.

Una internal link building ben pianificata significa creare percorsi ben definiti che non solo agevolano la navigazione per l’utente finale, ma che facilitano anche il lavoro dei motori di ricerca, andando a influenzare positivamente l’indicizzazione delle pagine e quindi il loro potenziale di posizionamento.

Non tutte le pagine di un sito hanno la stessa importanza, e ciò deve riflettersi anche nella struttura interna dei link. Pagine considerate cruciali per la strategia di marketing digitale – come prodotti o contenuti di punta – dovrebbero ricevere un numero maggiore di link interni rispetto a quelle meno strategiche. Per esempio, se un blog aziendale punta a promuovere un particolare servizio, è intelligente collegare molti articoli a quella specifica pagina di servizio, garantendo che sia facilmente raggiungibile da più punti del sito. Attraverso un uso sapiente della link building interna, possiamo quindi modellare il flusso dell’autorità all’interno del dominio, consolidando la visibilità di specifiche pagine, sia agli occhi degli utenti che dei motori di ricerca.

Inoltre, una link building interna efficace contribuisce a ridurre il tasso di abbandono, aumentando il tempo di permanenza sul sito. Gli utenti, infatti, trovando link verso contenuti correlati, potrebbero decidere di proseguire la navigazione invece di abbandonare il sito, accedendo così ad altri argomenti di loro interesse. Questo miglioramento dell’esperienza utente ha effetti diretti anche sui segnali di engagement, storicamente correlati con il miglioramento del ranking.

SEO e link interni, i vantaggi strategici

Non bisogna mai avere paura di linkare, perché i link rappresentano la base stessa del concetto (e del funzionamento) del Web.

Anzi: integrare link interni ed esterni nel contenuto migliora la navigabilità e l’autorevolezza. Se i link esterni a fonti autorevoli migliorano la credibilità del contenuto, inserire dei collegamenti interni aiuta gli utenti a trovare contenuti correlati sul nostro sito, e non a caso una strategia strutturata di internal linking SEO è uno dei modi più efficaci per incrementare le performance di un sito web.

Grazie ai link interni opportunamente studiati, possiamo trasferire parte del valore di una pagina – in termini di autorità – alle pagine meno potenti. Ad esempio, se una determinata risorsa del nostro sito ha molti link in entrata, la trasmissione di parte di questo valore alle pagine correlate tramite link interni contribuirà a rafforzare il posizionamento di quest’ultime nei risultati di ricerca.

I vantaggi strategici dell’internal linking si estendono anche alla navigazione dell’utente. Un sistema ben articolato di link interni correlati facilita la scoperta di contenuti aggiuntivi e pertinenti che potrebbero rispondere ai bisogni degli utenti in modo più completo. Questo non solo aumenta l’esperienza di navigazione, ma riduce anche la possibilità che gli utenti abbandonino il sito prematuramente.

Un altro aspetto cruciale è la capacità di influenzare quali pagine devono ricevere più rilevanza. Ad esempio, una pagina di poco valore ma fondamentale in termini di conversioni può essere migliorata utilizzando i link interni. In questo modo, questa pagina riceverà un segnale di importanza più forte ai fini della SEO poiché i motori di ricerca considereranno la sua centralità all’interno del contesto globale del sito.

Ma attenzione: il vantaggio strategico dei link interni non è automatico e richiede pianificazione e precisione. Senza un’analisi e una pianificazione accurata, si rischia di compromettere la struttura informativa del sito, indirizzando il focus SEO verso pagine meno rilevanti o, peggio ancora, creando confusione nella navigazione. I link interni non devono solo esserci, devono essere strategicamente pensati per supportare al meglio gli obiettivi SEO e di business del sito.

A cosa servono i link interni per il sito e la SEO

Come accennato, una corretta organizzazione dei link interni genera benefici per tutto il sito. Innanzitutto, attraverso un rimando ipertestuale a un’altra risorsa interna si crea un percorso articolato, che i crawler leggono e interpretano: di conseguenza, i contenuti più linkati diventano più visibili (perché accessibili da più ingressi, per così dire) e la pagina di riferimento assume una rilevanza maggiore per i motori di ricerca.

