Bing Webmaster Tools: guida completa, strumenti e best practice

Non esiste solo Google! Certo, il colosso di Mountain View è ancora “il” motore di ricerca più usato al mondo, ma qualcosa sta cambiando e, per la prima volta dal 2015, la sua quota di mercato è scesa al di sotto del 90%. Insomma, può essere il momento di guardare altrove per chi vuole cercare visibilità organica: in tal senso Bing, il motore di ricerca di Microsoft, rappresenta una fetta di mercato rilevante e in crescita, grazie anche all’integrazione con strumenti come Copilot e all’adozione di tecnologie come IndexNow, che accelera il processo di indicizzazione dei contenuti. Per chiunque si occupi di SEO o gestisca un sito web, in particolare, Bing Webmaster Tools offre un set di strumenti avanzati per monitorare la visibilità e identificare le opportunità di miglioramento: la piattaforma consente di analizzare le prestazioni delle pagine sui risultati di ricerca Bing, individuare problemi tecnici, gestire sitemap e controllare il profilo backlink. A differenza della Google Search Console, mette a disposizione dati specifici sulle query, con insight dettagliati sull’interazione degli utenti, così da affinare strategie, ottimizzare contenuti e sfruttare eventuali spazi competitivi nel panorama della ricerca online. L’obiettivo di questa guida è esplorare in modo approfondito e pratico tutto ciò che Bing Webmaster Tools mette a disposizione, dalle funzionalità essenziali fino alle impostazioni avanzate, e capire come configurarlo, quali dati analizzare e come utilizzarlo per migliorare la presenza su questo motore di ricerca.

Che cos’è Bing Webmaster Tools

Bing Webmaster Tools è una piattaforma gratuita sviluppata da Microsoft per consentire a proprietari di siti web, SEO e webmaster di monitorare e migliorare la visibilità dei propri contenuti all’interno del motore di ricerca Bing. Fornisce strumenti per analizzare le prestazioni nelle SERP, individuare problemi tecnici e ottimizzare l’indicizzazione dei contenuti, offrendo funzionalità avanzate di diagnostica e reportistica.

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Il servizio offre una panoramica completa sulle prestazioni di un sito e include diverse funzionalità avanzate: è possibile verificare metriche chiave come clic, impression e CTR, analizzare il profilo backlink, gestire sitemap e segnalare nuove pagine attraverso il protocollo IndexNow, che velocizza la rilevazione dei contenuti da parte del motore di ricerca.

L’adozione di questo strumento non si limita all’ottimizzazione su Bing, ma rappresenta un’opportunità più ampia per chi vuole estendere la propria visibilità oltre Google e intercettare un pubblico alternativo, spesso caratterizzato da abitudini di navigazione differenti e da un tasso di conversione più elevato in settori specifici.

Una panoramica sulla piattaforma

Bing Webmaster Tools si presenta come un centro di controllo per analizzare il rendimento di un sito su Bing, individuando opportunità di miglioramento e segnalando eventuali criticità. L’interfaccia è intuitiva, progettata per semplificare l’accesso agli insight più rilevanti e fornire subito agli utenti dati utili sugli aspetti tecnici e SEO di un sito.

In particolare, suddivide le informazioni in tre macro-aree principali:

  • Monitoraggio delle prestazioni di ricerca: metriche dettagliate su impressioni, clic e posizionamento delle pagine nei risultati di ricerca.
  • Ottimizzazione SEO e risoluzione errori: problemi di scansione, suggerisce miglioramenti tecnici e fornisce indicazioni per affinare la SEO on-page.
  • Gestione tecnica e controllo dell’indicizzazione: per inviare sitemap, utilizzare il protocollo IndexNow e limitare la scansione di determinate pagine

Gli strumenti disponibili permettono di verificare la copertura dell’indice, analizzare il rendimento delle pagine nei risultati di ricerca e individuare eventuali criticità di scansione che potrebbero comprometterne la visibilità. Microsoft ha integrato anche funzioni orientate al comportamento dell’utente, come l’analisi delle sessioni di navigazione e delle heatmap, grazie alla connessione con Microsoft Clarity.

Rispetto ad altre piattaforme simili, l’accento è posto su una maggiore personalizzazione della gestione del sito; ad esempio, gli utenti possono configurare regole che influenzano la frequenza con cui Bingbot visita le pagine, bloccare specifici URL dall’indice e ricevere segnalazioni proattive su potenziali ottimizzazioni SEO.

Bing Webmaster Tools e Google Search Console: differenze e specificità

È evidente che la piattaforma Microsoft faccia immediatamente pensare alla “simile” soluzione che mette a disposizione Big G. In effetti, Bing Webmaster Tools e Google Search Console condividono finalità e funzionalità di base, anche se a un’analisi più approfondita presentano differenze significative che possono influenzare l’approccio degli utenti nell’ottimizzazione SEO.

Una prima differenza si nota nell’interfaccia. Google Search Console punta su un design essenziale e lineare, con report semplificati che enfatizzano gli errori tecnici più rilevanti. La piattaforma di Bing, invece, segue un’impostazione più dettagliata, con sezioni più specifiche per l’analisi del crawling e della SEO.

Le divergenze principali emergono esaminando i dati disponibili. Microsoft permette un accesso più approfondito ai backlink, con la possibilità di confrontare direttamente i link in entrata con quelli di altri siti, mentre Google offre solo una selezione delle pagine collegate. Un’altra funzionalità esclusiva è il modulo per la keyword research, che fornisce insight basati sulle query reali degli utenti.

Un’altra caratteristica distintiva riguarda i meccanismi di indicizzazione. L’integrazione del protocollo IndexNow consente di comunicare in tempo reale le modifiche apportate a un sito, rendendo il processo più rapido rispetto alla tradizionale scansione automatica svolta dai crawler. Google, invece, si affida ancora a un sistema più dipendente dalla frequenza dei passaggi di Googlebot.

Queste differenze incidono anche sulle opportunità di ottimizzazione. Il motore di ricerca di Microsoft premia i segnali off-page con maggiore enfasi rispetto a Google, dando più peso ai backlink e alla qualità del sito che li ospita. Inoltre, favorisce un’impostazione dei contenuti più chiara e strutturata, valorizzando il testo rispetto agli elementi dinamici e agli script complessi.

Per chi punta anche al mercato Bing, sfruttare le peculiarità dello strumento di Microsoft rappresenta un’opportunità utile per intercettare traffico organico qualificato e ottenere dati complementari rispetto alla Google Search Console.

Quanto costa Bing Webmaster Tools?

C’è però un aspetto evidente che accomuna le due soluzioni concorrenti: anche Bing Webmaster Tools è completamente gratuito, infatti. Come Google, anche Microsoft mette a disposizione tutte le funzionalità della piattaforma senza limitazioni, permettendo a proprietari di siti web di gestire l’ottimizzazione senza costi aggiuntivi.

La scelta di offrire queste funzionalità gratuitamente rientra nella strategia di Bing di incentivare una migliore qualità dei contenuti indicizzati, aiutando webmaster e SEO a ottimizzare la presenza del proprio sito senza barriere d’accesso. Questo consente a Microsoft di migliorare l’accuratezza e la freschezza dei suoi risultati di ricerca, beneficiando sia i gestori dei siti, che ricevono dati direttamente dalla piattaforma, sia Bing stesso, che ottiene un indice più aggiornato e preciso.

A cosa serve Bing Webmaster Tools

L’ottimizzazione per Bing richiede strumenti che permettano di monitorare, diagnosticare e migliorare la presenza di un sito web nel motore di ricerca Microsoft; come detto, Bing Webmaster Tools offre appunto una serie di funzionalità che consentono di analizzare l’indicizzazione, le prestazioni organiche e i backlink, fornendo insight che non sono disponibili nelle normali piattaforme di web analytics.

