People Also Ask di Google, gemma nascosta di insight SEO

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Apparso per la prima volta nel 2015, il riquadro People Also Ask di Google è diventato una funzione familiare nelle pagine dei risultati di ricerca, tanto da essere ripreso anche da Bing. Si tratta essenzialmente di un box di domande comuni correlate alla query di ricerca dell’utente, che riportano delle risposte rapide da varie fonti. Se originariamente nasce per migliorare l’esperienza di ricerca delle persone, questa feature ha una forte utilità anche per le strategie SEO, sia perché offre un’opportunità di visibilità per chi riesce a posizionare il proprio contenuto, sia perché offre preziosi insight per perfezionare la nostra content strategy, incrementando la nostra visibilità e attraendo traffico qualificato.

Che cos’è People Also Ask di Google

La funzionalità “People Also Ask” (spesso in acronimo PAA) su Google è un segmento della SERP che contiene una serie di domande correlate alla query dell’utente, ognuna delle quali si espande per fornire una risposta sintetica e rilevante.

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Si tratta di FAQ dinamiche che si espandono per mostrare delle risposte concise, estratte (almeno nelle intenzioni e nelle promesse) da contenuti di qualità, mirano a fornire informazioni immediate e pertinenti, migliorando l’esperienza dell’utente in fase di ricerca.

Il meccanismo dietro al processo è l’algoritmo di Google, che seleziona le domande e le relative risposte valutando diversi fattori come la rilevanza, l’autorevolezza e il valore informativo del contenuto. Capire questo funzionamento ci permette di ottimizzare i nostri contenuti per intercettare queste micro-motivazioni dell’utente e aumentarne l’engagement.

PAA Le persone hanno chiesto anche, come funziona la feature

PAA è una delle tante feature delle SERP di Google che ai aggiungono ai classici link blu. Quando un utente inserisce una query nella barra di ricerca, l’algoritmo non solo restituisce i risultati organici tradizionali, infatti, ma molto frequentemente genera anche un elenco di domande che altri utenti hanno posto in relazione alla query iniziale.

Come appare il box su Google

Il box “People Also Ask” appare in varie posizioni tra i risultati di ricerca, contenendo una serie di domande correlate, ciascuna con un’anteprima della risposta. Le domande – attentamente selezionate in base alla loro rilevanza e frequenza – possono essere espanse per visualizzare informazioni aggiuntive, comprese le risposte complete e i link che rimandano alle pagine web da cui Google ha estratto le informazioni.

espansione dinamica del box

Le risposte all’interno dei box PAA sono estratte da pagine web che Google reputa autorevoli e pertinenti: l’algoritmo di Google analizza il contesto delle frasi nelle pagine selezionate, cercando risposte concise e dirette.

Quando un utente clicca su una delle domande del box PAA, questa appunto si espande mostrando la risposta completa e i relativi link. Inoltre, l’espansione di una domanda spesso porta all’aggiunta di ulteriori domande correlate al di sotto, creando un effetto a cascata che arricchisce ulteriormente l’esperienza di navigazione. I box PAA sono dinamici e si aggiornano continuamente in base alle nuove domande poste dagli utenti e ai nuovi contenuti presenti sul web, garantendo che le risposte fornite siano sempre rilevanti e aggiornate.

Con l’avanzare della tecnologia, Google ha continuamente perfezionato i suoi algoritmi per migliorare la pertinenza e la precisione delle risposte visualizzate nei box PAA. In particolare, l’uso di intelligenza artificiale e algoritmi come BERT (Bidirectional Encoder Representations from Transformers) permette di comprendere meglio il contesto delle query degli utenti, affinando ulteriormente la selezione delle risposte.

Le caratteristiche di People Also Ask

Secondo alcuni studi internazionali, citati ad esempio in un approfondimento di Search Engine Land, la feature compare in media nel 49 per cento di tutte le ricerche, circa quattro volte più frequentemente rispetto ai featured snippet, che invece vengono visualizzati in poco più del 12 per cento delle SERP.

Il PAA in posizione centrale, dopo i primi risultati

Come detto, la localizzazione del riquadro è variabile: spesso si trova a centro pagina (dopo tre risultati organici), ma in altri casi appare in posizione di rilievo (subito sotto la posizione 1), e più raramente a fondo pagina. Anche il numero delle domanda varia: solitamente, il box PAA include tre o quattro domande relative all’argomento della query dell’utente che poi possono essere cliccate ed estese.

