Featured snippet di Google, una guida completa per la SEO

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Si chiamano featured snippet, ma sono noti anche come risultati zero, snippet in primo piano o snippet in evidenza, e sono lo spazio in evidenza nelle SERP con cui Google offre una risposta sintetica alla query dell’utente. Da sempre considerato un segnale concreto dell’evoluzione di Google in motore di risposta, soprattutto per la crescita del volume di ricerche vocali, verso i featured snippet c’è da sempre un rapporto di amore/odio, tra chi ne mette in luce i vantaggi in termini di visibilità e traffico e quanti, invece, li temono perché potrebbero erodere clic al sito: cerchiamo allora di capire cosa sono esattamente questi ambìti risultati di paragrafo, elenco o tabella e quali sono le best practices da conoscere per sfruttare a proprio favore questa possibilità e conquistare un posto al sole nelle SERP.

Che cosa sono i featured snippet di Google

Tutti abbiamo familiarità con la classica pagina dei risultati di Google, composta da 10 link blu che rimandano ad altrettante risorse che gli algoritmi del motore di ricerca più famoso e utilizzato al mondo hanno ritenuto valide e affidabili ognuno dei quali presentato con una piccola anteprima, il cosiddetto snippet (ritaglio in inglese), che fornisce una rapida sintesi del titolo e del contenuto che ci attende sulla pagina.

Da qualche anno, questo schema non è più valido e le SERP di Google sono in continua evoluzione: non solo possono comparire elementi aggiuntivi alla ricerca (da un’anteprima delle immagini ai video, da un box di notizie in primo piano a ricerche correlate al knowledge graph, con contenuti sintetici e riepilogativi, risposte, widget o altri dati ancora), ma anche un “risultato zero”, seguendo la dizione che usa SEOZoom per questa tipologia di contenuto, che viene messo in evidenza e in precedenza rispetto agli altri link, scalando per così dire prima della “posizione uno” e emergendo in modo indipendente dal posizionamento dei vari siti all’interno delle SERP, di cui non modificano l’ordine.

Google chiarisce che gli snippet in primo piano provengono sempre da risultati già indicizzati della ricerca web e che la gestione della scelta della pagina e della porzione di contenuto è del tutto automatica e dipende dagli algoritmi del motore di ricerca, che determinano appunto cosa costituisca un valido snippet in primo piano da mettere in evidenza per una richiesta di ricerca specifica.

Oggi gli snippet si possono trovare prima dei risultati di ricerca complessivi, in altre aree della pagina dei risultati, all’interno della sezione “Le persone hanno chiesto anche” o insieme alle informazioni del Knowledge Graph e, dal punto di vista del motore di ricerca, servono a migliorare la user experience, perché gli utenti ottengono le informazioni di cui hanno bisogno senza mai dover visitare effettivamente un sito web.

Come appaiono i featured snippet su Google

Cos’è la posizione zero di Google e come si compone

In estrema sintesi, i featured snippet sono dei box che, in forme diverse, compaiono per molte ricerche su Google, fornendo una risposta precisa e diretta alle domande degli utenti direttamente in SERP, senza necessità di fare clic su un risultato specifico per ottenere le informazioni desiderate.

Nelle immagini qui sotto la freccia indica visivamente qual è il featured snippet, ovvero lo snippet in evidenza o snippet in primo piano, ben più ampi e dettagliati dei classici snippet: si tratta di uno spazio che generalmente si colloca in cima a tutti i posizionamenti della prima pagina di Google, con cui il motore di ricerca offre una prima, sintetica ma esaustiva, risposta alla query dell’utente, provando a intercettare e risolvere rapidamente il suo search intent.

Un esempio di featured snippet classico

Inoltre, Google utilizza i featured snippet anche per offrire risultati aggiornati su un tema in evoluzione, come avvenuto in occasione del caso del cielo arancione in California, e assicurare quindi la validità dell’algoritmo QDF delle SERP offrendo risultati freschi.