Uno degli aspetti distintivi è il maggiore controllo sull’interazione tra il motore di ricerca e il sito web: gli strumenti specifici per la scansione e l’ottimizzazione SEO consentono di gestire la velocità di crawling, l’analisi dettagliata dei fattori di ranking e l’integrazione con il protocollo IndexNow, che accelera l’aggiornamento dei contenuti nell’indice di Bing.

L’uso della piattaforma non è solo una scelta per chi vuole diversificare il proprio traffico organico, ma rappresenta un’opportunità di crescita per chi opera in settori dove Bing intercetta una quota rilevante di utenti, come il mondo aziendale e il B2B. Con un pubblico che tende a interagire di più con i risultati organici rispetto a quelli sponsorizzati, Bing può offrire un migliore rendimento sulle keyword commerciali, rendendo l’ottimizzazione su questo motore di ricerca un’azione strategica.

Verifica dell’indicizzazione e dello stato di ottimizzazione

Uno dei primi aspetti da considerare in qualsiasi strategia SEO è l’indicizzazione delle pagine. Se un contenuto non viene incluso nell’indice del motore di ricerca, non potrà essere trovato dagli utenti, indipendentemente dalla sua qualità. Lo strumento di ispezione URL disponibile in Bing Webmaster Tools consente di verificare rapidamente se una pagina è presente nell’indice e di individuare eventuali criticità che ne ostacolano la corretta elaborazione.

Dalla dashboard, inserendo un URL specifico, è possibile ottenere informazioni dettagliate sul suo stato, tra cui:

Se una pagina non appare nei risultati di ricerca, il problema può dipendere da impostazioni errate nel file robots.txt, dalla mancanza di link interni che aiutino i crawler a raggiungerla o da errori tecnici che impediscono una corretta interpretazione del contenuto. In questi casi, è possibile procedere con una serie di azioni correttive, tra cui l’invio manuale dell’URL per forzare la rilevazione o l’ottimizzazione della struttura del sito per facilitare la scansione delle pagine meno accessibili.

Analisi delle prestazioni di ricerca

La sezione “Search Performance” della piattaforma offre una panoramica dettagliata su come un sito si comporta all’interno dei risultati di Bing. I dati disponibili permettono di comprendere quali pagine attirano visitatori e come vengono visualizzate nei risultati di ricerca.

Tre metriche chiave aiutano a valutare l’efficacia delle strategie di ottimizzazione:

  • Clic: il numero di volte in cui gli utenti hanno effettivamente visitato il sito dopo aver visto un risultato pertinente.
  • Impressioni: le volte in cui una pagina è apparsa nei risultati di ricerca per una determinata query.
  • CTR (Click Through Rate): la percentuale di utenti che hanno cliccato sul risultato dopo averlo visualizzato.

Analizzando questi dati è possibile identificare le pagine che generano il maggior traffico, oltre a quelle che appaiono frequentemente nelle SERP ma ricevono pochi clic. Se un contenuto ha molte impressioni ma un CTR basso, può essere utile ottimizzarne il titolo o la meta description per renderlo più attrattivo.

Un’altra funzionalità utile è il filtro avanzato che consente di segmentare le prestazioni per data, Paese, dispositivo e query di ricerca, in modo da individuare differenze di comportamento del pubblico su desktop e mobile o di analizzare il rendimento di specifiche keyword, adattando le strategie SEO in base ai risultati osservati.

Ottimizzazione per il motore di ricerca di Microsoft

Bing utilizza fattori di ranking in parte differenti rispetto a Google, rendendo necessario un approccio specifico per migliorare il posizionamento su questo motore di ricerca. Alcuni criteri hanno un peso maggiore nella sua valutazione algoritmica, quindi è importante conoscerli per ottimizzare al meglio il proprio sito.

Un primo elemento cruciale è la qualità dei backlink. Mentre Google ha progressivamente ridotto l’importanza di fattori esterni per determinare il ranking, Bing attribuisce ancora un valore significativo alla quantità e qualità dei collegamenti che puntano a una pagina. Avere link provenienti da siti autorevoli e tematicamente rilevanti può quindi favorire un miglior posizionamento.

Anche la struttura del contenuto gioca un ruolo rilevante. I siti che utilizzano HTML chiaro e ben strutturato vengono interpretati meglio dagli algoritmi di Bing, che privilegiano pagine con intestazioni gerarchicamente ordinate e con un uso appropriato dei dati strutturati.

L’età del dominio rappresenta un altro aspetto distintivo nelle strategie di ranking. Nei risultati di Bing, i siti con una storia consolidata tendono a ottenere un vantaggio competitivo, motivo per cui investire in una strategia di contenuti costante nel tempo può rivelarsi particolarmente efficace.

Infine, un aspetto da non trascurare riguarda l’influenza dei segnali sociali. Sebbene l’impatto esatto non sia ufficialmente confermato, Bing sembra dare maggiore peso rispetto a Google alle interazioni sui social network, considerando i segnali generati da piattaforme come LinkedIn e X nel valutare l’autorità di un sito.

Per ottimizzare al meglio un progetto digitale su Bing è quindi fondamentale concentrarsi su una combinazione di elementi tecnici, autorevolezza del dominio e strategie off-page. Lo strumento di Microsoft offre dati utili su ciascuno di questi aspetti, facilitando il processo di ottimizzazione e migliorando la capacità di raggiungere utenti che utilizzano questo motore di ricerca come alternativa a Google.

Perché è utile e chi dovrebbe usarlo

L’ottimizzazione per Bing rappresenta un’opportunità spesso sottovalutata, ma il valore di un approccio diversificato alla SEO sta diventando sempre più evidente. Se Google resta il riferimento principale per il traffico organico, Bing accoglie una fetta di utenti significativa, con un profilo demografico che può offrire vantaggi strategici a specifiche categorie di siti web.

Bing Webmaster Tools risulta particolarmente utile per professionisti della SEO, sviluppatori e imprenditori digitali, poiché permette un controllo più dettagliato sull’indicizzazione, l’analisi di metriche specifiche e l’individuazione di opportunità meno esposte alla forte concorrenza presente su Google. Grazie a dati esatti sui backlink, ricerche su parole chiave basate su volumi organici e strumenti diagnostici avanzati, chiunque operi nel digitale può trarre vantaggio da una strategia che includa anche questo strumento.

Diamo uno sguardo ai profili professionali che possono trarne il massimo beneficio.

  • SEO specialist e agenzie

Per gli esperti di ottimizzazione, le informazioni ottenibili da questo strumento rappresentano un ottimo complemento ai dati già disponibili su Google Search Console. La possibilità di analizzare il posizionamento di un sito su un motore di ricerca con algoritmi differenti consente di individuare nuove opportunità di traffico, soprattutto per keyword meno competitive rispetto a Google. Uno dei principali punti di forza è il report dettagliato sui backlink, che offre una visione più ampia rispetto a quanto mostrato da Google. Potendo confrontare i collegamenti di un sito con quelli dei concorrenti, diventa più facile individuare opportunità di link building mirate. Inoltre, la disponibilità dello strumento di ricerca parole chiave basato su dati reali organici permette di verificare interessanti variazioni nel comportamento degli utenti tra le due piattaforme. Le agenzie SEO, in particolare, possono integrare questi insight nelle strategie dei propri clienti, sfruttando Bing come canale alternativo per migliorare la visibilità di brand operanti in settori con alta concorrenza su Google.