I link interni inoltre contribuiscono a dare rilievo ai contenuti strategici, trasmettendo link juice, ovvero il “potere” del collegamento che confluisce dalla pagina origine a quella target, e quindi con questa strategia è possibile indirizzare gli utenti e i motori di ricerca verso i contenuti che sono di maggior rilievo per i nostri obiettivi, come pagine di approfondimento o di conversione.

C’è poi un aspetto tecnico da non trascurare: inserire link interni pertinenti assicura anche che nessuna pagina del sito rimanga isolata e, specificamente, ci permette di evitare la creazione di pagine dead-end e pagine orfane.

Le pagine dead-end sono quelle che non contengono link verso altre pagine del sito: si tratta di vicoli ciechi che bloccano lettori e crawler, impedendo loro di scoprire (e indicizzare) ulteriori contenuti. Al contrario, le pagine orfane sono quelle che non sono linkate da nessun’altra pagina del sito, e quindi difficili da scoprire per i crawler e per gli utenti, col rischio di sprecare tutto il loro potenziale SEO.

Per un sito, dunque, costruire una rete di buoni collegamenti interni è importante quasi quanto la struttura del dominio, perché facilitano il lavoro dei crawler dei motori di ricerca (che eseguono la scansione seguendo il criterio e la strada tracciati dai link, trovando e categorizzando in modo semplice e rapido le pagine più rilevanti), contribuiscono a risolvere eventuali conflitti di cannibalizzazione delle keyword perché segnalano le priorità e, allo stesso tempo, aiutano anche la user experience.

L’altro vantaggio dell’internal linking è che migliorano la fruizione del sito da parte gli utenti: una pagina con spunti di approfondimento verso altre risorse di qualità può stuzzicare la curiosità dei lettori a leggere ulteriori contributi correlati al topic, oppure può servire a segnalare prodotti simili a quelli visualizzati o a quelli esauriti, invitando i clienti a cliccare sul collegamento.

Tutto questo produce effetti positivi per il sito e per l’ottimizzazione SEO, perché eleva il tempo di permanenza medio degli utenti, aumenta le pagine per ogni visita e riduce la frequenza di rimbalzo. Una buona struttura di link interni accompagna il visitatore in un percorso che abbiamo pensato per lui e che ovviamente è finalizzato a massimizzare i nostri obiettivi, conducendolo come detto verso ulteriori pagine di approfondimento informativo o verso forme di conversione diretta. Il tentativo è di trattenere l’utente che atterra su una pagina (magari indirizzato dal posizionamento in SERP di una keyword) spingendolo a visitare altre pagine del sito che possano essere di sua utilità e correlate a ciò che stava inizialmente cercando.

Come ottimizzare la strategia di internal linking

Non sempre c’è necessità di affidarsi subito o solo alla link building e alla SEO offpage: a volte, la visibilità del nostro sito può ottenere dei miglioramenti concreti anche ottimizzando piccoli aspetti di SEO on page, e in particolare rafforzando la struttura di link interni in modo strategico e meticoloso.

Come detto, una corretta ottimizzazione dei collegamenti interni non solo migliora l’indicizzazione delle pagine, ma guida anche l’utente attraverso un percorso di navigazione logicamente strutturato e altamente pertinente, e rende il sito più solido per motori di ricerca e lettori, aumentandone le possibilità di posizionarsi efficacemente nei risultati di ricerca.

Per ottenere questi risultati, è essenziale combinare una pianificazione accurata con un’attenta scelta degli anchor text e l’utilizzo degli strumenti giusti per monitorare e gestire l’efficacia dei link, seguendo alcune best practice per mettere in atto una strategia di internal linking ottimizzata che possa realmente fare la differenza per il successo del nostro progetto online.