Nella sua forma classica, un featured snippet si compone in questo modo:

  • Un testo estratto da un sito, con grassetti che evidenziano alcune parole.
  • Un titolo.
  • L’URL della pagina da cui è stato preso il testo.
  • Un’immagine che amplia il contenuto informativo (l’immagine può anche non appartenere allo stesso URL e in genere rimanda alla pagina di ricerca di Google Immagini per la relativa query).

Esempio di featured snippet con immagini di altro sito

Gli snippet in evidenza rispondono alle domande degli utenti

A spiegare il senso di questo frammento è la guida di Search Central, che spiega come il risultato in posizione zero, o featured snippet, sia essenzialmente un box o di un riquadro speciale che contiene la risposta che Google “reputa più precisa in riferimento alla domanda posta da un utente in Ricerca Google”.

In pratica, l’algoritmo del motore di ricerca offre immediatamente la risposta al search intent, mostrandola “in un riquadro speciale di snippet in primo piano nella parte superiore della pagina dei risultati di ricerca”, segnalando in maniera chiara che si tratta di un contenuto fornito dal Web, con rimando link alla pagina, titolo e URL ben visibili.

La definizione di featured snippet per Google

Usando le parole di Google, “quando riconosciamo che una query è una domanda, individuiamo in modo programmatico le pagine che contengono la risposta e mostriamo il risultato più pertinente in uno snippet in primo piano nei risultati di ricerca”.

Insomma, il featured snippet è un box con cui Google offre una risposta a una query di intento informazionale (espressa con o senza pronomi e avverbi interrogativi, ovvero “chi, che cosa, dove, quando, dove, perché” e così via) o in alcuni casi commerciale (ad esempio per gli approfondimenti sulla qualità di prodotti o servizi, o per comparare due brand o due articoli da acquistare) degli utenti attingendo a risorse esterne, selezionate sulla base di una combinazione di fattori tra cui lunghezza del testo, formattazione, autorevolezza della pagina e utilizzo di protocollo HTTPS.

Un risultato zero prima dei classici link in SERP

In poche righe, Google offre all’utente esattamente ciò di cui ha bisogno (o ciò che pensa che lui ricerchi), e difatti il primo effetto dei featured snippet è di rendere superflua la SERP per quella determinata query: nella maggior parte dei casi, la sintesi proposta nel risultato zero risulta sufficiente a soddisfare l’intent della persona, che non deve cliccare su nessun risultato specifico ma eventualmente la sua journey di approfondimento con altre query.

Featured snippet, da dove prende Google le risposte?

Come detto, i risultati zero sono presi da Google da siti terzi, citati in maniera appropriata con link alla fonte: le linee guida di Big G specificano che sono un riepilogo “estratto in modo programmatico da ciò che un utente vede sulla pagina web”, che “riflettono i punti di vista e le opinioni del sito da cui sono estratti” e che il motore di ricerca lavora per migliorare la “capacità di identificare gli snippet più utili, pertanto i risultati mostrati potrebbero cambiare nel tempo”.

I siti preferiti per i featured snippet di Google Italia: i dati di SEOZoom

Prima della deduplicazione, il sito scelto da Google per la sintesi in snippet compariva anche nella classica SERP, ma non necessariamente era il risultato numero 1: in molti casi, infatti, lo snippet veniva desunto anche da risultati che originariamente erano in seconda e in terza posizione, o addirittura in quarta (si veda il caso di dorayaki, qui nelle immagini).

Dal gennaio 2020, ovviamente, non c’è riscontro empirico sulla posizione originaria della pagina da cui Google estrae il featured snippet, ma con SEOZoom abbiamo avuto modo di estrapolare alcuni dati interessanti circa i risultati zero su Google Italia (dati aggiornati a settembre 2023): analizzando un campione di 10 milioni di keyword, abbiamo innanzitutto scoperto che ad oggi ci sono 2,5 milioni di keyword su Google.it che attivano featured snippet, nella stragrande maggioranza per intenti di tipo informational, anche se non mancano parole chiave commercial. In pratica, una ricerca su quattro in Italia mostra un risultato zero, a riprova di quanto abbiamo rivelato già tempo fa con il nostro studio sull’impatto delle varie feature sulla visibilità dei risultati organici; con keyword afferenti a settori differenti per tipologia e natura: dalle ricette di cucina alle informazioni scientifiche, dalle classifiche di Sanremo fino alle definizioni grammaticali o alle voci enciclopediche, i risultati in evidenza sono in forte aumento, con tendenza previsionale altrettanto positiva.