  • Webmaster e sviluppatori

Dal punto di vista tecnico, la piattaforma di Microsoft fornisce risorse preziose per monitorare lo stato di indicizzazione e la corretta scansione del sito. Attraverso strumenti avanzati di diagnostica è possibile identificare problemi che potrebbero impedire una corretta rilevazione dei contenuti da parte del motore di ricerca. Gli sviluppatori possono sfruttare il Controllo URL per verificare come Bingbot interpreta una pagina, individuare eventuali blocchi nel file robots.txt e correggere errori di crawling che influenzano la visibilità. Inoltre, gestire le sitemap direttamente dalla piattaforma consente un maggiore controllo sui tempi di indicizzazione. Per progetti che fanno affidamento su gestione avanzata dei parametri URL e targeting geografico, Bing Webmaster Tools offre funzioni di configurazione più dettagliate. Il protocollo IndexNow, come detto, accelera l’inserimento di nuovi contenuti nell’indice, un vantaggio rilevante per siti che vengono aggiornati frequentemente.

  • Aziende ed eCommerce

Chi gestisce uno shop online o un business digitale può migliorare la propria visibilità grazie ai dati ottenuti, in particolare sfruttando alcuni elementi distintivi del motore di ricerca di Microsoft. Uno degli aspetti più interessanti è la maggior penetrazione di Bing tra utenti aziendali e professionisti. I dispositivi Windows, che utilizzano Bing come motore di ricerca predefinito in molte configurazioni, attraggono una fascia di pubblico spesso più propensa a compiere acquisti o a interagire con contenuti di valore elevato. Questo lo rende particolarmente interessante per settori come software, B2B e servizi tecnologici, che possono trovare su Bing un’audience più qualificata. Per gli eCommerce, la possibilità di monitorare le query di ricerca e il comportamento degli utenti su Bing offre vantaggi nell’ottimizzazione del catalogo. Molti siti notano CTR più alti per determinate tipologie di prodotti, grazie a una concorrenza meno aggressiva rispetto a Google Shopping. Integrare l’analisi delle prestazioni con gli altri strumenti di marketing permette di affinare campagne e strategie di conversione.

Storia ed evoluzione di Bing Webmaster Tools

Lanciato ufficialmente nel giugno 2009, Bing Webmaster Tools è nato come versione rivista e migliorata degli strumenti per sviluppatori precedentemente disponibili su Live Search, il motore di ricerca Microsoft che Bing ha sostituito. Il suo scopo iniziale era fornire ai webmaster un mezzo affidabile per monitorare, gestire e ottimizzare la presenza dei loro siti tra i risultati di ricerca di Bing, aiutandoli a migliorare l’indicizzazione e la visibilità organica. Una vera e propria “risposta” alla Google Search Console, anche se le più recenti implementazioni basate sull’intelligenza artificiale e gli aggiornamenti progressivi, che hanno portato all’introduzione di nuove funzionalità e adattamenti ai cambiamenti nei criteri di ranking dei motori di ricerca, hanno reso il servizio sempre più evoluto per rispondere alle esigenze sempre più specifiche di webmaster, SEO e aziende digitali.

Nei primi anni, infatti, le funzionalità erano essenziali e si limitavano all’invio di sitemap, alla gestione dei parametri di scansione e a una serie di strumenti diagnostici per l’indicizzazione. A partire dal 2012, però, l’azienda  ha riprogettato l’interfaccia rendendola più accessibile e ha aggiunto report dettagliati sulle query e sulle prestazioni organiche: questo aggiornamento ha reso la piattaforma più simile alla Google Search Console, offrendo ai webmaster una visione più chiara su come Bing interpretava i loro siti, e ha dato una forma più strutturata allo strumento, anche grazie all’integrazione di rapporti sulle prestazioni e nuove opzioni per il controllo dei backlink, segnando una prima espansione verso un sistema più articolato e orientato a una SEO più approfondita.

Come si è sviluppato lo strumento

L’evoluzione della piattaforma è stata guidata da vari fattori, come una crescente attenzione alla SEO tecnica, l’espansione delle funzionalità di Bing Search e – non ultimo – la necessità di competere con Google Search Console, offrendo metriche più dettagliate e strumenti di analisi specifici per il motore di ricerca Microsoft. Se nei primi tempi il focus era concentrato principalmente sulla gestione tecnica dell’indicizzazione, con il tempo Bing Webmaster Tools ha seguito un percorso di crescita che lo ha reso una suite più completa, integrando strumenti basati su intelligenza artificiale, analisi avanzata del traffico e monitoraggio continuo delle performance organiche .

Come detto, le prime versioni dello strumento risalgono agli anni 2009-2010, periodo in cui Microsoft cercava di consolidare Bing come alternativa competitiva a Google, proponendo appunto questa suite inizialmente chiamata “Bing Webmaster Center”, con funzioni ancora limitate.

L’evoluzione più significativa è avvenuta tra il 2015 e il 2020, periodo in cui Bing Webmaster Tools è stato completamente rinnovato, con una nuova interfaccia e funzionalità avanzate come il controllo dei backlink, la rilevazione di errori SEO e una gestione più flessibile delle impostazioni di scansione, per agevolare anche la gestione del crawl budget. Contestualmente, Microsoft ha lavorato per integrare strumenti di intelligenza artificiale e automazione, aprendo la strada alle ultime innovazioni della piattaforma.

Con il rinnovamento dell’interfaccia nel 2019-2020 il sistema è stato ancora una volta riprogettato per migliorare l’esperienza utente e offrire report più dettagliati. Le funzionalità sono state ampliate con l’introduzione di IndexNow e del supporto a Microsoft Clarity, strumento nato per fornire agli utenti una visione chiara del comportamento degli utenti nei siti analizzati.

Dal suo debutto, quindi, Bing Webmaster Tools si è trasformato da un tool tecnico per la gestione della presenza nei motori di ricerca a uno strumento strategico che aiuta SEO, sviluppatori e imprenditori digitali a ottenere insight concreti sui fattori di ranking e sulle prestazioni di un sito all’interno del network Microsoft. Oggi continua a espandersi, introducendo funzionalità basate sull’AI e sulla personalizzazione, a dimostrazione di come anche Bing stia investendo in metodi più raffinati per migliorare l’esperienza degli utenti e dei professionisti del web.

Le funzioni rimosse nel tempo e le novità più recenti

L’espansione delle funzionalità ha portato anche a una selezione più mirata degli strumenti disponibili, con alcune funzioni eliminate o integrate in processi più moderni, nell’ottica di mantenere la piattaforma più efficiente, riducendo eventuali ridondanze tra gli strumenti disponibili.

Una delle eliminazioni più rilevanti riguarda il Disavow Tool, funzione che consentiva agli utenti di segnalare manualmente link dannosi o indesiderati. Anticipando Google, Microsoft ha deciso di rimuoverla definitivamente nel 2023, ritenendo che l’algoritmo di Bing fosse ormai in grado di riconoscere e ignorare automaticamente i collegamenti di bassa qualità, senza bisogno di interventi manuali.

Un’altra modifica importante ha interessato la gestione del targeting geografico. In passato, Bing permetteva di assegnare un paese di riferimento per un intero dominio, ma questa opzione è stata eliminata per favorire l’uso di metodi più precisi come i meta tag hreflang e le impostazioni DNS. Lo stesso è accaduto con Connected Pages, strumento che consentiva di associare profili social a un sito web e monitorarne la visibilità nelle SERP di Bing, oggi sostituito dall’integrazione con Microsoft Clarity che offre dati dettagliati sul comportamento degli utenti.

Infine, è stata eliminata la sezione separata dedicata alla compatibilità mobile: il report sulla versione mobile di un sito è stato infatti inglobato in diagnostiche SEO più ampie, rendendo l’analisi complessiva delle prestazioni più intuitiva.

A fronte di queste deprecazioni sono stati ovviamente anche introdotti strumenti di ottimizzazione sempre più sofisticati, in linea con le tecnologie emergenti nell’ambito della search AI – e vale la pena ricordare che attualmente SearchGPT si basa fortemente sui sistemi algoritmici di Bing.