Migliorare i link interni sul sito: come si crea la strategia

Partiamo da una considerazione generale: non esiste una struttura predefinita a cui far riferimento, perché la scelta dipende dal tipo di sito e dal business, e potenzialmente ogni progetto online ha diverse opzioni e modalità di gestione dei link interni.

Ad ogni modo, ottimizzare una strategia di internal linking richiede un approccio meticoloso e ben progettato: comincia tutto dall’organizzazione dei link interni, che deve essere pianificata attentamente per massimizzare l’impatto SEO e migliorare l’esperienza utente.

Il primo passo nella pianificazione è l’analisi del sito: dobbiamo avere una visione chiara della struttura del sito stesso, individuando le pagine più importanti, quelle che generano maggior traffico e quelle che hanno bisogno di maggiore visibilità. È fondamentale identificare le pagine che vogliamo promuovere maggiormente nel ranking di Google e inviare loro un elevato numero di collegamenti in modo da far percepire ai motori di ricerca la loro importanza strategica.

Strettamente correlato a questo aspetto c’è la selezione delle pagine da collegare: non è sufficiente inserire link in ogni parola o frase senza un criterio, ma è cruciale lavorare considerando la pertinenza. Se, ad esempio, parliamo di un servizio specifico che offriamo, dovremo collegare quella pagina con altre pagine pertinenti che trattano argomenti correlati, così come è utile fornire un link di approfondimento a un articolo che tratta un tema che potrebbe interessare il lettore. In questo modo, il link interno guida sia gli utenti sia i motori di ricerca su un percorso chiaro e logico attraverso il nostro contenuto e crea l’insieme tematico e contestuale di cui abbiamo parlato prima.

Una volta selezionate le pagine da collegare, è il momento di creare una struttura di link coerente. Questa coerenza deve riflettere l’architettura naturale del sito, rispettando la gerarchia dei contenuti: le pagine di primo livello dovrebbero linkare alle pagine correlate di secondo livello, e così via. Bisogna evitare di creare collegamenti casuali o ridondanti che possano confondere i crawler dei motori di ricerca e gli utenti.

Per facilitare la gestione, soprattutto di siti molto grandi e ricchi di contenuti, c’è chi trova utile dotarsi di un internal link manager, uno strumento progettato specificamente per monitorare e ottimizzare i collegamenti interni. Questi tool consentono di visualizzare l’intera rete di link interni del sito, identificare eventuali lacune e suggerire interventi di ottimizzazione, e a volte di automatizzare l’inserimento di collegamenti su specifiche parole che reputiamo strategiche. Tuttavia, demandare completamente questa attività al software, senza una pianificazione accurata e un’analisi continua, rischia di rendere meno efficace la strategia di link interni e di compromettere l’intero ecosistema del sito, portando a una proliferazione di link di scarso valore e utilità per i lettori (e quindi anche per i crawler).

Gli interventi per l’ottimizzazione dei link interni

Passando agli aspetti più pratici, la scelta del giusto anchor text per un link interno è un elemento cruciale di una strategia di internal linking ben congegnata, perché è uno dei principali segnali che i motori di ricerca utilizzano per decifrare il contenuto della pagina linkata.

Secondo le teorie SEO, il testo di ancoraggio cliccabile dai visitatori e percepito dai crawler deve possedere alcune caratteristiche fondamentali, a cominciare anche dall’evidenziazione. Sembra banale, ma se il lettore non riconosce a prima vista un link non potrà cliccare sulla risorsa, rendendo di fatto vano il lavoro: per questo, distinguere un link con colore diverso o un tratto distintivo dal contenuto normale della pagina è uno degli aspetti prioritari per realizzare una strategia di internal linking funzionale ed efficace.

Non meno rilevante è ovviamente lo studio dei termini da utilizzare per suggerire il collegamento, ovvero la gestione precisa del testo di ancoraggio: in genere si ritiene che la scelta migliore sia utilizzare link testuali con anchor descrittivi, in linguaggio naturale, inseriti in un contesto semantico ben definito e attinenti al contenuto della pagina di destinazione, che possano indurre il lettore ad approfondire il topic senza trarlo in inganno, per così dire. La capacità del copy (o del professionista SEO che procede all’ottimizzazione delle pagine) è di saper creare un anchor text pensato per offrire un valore aggiunto all’esperienza del lettore, per spingerlo a cliccare sul link e restare sul sito, esplicitando la tematica del nuovo target.

