La SEO è un investimento a lungo termine che richiede pazienza e perseveranza. Questa è una delle prime lezioni che dovremmo apprendere sul lavoro di ottimizzazione per i motori di ricerca, ma è anche una delle più difficili da ricordare e da spiegare agli altri. Spesso, infatti, i clienti vogliono “garanzie” sul loro investimento e chiedono di quantificare “quanto tempo serve alla SEO“, mentre in altri casi il dubbio assale gli stessi professionisti o anche i neofiti, che cercano di capire quanto tempo sarà necessario per vedere concretizzare i risultati del lavoro che stanno per avviare. E quindi, partendo da presupposto che non esiste un cronometro universale per la SEO, ovvero indicazioni temporali univoche e precise per tutti i siti, ci sono alcune considerazioni che possiamo fare per determinare quanto tempo bisognerà attendere per vedere i primi frutti concreti delle attività, in termini di miglioramento e consolidamento del ranking su Google.
Tempi della SEO, quanto serve per vedere i risultati
La vera risposta alla domanda sui tempi della SEO è “dipende”, perché non esiste un numero univoco per quantificare quanto tempo impiega la SEO a funzionare. Non c’è modo di garantire risultati in un intervallo definito e definitivo, semplicemente perché non abbiamo controllo su tutte le variabili possibili del lavoro e, soprattutto, Google non è sotto il nostro potere.
Ci sono chiaramente delle stime approssimative a cui possiamo far riferimento, sia per tarare e verificare gli effetti dei nostri interventi sia per rassicurare i clienti sugli investimenti che sta compiendo, ma si tratta di aspettative previsionali che non hanno garanzia di concretizzazione.
Proviamo a dare i numeri: le tempistiche indicative per i risultati SEO
La verità è che la SEO deve essere intesa come uno sforzo continuo che non sarà mai veramente completo e coinvolge una serie di variabili imponderabili, tra cui anche i simili interventi compiuti dai competitor. È in queste caratteristiche che sta l’enorme differenza con la SEA e con le attività più ampie della SEM, che invece sono pensate per dare riscontri in tempo immediato. Tuttavia, la pazienza necessaria per far crescere il sito è ripagata dalla maggior durabilità dei risultati ottenuti.
Come dice Ann Smarty, non esistono proiettili magici per la SEO né tattiche e trucchi segreti che possono compiere il miracolo: quello che possiamo fare (e assicurare ai clienti) è seguire le best practices per garantire una crescita graduale del sito e delle sue pagine.
Ad ogni modo, possiamo provare a quantificare il tempo necessario per ottenere risultati tangibili nel lavoro SEO indicando una forbice di massima, che va da quattro mesi a un anno: secondo gli esperti, quindi, quattro mesi è la quantità minima di tempo necessaria affinché il lavoro SEO mostri risultati evidenti e tangibili (come ad esempio aumento del traffico organico di qualità e delle conversioni), anche se un periodo di 12 mesi è più realistico.
Più precisamente, le tempistiche indicative basate sulle valutazioni degli esperti ci dicono che servono:
- Pochi giorni/settimane per il ranking di parole chiave a bassa concorrenza o per ottimizzazioni SEO on-page di base.
- 3-4 mesi per vedere le prime pagine indicizzate e un leggero aumento del traffico in un progetto nuovo o da rilanciare.
- 4-8 mesi per posizionare alcune pagine per parole chiave con concorrenza media.
- 7-12 mesi per raggiungere la top 10 per parole chiave competitive.
- Oltre 12 mesi per ottenere risultati stabili e duraturi.
Come accennato, i valori e gli effetti possono variare ampiamente per una miriade di fattori: la competitività del settore, la qualità del sito web, la strategia di contenuto e le modifiche agli algoritmi dei motori di ricerca, solo per citarne alcuni. Ma possiamo quindi azzardare una finestra temporale a cui far riferimento: al di là di casi eccezionali o poco significativi, si inizia a notare un impatto tangibile tra i 4 e i 6 mesi dall’implementazione di una strategia SEO ben pianificata, che diventa pertanto un processo graduale, dove piccoli cambiamenti si sommano fino a creare un effetto cumulativo notevole.
Come quantificare i tempi necessari agli interventi SEO
Per i principianti SEO, consulenti e comunque tutti coloro che vogliono trasformare il “dipende” citato prima in un’indicazione ineluttabilmente più precisa, dobbiamo innanzitutto ragionare su alcuni aspetti basilari per la quantificazione del tempo necessario alla nostra strategia SEO.