L’integrazione con Copilot, assistente basato su intelligenza artificiale, ha ad esempio trasformato il modo in cui gli utenti possono analizzare i propri dati: oggi, grazie a questa implementazione, è possibile ottenere suggerimenti personalizzati su quali miglioramenti apportare in base alle metriche delle performance organiche.

Un altro significativo aggiornamento è stato l’allungamento dello storico dei dati fino a 16 mesi, consentendo agli utenti di identificare tendenze a lungo termine nelle SERP, un vantaggio significativo per chi lavora su strategie SEO complesse.

L’evoluzione più rilevante dal punto di vista tecnico è rappresentata da IndexNow, tecnologia riduce sensibilmente i tempi di indicizzazione, permettendo di far apparire gli aggiornamenti del sito nei risultati di ricerca in tempi molto brevi rispetto alla tradizionale scansione periodica dei crawler.

Le principali funzionalità di Bing Webmaster Tools

La piattaforma offre funzionalità operative e analitiche che aiutano a gestire l’indicizzazione di un sito, a monitorarne le performance e a correggere eventuali problemi SEO. Oltre alla semplice visualizzazione di dati, gli strumenti inclusi permettono di interagire attivamente con il motore di ricerca, segnalando aggiornamenti, verificando problemi tecnici ed effettuando ottimizzazioni mirate.

Una caratteristica distintiva è la possibilità di intervenire direttamente sull’indicizzazione tramite IndexNow; gli strumenti di diagnostica SEO consentono di individuare pagine con errori di struttura o problemi di accessibilità, mentre le opzioni per l’analisi dei backlink forniscono dati dettagliati e precisi.

La piattaforma include anche risorse avanzate, come Site Explorer, che mostra un’anteprima della struttura del sito dal punto di vista di Bingbot, e strumenti per la gestione di parametri tecnici, tra cui il controllo di robots.txt e la verifica della leggibilità del codice html. La recente integrazione dell’intelligenza artificiale con Copilot aggiunge un ulteriore livello di automazione, suggerendo azioni migliorative basate sulle performance delle pagine.

L’accesso a queste funzionalità consente di sviluppare una strategia SEO efficace per Bing, differenziandosi dagli approcci consueti basati esclusivamente su Google e offrendo una panoramica più completa sulle opportunità di crescita nei risultati di ricerca.

  1. Search Performance (Prestazioni di ricerca)

La sezione dedicata alle prestazioni organiche raccoglie tutti i dati relativi alla visibilità del sito nei risultati di ricerca di Bing. Le informazioni disponibili aiutano a comprendere quali pagine ricevono traffico, quali query generano impressioni e come gli utenti interagiscono con i contenuti.

Il report principale evidenzia il numero di clic ricevuti rispetto alle impression, offrendo un confronto diretto tra le volte in cui il sito è stato mostrato e quelle in cui gli utenti lo hanno effettivamente visitato. Il valore del CTR (Click-Through Rate) rappresenta un indicatore fondamentale per valutare l’efficacia dei titoli e delle meta description, facilitando un’ottimizzazione più precisa.

Un’altra area di analisi riguarda le parole chiave e le pagine di destinazione, che Bing suddivide in base alle prestazioni. Monitorare questi dati consente di identificare le sezioni del sito che funzionano meglio e individuare contenuti che potrebbero ottenere maggiore visibilità con piccoli miglioramenti.

  1. SEO Report e strumenti di diagnostica

L’area di diagnostica fornisce un’analisi dedicata agli aspetti tecnici e ai potenziali problemi SEO che potrebbero compromettere l’indicizzazione del sito. Gli errori vengono segnalati direttamente nella dashboard e accompagnati da suggerimenti operativi che semplificano la risoluzione.

Tra gli aspetti monitorati rientrano le anomalie nei meta tag, nelle strutture delle intestazioni e nelle direttive per i robot, oltre a elementi che potrebbero incidere sulla velocità di caricamento e sulla leggibilità del codice HTML. L’analisi include anche problemi legati ai collegamenti interni e alla navigazione, che potrebbero ridurre la capacità del crawler di mappare correttamente tutte le pagine.

  1. Backlink e analisi dei link in entrata

Il sistema di analisi dei backlink offerto da Bing Webmaster Tools fornisce una visione dettagliata sulla rete di collegamenti esterni che puntano a un sito. A differenza di altri strumenti, questa piattaforma permette di accedere a un elenco più ampio di URL sorgenti, fornendo un quadro chiaro delle pagine che trasferiscono autorità al sito monitorato.

Oltre a consentire la consultazione dei domini di riferimento, il report sui link include informazioni sulla qualità e sulla pertinenza dei collegamenti in entrata. La presenza di testi di ancoraggio ripetitivi o poco naturali, così come l’eccessiva concentrazione di link da una singola fonte, può segnalare rischi legati all’affidabilità delle connessioni.

Bing offre anche un confronto tra profili di backlink competitivi, mettendo a disposizione insight utili per valutare le strategie utilizzate dai siti concorrenti. Analizzare questo tipo di dati aiuta a comprendere come migliorare la distribuzione dei collegamenti e a individuare opportunità di acquisizione di nuovi link.

  1. IndexNow e invio URL

L’adozione di IndexNow ha reso l’indicizzazione su Bing più veloce ed efficiente. Questo protocollo consente ai siti web di notificare direttamente al motore di ricerca ogni nuova pubblicazione, modifica o eliminazione di pagina, riducendo i tempi di attesa necessari per la rilevazione dei contenuti aggiornati.

L’implementazione di IndexNow risulta particolarmente utile per siti che aggiornano frequentemente il proprio catalogo, pubblicano articoli con alta frequenza o necessitano che le modifiche siano recepite nel minor tempo possibile. L’integrazione con CMS e piattaforme di hosting ha semplificato l’adozione di questa tecnologia, permettendo di implementare il sistema senza dover intervenire manualmente.

Per le pagine meno critiche, la piattaforma offre comunque la possibilità di inviare URL singolarmente per accelerarne la scansione, mantenendo flessibilità nella gestione dell’indicizzazione.

  1. Site Explorer

Lo strumento Site Explorer fornisce una rappresentazione dettagliata della struttura del sito, consentendo agli utenti di esplorare come le pagine vengono interpretate dal crawler di Bing. La visualizzazione gerarchica degli URL permette di individuare eventuali interruzioni nei collegamenti interni, errori di navigazione o sezioni del sito che risultano meno accessibili ai bot di scansione.

Un’opzione particolarmente utile è la segmentazione delle pagine in base allo stato di indicizzazione e alla loro frequenza di scansione. In questo modo, è possibile identificare rapidamente se una sezione del sito viene ignorata dai motori di ricerca a causa di configurazioni errate o problemi tecnici.

  1. Robots.txt tester e strumenti di configurazione avanzati

L’analisi del file robots.txt consente ai webmaster di controllare in tempo reale eventuali blocchi accidentali che potrebbero impedire la corretta lettura dei contenuti. Il sistema verifica la validità delle istruzioni presenti nel file e mostra eventuali errori che potrebbero incidere sull’indicizzazione di intere directory o sezioni del sito.

Le opzioni di configurazione avanzata includono anche strumenti per la gestione delle regole di scansione e la possibilità di stabilire parametri di esclusione per le pagine prive di rilevanza SEO. La possibilità di testare regolamenti personalizzati riduce il rischio di impostazioni errate che potrebbero compromettere la visibilità organica.

  1. Copilot e AI in Bing Webmaster Tools

L’integrazione dell’intelligenza artificiale generativa attraverso Copilot ha introdotto un livello aggiuntivo di automazione nell’analisi delle prestazioni SEO. La piattaforma è ora in grado di suggerire modifiche strategiche basate sulle tendenze dei dati , aiutando gli utenti a identificare opportunità di miglioramento e problemi critici senza dover eseguire analisi manuali avanzate.