Google può far emergere la casella PAA per tutti i tipi di intenti di ricerca, anche se poi in concreto le domande riportano frequentemente a interessi di tipo informativo o commerciale. Quando un utente fa clic su una domanda presente nel box, gli appare una breve risposta insieme a un link alla pagina Web che ospita il contenuto. Di solito le risposte sono fornite in forma testuale, ma sono stati notati test di video nella casella Le persone hanno chiesto anche.

Inoltre, oltre a rivelare una risposta, fare clic su una domanda genererà dinamicamente altre domande relative a quella su cui l’utente ha fatto clic e non sembra esserci alcun limite al numero di volte in cui un utente può fare clic su una domanda e generare più domande PAA.

L’uso della funzione PAA migliora significativamente l’esperienza utente, poiché fornisce risposte immediate a domande comuni e soddisfa le curiosità degli utenti senza richiedere loro di navigare lontano dalla pagina dei risultati di Google.

Quali siti sono presenti in People Also Ask? Lo studio dagli Stati Uniti

Abbiamo detto che, almeno nelle intenzioni, PAA dovrebbe fornire risposte provenienti da siti affidabili. In effetti, un recente studio di NewzDash, citato da Search Engine Roundtable, rivela la predominanza di Wikipedia come fonte di risposta nella funzionalità People Also Ask di Google in lingua inglese e localizzazione USA.

Per la precisione, analizzando un intero mese di ricerche, l’esperto John Shehata ha evidenziato che Wikipedia ha fornito il 16% delle risposte presenti nei PAA. In aggiunta al sito della più famosa enciclopedia online troviamo altre fonti come NASA.gov, che rappresenta il 2% delle risposte, seguita da Britannica con l’1,7%, e YouTube con l’1,6%. Questi dati si concentrano soprattutto su siti di notizie, comprendendo vari settori come sport, salute, business e intrattenimento.

La sintesi dello studio di John Shehata - da Seroundtable

Questi dati sottolineano l’importanza perdurante di Wikipedia come risorsa informativa principale per Google, sebbene con delle variazioni rispetto ad altre fonti.

Inoltre, conferma anche che il modulo PAA è altamente interattivo e coinvolgente per l’utente: ogni volta che una domanda viene cliccata, vengono aggiunte altre due domande correlate, aumentando così l’interazione e offrendo ulteriori opportunità di posizionamento per i contenuti.

Per i professionisti SEO, questo studio fornisce diversi insight cruciali:

  1. Importanza di Autorevolezza e Qualità del Contenuto. Wikipedia domina nei PAA grazie alla sua riconosciuta autorevolezza e abbondante quantità di dati accurati e dettagliati. Questo evidenzia l’importanza di creare contenuti informativi, autorevoli e facilmente comprensibili per migliorare le possibilità di apparire nei PAA.
  2. Focus su Contenuti di News e Settore Specifico. Per aumentare la presenza nei box PAA, è utile focalizzarsi su contenuti relativi alle notizie e ai settori specifici che sono tra i più rappresentati nelle SERP, come la salute, lo sport e il business.
  3. Interattività e Aggiornamento Contenuti. La natura interattiva del modulo PAA richiede che i contenuti siano aggiornati e ottimizzati per rispondere in modo preciso alle domande degli utenti. Gli algoritmi preferiscono risposte concise ma complete, rendendo cruciale il costante aggiornamento e perfezionamento delle informazioni fornite.

People Also Ask di Google e SEO: un’opportunità di visibilità

Attraverso la funzione Le persone chiedono anche Google non solo offre risposte immediate e rilevanti, ma fornisce anche ai marketer significative opportunità di visibilità e traffico per i loro siti web.

Per questo motivo, People Also Ask può diventare davvero un potente strumento per i professionisti del marketing digitale e per gli specialisti SEO, che possono trovare in questo box un’opportunità significativa per aumentare la visibilità del proprio sito e le prestazioni di ricerca organica .

Anche in termini più pratici, il box PAA può diventare più semplicemente una risorsa per trovare nuove idee di topic e keyword per la realizzazione di contenuti e altro ancora.

Una vera e propria gemma nascosta, come diceva quest’altro articolo di Search Engine Watch, che rivelava come solo il 13 per cento dei siti che entrano nel riquadrano siano posizionati nei primi tre nel ranking classico per la query, mentre il 74 per cento non è nemmeno presente nella prima pagina della SERP!