Sul podio dei siti scelti da Google come fonte ci sono Wikipedia, Trovaprezzi e Treccani. In dettaglio, la versione italiana di Wikipedia è il sito da cui Google estrae più featured snippet, con oltre 100mila keyword che attivano questo spazio in evidenza, seguito dal comparatore di prezzi (oltre 50mila occorrenze, soprattutto per key legate a ricerche di prezzo o offerte su prodotti) e appunto dal sito della famosa enciclopedia (quasi 40mila keyword, soprattutto per le query relative a definizioni specifiche o voci da sinonimi e contrari).

Nella top 10 dei siti con più keyword che attivano featured snippet in Italia troviamo anche la versione inglese di Wikipedia, i siti Humanitas.it e Msd manuals (per parole chiave collegate al tema della salute), il portale Skuola.net (10mila occorrenze per ricerche di carattere informativo vario) e poi le pagine di supporto di Google, con quasi 14mila keyword che rispondono in particolare a ricerche legate al motore di ricerca stesso e, spesso, alla SEO.

Come Google sceglie il featured snippet

In verità, non sembrano esserci particolari pattern individuabili per la selezione da parte di Google a parte l’autorevolezza del sito (generale, nel caso di Wikipedia, e settoriale negli altri esempi forniti), anche se la sinteticità della risposta e la chiarezza del contenuto sembrano essere variabili importanti per l’algoritmo, insieme ovviamente al posizionamento originariamente ottenuto dalla pagina (che deve essere almeno in top10, per non dire in top3).

L’unica certezza fornita da Google è che non esiste un modo per creare un featured snippet o un metodo certo per posizionare uno snippet in primo piano – anche se ci sono vari studi su come ottenere un featured snippet – ma solo uno per disattivarli dal proprio sito (con il tag <meta name=”googlebot” content=”nosnippet”> nella pagina, come vedremo).

I siti che Google utilizza per i risultati zero

In linea di massima, sono tre le tipologie di sito a cui Google attinge per i featured snippet: siti affidabili di informazione, generalista o di nicchia; blog molto curati, soprattutto se con contenuti aggiornati; siti di tutorial e guide e, infine, giornali online per risposte relative soprattutto a eventi ben specifici: ad esempio, Repubblica ha tra i suoi 3300 risultati zero quelli per i risultati di partite di calcio degli anni scorsi, informazioni sul Festival di Sanremo e notizie varie, mentre il Corriere tra i suoi 3200 ha curiosità lifestyle, ma anche risposte e definizioni scientifiche.

Come appaiono i featured snippet: tutte le tipologie

Come accennato, Google genera diversi tipi di risultati zero per rispondere in maniera adeguata all’esigenza informativa dell’utente: a livello macro, riconosciamo almeno sei grandi categorie di risposte in evidenza, che si differenziano per forma e contesto.

Nello specifico, abbiamo:

  • Paragrafo – Paragraph Featured Snippet. È la forma più comune di risultato zero che compare in SERP, composta da un testo generalmente breve (solitamente tra le 45 e le 60 parole) estrapolato da pagine o articoli che offrono una risposta sintetica, puntuale e pertinente all’intento della query.

Esempio di featured snippet solo testo

  • Elenco Puntato – Bulleted Featured Snippet. La risposta in questo caso è presentata sotto forma di elenco puntato estendibile all’interno di un box. Tali elenchi vengono visualizzati per domande su “Come” e “Cosa”, ma anche per ricerche su classifiche, prezzi o funzionalità dei più svariati prodotti. Gli elementi dell’elenco non richiedono una classificazione in un ordine oggettivo o particolare (come nell’esempio per “cani più belli”).