Prima di tutto, è importante comprendere e adattare gli obiettivi: cosa cerchiamo di raggiungere investendo nelle attività SEO?
Inoltre, non dobbiamo dimenticare che ogni sito è diverso: alcuni trarranno vantaggio dal lavoro SEO attivo più rapidamente di altri, anche se ci concentriamo sulla crescita graduale del traffico e non sul ranking di alcune keyword specifiche.
Alla luce di questo, è ancora Smart a spiegare che il tempo della SEO è influenzato principalmente da:
- Dimensione del sito. Forse è banale dirlo, ma è più facile ottenere una crescita cumulativa quando il sito è grande e ha già parecchie possibilità.
- Storia del sito. Se il sito ha registrato un lento ma costante calo del ranking e della visibilità organica negli ultimi anni, potrebbe essere difficile appiattire quella curva e infine invertirla. Inoltre, se un sito è stato interessato da determinati sistemi di ranking o update potrebbe essere necessario un successivo aggiornamento algoritmico affinché tutto il lavoro compiuto si rifletta (o meno) sulle classifiche. Nessun professionista SEO “può mai essere sicuro di quando sarà lanciato il successivo aggiornamento, quindi ciò avrà un impatto sugli effetti dei tuoi risultati SEO”, senza dimenticare che nessuno dei recenti update di Google ha un rimedio specifico e dobbiamo quindi lavorare per tentativi nella speranza di invertire il crollo (e a volte non succede).
- Profilo backlink attuale (e possibili azioni). Interventi come la pulizia dei backlink potrebbero richiedere un po’ di tempo prima che Google riconosca e reagisca ai cambiamenti.
- Età del sito. Ai siti nuovi serve genericamente più tempo prima che Google li consideri definitivamente come affidabili.
I fattori che influiscono sui tempi delle strategie SEO
Ci sono altri fattori che impattano sui tempi della SEO e sulla velocità con cui arriveranno i risultati, chiaramente, come il fatto che un sito sia già un’entità o meno o l’attuale struttura del sito, anche perché la ristrutturazione di un sito può indurre Google a richiedere molto tempo per la comprensione, anche se facciamo tutto bene.
Raramente i SEO “sono abbastanza fortunati da ottenere le chiavi dai siti dei clienti, così da implementare tutte le modifiche richieste in pochi giorni”, dice Smart, e più frequentemente ci sono diversi ostacoli che possono rallentare il processo.
Un esempio (e aspetto da valutare) è “il turnaround del cliente: alcune aziende richiedono un lungo processo di approvazione di qualsiasi modifica necessaria per rendere i loro siti maggiormente SEO-friendly, e quindi i contenuti nuovi e ottimizzati possono richiedere settimane o mesi prima della fine del processo di revisione legale”.
Altre aziende semplicemente non hanno team di sviluppo che le aiutino con il lavoro on-site, quindi si affidano a liberi professionisti: questo è un altro livello di processo back-and-forth che ci rallenta, specialmente quando sono richieste attività tecniche progressive. Infine, alcuni CMS sono più facili da gestire, mentre altri richiedono competenze tecniche più marcate.
Le azioni che portano i risultati più rapidi
Sempre restando nell’alveo delle buone pratiche lecite e conformi alle linee guida di Google, ci sono comunque trucchi (in realtà, primi passi di un lavoro SEO attivo) per iniziare a fornire alcuni risultati in un periodo di tempo più breve e rendere più rapidamente felici i nostri clienti.
Ad esempio, prosegue Smart, l’ottimizzazione per le ricerche branded può aiutare rapidamente i clienti a vedere più traffico che converte “come per magia”, perché è molto probabile che le persone che cercano il nome di un brand siano propensi all’azione quando riescono ad arrivare su quel sito.
Utile è anche la gestione dei link interni, che può aumentare rapidamente le prestazioni delle pagine esistenti, specialmente se sono ottimizzate per le query di ricerca con una concorrenza inferiore.
Un altro suggerimento è esplorare le opportunità di sfruttare rich snippet e utilizzare i markup di dati strutturati per provare a migliorare il click-through senza dover aspettare che le classifiche crescano (cosa che accade più lentamente).
Infine, l’aggiornamento di vecchi articoli attualmente posizionati nella seconda pagina dei risultati di ricerca può “offrire vittorie rapide, se fatto bene”, perché si tratta di contenuti in cui Google ha individuato un potenziale che sta a noi portare al massimo livello.
Tempi della SEO, il peso dei competitor e le altre variabili
Propone un’altra visione Jeremy Knauff, secondo cui la definizione del possibile intervallo temporale necessario a vedere i risultati “si basa su tre variabili chiave che determinano quanto tempo impiegherà la SEO”, vale a dire:
- Competitor.