Questo significa che la feature PAA apre opportunità di traffico e visibilità per i siti che non riescono ad aumentare le loro classifiche organiche in modo tradizionale, e che invece possono avere un’occasione per apparire nella prima pagina dei risultati di ricerca.

Conoscere la feature per ottenere visibilità

Per sfruttare questa opportunità, tuttavia, bisogna innanzitutto comprendere le caratteristiche intrinseche del PAA e conoscere anche la sua (continua) evoluzione: sin dalla sua introduzione, la casella è stata infatti aggiornata varie volte per fornire agli utenti risposte più accurate e domande a risposte a cui potrebbero in realtà neppure aver (ancora) pensato.

Ad esempio, dal 2017 il box PAA di Google ha ottenuto il caricamento dinamico, che fa crescere il numero di domande mostrate all’utente oltre le tre o quattro iniziali, aggiungendo temi correlati a quelli su cui l’utente ha fatto clic per la prima volta. Questo sistema consente agli utenti di esplorare in modo alternativo i risultati della ricerca, facendo clic su più domande per trovare le informazioni che stanno cercando anziché cliccare sui risultati tradizionali e quindi sfogliare la pagina.

Inoltre, proseguendo nell’interazione il box si estende e sposta i risultati organici sempre più in fondo alla pagina, in posizioni quasi nascoste.

I fattori esterni per ottimizzare i contenuti per il box People Also Ask

Le operazioni per far comparire un contenuto nel box Le persone hanno chiesto anche devono iniziare quindi dal cercare di soddisfare alcuni dei requisiti chiave che si possono individuare, il pattern di fattori di contenuto che sta dietro alla scelta dei siti da mostrare da parte di Google.

I criteri utilizzati per determinare quale contenuto potrebbe essere mostrato come risposta in una casella PAA fanno parte degli algoritmi dei motori di ricerca, quindi non sappiamo esattamente cosa ci vuole al di là degli schemi che i SEO hanno identificato.

Ma qualche tratto comune – analizzando la feature in lingua inglese per Google USA – è stato comunque messo in risalto, tra elementi di diretta gestione del sito e altri invece che sono per così dire esterni, incentrati sulla keyword che genera il box.

  1. Lunghezza della query

Di solito i box PAA sono attivati ​​da keyword più lunghe o query di ricerca complesse e sembra esserci una chiara correlazione tra la lunghezza di una query e un PAA; in particolare, una query di 10 parole attiva un PAA il 72 per cento delle volte, mentre i risultati di ricerca per una query di due parole mostrano un PAA solo nel 28 per cento dei casi i casi.

  1. Tipo di query

Le domande dirette o le query tipo domanda tendono a produrre SERP con un box PAA: query che iniziano con “cosa”, “perché”, “quando”, “dove” e “chi” attivano un PAA nell’86 per cento dei casi.

I fattori interni, le caratteristiche del contenuto che lo fanno apparire in PAA

Sono invece tre i fattori interni al contenuto individuati dall’analisi, perché il 79 per cento delle caselle PAA è riempito con paragrafi tratti dai contenuti del sito, seguiti da elenchi (13,8 per cento) e tabelle (4,3 per cento).

  1. Lunghezza del paragrafo

Il numero medio di parole all’interno di un paragrafo presentato in PAA è pari a 41 parole, quindi la brevità è una risorsa preziosa quando si creano contenuti per un sito.

  1. Lunghezza elenco

Quando compaiono elenchi, non superano gli 8 elementi, mentre la lunghezza minima è pari solo a due elementi.

  1. Lunghezza della tabella

Una casella PAA standard ha spazio per 14 righe e tre colonne, anche se ci sono tabelle che mostravano solo una colonna e due righe. Essendo meno frequenti, non ci sono dati sufficienti per dare indicazioni precise su questo elemento.