Esempio di featured snippet elenco puntato

 

  • Elenco Numerato – Numbered Featured Snippet. In questo caso, Google mostra un elenco numerato secondo un ordine preciso, pertinente alla tipologia di intento dell’utente: si tratta infatti di risposte su informazioni da compiere per raggiungere l’obiettivo (ad esempio, guide su come fare o in alcuni casi ricette) o su vere e proprie classifiche.

Esempio di featured snippet elenco numerato

  • Tabella – Table Featured Snippet. È un’altra tipologia molto apprezzata da Google, che mette in evidenza nel box dati estratti da una determinata pagina mostrati sotto forma di tabella estendibile. Di solito è costituito da righe e colonne che visualizzano valori come prezzi, tariffe, anni o altri dati numerici; le tabelle possono essere già presenti all’interno della pagina selezionata da Google, ma in alcuni casi è Google stesso a creare dinamicamente quel contenuto estrapolando le informazioni dalla pagina.

Esempio di featured snippet tabella

  • Video – Video Featured Snippet. In alcuni casi, Google potrebbe anche mostrare un risultato zero con video (in genere da Youtube) con un timestamp limitato che avvia la riproduzione in una parte specifica del video, oltre ai titoli e alle brevi descrizioni del contenuto multimediale.

Esempio di featured snippet video

  • Due per Uno – Two for one Featured Snippet. È una delle situazioni più curiose, in cui Google unisce due risorse provenienti da siti differenti. In pratica, il box mette insieme una parte testuale presa da un sito e, accanto, mostra un’immagine che invece proviene da un sito diverso (come si vede nell’immagine).

Esempio di featured snippet due per uno

L’importanza dei featured snippet per la SEO

Gli analisti vedono in questo strumento una ulteriore dimostrazione della strategia di Google di aumentare la permanenza degli utenti sulle SERP (e non sui siti), portata avanti anche attraverso i box di risposta sulle domande più specifiche e dirette; quando le query sono più complesse, Google rimanda a uno dei risultati forniti in SERP. Per questo, in tanti (soprattutto editori) hanno inizialmente criticato la novità, vista come un possibile nemico dei clic.

In realtà, gli ultimi studi rivelano che la visibilità offerta dal featured snippet ha effetti positivi per il sito che ne beneficia, che riceve al contrario più clic di approfondimento (rispetto anche alla classica SERP) e soprattutto incrementa il numero di pagine viste, come se l’utente investisse il tempo risparmiato a spulciare i risultati proprio nella navigazione sul sito preferito da Google.

Insomma, riuscire a comparire in un risultato in evidenza è un fattore positivo per la SEO, e ad ogni modo è una realtà con cui fare i conti, come dimostrano i numeri.

Quanti sono i featured snippet su Google

Negli ultimi anni sono stati molteplici gli esperti che hanno provato a studiare e quantificare il fenomeno: secondo alcune stime, il 65% delle ricerche organiche su Google include almeno un rich snippet e gli utenti si stanno sempre più abituando a questa funzionalità, adattando anche lo sguardo per assecondare l’effetto pinball Google.

Un articolo pubblicato su Search Engine Journal da Lily Ray, Director of SEO di Path Interactive, ripercorre i cambiamenti apportati da Google e offre spunti per l’ottimizzazione dei contenuti del sito, segnalando che il 24 per cento dei risultati della ricerca mostra uno snippet in primo piano, mentre spostandoci sul mobile circa l’80 per cento dei risultati di ricerche vocali sul motore di ricerca provengono da frammenti in primo piano.

Tra le varie forme dei featured snippet hanno un ruolo prevalente i bubble refinements o carousel, i caroselli che hanno debuttato nel 2018 e che sono visualizzati in circa il 9 per cento delle query che producono un risultato con snippet in evidenza. Questa tipologia offre agli utenti la possibilità di affinare la ricerca in base a una serie di modificatori comunemente cercati in associazione alla loro query originale: si tratta spesso di nomi, posizioni o attributi di prodotti di brand concorrenti e consentono a vari URL di possedere contemporaneamente il featured snippet.

Questo sistema si avvantaggia anche dell’utilizzo di Google BERT, la tecnologia di rete neurale che può elaborare la lingua naturale lanciata nel 2019, che  consente a Google di comprendere meglio query complesse, migliorare la comprensione del testo e modificare quindi anche le risposte fornite tramite i contenuti dello snippet in evidenza.