I suggerimenti generati da Copilot comprendono raccomandazioni su termini di ricerca in crescita, variazioni nei volumi di traffico e possibili ottimizzazioni per migliorare i ranking sulla base delle attuali preferenze dell’algoritmo di Bing.

Applicazioni pratiche nei diversi settori

L’utilità della piattaforma varia in base al settore di appartenenza del sito, offrendo opportunità specifiche per ottimizzare la visibilità e migliorare il posizionamento nei risultati di ricerca di Bing, ma soprattutto permettendo di adattare le strategie SEO alle esigenze di realtà diverse, come eCommerce, siti editoriali e aziende locali.

Per le attività di vendita online, ad esempio, la possibilità di velocizzare l’indicizzazione attraverso IndexNow rappresenta un supporto essenziale, poiché consente di aggiornare rapidamente le schede prodotto, assicurando che le variazioni di prezzo, disponibilità e descrizione vengano recepite dal motore di ricerca senza ritardi. Questo aspetto è particolarmente utile quando si gestiscono stock con disponibilità variabile, evitando che i prodotti esauriti continuino a essere visibili nei risultati di ricerca o che nuove proposte tardino a posizionarsi. L’analisi delle query di ricerca aiuta a intercettare con maggiore precisione le intenzioni di acquisto degli utenti di Bing, spesso caratterizzati da un comportamento differente rispetto a chi utilizza Google.

Anche per i siti editoriali la rapidità di aggiornamento dei contenuti è determinante, operando in un contesto in cui emergono continuamente nuove notizie e temi di tendenza e dove, quindi, avere strumenti che permettano di migliorare la velocità con cui gli articoli vengono inseriti nell’indice di Bing è un vantaggio strategico. Questo aspetto si integra con le possibilità offerte da Bing Webmaster Tools nel monitorare l’andamento delle pagine più visitate e nel valutare la rilevanza delle parole chiave che stanno generando traffico residuo, in modo da fare content curation e individuare contenuti già esistenti da ottimizzare prima che perdano rilevanza.

Per le attività locali, la visibilità nei risultati di ricerca è strettamente legata alla corretta ottimizzazione della presenza online, e la piattaforma Microsoft offre strumenti utili per rafforzare il posizionamento nelle ricerche geolocalizzate. La combinazione tra audit tecnico, analisi dei backlink e strumenti di scansione permette di ottimizzare un sito affinché appaia in risposta alle query degli utenti che cercano servizi nella loro area di riferimento.

Questi esempi mostrano come l’utilizzo di Bing Webmaster Tools sia tutt’altro che generico e possa essere adattato in modo mirato alle caratteristiche di ogni settore, sfruttando le peculiarità del motore di ricerca per creare un vantaggio competitivo.

Come configurare Bing Webmaster Tools e verificare un sito

L’utilizzo di Bing Webmaster Tools inizia con un processo di configurazione che permette di associare un sito web alla piattaforma e verificare la proprietà in modo sicuro; la procedura non richiede particolari competenze tecniche e può essere completata in pochi passaggi, grazie a diversi metodi di autenticazione.

Dopo aver aggiunto un sito e confermato la proprietà è possibile accedere ai dati relativi alle prestazioni di ricerca, all’indicizzazione e alla diagnostica. Microsoft ha inoltre reso più semplice la transizione per chi utilizza la Google Search Console, permettendo di importare direttamente le informazioni da quel sistema senza dover ripetere l’intero processo di configurazione.

Creazione di un account e primo accesso

Per iniziare a utilizzare Bing Webmaster Tools è necessario disporre di un account Microsoft oppure registrarsi utilizzando credenziali di accesso di Google o Facebook. Il login unificato consente di semplificare la gestione dell’account senza dover creare un’ulteriore registrazione dedicata.

Dopo l’accesso, la piattaforma chiede di aggiungere un sito web inserendo l’URL esatto della homepage, che servirà come riferimento principale per la scansione e i report. A questo punto viene richiesto di completare la verifica della proprietà, passaggio essenziale per consentire l’accesso ai dati sensibili relativi all’indicizzazione e alle query di ricerca.

La registrazione dell’account è immediata, ma per sbloccare tutte le funzionalità della piattaforma la verifica del sito è un passaggio indispensabile. Questa operazione autorizza Bing a raccogliere dati sul traffico organico, a diagnosticare eventuali problemi e a fornire suggerimenti ottimizzati per la SEO.

Metodi di verifica del sito

Come avviene per la GSC, anche la piattaforma Microsoft offre diverse opzioni per la verifica, permettendo agli utenti di selezionare il metodo più adatto alle proprie esigenze tecniche. Tutte le modalità disponibili garantiscono la stessa efficacia, quindi la scelta dipende dalle preferenze personali e dalle possibilità di modifica del sito.

  1. Verifica tramite file XML

Uno dei metodi più diffusi consiste nell’upload di un file XML nella root del dominio. Dopo aver scaricato il file fornito dalla piattaforma e averlo caricato nel server, Bing potrà rilevarlo automaticamente e confermare la proprietà del sito. Questa soluzione è consigliata per chi ha pieno accesso ai file della propria infrastruttura web.

  1. Verifica tramite meta tag

In alternativa, è possibile verificare il sito inserendo un meta tag specifico nella sezione <head> della homepage. Questa modalità è utile per chi non ha accesso FTP o non può caricare file nel server, ma ha la possibilità di modificare il codice HTML del sito. Dopo aver salvato le modifiche, il meta tag verrà rilevato da Bing e la verifica sarà completata.

  1. Verifica tramite DNS

Per chi preferisce una configurazione più avanzata, Bing permette di aggiungere un record CNAME ai DNS del dominio. Questa soluzione è ideale per siti di grandi dimensioni con infrastrutture gestite da più persone, poiché consente di verificare la proprietà senza dover intervenire direttamente sul codice del sito o sui file di sistema.

Ogni metodo ha lo stesso valore ai fini della verifica e, una volta completato, permette alla piattaforma di raccogliere dati e fornire un quadro completo delle metriche organiche del sito.

  1. Importazione dei dati da Google Search Console

Per chi ha già configurato un sito su Google Search Console, Bing semplifica l’integrazione offrendo un’opzione di importazione automatizzata. Questa funzione consente di sincronizzare rapidamente la registrazione di un sito senza dover ripetere le operazioni di verifica.

Il processo di importazione prevede l’autenticazione tramite l’account Google associato alla Search Console, che permette a Bing di ottenere le informazioni essenziali relative alla proprietà del sito. Dopo aver confermato i permessi richiesti, la piattaforma importa automaticamente il dominio e attiva i controlli di scansione, senza che sia necessario ripetere manualmente le altre procedure.

L’importazione offre il vantaggio di eliminare possibili errori di configurazione e rende più immediato l’accesso ai report analitici della piattaforma, permettendo ai webmaster di iniziare subito l’analisi delle performance e l’ottimizzazione SEO per Bing.

Ottimizzare un sito per Bing: best practice SEO

L’ottimizzazione per Bing richiede un approccio specifico che, pur condividendo diversi principi con Google, si distingue per alcuni aspetti chiave. Il motore di ricerca di Microsoft tende a valorizzare maggiormente fattori SEO tradizionali, come la qualità dei backlink e l’uso coerente delle parole chiave, mentre dà un peso minore a segnali di ranking più moderni come la user experience basata su metriche comportamentali.

Comprendere queste differenze consente di sviluppare strategie mirate per migliorare il posizionamento su Bing senza incorrere in ottimizzazioni inefficaci. Un sito ben ottimizzato per questo motore di ricerca può trarre vantaggio dalla minore concorrenza rispetto a Google, intercettando traffico qualificato con un tasso di conversione spesso più elevato in determinati settori.

Le best practice per migliorare il ranking su Bing includono un focus su contenuti ben strutturati, un’attenzione particolare alla semantica e un processo di indicizzazione che può essere accelerato tramite strumenti specifici. Anche la strategia di link building presenta caratteristiche uniche, rendendo necessaria una gestione più strategica dei collegamenti in entrata.