Come ottimizzare i contenuti per intercettare un box PAA

In realtà, il lavoro di ottimizzare dei contenuti di un sito per il riquadro Le persone hanno chiesto anche si riduce ad alcuni passaggi chiave che dovrebbero essere basilari nella strategia editoriale; in particolare, si deve:

  • Fare una revisione delle feature SERP esistenti, verificando se le keyword target attualmente attivino eventuali PAA.
  • Scoprire opportunità mancanti esplorando se il proprio sito o quello dei concorrenti si classifica per parole chiave che generano un box PAA all’interno della SERP, ma non compaiono nella casella PAA.
  • Trovare idee per contenuti degni di PAA, integrando le parole chiave all’interno della casella PAA nella strategia e utilizzando il blocco PAA come una miniera d’oro per idee di contenuto.
  • Garantire che i propri contenuti siano ottimizzati per la SEO.
  • In concreto, potrebbe essere utile anche scrivere sotto forma di domande e risposte complete, usando un linguaggio semplice, evitando un tono smaccatamente promozionale, e aggiungere i markup schema Q&A.

I vantaggi SEO del box People Also Ask o PAA

Il riquadro Le persone hanno chiesto anche può diventare davvero un elemento decisivo per ottenere risultati maggiori in termini di traffico, ma anche di brand awareness.

Quando gli utenti fanno clic sulle domande, sono esposti ai marchi individuati come “fornitori di informazioni” e possono fare clic sulle risposte per saperne di più, e quindi questi brand hanno un’opportunità di visibilità in una sezione cruciale della pagina dei risultati.

Inoltre, a differenza dei featured snippet che sono stati deduplicati qualche anno fa, è possibile che lo stesso URL appaia sia come risultato organico tradizionale nella prima pagina di Google, sia nella casella PAA. È possibile anche l’opposto, ovvero che pagine web che non si classificano nella prima pagina delle SERP siano incluse nella casella PAA, e questo significa una opportunità per siti meno forti di ottenere spazi altamente competitivi e visibilità in prima pagina.

Come detto, poi, scoprire i box PAA e le domande/risposte generate per il proprio settore può diventare un metodo per migliorare la content strategy o revisionare i contenuti esistenti: questo sia per cercare di apparire all’interno del riquadro, ma anche (e soprattutto) per capire quale è il vero search intent evidenziato dalle domande e cosa gli utenti potrebbero aver pensato quando hanno digitato quei particolari termini di ricerca.

Per scoprire e monitorare il rendimento di eventuali inserzioni PAA si può usare la Google Search Console, che però fornisce i dati su impressioni e clic in arrivo solo quando la casella PAA viene espansa per visualizzare la propria risposta. Inoltre, tutti i link all’interno di un singolo elemento PAA hanno la stessa posizione in SERP secondo il tool: ovvero, se la casella PAA appare nella posizione due, la propria scheda di risposta all’interno della casella PAA sarà segnalata in GSC come posizione due, indipendentemente dal fatto che la risposta sia apparsa come una delle originali o sia la ventesima generata dinamicamente dall’utente.

Perché lavorare in ottica SEO sul box Le persone chiedono anche

E quindi, la funzione PAA di Google offre una serie di vantaggi significativi per chi si occupa di SEO, e ci sono alcuni motivi chiave per integrare l’analisi delle domande all’interno della nostra strategia SEO.

  1. Sono presenti in tantissime SERP

Il box People Also Ask compare in una vasta gamma di pagine dei risultati di ricerca per numerose query. La sua ubiquità significa che c’è una grande possibilità di raggiungere un ampio pubblico, coprendo vari settori e tipologie di ricerca.

  1. Possono essere presenti anche nella parte alta della SERP

Il box PAA è spesso posizionato molto in alto nei risultati di ricerca, talvolta subito sotto gli annunci a pagamento e tra i primi risultati organici. Questa posizione prominente garantisce una visibilità immediata e di alto valore, aumentando le probabilità che gli utenti interagiscano con le risposte e visitino il nostro sito.

  1. Non costa niente in termini di fatica aggiuntiva

Integrare strategie per ottimizzare i contenuti per il PAA non richiede uno sforzo separato significativo rispetto alla normale ottimizzazione SEO. Si tratta di rispondere in modo chiaro e completo alle domande più comuni relative al nostro settore o argomento. Questo tipo di ottimizzazione non comporta costi aggiuntivi in termini di risorse, ma richiede solo una maggiore attenzione nella creazione del contenuto.

  1. Rendono il nostro contenuto migliore

Ottimizzare per il PAA incentiva la produzione di contenuti di alta qualità, dettagliati e utili. Poiché i box PAA sono alimentati da risposte concise ma complete, chiariamo e semplifichiamo le complessità degli argomenti trattati, rendendo il nostro contenuto più accessibile e utile per gli utenti. Un contenuto ben ottimizzato per PAA è generalmente un contenuto che risponde efficacemente alle domande dell’utente, il che viene premiato non solo dai box PAA, ma anche dagli algoritmi di Google in generale.