- Inbound link.
- Contenuti.
Ad ogni modo, pur avendo i dati alla base di queste variabili, non esiste una formula per rispondere alla questione iniziale, perché capire quanto tempo serve alla SEO “si riduce prima a valutare i dati alla base di queste tre variabili, a iniziare il lavoro e a valutare la velocità con cui inizi a vedere i risultati, e poi a estrapolare questi dati per avere un’idea di quanto tempo potrebbe essere necessario per raggiungere una particolare posizione”.
Competitor SEO e tempi del lavoro
Chi vende un prodotto come “cereali per la colazione al salmone, probabilmente non dovrà affrontare alcuna concorrenza”, ironizza l’autore prima di chiarire che coloro che “vendono prodotti e servizi che le persone reali acquisteranno effettivamente dovranno affrontare vari gradi di concorrenza in base alla domanda”.
Ad esempio, prosegue, un idraulico che serve un piccolo mercato locale dovrà affrontare una concorrenza minore rispetto a una società di intermediazione immobiliare che serve una grande città, che a sua volta deve fronteggiare una concorrenza minore rispetto a una società nazionale di mutui.
È facile comprendere che “maggiore è il numero di pagine web in competizione incontrate, più tempo ci vorrà per arrivare in cima ai risultati di ricerca”.
Questa situazione segue un pattern piuttosto fisso in cui “è più facile e più rapido superare le pagine inferiori, ma man mano che si scalano i risultati della ricerca ogni passaggio successivo richiederà spesso molto più impegno e tempo”.
Ciò dipende sia dal volume dei competitor che dal fatto che le pagine di alto livello tendono ad avere alle spalle professionisti SEO esperti: un aspetto spesso trascurato della concorrenza è infatti la “correlazione tra il volume della concorrenza all’interno di una nicchia e la competenza dei professionisti SEO dietro alle pagine web di alto livello in quella nicchia”.
La domanda spinge le aziende in una nicchia, portando a creare una maggiore concorrenza; tale concorrenza porta le aziende a offrire accordi più competitivi, il che significa che devono conquistare una quota maggiore del mercato per rimanere redditizi.
L’ambiente così sorto di solito favorisce le aziende più grandi con portafogli più ampi, che possono permettersi di assumere i migliori professionisti SEO del settore; chi si trovi di fronte a questa situazione, ha davanti a sé una battaglia più lunga e dura.
Ciò significa che non dobbiamo solo valutare tutti gli aspetti della SEO dei nostri concorrenti, ma anche guardare oltre il punto in cui si trovano oggi, ovvero esaminare la loro attività nei mesi precedenti e poi continuare a monitorare la loro attività in futuro.
Questo è importante perché “per superare i tuoi concorrenti devi fare uno sforzo maggiore del loro”.
Il peso dei link in ingresso per la quantificazione dei tempi SEO
Non è un segreto che i link svolgono ancora un ruolo enorme nella SEO, ma il loro impatto sul tempo necessario a migliorare i ranking dipende da diversi fattori più profondi.
Il primo è il volume di link al sito web: in generale, dice Knauff, “più link aiuteranno a raggiungere il successo SEO più rapidamente, ma non è solo un gioco di numeri”.
Contano anche altre caratteristiche, e ad esempio “un minor numero di link di alta qualità da siti Web pertinenti avrà un impatto molto maggiore sui risultati rispetto a un volume maggiore di collegamenti di bassa qualità da siti Web non pertinenti”.
Questo è un concetto importante anche perché backlink di alta qualità sono generalmente più difficili da guadagnare, quindi saranno più difficili da replicare anche per i concorrenti; inoltre, tendono a durare più a lungo, a differenza dei link generati utilizzando metodi automatizzati.
Ma ci sono anche altri aspetti da considerare, in particolare la velocità con cui il sito guadagna link e la velocità con cui ha guadagnato link storicamente, che possono essere fattori perché, per semplificare, “un brusco aumento potrebbe indicare un tentativo innaturale di manipolare il ranking”. Usare metodi che non rispettano le Linee Guida di Google per webmaster e ottenere un brusco aumento del numero di backlink può esporre al rischio di un’azione manuale e, nei casi peggiori, determinare una penalizzazione Google.
La velocità nelle campagne di link building
L’autore mostra anche tre grafici di esempio per cercare di chiarire quando un profilo backlink ha un’evoluzione naturale nel tempo.
Nel primo caso, il pattern di crescita è regolare e sale nel tempo – non ci dovrebbero essere attività sospette.