Ovviamente, se è vero che l’uso corretto delle parole chiave nell’anchor text è importante, bisogna d’altro lato evitare la tentazione di esagerare – una pratica nota come sovra-ottimizzazione. Gli anchor text di tipo “exact match“, cioè esattamente identici alla keyword per cui la pagina è ottimizzata, dovrebbero essere utilizzati con parsimonia: anche se c’è meno rigidità rispetto a quanto avviene con i link esterni, anche in questo caso un abuso potrebbe insospettire i motori di ricerca, che potrebbero considerare la pratica come spam o manipolativa – o, semplicemente, potrebbero non dare il peso augurato a quel link.

Ancora, non tutti gli anchor text sono pari: un misto di anchor text brandizzati, generici (come “clicca qui”, “leggi di più”) e parole chiave miste (anchor text che combinano parole chiave principali con termini secondari) contribuisce a rendere la rete di link interni più naturale ed efficace.

Di fondo, poi, è essenziale mantenere coerenza e logica: l’anchor text deve riflettere accuratamente il contenuto della pagina a cui si riferisce, in modo che sia l’utente sia il motore di ricerca possano facilmente prevedere il contenuto che troveranno cliccando sul link. Quando il contenuto del link interno non corrisponde al contenuto della destinazione, si crea confusione, un’esperienza utente negativa e, peggio ancora, si potrebbero perdere opportunità SEO preziose.

Infine, è buona pratica non utilizzare lo stesso anchor text per collegare a pagine diverse all’interno del sito, perché questo potrebbe creare ambiguità per l’utente e i motori di ricerca. Ogni link interno dovrebbe servire a uno scopo preciso, migliorando la navigazione e rafforzando il contesto SEO delle pagine coinvolte.

Se questo è il quadro generale sui link interni, veniamo ora a qualche altro consiglio pratico sul come utilizzarli: innanzitutto, è importare inserire nel testo solo collegamenti che possano essere realmente rilevanti e importanti per il visitatore, sfuggendo alla tentazione di inserire rimandi a raffica, che potrebbero non ottenere i risultati sperati. Al contrario, puntare su pochi collegamenti in una pagina potrebbe aiutare a beneficiare di una link juice di alta qualità e a incrementare i risultati di indicizzazione e posizionamento delle keyword.

Come detto, è importante per gli obiettivi SEO linkare le pagine più visitate e importanti del sito, sfruttando anche delle anchor text con keyword ottimizzate per accompagnare il collegamento e restando coerente sia nei testi di ancoraggio sia nella scelta della pagina di destinazione.

Strumenti di gestione dei link interni e link rotti

Gestire un sistema coerente, robusto ed efficace di link interni diventa una sfida particolarmente complessa man mano che il sito cresce e si espande.

Uno degli aspetti più critici di questo lavoro sono il controllo e la manutenzione periodica per evitare l’insorgere di link rotti o link interrotti, cioè quei collegamenti che conducono a pagine non esistenti o rimosse. La presenza di link rotti non è solo irritante per gli utenti, ma rischia di avere conseguenze negative sui risultati di ricerca e sull’autorità complessiva del sito.

Per questo motivo, è fondamentale dotarsi dei giusti strumenti di gestione dei link interni, capaci di rilevare automaticamente eventuali anomalie, come i link rotti o interrotti, e fornire suggerimenti per la loro risoluzione. Esistono diverse risorse web che possono aiutare in questo processo, e ad esempio Screaming Frog, Ahrefs, oppure Google Search Console stessa offrono analisi dettagliate sullo stato dei link interni e sulle possibili azioni correttive.