  1. Ampliano le possibilità di ranking

Apparire nei box PAA offre un’opportunità aggiuntiva di ranking al di là della SEO tradizionale. Essere presenti in queste caselle aumenta le possibilità di occupare più posizioni all’interno della stessa pagina dei risultati di ricerca, estendendo la nostra visibilità e migliorando le probabilità di clic degli utenti. Inoltre, i box PAA generano ulteriori click-through tramite domande correlate, amplificando ulteriormente il nostro raggio d’azione.

  1. Ci permettono di prevedere (e di anticipare) nuove ricerche

L’ottimizzazione per i PAA richiede un’attenzione particolare alle domande che gli utenti potrebbero porre in un determinato contesto. Questo esercizio di previsione ci consente di anticipare le nuove tendenze e ricerche emergenti, adattando i nostri contenuti per rispondere tempestivamente a queste nuove esigenze. Monitorare le domande che emergono nei box PAA può fornirci degli insight preziosi sulle esigenze in evoluzione del nostro pubblico di riferimento.

Gli strumenti di SEOZoom per la ricerca di domande

Il nostro software ha ormai da tempo integrato informazioni utili ricavate dalla feature di Google all’interno di diversi strumenti.

Il riferimento principale è senza dubbio Question Explorer, che si concentra proprio sull’analisi delle domande mostrate nelle SERP di Google: questa funzione aiuta a identificare tutte le parole chiave che gli algoritmi di Google considerano rilevanti per soddisfare le esigenze di ricerca degli utenti, consentendo di creare contenuti mirati e ottimizzati. Question Explorer è progettato per rivelare esattamente quando e in quali query Google mostra determinate domande e ci mostra rapidamente quali sono le esigenze informative degli utenti e quali sono le domande che essi pongono più frequentemente.

Esempio di funzionamento di Question Explorer

Una volta lanciata la scansione, Question Explorer mostra un elenco completo delle keyword correlate alla domanda inserita, che include le query che attivano il box “Le persone chiedono anche” nella SERP di Google, insieme a una serie di informazioni dettagliate sull’intero gruppo di parole chiave e sulle singole keyword. Tra queste informazioni troviamo il numero totale delle keyword legate alla domanda, il volume globale delle ricerche generate da queste keyword, i valori medi di Keyword Difficulty, Keyword Opportunity e CPC medio, che forniscono una panoramica sul livello di competizione del cluster.

Ogni domanda fa riferimento a un’esigenza specifica e le keyword che compongono il cluster di query rappresentano il percorso di ricerca che gli utenti fanno per soddisfare le proprie necessità. Domande diverse possono generare risposte diverse e afferire a intenti differenti, richiedendo risposte e contenuti specifici. Grazie a Question Explorer, possiamo scoprire esattamente cosa cercano i nostri utenti quando devono risolvere un problema reale, così da strutturare contenuti utili e specifici con maggiori probabilità di posizionarsi nelle SERP di Google.

Esempio di ricerca con Google FAQ di SEOZoom

Ancora più specifica è Google FAQ, che consente di visualizzare tutte le domande degli utenti riguardanti i contenuti trattati dal sito web inserito a progetto, elencando tutte le domande che compaiono nel box “Le persone chiedono anche” delle SERP in correlazione a ogni keyword per cui il sito è posizionato nei primi dieci risultati. Questa funzione è estremamente utile per capire se il contenuto del sito risponde effettivamente alle esigenze degli utenti che effettuano ricerche su Google e ci permette anche di ottimizzare le pagine e migliorare la qualità complessiva del contenuto per renderlo più utile e pertinente per gli utenti. Google FAQ ci aiuta quindi a scoprire le problematiche comuni che gli utenti del motore di ricerca cercano di risolvere, offrendo un’ottima opportunità per strutturare articoli e contenuti in modo da soddisfare pienamente le loro esigenze.

Esempio di ricerca con Indaga Settore

Per una ricerca più ampia, ancora, possiamo usare il tool Indaga settore, che ci accompagna ad analizzare una nicchia di riferimento: nella tab “domande”, in particolare, possiamo visualizzare le domande frequenti degli utenti rispetto alla nicchia selezionata, con indicazione delle impression generate da ogni domanda.

