PDF e SEO: come ottimizzare i file PDF sul sito

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La gestione dei contenuti di un sito è una sfida continua: non solo è difficile trovare idee per gli articoli e pianificare un calendario editoriale efficace, ma anche la stessa scelta dei formati in cui pubblicare le informazioni può dare grattacapi e non è mai neutra, perché può influenzare la visibilità e l’efficacia della comunicazione online. È il caso dei file PDF, componente familiare del web moderno, utilizzati da e-commerce, istituzioni educative, enti governativi e aziende per distribuire contenuti come manuali, report e documentazione. Eppure, la loro natura statica può creare sfide nell’ambito della SEO, con danni alla visibilità organica se non riusciamo a gestire correttamente queste risorse. Insomma, andiamo a vedere come mettere insieme PDF e SEO per migliorare la presenza online dei nostri documenti PDF.

Cosa sono i file PDF

Acronimo di Portable Document Format, PDF è un tipo di documento digitale creato per scambiare e visualizzare testi e immagini in modo fedele su qualsiasi dispositivo o sistema operativo. Che si tratti di un PC, un Mac o qualsiasi altro dispositivo, ogni utente dovrebbe essere in grado di aprire i PDF, mettendo in relazione anche sistemi operativi diversi.

Il loro scopo principale è quello di mantenere la formattazione originale di un documento, compresi font, layout e grafica, indipendentemente dal software o hardware utilizzato per aprirlo. Questa caratteristica li rende particolarmente utili per la distribuzione di materiale che richiede una presentazione precisa e professionale, come documenti legali, scientifici o di marketing.

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A distanza di oltre trent’anni dall’introduzione, i PDF sono ancora apprezzati per la loro compatibilità e coerenza, che li rende ideali per condividere dati e informazioni in modo professionale. Ecco perché sono scelti da siti di e-commerce, istituzioni educative, enti governativi e aziende di ogni settore, e anche perché Google posiziona le pagine che ospitano questi documenti nelle sue SERP.

La storia dei PDF e il loro ruolo nel Web

Il formato PDF fu introdotto da Adobe Systems nel 1993 e si è evoluto da un semplice formato di scambio documentale a uno standard aperto gestito dall’International Organization for Standardization (ISO) dal 2008.

La sua creazione fu guidata dalla necessità di un formato di documento che potesse essere utilizzato e condiviso facilmente tra diversi sistemi operativi e computer, senza perdere elementi di formattazione. Con l’avvento di Internet e la crescente necessità di condividere documenti in modo affidabile, il PDF è diventato uno dei formati più diffusi e riconosciuti per la distribuzione di contenuti digitali.

Oggi i PDF sono onnipresenti per una ragione: sono straordinariamente utili e versatili. Dalle pubblicazioni accademiche alle brochure aziendali, dai moduli governativi ai cataloghi di prodotti, i PDF permettono di condividere documenti complessi e ben strutturati con una garanzia di integrità visiva. Siti di ogni genere li utilizzano per fornire agli utenti contenuti che sono spesso destinati alla stampa o alla distribuzione offline, come report approfonditi o guide dettagliate.

A cosa servono i PDF: diffusione e utilizzi comuni

I PDF sono utilizzati in una varietà di contesti e per diversi scopi.

Nel mondo del business, sono lo standard per la condivisione di report, bilanci, brochure aziendali e documentazione tecnica. Nel settore educativo, vengono utilizzati per distribuire materiale didattico, pubblicazioni accademiche e ricerche. Anche i governi e le istituzioni pubbliche si affidano ai PDF per la diffusione di moduli, leggi e documenti ufficiali.

La loro diffusione è dovuta alla capacità di mantenere un alto livello di sicurezza e integrità del documento, con funzionalità come la protezione tramite password e la firma digitale, che garantiscono l’autenticità e la non alterabilità dei contenuti. Inoltre, i PDF sono spesso utilizzati per documenti destinati alla stampa professionale, grazie alla loro precisione nel mantenere la formattazione e la qualità delle immagini, assicurando che il prodotto finito rispecchi esattamente il design originale.