Quali fattori di ranking sono più rilevanti per Bing

Rispetto a Google, Bing sembra attribuire maggiore importanza ad alcuni elementi tradizionali del ranking, enfatizzando aspetti che, negli ultimi anni, sono stati riconsiderati dagli algoritmi di Mountain View. Uno dei punti fondamentali riguarda l’interpretazione esatta delle parole chiave, che su Bing risulta essere più diretta e letterale. Mentre Google ha affinato gli algoritmi di comprensione semantica attraverso il machine learning, il motore di ricerca di Microsoft continua a dare un peso rilevante all’uso specifico e coerente delle keyword nei contenuti e nei meta tag.

L’età del dominio è un altro fattore che Bing considera in modo più rilevante rispetto a Google. I siti con una storia consolidata e una continuità in termini di contenuto tendono a ottenere un miglior posizionamento, a conferma di quanto l’algoritmo premi l’affidabilità e la stabilità nel tempo.

Per quanto riguarda la SEO tecnica, Bing valorizza una struttura chiara del sito, premiando pagine con un markup HTML ben formattato e con un uso corretto delle intestazioni. L’ottimizzazione delle immagini tramite attributi ALT descrittivi e il corretto impiego dei dati strutturati aiutano a migliorare la comprensione dei contenuti da parte del motore di ricerca.

Anche i segnali social sembrano avere più rilevanza su Bing rispetto a Google, con un’influenza diretta derivante dall’engagement su piattaforme come LinkedIn e X. Sebbene non sia un diretto fattore di ranking confermato ufficialmente, l’ecosistema Microsoft sfrutta questi segnali per individuare contenuti affidabili e rilevanti per determinati utenti.

Come migliorare l’indicizzazione su Bing

L’indicizzazione delle pagine su Bing segue criteri in parte simili a Google, ma con alcune differenze che possono influenzare la rapidità e l’efficacia con cui un sito viene analizzato e incluso nell’indice del motore di ricerca. Il metodo tradizionale di scansione dei contenuti basato sulle visite periodiche dei crawler può essere affiancato da sistemi più efficienti che Microsoft ha introdotto per rendere il processo più rapido.

Uno degli strumenti chiave per velocizzare l’indicizzazione è IndexNow: a differenza dell’attesa passiva del passaggio del crawler, IndexNow trasmette una segnalazione diretta che riduce i tempi di riconoscimento delle nuove pagine.

La gestione delle sitemap XML è particolarmente importante per garantire che Bing possa individuare e comprendere correttamente la gerarchia dei contenuti di un sito web. Microsoft fornisce strumenti avanzati nella sua piattaforma per monitorare lo stato delle sitemap inviate, offrendo la possibilità di analizzare il numero di URL scansionati e quelli che presentano problemi di accesso.

Per evitare ostacoli nell’indicizzazione, è consigliabile verificare che il file robots.txt non stia accidentalmente bloccando sezioni importanti del sito. Questo aspetto può essere controllato tramite l’apposito tester integrato in Bing Webmaster Tools, che consente di simulare il comportamento del crawler e identificare eventuali limitazioni nella scansione.

Oltre agli aspetti tecnici, fattori esterni come la presenza di backlink rilevanti contribuiscono a migliorare la frequenza di scansione da parte di Bingbot. I siti che ricevono link da fonti autorevoli tendono a essere visitati con maggiore regolarità, accelerando la fase di indicizzazione e migliorando la distribuzione delle nuove pagine nei risultati di ricerca.

Link building per Bing: differenze con Google

L’acquisizione di link esterni rappresenta un elemento essenziale nella strategia SEO per qualsiasi motore di ricerca, ma Bing ha un approccio che enfatizza alcuni aspetti distintivi rispetto a Google. Se l’algoritmo di Mountain View ha progressivamente ridotto l’importanza dei soli backlink in favore di una valutazione più complessa della qualità dei contenuti, la piattaforma di Microsoft continua a considerare i collegamenti in entrata come un segnale fortemente influente per il posizionamento.

Bing tende a dare maggiore peso ai link provenienti da domini storicamente affidabili, premiando collegamenti ottenuti da siti con una struttura consolidata e una lunga attività online, che vengono percepiti come indicatori di autorevolezza. La qualità di un backlink è valutata non solo sulla base della reputazione del sito sorgente, ma anche in relazione all’attinenza semantica con il contenuto della pagina di destinazione.

Un’altra differenza significativa riguarda l’importanza dell’ottimizzazione dell’anchor text. Bing utilizza ancora con maggiore rigore le ancore testuali per comprendere il contesto del collegamento, quindi una distribuzione equilibrata di anchor text ottimizzate, senza eccessivo abuso di parole chiave artificiali, può migliorare il ranking.

A livello strategico, ottenere collegamenti da siti con un pubblico specificamente orientato verso il mondo Microsoft può favorire un miglior posizionamento sulle pagine dei risultati di Bing. La presenza su directory di settore autorevoli, siti governativi o accademici e fonti istituzionali continua a essere un forte indicatore positivo per l’algoritmo, che attribuisce valore ai backlink provenienti da entità di alta credibilità.

Infine, a differenza di Google, che ha introdotto politiche più restrittive sulla valutazione dei link nofollow, Bing continua a considerare alcuni collegamenti nofollow come segnali potenzialmente utili nel determinare la rilevanza di un sito. Anche se non trasferiscono direttamente valore in termini di link equity, tali collegamenti possono contribuire a migliorare la percezione dell’affidabilità del sito nel contesto del suo settore.

Dati statistici e impatto di Bing nel search marketing

Bing ha consolidato la sua presenza nel settore delle ricerche online, registrando una crescita costante negli ultimi anni. Sebbene Google rimanga il motore di ricerca dominante, Bing si è ritagliato una quota di mercato significativa su desktop, soprattutto grazie alla sua integrazione nativa con Windows e Microsoft Edge.

Oggi le innovazioni progressivamente introdotte da Microsoft, tra cui Copilot e IndexNow, hanno aumentato l’interesse verso questo motore di ricerca, rendendolo una piattaforma sempre più rilevante per utenti e aziende. La capacità di intercettare un tipo di traffico diverso rispetto a Google, con un tasso di conversione tendenzialmente più alto in alcuni settori, ha spinto molti professionisti del marketing a considerare Bing un canale strategico da non trascurare.

La quota di mercato di Bing

Secondo Statcounter, a gennaio 2025 Bing detiene circa quasi il 12% del mercato globale delle ricerche su desktop. Questo valore rappresenta una crescita rispetto agli anni precedenti, trainata da diversi fattori, tra cui l’adozione forzata su Windows 11 e la continua integrazione con Edge.

Marketshare dei motori di ricerca - gennaio 2025 - statcounter

A livello regionale, ci sono variazioni interessanti. Statcounter indica che in alcuni Paesi europei, tra cui l’Italia, Bing raggiunge una quota vicina al 9% sulle ricerche desktop, un valore che tende ad aumentare nelle aziende e nei settori B2B, dove l’uso di dispositivi aziendali preconfigurati con software Microsoft favorisce l’utilizzo del motore di ricerca predefinito.

Sulla ricerca mobile la situazione è diversa: Bing fatica ancora a competere con Google, che mantiene una posizione dominante grazie alla diffusione di Android. Tuttavia, la crescente integrazione di Copilot all’interno delle applicazioni Microsoft potrebbe modificare questo scenario nei prossimi anni.

Motivi della crescita dell’interesse verso Bing

L’incremento della quota di mercato di Bing non è casuale, ma il risultato di una serie di fattori strategici che ne hanno rafforzato la presenza tra utenti privati e aziende. Uno degli elementi chiave è l’integrazione sempre più profonda con l’ecosistema Microsoft, che ha favorito l’aumento delle ricerche eseguite attraverso Edge e dispositivi dotati di Windows 11.