In questo secondo caso, l’evoluzione appare meno naturale, ma il picco potrebbe dipendere da altri fattori – come una maggiore copertura mediatica, il lancio di un nuovo prodotto o una straordinaria campagna di content marketing – e quindi anche questa linea potrebbe essere completamente naturale.
L’ultimo grafico “sembra naturale come un’abbronzatura spray”: ci sono grandi picchi di backlink in ingresso alternati a periodi di forte calo, segno di un’attività alle spalle portata avanti in maniera innaturale e poco accorta.
Secondo l’articolo, più velocemente il sito guadagna link pertinenti e di alta qualità, più velocemente si classificherà, ma senza trascurare un aspetto: la velocità dei backlink, il ritmo con cui il sito guadagna collegamenti, dovrebbe avere una crescita relativamente stabile.
Se le tattiche di link building seguono le linee guida di Google, ciò dovrebbe accadere naturalmente, mentre quando si usano tecniche di black hat SEO possono notarsi pattern innaturali che potrebbero danneggiare i progressi.
Il valore dei contenuti del sito per i tempi della SEO
Inevitabilmente, anche il contenuto pubblicato sul sito web ha un ruolo nella velocità con cui si possono vedere i risultati e la prima cosa da sapere è che la qualità conta molto.
Sappiamo che non c’è correlazione tra qualità e word count SEO e che non esiste una lunghezza minima o addirittura ideale: il contenuto “deve semplicemente essere abbastanza lungo da risolvere il problema di un visitatore”, ricorda Knauff.
Inoltre, è stata ufficialmente smentita anche la teoria secondo cui non bisognerebbe pubblicare più contenuti nuovi allo stesso momento, perché non c’è motivo, dal punto di vista SEO, di agire in questo modo, anche se è probabilmente più proficuo è mantenere un programma di pubblicazione coerente, piuttosto che condensare le pubblicazioni in blocchi.
Per l’autore, ci sono almeno due motivi che fanno preferire questa logica di calendario editoriale:
- Mostra a Google che i nuovi contenuti vengono aggiunti regolarmente al sito, il che in genere incoraggia i suoi spider a eseguirne la scansione più frequentemente e, di conseguenza, può accelerare gli sforzi SEO.
- Incoraggia gli utenti a tornare più frequentemente sul sito, il che può aiutare a inviare segnali di esperienza utente positivi a Google e, di conseguenza, può accelerare gli sforzi SEO.
Tuttavia, non si tratta solo di creare contenuti.
Imparare a gestire i contenuti ed eliminare quelli non performanti
Il lavoro sui contenuti non si deve concentrare solo nella creazione e pubblicazione di nuovi articoli e pagine, perché anche l’eliminazione dei contenuti può svolgere un ruolo proattivo nel tempo che serve alla SEO per funzionare.
La chiave è determinare quale contenuto mantenere, quale migliorare e quale eliminare; in particolare, cancellare le pagine con prestazioni insufficienti può contribuire a migliorare le prestazioni complessive del sito nei risultati di ricerca (e a ottimizzare il crawl budget), perché lasciano spazio solo ai contenuti originali e utili che risolvono le esigenze del pubblico, continuando a migliorarli continuamente.
In termini pratici, “i contenuti di lunga durata e di qualità superiore tendono a guadagnare più link rispetto ai contenuti di bassa qualità e / o più brevi”: stando a uno studio di Backlinko su 912 milioni di post blog, i contenuti più lunghi guadagnano in media il 77,2% di link in più rispetto agli articoli brevi.
Quindi, oltre a svolgere un ruolo cruciale di per sé, il contenuto può influire anche agli sforzi di creazione di link, quindi ottimizzare questo aspetto è doppiamente importante.
In definitiva, quanto tempo serve alla SEO per funzionare?
Il lavoro dei SEO “è simile a quello dei meteorologi: nonostante tutte le nostre conoscenze, esperienze e strumenti, spesso sbagliamo”, dice Knauff nelle conclusioni, evidenziando che di solito “i clienti sono frustrati quando non vedono i risultati della loro campagna SEO con la rapidità che desiderano”.
Parte del lavoro di un professionista SEO è però anche gestire le aspettative dei clienti, un’area in cui molti falliscono.
L’aspetto forse più critico è proprio quello dei tempi per vedere gli effetti positivi del lavoro e degli investimenti (anche perché spesso c’è chi dice ai clienti solo ciò che vogliono sentirsi dire, generando aspettative irrealistiche), e di conseguenza, molte persone pensano che per dare risultati alla SEO servano solo poche settimane o pochi mesi.