Le considerazioni sul valore dei featured snippet per la SEO

Dal gennaio 2020 gennaio i siti con featured snippet non hanno più il link blu nella prima pagina della SERP della query, perché Google ha preferito optare per la deduplicazione dei risultati: per alcuni search marketer, questo aggiornamento ha messo in dubbio il valore della funzionalità. Vale a dire, è più strategico guadagnare frammenti in primo piano o cercare di raggiungere la mitica posizione numero 1 dei risultati organici?

La risposta in realtà dipende da vari fattori – come le tipologie di query, di intent e di contenuto presente nello snippet – perché questi determinano se i featured snippet possono produrre un risultato a zero clic oppure la percentuale di clic potrebbe essere significativamente più elevata rispetto ai normali collegamenti blu.

Quindi, è la tesi di Lily Ray, “non essere in grado di posizionarci in entrambi i luoghi (snippet e SERP classica) potrebbe comportare potenziali cali di traffico”, ma la decisione finale sullo scegliere come target del lavoro SEO anche gli snippet in evidenza dovrebbe essere presa caso per caso, valutando il posizionamento delle parole chiave, il CTR, il clic, l’impressione e i dati di conversione.

Anche perché, come è evidente dai numeri prima proposti, se non è il nostro sito a emergere in uno snippet in evidenza, sarà quello di un concorrente.

Le ultime novità di Google sugli snippet in evidenza

Per capire il valore SEO dei featured snippet dobbiamo anche essere al passo con le evoluzioni di Google nei riguardi di questa funzionalità; ad esempio, nel periodo successivo alla deduplicazione abbiamo avuto una fase con esempi di link spostati in seconda pagina o altrove, mentre ora sembra che Google abbia scelto (definitivamente?) di eliminare il secondo collegamento al sito.

Quindi, per le query in cui si attivano, il featured snippet diventa sostanzialmente un “risultato uno”, in posizione più evidente, con maggior testo di anteprima (che spesso completa l’interesse dell’utente e risponde alla sua domanda, solito problema) e link al sito comunque visibile.

Attenzione però alla posizione, perché l’altra modifica che è stata notata nei mesi passati riguarda proprio la localizzazione del box: oltre a ritrovarlo classicamente in alto, infatti, in alcuni casi gli snippet si trovavano a centro pagina o comunque al di sotto di altri risultati organici, con effetto visivo molto meno impattante sull’utente (si veda l’esempio segnalato da Brodie Clark).

Esempi di featured snippet

Un’altra funzione utile introdotta di recente in via definitiva riguarda l’evidenziazione e l’ancoraggio del testo onpage di cui Google si è servito per creare lo snippet: l’utente che in SERP clicca sul link blu nel box, infatti, atterra direttamente sulla parte di pagina del sito in cui è presente quel riferimento, e potenzialmente potrebbe non vedere tutto il contenuto della pagina stessa, soffermandosi soltanto sul paragrafo a cui era interessato.

Featured snippet e contenuti YMYL

Come sappiamo, non tutti i temi hanno lo stesso “peso” in termini di attenzione e in particolare per i topic legati a scienza e salute Google ha da subito indicato delle linee guida per regolare i requisiti univoci a cui deve sottostare un testo per comparire nei frammenti in primo piano, che ad esempio non deve essere sessualmente esplicito, violento, pericoloso, incitante all’odio, dannoso o fornire una versione che contraddice il consenso su argomenti di interesse pubblico, pena la rimozione dalle SERP o segnalazioni degli utenti.

Partendo da questo, il team SEO di Path Interactive ha pensato di approfondire una varietà di risultati di snippet in primo piano, in particolare per le query “Your Money Your Life” (YMYL), per vedere se ci sono spunti di riflessione sul rapporto tra natura del contenuto dello snippet in primo piano, qualità del contenuto e parametri EEAT di Google.