I PDF trovano un posto di rilievo anche nell’ecosistema dei siti web, fungendo da ponte tra il mondo digitale e quello della documentazione tradizionale. Per i siti web, i PDF offrono un mezzo per distribuire contenuti complessi e dettagliati che gli utenti possono scaricare, stampare e consultare offline. Sono particolarmente utili per fornire rapporti approfonditi, cataloghi di prodotti, manuali utente, moduli da compilare e materiale informativo che beneficia di una presentazione curata e di una formattazione stabile. Inoltre, come vedremo più approfonditamente, i PDF possono essere ottimizzati per la ricerca, includendo parole chiave e metadati pertinenti, per migliorare la loro scoperta attraverso i motori di ricerca.

Tuttavia, è importante bilanciare l’uso dei PDF con contenuti HTML nativi per garantire una buona user experience, specialmente su dispositivi mobili, dove la navigazione e l’interattività sono fondamentali.

PDF SEO: le sfide dell’ottimizzazione dei file PDF

La loro capacità di mantenere una formattazione coerente attraverso vari dispositivi e sistemi operativi li rende un formato di scambio documentale affidabile. Nonostante la loro utilità, però, i PDF possono diventare un ostacolo per la SEO.

La loro struttura statica non è ideale per l’analisi dei motori di ricerca, che preferiscono contenuti dinamici, interattivi e facilmente navigabili. Questo può portare a problemi di indicizzazione e visibilità, limitando l’efficacia dei PDF come strumento per ottenere successo online.

Ad ogni modo, dal punto di vista tecnico Googlebot è capace di scansionare i PDF e Google indicizza i PDF dal 2001. L’unico caso in cui Google non può indicizzare un PDF è se il documento è protetto da password o crittografato. Un modo semplice per verificare se un PDF è indicizzabile è copiare e incollare il testo dal documento: se riusciamo a farlo, Google dovrebbe essere in grado di eseguire la scansione e l’indicizzazione del contenuto.

Quali sono le criticità nella gestione dei PDF per la SEO

Al netto del fatto che Google sia in grado di indicizzare i PDF e anche di assegnar loro un buon posizionamento, il formato presenta alcune limitazioni rispetto alle pagine web tradizionali. In realtà, i PDF non sono “né buoni né cattivi” per la SEO e non danneggeranno la nostra visibilità organica, ma ci sono alcuni svantaggi di questo formato rispetto ad una pagina web HTML:

  • Non è mobile-friendly. I PDF mantengono una formattazione uniforme su qualsiasi dispositivo, il che li rende meno adattabili alle peculiarità degli schermi mobili.
  • Mancanza di interattività. Spesso privi di elementi di navigazione interna, i PDF possono ostacolare l’utente nell’esplorazione di contenuti aggiuntivi.
  • Limitazioni SEO. Questi documenti mancano di alcune funzionalità avanzate come gli attributi specifici per i link, quali nofollow, UGC e sponsored.
  • Frequenza di scansione ridotta. I motori di ricerca tendono a scansionare meno frequentemente i PDF rispetto alle pagine web che vengono aggiornate con maggiore regolarità.
  • Complessità nel tracciamento. I sistemi di tracciamento standard, che si basano su JavaScript, non sono compatibili con i file PDF, rendendo più arduo monitorare il comportamento degli utenti

Per questo, possiamo dire che inserire un PDF sul sito può andar bene se vogliamo distribuire un contenuto specifico e non troviamo altro modo per condividere i contenuti. Tuttavia, le pagine web standard restano migliori per la SEO perché forniscono a Google tutte le informazioni necessarie per analizzare e classificare i contenuti, ma anche perché offrono un’esperienza utente migliore, soprattutto su dispositivi mobili.

PDF e Google: come il motore di ricerca tratta i PDF

E quindi, abbiamo detto che Google può scansionare e indicizzare i file PDF, che compaiono anche nelle normali pagine dei risultati di ricerca Google, dove sono evidenziati con un tag PDF.

Tecnicamente, i PDF sono convertiti e indicizzati come HTML; per le risorse dove ci sono immagini di testi, Google usa la tecnologia di Riconoscimento Ottico dei Caratteri (OCR) per convertire le immagini in testo, e le immagini nei PDF sono anche indicizzate nei risultati di Google Immagini.