Ciò è vero solo in parte: è possibile iniziare a vedere miglioramenti nel ranking organico e un aumento del traffico per argomenti relativi alle parole chiave con poca concorrenza in poche settimane, ma si tratta di incrementi non consolidati e solo per nicchie particolari. Di solito, per argomenti moderatamente competitivi potrebbero servire mesi, mentre query altamente competitive potrebbero richiedere anche un anno o più!
Ad esempio, “il mio team è stato in grado di posizionare un sito web al primo posto per la query società di marketing che ha prodotto un flusso costante di contatti per diversi anni, ma nonostante le nostre capacità, manodopera e risorse, ci è voluto circa un anno di lavoro costante per raggiungere questo obiettivo”.
Lo stesso Knauff racconta un altro episodio: “Un particolare cliente praticamente privo di presenza digitale è venuto da noi quando un sito web aveva pubblicato alcune informazioni poco lusinghiere su di lui, che erano state completamente fuori contesto. Dal momento che deteneva la prima posizione in Google per il suo nome, questo gli era costato una notevole quantità di affari”.
Fortunatamente, racconta l’autore, “c’era poca concorrenza per il suo nome e quel sito web non aveva molta autorità, quindi siamo stati in grado di riempire le prime diverse pagine dei risultati di ricerca con pagine che abbiamo controllato in poche settimane”.
Ad ogni modo, ciò che si consiglia è non usare tattiche che violano le linee guida di Google nel tentativo di accelerare il processo: anche se questa strategia può funzionare a breve termine, alla fine “dovrai affrontare una penalità e finire più indietro rispetto a dove hai iniziato”.
I tempi della SEO: cosa dice Google
Prima di vedere i risultati degli investimenti SEO, insomma, bisogna mettere in conto di attendere da diversi mesi a un anno, e comunque non ci sono certezze di essere il vincitore assoluto.
Per usare le parole di Google, “nella maggior parte dei casi un SEO avrà bisogno dai 4 mesi a un anno per aiutare la tua azienda prima a implementare miglioramenti e poi a vedere i primi benefici”: ciò è confermato anche da analisi statistiche che segnalano che solo il 5,7% di tutte le pagine di nuova pubblicazione arriverà nella top 10 di Google entro un anno.
Ma pure dopo aver raggiunto la prima pagina non è il caso di adagiarsi sugli allori “perché i tuoi concorrenti – sia attuali che nuovi arrivati – cercheranno costantemente di prendere quella posizione”.
In altre parole, e come dicevamo in apertura, la SEO è uno sforzo continuo che non sarà mai veramente completo.
La SEO è un lavoro di costanza e pazienza
In conclusione, non possiamo prevedere con precisione quanto tempo impiegherà la SEO prima di funzionare, ma possiamo formulare un’ipotesi altamente plausibile basata su determinate variabili e, in questo modo, avere un’idea migliore di quanto tempo ci servirà per emergere all’interno di una particolare nicchia contro gli effettivi concorrenti.
In realtà la SEO – intesa come lavoro di ottimizzazione di un sito – non finisce mai perché il contesto dell’attività e i motori di ricerca non si fermano mai e sono in continua evoluzione: gli algoritmi progrediscono e cambiano, i contenuti che oggi sono attuali diventano presto obsoleti (e quindi essere monitorati, aggiornati e ottimizzati di nuovo), i concorrenti continuano a ricevere backlink e così via. Allo stesso tempo, noi non possiamo fermarci e aspettare che i risultati arrivino, ma continuare a sviluppare nuovi contenuti e nuovi asset che generano link e lead magnet, esplorare nuovi modelli di ricerca e nuove tattiche, scoprire opportunità SEO inesplorate come keyword differenti, opportunità di rich snippet e nuovi media.
In concreto, possiamo far riferimento a questo specchietto per verificare se il nostro lavoro sta dando frutti in tempi che possiamo definire “medi”:
- Poche settimane: miglioramenti nel ranking organico e un aumento del traffico per argomenti relativi alle keyword con poca concorrenza.
- Alcuni mesi: risultati concreti per argomenti moderatamente competitivi.
- Un anno o più: miglioramento e consolidamento del ranking su Google per le query altamente competitive.
Se dobbiamo dare una risposta a un cliente, invece, il modo migliore per soddisfare le sue aspettative è impostare un obiettivo di crescita graduale del traffico organico e delle conversioni, spingendolo a concentrarsi sui risultati positivi che provengono da un gran numero di pagine invece di focalizzarsi solo sul monitoraggio del ranking di alcune pagine chiave che potrebbero salire molto lentamente.