L’analisi dei temi controversi

Il primo passo di questo studio si è concentrato su temi controversi ed è servito a capire se Google genera featured snippet per argomenti altamente controversi, in paragone alla funzionalità di Bing che gestisce tali argomenti con “multi-perspective answers”, risposte da più prospettive. Il motore di ricerca di Microsoft cerca di mostrare i vari punti di vista per argomenti che non hanno una sola risposta corretta in vari campi.

Il primo esempio fornito riguarda una questione legata alla salute, la domanda “il colesterolo è buono?”: mentre Bing offre una risposta analitica da più fonti (che parlano di colesterolo buono e cattivo da un’ottica scientifica), Google seleziona il contenuto da un solo sito e sembra tralasciare pezzi di informazione che potrebbero aiutare l’utente a comprendere meglio perché il colesterolo può essere sia buono che cattivo allo stesso tempo.

Le immagini, sempre da SearchEngineJournal.com, ci permettono di comprendere meglio i due approcci.

La funzione di Bing

Featured snippet di Google

Le differenze si acuiscono per query più controverse, come “il cambiamento climatico è reale” o “l’aborto è un omicidio”, per i quali Google decide di non mostrare alcuno snippet in evidenza. Al contrario, Bing introduce il tema problematico e propende per una risposta (il cambiamento climatico è reale, nel primo caso, e l’aborto non è un omicidio, nel secondo).

Studio sulla leggibilità dei contenuti

Nella seconda fase, il team ha raccolto un campione di 419 query YMYL che generano uno snippet in evidenza, estratto il contenuto da tali snippet e utilizzato lo strumento Readable.io per analizzare la loro leggibilità, altri parametri e il contenuto delle pagine da cui erano presi.

Al termine di questo studio, è emerso che il 78 per cento dei featured snippet a tema YMYL hanno ottenuto punteggi di leggibilità compresi tra B ed E (in una scala in cui A indica un livello estremamente leggibile ed E la illegibilità) e un livello medio di lettura Flesh-Kinkaid di 10. Ciò sembra indicare che tali contenuti siano di livello leggermente superiore e difficili da leggere rispetto alle pagine complete da cui vengono estratti.

Come sono i featured snippet per query YMYL

Inoltre, il 13 per cento dei contenuti analizzati ha ottenuto un punteggio di sentimento “negativo” e il 23 per cento ha ricevuto un punteggio di “neutro”, differendo in modo significativo dall’analisi del contenuto della pagina intera, che è stata quasi interamente classificata come “positiva”. Questo fattore potrebbe dipendere dalla natura stessa del contenuto del featured snippet, che spesso offre consulenza diretta su argomenti medici o finanziari stressanti, come il controllo dei sintomi o la ricerca di aiuto per la riduzione del debito.

Per quanto riguarda le pagine che Google seleziona per attingere a un featured snippet per le query YMYL, il contenuto medio è lungo (oltre 1.600 parole), leggibile da un vasto pubblico, positivo nel suo sentimento e formale nel suo tono. Caratteristiche che non sorprendono, perché rispondono anche ai più ampi livelli di qualità richieste per il posizionamento su Google (che generalmente estrae i featured snippet da pagine già classificate in Top10), che richiede un trattamento (e quindi lunghezza maggiore) per coprire gli argomenti YMYL in modo adeguato.

I vantaggi SEO dei featured snippet

Da quanto scritto dovremmo aver intuito le ragioni di chi suggerisce che possedere un featured snippet è un vantaggio per il sito, che beneficia in questo modo di una posizione over the top in una SERP che risponde in modo più immediato alla ricerca dell’utente, elemento che potrebbe alzare il CTR spingendo la persona ad approfondire il contenuto sintetizzato nel risultato zero.

Conoscendo bene il target a cui ci rivolgiamo, riuscire a rispondere alle aspettative dei nostri potenziali clienti grazie a una keyword research su misura, significa creare una strategia di content marketing che favorisca al massimo la visibilità dei nostri contenuti.

Un convinto fautore dei benefici SEO e di traffico organico che derivano dal possedere i featured snippet è Mark Webster, co-founder di Authority Hacker, che su SearchEngineWatch spiega come analizzare e creare i risultati zero, mostrando il processo strutturato e ripetibile che consente di ottenere quelle posizioni e sfruttare quello che definisce un “vantaggio quasi ingiusto sui motori di ricerca”.