Un elemento determinante è stato Copilot, l’intelligenza artificiale integrata nei prodotti Microsoft, che ha spinto l’adozione di Bing per la ricerca di informazioni direttamente all’interno delle applicazioni aziendali. Il motore di ricerca è diventato il punto di accesso naturale per chi utilizza strumenti come Office, Teams e Outlook, creando nuove abitudini tra gli utenti professionali.

Dal punto di vista tecnico, la crescita di Bing è stata incentivata dall’implementazione di IndexNow, che ha accelerato il processo di acquisizione dei contenuti rispetto ai metodi tradizionali basati sulla scansione periodica dei siti. Molti webmaster e SEO hanno iniziato a sfruttare questa tecnologia per ottenere una presenza più veloce ed efficace nelle SERP, specialmente in settori in cui la velocità di aggiornamento è cruciale, come il news publishing e l’eCommerce.

Un altro elemento strutturale che ha influito sulla crescita di Bing è stata l’espansione dell’adozione di Microsoft Edge, che ha registrato una quota di mercato in crescita tra i browser, in parte grazie anche alle restrizioni imposte da Google a livello pubblicitario. Gli utenti che utilizzano Edge sono più inclini a eseguire ricerche senza cambiare motore predefinito, contribuendo all’aumento delle query elaborate da Bing nel corso degli ultimi anni.

Come cambia il traffico da Bing rispetto a Google

Le differenze tra Bing e Google non si limitano alla quota di mercato, ma riguardano il comportamento degli utenti e il tipo di traffico generato. Secondo le analisi di SEOToolLab e dati raccolti tramite Google Trends, esistono evidenti variazioni nelle abitudini di ricerca tra gli utilizzatori dei due motori.

Un aspetto rilevante riguarda il tasso di conversione per le keyword commerciali: alcuni studi indicano che gli utenti che effettuano ricerche su Bing hanno una maggiore propensione all’acquisto, in particolare nei settori tecnologico, finanziario e B2B. Questo è dovuto alla tipologia di pubblico che utilizza maggiormente Bing, spesso utenti con dispositivi aziendali o con un profilo demografico leggermente più alto in termini di età e disponibilità economica.

Dal punto di vista demografico, gli utenti di Bing tendono a essere più maturi rispetto al pubblico Google, con una concentrazione più elevata tra i 35 e i 55 anni. Questo aspetto influisce sulle scelte di marketing delle aziende, che possono ottimizzare strategie differenti in base alla piattaforma di riferimento.

Le analisi sul comportamento di ricerca mostrano un’interazione più alta con i risultati organici rispetto a Google, che invece ha un elevato traffico assorbito dalle inserzioni pubblicitarie. Questo porta a un CTR più elevato per le ricerche non sponsorizzate su Bing, rendendolo un’opzione interessante per chi punta su SEO organico piuttosto che su campagne PPC.

Un altro elemento distintivo riguarda l’impatto geografico. In differenti regioni, Bing ha una penetrazione superiore ad altri mercati, in particolare negli Stati Uniti e in alcune aree europee dove l’utilizzo di soluzioni Microsoft è diffuso tra aziende e istituzioni. Questo crea opportunità strategiche per siti che operano in mercati specifici, in cui ottimizzare per Bing può garantire un vantaggio competitivo rispetto a Google.

Bing Webmaster Tools: FAQ e principali dubbi

La piattaforma Microsoft è quindi qualcosa in più di una semplice alternativa alla Google Search Console, perché rappresenta una scelta per la diversificazione del traffico organico e soprattutto un mezzo per ottenere dati esclusivi sulle prestazioni SEO, con informazioni che non sempre sono disponibili su GSC.

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Inoltre, l’attenzione che Microsoft sta dando allo sviluppo di nuove tecnologie per la ricerca, come Copilot e IndexNow, dimostra come Bing continui a evolversi, offrendo opportunità significative per chi vuole ottimizzare la propria presenza online.

Integrare strumenti diversi e comprendere le differenze tra i motori di ricerca è un vantaggio strategico per qualsiasi progetto digitale; monitorare le prestazioni su Bing può aprire nuove possibilità di crescita, assicurando una visibilità più ampia e una maggiore capacità di reagire alle evoluzioni degli algoritmi di ricerca.

In conclusione, proviamo a chiarire i dubbi più comuni legati all’utilizzo di Bing Webmaster Tools, raccogliendo le risposte alle domande più frequenti e fornendo informazioni pratiche e approfondimenti utili per chi vuole sfruttare al meglio la piattaforma.

  1. Cos’è Bing Webmaster Tools e a cosa serve?

Bing Webmaster Tools è la piattaforma gratuita di Microsoft che consente di monitorare, analizzare e ottimizzare la visibilità di un sito web nei risultati di ricerca di Bing. Offre strumenti avanzati per verificare lo stato di indicizzazione, analizzare le prestazioni organiche e ricevere suggerimenti SEO basati su dati concreti.

Gli utenti possono controllare quali pagine sono indicizzate, individuare eventuali errori, monitorare il profilo di backlink e intervenire per migliorare il ranking su Bing. La piattaforma aiuta anche a gestire la scansione del sito da parte di Bingbot e a ottimizzare la velocità con cui i nuovi contenuti vengono rilevati dal motore di ricerca.

  1. Quali sono i vantaggi di usare Bing Webmaster Tools?

L’utilizzo della piattaforma offre numerosi benefici per webmaster, SEO e proprietari di siti:

  • Monitoraggio delle prestazioni di ricerca → Permette di analizzare le query che portano traffico, il CTR e la posizione del sito nei risultati di Bing.
  • Gestione dell’indicizzazione → Consente di verificare lo stato delle pagine e inviare sitemap o URL per accelerare la scansione.
  • Analisi dei backlink → Fornisce dati dettagliati su link in entrata, domini di riferimento e confronto con la concorrenza.
  • Strumenti tecnici avanzati → Include strumenti per il debugging del file robots.txt, la gestione del crawl budget e l’accesso a insight basati su intelligenza artificiale.
  • Integrazione con IndexNow → Accelera l’indicizzazione dei nuovi contenuti, riducendo i tempi di attesa per la loro comparsa nei risultati di ricerca.

L’uso di Bing Webmaster Tools consente di ottimizzare le pagine per Bing, migliorando il posizionamento e intercettando traffico qualificato che diversifica la visibilità organica oltre Google.

  1. Bing Webmaster Tools è davvero utile se il traffico principale arriva da Google?

Anche se Google domina il mercato delle ricerche online, concentrarsi esclusivamente su un solo motore di ricerca può limitare le opportunità di crescita. Bing rappresenta una fetta significativa del traffico desktop, con un pubblico spesso più propenso alla conversione in determinati settori, come il B2B e l’eCommerce.

Diversificare la propria strategia SEO monitorando le prestazioni su Bing permette di ottenere traffico aggiuntivo , ottimizzando il sito per sfruttare un algoritmo con criteri distinti rispetto a Google. Inoltre, l’adozione di tecnologie come IndexNow consente di accelerare il processo di indicizzazione, un vantaggio soprattutto per chi gestisce siti con aggiornamenti frequenti.

  1. Come installare e configurare Bing Webmaster Tools?

L’installazione di Bing Webmaster Tools è semplice e può essere completata in pochi passaggi. Per iniziare, è necessario:

  • Accedere alla piattaforma.
  • Effettuare il login utilizzando un account Microsoft, Google o Facebook.
  • Aggiungere il sito web inserendo l’URL della homepage.

A questo punto, la piattaforma chiederà di verificare la proprietà del sito prima di poter accedere ai dati delle prestazioni organiche.

