In italiano si chiama Riquadro informazioni o grafo della conoscenza, ma molti lo conoscono con il termine inglese originale: oggi ci dedichiamo alle informazioni sul Knowledge Graph di Google, ovvero il riquadro di dati che compare per determinate query sul motore di ricerca e che rappresenta una sorta di gigantesca enciclopedia virtuale di fatti.
Che cos’è il Knowledge Graph di Google
Secondo le indicazioni di Google, il Knowledge Graph è una raccolta di informazioni da una o più pagine, mostrate con un layout visivo simile a quello dei rich result più recenti (al punto che può essere difficile distinguere a colpo d’occhio un rich result e un riquadro informazioni, ammettono da Big G). I risultati del Knowledge Graph possono includere entity (entità ) individuate con logo, nome del sito preferito, link al profilo social e, potenzialmente, possono importare dati utilizzando qualsiasi elemento di schema.org.
Secondo le ultime stime fornite da Mountain View, il sistema – che comprende fatti e informazioni sulle entità dai materiali condivisi sul Web, nonché da database open source e con licenza – ha accumulato oltre 500 miliardi di fatti su quasi cinque miliardi di entità .
Come funziona il Knowledge Graph
Si tratta di una funzione di ricerca semantica che, sin dal principio, aveva lo scopo di fornire agli utenti delle risposte precise e complete, anticipando i contenuti classici proposti in SERP dalle risorse Web. Il sistema è stato lanciato da Google nel maggio 2012 a livello americano, mentre su Google.it è arrivato solo verso la fine di quell’anno, e nel corso di questo periodo ha accresciuto notevolmente la sua diffusione, rivelandosi utile (e usato) soprattutto per le ricerche mobile, al punto che le informazioni del Knowlegde Graph sono utilizzate per le ricerche vocali e le risposte dirette di Google Assistant e Google Home.
Le differenze del grafo tra Stati Uniti e Italia
Negli Stati Uniti l’evoluzione è stata ancora più ampia rispetto a quello che possiamo vedere su Google.it, tanto che il Google’s Knowledge Graph è usato sia come sistema per migliorare la pertinenza delle ricerche di Google che per fornire risposte precise alle domande dirette degli utenti, come si può vedere con gli esempi in pagina. Nella scheda su Napoleone, ad esempio, si leggono in anteprima anche le citazioni principali, quella su Google aggiunge anche le ricerche correlate, quella sull’uomo più ricco del mondo non genera grafo in italiano (ma solo un rich snippet, peraltro con foto ambigua!) e, ancora, quella sul “miglior player NBA” rimanda alla classifica ufficiale della lega professionistica statunitense.
L’utilità del Knowledge Graph
Capire perché il Knowledge Graph è utile è molto semplice: il motore di ricerca di Google è capace di associare alle query un oggetto e di mettere in relazione logica e semantica più oggetti per offrire all’utente una ricerca più veloce e accurata. Il risultato è un riquadro che sintetizza le informazioni principali sull’oggetto della query, velocizzando dunque la ricerca dell’utente e soddisfacendo il search intent in anteprima rispetto alla classica consultazione delle SERP e dei siti. Il box informativo compare nella parte destra della pagina dei risultati, con dati relativi all’entità ricercata ed eventuali notizie aggiuntive in base alla tipologia di query digitata.
Quali query generano il grafo?
Nell’elenco delle identity che possono generare un Knowledge Graph come risposta ci sono richieste generali su personaggi famosi della storia, personalità influenti del presente, luoghi, cose, aziende, attività commerciali, brand, città , squadre sportive, prodotti, ricette, libri e così via, ma anche domande più specifiche introdotte con pronomi o avverbi interrogativi.
Un sistema interconnesso e intelligente
Quello che stupisce è la capacità del sistema di collegare i risultati tra loro e di comprendere precisamente cosa vuole dire l’utente, eliminando o riducendo le possibili incomprensioni o le ambiguità nella ricerca, basandosi sull’esperienza e sulla consultazione dei dati precedenti in memoria delle query effettuate dalla totalità degli utenti.
Un grafo di informazioni e di relazioni
In pratica, è l’applicazione dell’intelligenza artificiale per la costruzione di una rete di relazioni tra tutte le diverse e possibili identity, e sin dagli esordi il grafo di Google ambiva a classificare le informazioni disponibili in tutto il Web secondo un criterio di relazioni, appunto. Fattore importante, sono le stesse entità a poter comunicare a Google le informazioni ritenute più importanti, utilizzando i dati strutturati e i markup di Schema.org, che sono un metodo con cui aiutare Googlebot a comprendere meglio i contenuti del sito e, anche per questo, segnali SEO importanti per il ranking.
Le risorse utilizzate per il Knowledge Graph di Google
Non è sempre chiaro il criterio usato da Google per inserire o meno una entità nel suo grafo, ma sono invece certe le risorse usate per comporre i Knowledge Graph; la prima l’abbiamo appena citata, ovvero il markup di Schema.org da compilare per l’home page inserendo tutte le informazioni che si ritengono rilevanti per l’organizzazione, personalità o attività locale.
Altro elemento comune è la fiducia che Google ripone in Wikipedia, da cui prende sia descrizioni sintetiche che indirizzi ufficiali dei siti (quando non comunicati direttamente): avere una voce sull’enciclopedia online è dunque fondamentale per acquistare attendibilità , così come apprezzato è anche il database di Wikidata.
L’importanza di curare i social
Gli altri strumenti da sfruttare per offrire a Google informazioni affidabili (e per cercare di imporsi come entità ) sono i profili social e, per le aziende, il profilo Google My Business: nel primo caso, avere account identificati e verificati rappresenta un metodo per essere riconosciuti da Google (anche quando non riesce a trovare il sito web ufficiale), mentre il sistema gratuito con il profilo dell’attività è ovviamente una via preferenziale per le informazioni riportate nel grafo.
Le modifiche che si possono suggerire al Knowledge Graph
Ogni entità può rivendicare il proprio box informativo e può, eventualmente, chiedere modifiche a Google; il primo passo è ottenere il riconoscimento del ruolo di rappresentante ufficiale (in genere basta accedere a un profilo verificato o al sito ufficiale attraverso Google) e poi utilizzare l’opzione Suggerisci una modifica presente nel box stesso nella SERP. È bene comunque sapere che sono accettate modifiche solo riguardo tre aspetti, ovvero immagine in primo piano, profili social e statistiche specifiche per varie categorie di entità (durata di un film o data di compleanno di una persona, ad esempio), e che comunque le modifiche suggerite vengono sottoposte a un processo di revisione per confermarne la veridicità ed escludere contenuti inappropriati.
Gli elementi che non si possono modificare
Non sono invece neppure prese in considerazione modifiche ad altre parti del Riquadro informazioni, e nello specifico al sottotitolo utilizzato, allo snippet di Wikipedia, alla sezione Ricerche correlate né è possibile chiedere l’inserimento di immagini diverse dall’immagine principale. Inoltre, la guida di Google chiarisce che “non è possibile modificare l’ordine né nascondere i contenuti se questi sono corretti e di dominio pubblico”.