Per lui, quindi, non è un caso che Google abbia aumentato l’utilizzo degli snippet in primo piano, una tendenza “che non sembra destinata a cambiare presto”, secondo Webster, che è convinto che il motore di ricerca continuerà a usare questo approccio e a mantenersi in equilibrio tra “fare scraping dei tuoi contenuti (senza pagarli) e ricompensarti con sufficiente traffico per farti continuare a pubblicare”.

Il valore dei featured snippet per i siti

C’è un punto da comprendere: è cambiato radicalmente il modo in cui i visitatori interagiscono con il sito. Questo non deve spaventare, perché rappresenta anche un’opportunità: ancora oggi, la prima posizione nelle SERP di Google dà un CTR superiore al 30 per cento una data query di ricerca, ed è questo il motivo per cui dominare quel particolare slot nelle SERP organiche è l’obiettivo per tutti i SEO (e non solo).

La comparsa di uno snippet però può stravolgere lo scenario e dirottare i clic al sito prescelto da Google – che, potenzialmente, nella classica SERP non avrebbe raggiunto una posizione di rilievo: anzi, secondo una ricerca circa il 60% di tutti i featured snippet provengono da siti che non avevano la posizione uno per quella parola chiave.

Le regole dei featured snippet

E così, Webster e il suo team hanno eseguito un lavoro di reverse engineering per determinare quali sono le “regole” che stanno dietro alla comparsa di uno snippet in evidenza, analizzando oltre un milione di risultati di ricerca per rilevare elementi in comune nel “come” e nel “perché” di questi rich snippet.

Tra i criteri usati, sono stati inclusi tutti i tipi di snippet in primo piano, inclusi YouTube, People Also Ask, Schede informative e altro ancora, e sono state considerate solo le query che avevano almeno 1.000 ricerche al mese.

Il primo dato che è emerso è che, in generale, circa il 65 per cento di tutti i risultati di ricerca include uno snippet di qualche tipo, e quindi, dice l’autore, “se tu non stai lavorando per ottimizzare le tue pagine verso questi snippet ricchi / in primo piano, posso praticamente garantire che lo stanno facendo i tuoi concorrenti”.

Identificare i gap con gli snippet in evidenza dei concorrenti

La prima operazione da fare è scoprire quali keyword del sito potrebbero potenzialmente diventare featured snippet su Google: secondo Webster, basta partire da un’analisi delle keyword per cui il sito è già posizionato in prima pagina sul motore di ricerca e verificare se generano uno snippet in SERP che appartiene a un concorrente.

È su queste opportunità che dobbiamo concentrare il lavoro per conquistare questo spazio in evidenza che potrebbe diventare remunerativo per i nostri obiettivi.

Come ottenere un featured snippet

A questo punto, bisogna decodificare le SERP per capire cosa orienta quei posizionamenti organici premium, e secondo l’autore ci sono alcuni punti in comune che possono essere sfruttati e applicati per il nostro sito.

In particolare, “tutti i discorsi sull’utilizzo di AI e NLP (Natural Language Processing) per determinare bene i risultati della ricerca sono fondamentalmente fumo e specchietti”, o quanto meno ancora fondamentalmente fuffa, perché il processo che sembra utilizzare è di natura “molto più meccanica”.

Il lavoro di ottimizzazione per i featured snippet

I dati dello studio indicano infatti che Google approfondisce il modo in cui il contenuto è strutturato e l’analisi semantica per capire cosa dovrebbe apparire come featured snippet, e si notano alcune regole di base che l’algoritmo segue quando sceglie da quale pagina prendere questi snippet.

In particolare (e ovviamente limitatamente alla versione statunitense) sembra esserci una preferenza per le pagine che strutturano i loro dati in un modo molto specifico:

  • Le query “How to”, “What is” o “Best x vs. y” sono i target migliori.
  • La query di ricerca originale dovrebbe essere inserita, alla lettera, in un tag H2 o H3.
  • Bisognerebbe anche includere un’immagine nella “risposta”.
  • In genere, la risposta deve avere una lunghezza di 50 parole (non più di 300 caratteri).