Se scopriamo un link rotto, l’intervento di risoluzione dipende inevitabilmente dalla situazione specifica: in generale, è utile eseguire un reindirizzamento appropriato attraverso un redirect 301 verso una pagina attinente, o correggere manualmente il link puntandolo alla nuova destinazione. In alcuni casi, potrebbe essere necessario aggiornare o rimuovere completamente il link se non esiste un’alternativa valida.

Un altro aspetto cruciale nella gestione dei link è la verifica periodica dei anchor text degli stessi link interni. Dopo che un periodo di utilizzo di una determinata struttura di link interni, potrebbe rendersi necessario un aggiornamento per riflettere cambiamenti nei contenuti del sito o nelle strategie SEO adottate. Fortunatamente, l’utilizzo di tool avanzati consente di generare report dettagliati e di analizzare l’organizzazione dei link interni in modo granulare, migliorando l’efficienza della gestione.

Link interni, gli errori che possono vanificare la strategia

Se è vero che una buona strategia di internal linking può fare la differenza nella SEO, è altrettanto vero che è facile incappare in alcuni errori nella costruzione dei link interni, che possono provocare più danni che benefici.

Ad esempio, un rischio comune è la sovra-ottimizzazione, che si verifica quando si cerca di implementare troppi link interni con l’intento di manipolare i posizionamenti nei risultati di ricerca: in questi casi, la pagina viene sovraccaricata di interlinking seo, ovvero un numero troppo elevato di link interni con gli stessi anchor text esatti, frequentemente ripetuti in tutto il sito. Questo tipo di comportamento viene spesso percepito dai motori di ricerca come artificiale e manipolativo, con la conseguenza che Google e gli altri motori potrebbero penalizzare il sito con un calo nel posizionamento, o addirittura con una penalizzazione manuale.

Un altro aspetto critico da tenere sotto controllo è il numero di link inseriti in una singola pagina. Inserire troppi link non solo crea confusione per gli utenti, ma diluisce anche il valore del link juice che viene passato tra le pagine. In pratica, troppi link possono portare ad una frammentazione dell’autorità della pagina, vanificando gli sforzi di SEO internal linking.

Altrettanto insidioso è includere collegamenti non rilevanti o non utili al contesto in cui vengono inseriti. Questo avviene spesso quando si forza la presenza di seo internal links solo perché si pensa che “più link ci sono, meglio è”. Ma un approccio simile non potrebbe essere più sbagliato.

I link interni correlati devono avere un obiettivo preciso: fornire ulteriore valore all’utente e creare una navigazione fluida e tematicamente coerente. Collegare pagine che non sono strettamente correlate o inserire link che non aggiungono alcuna informazione utile, oltre a disorientare l’utente, dà l’impressione di un sito mal costruito e poco attento alle esigenze del suo pubblico. Questa pratica non solo peggiora l’esperienza utente, ma può anche danneggiare il ranking SEO complessivo.

Per evitare questo errore, è essenziale selezionare con cura i contenuti da collegare. Prima di creare un internal link, chiediamoci sempre se un utente che clicca su quel link troverebbe sul sito un contenuto pertinente e approfondito rispetto a ciò che stava leggendo. Se la risposta è negativa, quel link probabilmente non è necessario.

L’efficacia dell’internal linking deriva anche dalla coerenza e dalla logica dei link proposti. Ad esempio, se stiamo scrivendo un articolo sui benefici del digital marketing, un link verso una pagina sui servizi di SEO offerti dall’azienda avrebbe senso e aggiungerebbe valore all’esperienza utente. D’altro canto, linkare una pagina non correlata, come una sezione “chi siamo”, sottrarrebbe focus al contenuto principale e risulterebbe fastidioso o incoerente per l’utente.

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Un altro aspetto da considerare è il cosiddetto “over-clustering”, quando si inseriscono svariati link interni correlati troppo vicini tra loro nello stesso paragrafo o sezione del contenuto. Questo approccio può facilmente disorientare e confondere l’utente, risultando controproducente.