Come sfruttare People Also Ask per la SEO: consigli e best practice

Ottimizzare i contenuti per apparire nella sezione People Also Ask di Google rappresenta una strategia efficace per migliorare la visibilità online e incrementare il traffico organico. Questa sezione della SERP offre risposte rapide a domande correlate alla query dell’utente, ed è un’area sempre più rilevante da considerare per chi si occupa di SEO.

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Ricapitolando i consigli dati finora, possiamo avere una guida dettagliata su come sfruttare al meglio questa funzione per le nostre strategie.

  1. Analizzare quali sono le domande

Il primo passo fondamentale è capire quali sono le domande che si pongono gli utenti target. Il nostro supporto è ovviamente SEOZoom, che ci aiuta a identificare le query più frequenti e le domande correlate digitate dagli utenti, scoprendo così quali sono le principali esigenze rilevanti per il nostro pubblico di riferimento e quali aree del nostro sito potrebbero essere ottimizzate per rispondere a queste domande.

  1. Fare una valutazione editoriale

Una volta raccolte le domande, è cruciale fare una valutazione editoriale ponendoci domande chiave quali:

  • Le domande possono diventare una risorsa completa? Alcune domande possono meritare una pagina dedicata o un articolo di blog per rispondere in maniera esaustiva.
  • Le domande possono essere integrate in una risorsa già esistente? In molti casi, è possibile aggiungere nuove sezioni o paragrafi a pagine già esistenti per rispondere alle domande degli utenti.
  • Le pagine di categoria possono essere arricchite con un testo con delle FAQ? Inserire una sezione FAQ nelle pagine di categoria può non solo rispondere alle domande degli utenti, ma anche migliorare il posizionamento SEO.
  • Le schede prodotto possono essere arricchite con un testo con delle FAQ? Aggiungere FAQ alle schede prodotto può aumentare la rilevanza e la completezza delle informazioni, migliorando l’esperienza utente e il ranking nei motori di ricerca.

 

  1. Arricchire le pagine

Ottimizzare le pagine per il PAA non richiede di inserire obbligatoriamente le domande a match esatto (specie se non sono formulate correttamente in italiano): è più importante che le risposte siano brevi, a fuoco, e utilizzino un linguaggio naturale e coerente. Le liste sono sempre utili, ma dobbiamo scegliere il formato più funzionale e chiaro per gli utenti. Il formato “domanda e risposta” è particolarmente efficace per rendere i contenuti facilmente estraibili dagli algoritmi di Google. Scrivere titoli e sottotitoli chiari ed esaustivi aiuta a rendere il contenuto facilmente comprensibile. Inoltre, un’attenzione particolare agli errori di ortografia e grammatica è cruciale per mantenere l’affidabilità e la qualità del testo.

  1. Rafforzare i contenuti con diversi formati

Per aumentare le possibilità che le risposte vengano estratte dal nostro contenuto, possiamo utilizzare vari formati di risposta come paragrafi, elenchi puntati, tabelle e video. Ogni formato offre un modo diverso di presentare le informazioni e può risultare più adatto a rispondere a specifiche domande. L’obiettivo è garantire che le risposte siano pertinenti a più domande, offrendo soluzioni veloci e accurate agli utenti.

  1. Anticipare le nuove esigenze

Più il nostro contenuto è utile e completo, maggiori sono le probabilità che noi siamo la “risposta” alle nuove domande che Google individuerà per gli utenti. Non dobbiamo limitarci a seguire i competitor: l’analisi proattiva e l’ottimizzazione dei contenuti ci permetteranno di anticipare e rispondere a nuove esigenze di ricerca. In altre parole, dobbiamo focalizzarci sulla creazione di contenuti originali e di valore che rispondano prontamente alle domande emergenti.

  1. Ragionare in termini di problem research

La keyword research deve essere rilavorata in termini di problem research: l’obiettivo non è (più) solo trovare parole chiave, ma piuttosto identificare problemi che il nostro sito web possa risolvere. Per ogni intento di ricerca, dobbiamo comprendere il problema principale e i topic rilevanti che descrivono le risposte al problema. Questo approccio ci permette di creare contenuti focalizzati sulle reali esigenze degli utenti, offrendo soluzioni precise e aumentandone l’engagement.

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