  1. Come verificare un sito su Bing Webmaster Tools?

Dopo aver aggiunto un sito, è essenziale completare la verifica della proprietà. Bing offre tre metodi di verifica:

  • File XML → Il sistema fornisce un file da caricare nella root del dominio. Una volta completato il caricamento, Bing lo rileverà automaticamente e confermerà la proprietà.
  • Meta tag HTML → È possibile copiare un codice univoco e incollarlo nella sezione <head> dell’homepage del sito. Dopo il salvataggio, la piattaforma rileverà il tag e procederà con la verifica.
  • Record DNS → Per chi preferisce un approccio più tecnico, Bing consente di aggiungere un record CNAME ai DNS del dominio. Questa opzione è utile per chi gestisce siti di grandi dimensioni e non ha accesso diretto alla modifica dei file del sito.

Una volta verificata la proprietà, Bing Webmaster Tools inizierà a raccogliere dati sulle prestazioni del sito web.

  1. Come aggiungere un sito su Bing Webmaster Tools?

Per registrare un sito sulla piattaforma, il primo passo è accedere alla dashboard. Dopo aver effettuato il login, è possibile:

  • Cliccare su “Aggiungi un sito”.
  • Inserire l’URL completo del dominio principale.
  • Verificare la proprietà utilizzando uno dei metodi previsti.

In alternativa, chi ha già collegato il proprio sito a Google Search Console può utilizzare l’opzione di importazione automatica dei dati, evitando di ripetere la verifica manuale.

  1. Come si installa Bing Webmaster Tools su WordPress?

L’integrazione  può essere effettuata tramite plugin WordPress dedicati, come Yoast SEO e Rank Math, che semplificano la procedura di verifica del sito senza richiedere l’accesso diretto ai file di configurazione.

Con Yoast SEO, ad esempio, il processo prevede questi passaggi:

  • Accedere alla Google Search Console e copiare il codice di verifica di Bing Webmaster Tools.
  • Aprire la dashboard di WordPress e selezionare la voce “SEO > Generale”.
  • Inserire il codice di verifica Bing nella sezione “Strumenti per i webmaster”.
  • Salvare le modifiche e completare la verifica attraverso la piattaforma Bing.

Rank Math segue un procedimento simile, offrendo anche l’integrazione automatica dei dati da Google Search Console per chi desidera sincronizzare le metriche tra le due piattaforme.

  1. Come segnalare un URL a Bing per l’indicizzazione?

Se una pagina non compare nei risultati di Bing, è possibile inviarla manualmente affinché venga indicizzata più rapidamente. Per farlo:

  • Accedere a Bing Webmaster Tools.
  • Selezionare il sito registrato e accedere alla sezione Invio URL.
  • Inserire il link della pagina e confermare l’invio.

Bing permette di segnalare un numero limitato di URL al giorno. Per rendere più efficiente il monitoraggio e garantire un’indicizzazione costante, è consigliabile inviare anche una sitemap XML, così che Bingbot possa rilevare le nuove pagine automaticamente.

Per chi gestisce siti con aggiornamenti frequenti, l’integrazione con IndexNow rappresenta una soluzione ancora più efficace, poiché comunica in tempo reale le modifiche ai contenuti direttamente al motore di ricerca.

  1. Quanto tempo ci vuole per indicizzare un sito su Bing?

Il tempo necessario per l’indicizzazione varia in base a diversi fattori, tra cui la struttura del sito e la frequenza di aggiornamento dei contenuti. In condizioni normali, Bingbot può impiegare da pochi giorni a diverse settimane per rilevare e includere una nuova pagina nell’indice.

Per accelerare il processo, Microsoft mette a disposizione IndexNow, un protocollo che consente di notificare direttamente al motore di ricerca le nuove pubblicazioni o modifiche, riducendo sensibilmente i tempi di attesa.

Anche l’invio della sitemap XML attraverso Bing Webmaster Tools e la presenza di backlink da siti già ben indicizzati contribuiscono a velocizzare la rilevazione delle pagine, migliorando la frequenza di scansione.

  1. Quali sono le differenze principali tra Bing Webmaster Tools e Google Search Console?

Le due piattaforme condividono molte funzionalità, ma hanno caratteristiche specifiche che le rendono complementari.

Sebbene entrambi gli strumenti siano progettati per offrire ai webmaster e ai professionisti SEO un quadro dettagliato sulla visibilità di un sito web nei motori di ricerca, Bing Webmaster Tools e Google Search Console presentano differenze significative sia nelle funzionalità che nell’approccio all’analisi dei dati. Uno degli aspetti più evidenti riguarda la gestione dei backlink. Mentre Google Search Console fornisce solo un sottoinsieme dei collegamenti in entrata rilevati, Bing Webmaster Tools offre un’analisi più dettagliata dei backlink, permettendo di visualizzare una gamma più ampia di riferimenti esterni e di confrontare il profilo link di un sito con quello dei competitor. Questo rende la piattaforma Microsoft particolarmente utile per chi vuole valutare con maggiore precisione l’autorità del proprio dominio.

Dal punto di vista dell’analisi delle parole chiave, Bing Webmaster Tools si distingue per l’integrazione di uno strumento di ricerca keyword basato su dati reali delle query organiche. Questo consente di ottenere insight direttamente dalle ricerche effettuate su Bing, senza doversi affidare a strumenti esterni. Google Search Console, invece, non fornisce questa funzionalità, rendendo necessario l’utilizzo di Google Ads Keyword Planner o di software SEO di terze parti per ottenere informazioni simili.

Un’altra differenza significativa riguarda il processo di indicizzazione delle pagine. Google si basa ancora principalmente su una scansione programmata del web attraverso Googlebot, mentre Bing ha introdotto IndexNow, un sistema che permette ai proprietari di siti web di notificare immediatamente la presenza di nuovi contenuti o aggiornamenti, accelerando il processo di riconoscimento da parte del motore di ricerca. Questo approccio riduce notevolmente i tempi di attesa rispetto alla tradizionale scansione periodica adottata da Google.

Anche la gestione della frequenza di scansione è più flessibile in Bing Webmaster Tools. Gli utenti hanno la possibilità di impostare parametri specifici per regolare la velocità con cui Bingbot visita le pagine del sito, offrendo un controllo più granulare rispetto a Google Search Console, che lascia meno margine di personalizzazione in quest’area.

Infine, Bing valorizza maggiormente i segnali provenienti dai social network rispetto a Google. Sebbene non sia un fattore di ranking diretto, l’algoritmo di Bing tende a considerare l’engagement sulle piattaforme social come un indicatore dell’affidabilità e della popolarità di un contenuto.

Queste differenze mostrano come ciascun strumento abbia punti di forza specifici e perché integrarli entrambi possa offrire un quadro più completo sulle prestazioni SEO di un sito web.

  1. Bing Webmaster Tools è gratuito?

Tutte le funzionalità della piattaforma sono disponibili gratuitamente. Bing Webmaster Tools consente di accedere ai report sui backlink, alla diagnostica SEO e alle analisi delle prestazioni organiche senza alcun costo. Questa accessibilità lo rende particolarmente utile per le aziende che vogliono integrare approfondimenti aggiuntivi ai dati di Google Search Console senza investimenti extra.

  1. È necessario usare Bing Webmaster Tools se si ha già la Google Search Console?

Anche se Google rappresenta la principale fonte di traffico organico per la maggior parte dei siti web, Bing Webmaster Tools offre un insieme di dati complementari, che possono rivelare insight strategici non disponibili nelle piattaforme di Google. Chi utilizza solo la Google Search Console rischia di trascurare un segmento di utenti che usa Bing, specialmente in contesti dove dispositivi aziendali e ricerche B2B hanno un peso significativo. Inoltre, le funzionalità specifiche di Bing, come IndexNow, Site Explorer e l’analisi dettagliata dei backlink, forniscono strumenti aggiuntivi per migliorare il posizionamento sul motore di ricerca Microsoft.

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