In sintesi, è fondamentale mantenere un alto grado di rilevanza e utilità in ogni internal link inserito, non per cercare di ottenere risultati rapidi, ma per costruire un’esperienza di navigazione ricca e funzionale, che nel lungo termine premia sia l’utente che la SEO del sito. L’obiettivo è trovare il giusto equilibrio tra ottimizzazione e naturalezza dei collegamenti: ogni link interno deve portare a una pagina pertinente e deve offrire reale valore all’utente. Solo in questo modo possiamo costruire una solida strategia SEO basata sull’interlinking senza rischiare effetti negativi sul posizionamento del sito.

10 errori comuni con i link interni

In definitiva, i link interni servono a indicare a Google e ai lettori la struttura del sito, a distribuire link juice verso le pagine più rilevanti per noi, a ottimizzare i tempi di permanenza in pagina dei visitatori e a contribuire a migliorare il posizionamento sui motori di ricerca. Per questo, sono una tecnica SEO utile per ogni tipo di sito Web, a patto di non commettere errori nell’utilizzare la internal linking e di non incappare in uno dei seguenti (e frequenti) problemi.

  1. Non rendere il link interno riconoscibile

Il primo errore è piuttosto banale e, in realtà, non dovrebbe avere effetti in termini SEO, ma solo sulla effettiva utilità del collegamento per il lettore: non utilizzare un segnale di evidenziazione del link (che sia un colore differente dalle altre porzioni di testo o una sottolineatura dell’ancora) non fa comprendere a chi è sulla pagina che esiste appunto una risorsa che può offrire un approfondimento informativo sul tema o condurre ad altre sezioni utili del sito.

  1. Usare il tag nofollow per i link interni

Se lo sbaglio precedente aveva effetti per i lettori, contrassegnare con un tag nofollow un link interno significa segnalare a Google e agli spider di non seguire il link, e quindi potenzialmente non considerare come valido il collegamento. Come sappiamo, il nofollow è uno strumento utile quando si intende impedire ai bot di seguire e da peso a link su cui non c’è possibilità di controllo o, sul fronte interno, a quelli presenti in moduli di registrazione ed elementi simili, ma in genere è consigliabile lasciare in dofollow i link interni.

  1. Linkare a URL bloccati nel file robots.txt

Proseguendo negli errori tecnici, è chiaramente uno sbaglio usare link interni per rimandare gli utenti verso risorse che erano state precedentemente bloccate tramite file robots.txt.

  1. Lasciare pagine orfane

Si definisce pagina orfana una pagina di un sito che non riceve alcun link dalle altre pagine: queste risorse rischiano di essere poco reperibili e di non essere indicizzate dai motori di ricerca, a tutto discapito della propria strategia. Attenzione a non confondere le pagine orfane con le pagine Dead-End, che sono invece quelle che ricevono link in ingresso ma non hanno link esterni.

Quando si individua una pagina orfana bisogna interrogarsi sul suo valore: se ha contenuti validi e si vuole puntare alla indicizzazione, bisogna collegarla con le altre risorse del sito, o al contrario si può procedere alla rimozione dalla sitemap così da non sprecare crawl budget.

  1. Non correggere link rotti o non funzionanti

Continuando con criticità tanto semplici quanto frequenti, un problema che si affronta spesso è imbattersi in collegamenti che non funzionano. I motivi possono essere vari: può essere sbagliata la digitazione dell’URL (soprattutto se inserita manualmente), o può essere stata eliminata la vecchia pagina di destinazione (generando dead links o link morti).

Tale errore ha effetto sul flusso di link equity in tutto il tuo sito e potrebbe condizionare in modo negativo i posizionamenti: i link interrotti possono essere per Google un segnale di sito web di bassa qualità, e di sicuro sono un fastidio e un ostacolo per i lettori e per la loro user experience, come dicevamo già parlando dei fattori che rendono negativa la UX.