Le query più frequenti nei featured snippet

Una tecnica che (per ora) funziona

Il processo suggerito da Webster ricorda in qualche modo il vecchio lavoro di sovra-ottimizzazione del contenuto e delle keyword (soprattutto per l’exact match nell’heading), ma a suo dire è una tecnica che funziona ancora oggi e che permette di strutturare le informazioni in un modo che induca Google a prestare attenzione alla pagina.

Come qualsiasi trucco, è possibile che ci siano aggiornamenti correttivi da Mountain View che cambino i criteri di selezione, ma per il momento funziona e, dice l’autore, consente di guadagnare molto traffico organico gratuito e di superare i competitor.

Come bloccare i featured snippet su Google

In molti casi, quindi, lo snippet in evidenza può essere uno strumento per ottenere traffico grazie al posizionamento organico e attirare l’attenzione di utenti in target. In altri casi, però, possiamo scoprire che le visite organiche sono in realtà calate a causa della presenza del risultato zero, perché il suo contenuto esaurisce la ricerca degli utenti che, paradossalmente, cliccano sui link dei competitor per leggere altre informazioni.

Come diceva Lily Ray, quindi, la valutazione sull’efficacia specifica di questo elemento si deve basare sull’analisi del ranking delle parole chiave target, del CTR, della percentuale di clic, delle impressioni e dei dati di conversione: se tutti questi insights ci fanno capire che è più conveniente abbandonare il featured snippet, possiamo usare tre strade per bloccare la funzionalità e impedire a Google di prendere e mostrare il nostro contenuto:

  • Aggiungere il meta tag robots nosnippet alla pagina per impedire che tutto il contenuto della pagina appaia sia nei frammenti in primo piano che negli snippet di anteprima tradizionali (meta description).
  • Usare il tag data-nosnippet in linea con gli elementi span, div o section HTML per impedire che quel testo specifico appaia in entrambi i tipi di snippet.
  • Per bloccare i featured snippet ma non gli snippet testuali delle SERP possiamo provare a impostare il tag max-snippet, che serve a specificare il numero massimo di caratteri che possono essere visualizzati su Google. Questo permette di impostare ad esempio un limite di 170 caratteri che permette a Google di mostrare le nostre meta descrizioni, ma evita che appaiano contenuti di dimensioni maggiori (come in genere sono i featured snippet); ad ogni modo, questa terza tecnica non impedisce con certezza che il contenuto sia usato per uno snippet in evidenza, motivo per cui è preferibile il ricorso al tag nosnippet.

Come scoprire i featured snippet con SEOZoom

In SEOZoom abbiamo due strumenti e modalità per scoprire se un dominio ha keyword che attivano un featured snippet nella specifica SERP su Google, e quindi per verificare per quante, e quali, keyword il nostro sito o quello di un competitor sono posizionati con il risultato zero.

Come trovare i featured snippet con SEOZoom dai domini in Progetto

Un primo metodo consiste nell’inserire un dominio a progetto e poi cliccare sulla sezione Keyword Studio, cliccando sul tab “Risultati Zero” in cui, appunto, sono elencati tutti i featured snippet conquistati con indicazione della keyword (e dei suoi valori di analisi, come volume di ricerca, intent primario, SERP features presenti etc) e box di anteprima degli snippet effettivamente scelti da Google.

Come trovare i Featured snippet con SEOZoom da analisi dominio

L’altra soluzione può essere usata per tutti i siti (e quindi non solo per quelli a progetto) e consiste nel lanciare un’analisi del dominio (inserire cioè un dominio per esteso nella casella di ricerca di SEOZoom) e poi cliccare sul menu a discesa del tab Keyword, in cui si trova il link per la funzione “Risultati Zero”. Si apre così una pagina che riporta le stesse informazioni prima descritte, e quindi l’elenco dei featured snippet conquistati da questo dominio, con indicazione della keyword (e dei suoi valori di analisi) e box di anteprima degli snippet presenti in SERP.

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