Google leak: svelati i segreti degli algoritmi di Google?
Altro che “solo” 200 fattori di ranking! In questi giorni la Rete e i SEO stanno analizzando con minuziosa attenzione un documento interno di Google finito in Rete per errore e svelato da Rand Fishkin e Michael King, che contiene alcuni dei segreti del funzionamento di Google Search! Nelle oltre 2.500 pagine di documentazione API, infatti, sono spiegati 14.014 attributi (funzionalità API) che sembrano provenire dal “Content API Warehouse” interno di Google. In altre parole, questo enorme Google Leak rivela dettagli inediti sul funzionamento degli algoritmi di ricerca del gigante tecnologico, con aspetti importantissimi del motore di ricerca, della sua infrastruttura software, di cosa faccia ogni singolo modulo software e di quali siano i ben 14mila valori che il motore tiene in considerazione per poter costruire ogni SERP!
Google leak: una rivoluzione per la SEO?
I documenti sembrano provenire dall’archivio interno Content API Warehouse di Google e, come detto, sono stati condivisi agli inizi di maggio 2024 da una fonte (inizialmente) anonima con Rand Fishkin e Michael King, due noti esperti di SEO.
Fishkin, co-fondatore della società di audience analysis SparkToro, e King, CEO di iPullRank, hanno ricevuto circa 2.500 pagine di documenti che descrivono dettagli tecnici relativi al funzionamento dell’algoritmo di Google, e hanno analizzato questo contenuto rivelando informazioni che potrebbero cambiare il panorama della SEO.
Questa fuga di notizie ha infatti il potenziale di rivoluzionare il modo in cui comprendiamo e approcciamo l’ottimizzazione per i motori di ricerca, perché offrono una visione senza precedenti dei meccanismi interni di Google. Ecco come il nostro CEO Ivano Di Biasi ha raccontato la notizia e commentato i punti principali che emergono da questo Google Leak!
Cosa c’è nei documenti del Google leak
Negli ultimi venticinque anni, non si era mai verificata una fuga di notizie di tale portata o dettaglio dalla divisione di ricerca di Google. Nello specifico, questi file rivelano dettagli intricati su come Google classifica i contenuti, gestisce i dati degli utenti e utilizza vari segnali per determinare il ranking delle pagine web.
- Clic degli utenti. Una delle rivelazioni più significative riguarda l’uso di metriche di engagement degli utenti, come “goodClicks” e “badClicks”, che sono legate a sistemi chiamati Navboost e Glue. Questi sistemi, menzionati anche durante la testimonianza di Pandu Nayak nel caso Google/DOJ, sono utilizzati per filtrare i clic che Google