  1. Eccedere nei link interni

La gestione efficace dei link interni consente di migliorare il fattore di crawlability e di ottimizzare la distribuzione di PageRank dalla homepage alle pagine dell’intero sito, attività che prende il nome di Pagerank sculpting: questo ovviamente non significa che si può esagerare, inserendo centinaia di link interni in maniera acritica e illogica. In passato si consigliava di non superare i 100 link a pagina, ma ora questa regola viene reputata obsoleta perché molto dipende dalla rilevanza dei link e dalla complessità dei siti, e non c’è un limite assoluto se non quello del buon senso.

Ad ogni modo, sono potenziali errori nocivi per la SEO le strategie che prevedono di collegare tutte le sottopagine con le altre (senza curare la similarità degli argomenti on page), che producono un eccesso di link in uscita da una sola pagina o sottopagina o, al contrario, che creano troppi collegamenti da una sottopagina verso un’altra sottopagina.

Tecniche di questo tipo possono far assumere un aspetto spam alla pagina, danneggiandone addirittura il posizionamento. Inoltre, si rischia di diluire il PageRank e la link equity che viene distribuito tra i vari collegamenti, che quindi trasmetteranno un valore SEO inferiore. In ultimo, usare tanti link può distrarre i lettori e rendere complicata la loro interazione e navigazione sul sito.

  1. Usare link interni manipolativi

Un altro concetto che dovrebbe essere chiaro è che i link interni servono a offrire un percorso utile alla navigazione dell’utente e dei crawler, che sia di passaggio tra pagine/categorie o di approfondimento su tematiche particolari. Pertanto, l’uso di link interni utilizzati a puro scopo manipolativo, ovvero inseriti nei footer, in aree del template in cui difficilmente una persona esegue un clic reale o con anchor text identico per puntare sempre allo stesso URL è potenzialmente nocivo e potrebbe esporre il sito a penalizzazioni.

  1. Non usare link all’interno del testo

Quando si pensa alla strategia di collegamenti si può sottovalutare l’importanza di curare il contenuto della pagina: al contrario, se il copy è capace di inserire in maniera naturale un link a risorse utili del sito all’interno del suo testo, offre un valore aggiunto all’esperienza dell’utente e un buon segnale ai motori di ricerca.

Il consiglio è dunque di non limitarsi a effettuare collegamenti solo in intestazioni o con le vecchie note a piè di pagina, ma di inserire i link interni al momento giusto e al punto giusto del testo on page.

  1. Non curare gli anchor text

Come nella strategia di link building, anche per la gestione dei collegamenti interni gli anchor text svolgono un ruolo centrale, sia per incentivare i lettori a cliccare sulla risorsa, sia per segnalare una possibile keyword a Google e rafforzare potenzialmente il posizionamento dell’URL di destinazione.

Nelle linee guida di Google si chiarisce che “l’utilizzo dell’anchor text anche per i link interni può aiutare gli utenti e Google a navigare meglio nel tuo sito”, e quindi anche la formulazione grammaticale di questa porzione di testo può essere decisiva nella strategia SEO.

In linea di massima, i testi di ancoraggio dovrebbero fornire un’indicazione sintetica del contenuto specifico della pagina di destinazione grazie all’uso di parole chiave secche o long tail keyword, che possono appunto apportare benefici anche al piano di posizionamento su Google.

Quindi, nella scelta degli anchor text per i link interni bisogna scegliere keyword coerenti, che descrivono il contenuto dell’altra risorsa e che siano ovviamente presenti anche nella pagina di destinazione.

  1. Usare anchor text poco rilevanti

Un errore più specifico, correlato a quello appena descritto, riguarda l’uso di anchor text poco efficaci e poco rilevanti, che non forniscono indicazioni utili e valide ai lettori. Rientrano in questa casistica testi di ancoraggio troppo lunghi, quelli sovraottimizzati (con parole chiave inserite in modo sgrammaticato, solo per assecondare i motori di ricerca), la ripetizione continua dello stesso testo di ancoraggio o, ancora, l’uso banale di espressioni come “clicca qui” o “leggi tutto”.

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