Google ha quindi affinato nel tempo la sua capacità di indicizzare i PDF, trattandoli in modo simile alle pagine web tradizionali: il motore di ricerca esegue la scansione del testo contenuto nei PDF, estraendo informazioni e contenuti rilevanti per includerli nei suoi indici. Ciò significa che un PDF ben strutturato e ottimizzato può apparire nei risultati di ricerca proprio come farebbe una pagina HTML. Google è in grado di riconoscere e interpretare non solo il testo, ma anche alcune caratteristiche dei PDF, come i metadati e i link interni, che possono influenzare il ranking del documento.

Tuttavia, in caso di duplicati Google continua a dare la preferenza alle pagine HTML rispetto ai PDF: ovvero, se serviamo pagine HTML e PDF con lo stesso contenuto, Google tende a preferire la versione del contenuto della pagina come versione principale nel gruppo dei duplicati. Questo significa che i segnali sono consolidati verso la versione della pagina, che sarà la versione canonica mostrata nei risultati di ricerca.

I motori di ricerca, infatti, prediligono contenuti facilmente analizzabili e interattivi, caratteristiche che i PDF non offrono nativamente. Inoltre, prendono in considerazione anche la facilità di accesso e la qualità dell’esperienza utente, fattori in cui i PDF possono essere carenti rispetto alle pagine web responsive e interattive.

In ultimo, Google dà valore anche alla freschezza del contenuto, quindi un PDF che non viene aggiornato regolarmente potrebbe essere scansionato meno frequentemente, influenzando la sua attualità nei risultati di ricerca. Per questi motivi, seppure i PDF siano indicizzabili e possano essere efficaci per certi tipi di contenuto, è importante utilizzarli in modo strategico e complementare alle pagine web per massimizzare la visibilità e l’efficacia SEO. Sarebbe opportuno valutare la situazione dal punto di vista dell’esperienza utente – e in tal senso un PDF è raramente il modo migliore per visualizzare le informazioni, soprattutto per chi accede da dispositivi mobili.

È possibile pubblicare sia in formato PDF che HTML?

La presenza contemporanea di contenuti identici in formato PDF e HTML è stata spesso al centro delle discussioni di Google, e di recente John Mueller è tornato a parlarne nel corso di una delle pillole video di #AskGooglebot su YouTube, in cui ha risposto a un utente che chiedeva, appunto, se pubblicare contenuti sia in formato HTML che PDF fosse una buona strategia SEO.

La risposta del Search Advocate di Google è (per una volta) netta: va assolutamente bene e non c’è alcun problema per Google se pubblichiamo contenuti due volte, una volta in HTML e una volta come file PDF scaricabile.

Questo conferma ciò che lo stesso Mueller aveva già detto nel 2010 (come ricordato da Barry Schwartz), ovvero che Google è in grado di gestire pagine servite sia in versione PDF che HTML senza troppe complicazioni.

Per Google è possibile pubblicare due volte (in formati diversi)

In generale, spiega Mueller oggi, i sistemi Google possono trovare entrambi i tipi di pagine e indicizzarle separatamente, anche se le parole in essi contenute sono tecnicamente duplicate.

Di più: le due pagine possono essere visualizzate in modo indipendente nei risultati della ricerca.
Consigli per gestire pagine HTML e PDF
Solitamente i contenuti sono disponibili solo in un formato o nell’altro, semplicemente perché è quello che maggiormente intercetta le esigenze del pubblico, aggiunge il Googler. Ad esempio, se pubblichiamo il menu di un ristorante, le persone probabilmente preferiranno visualizzarlo sullo smartphone, e quindi servire una normale pagina HTML è di solito la scelta migliore.

D’altra parte, se pubblichiamo un modulo specifico da compilare e firmare in formato cartaceo, utilizzare un file PDF può avere più senso.

E alcuni tipi di contenuti potrebbero funzionare bene in entrambi i formati, come una guida o un caso studio disponibile per la revisione in forma cartacea.

Le best practices suggerite da Google per le pagine “doppie” in formato diverso

Dal punto di vista pratico, Mueller aggiunge altri dettagli utili per i siti che si trovano in questa condizione.

Se i sistemi di Google vedono le due pagine come contenuti duplicati non ci sono particolari rischi di visibilità per il sito nel suo complesso, perché di solito rimandano semplicemente alla versione della pagina HTML, ignorando la versione PDF.

Abbiamo però controllo su questo aspetto, perché possiamo ad esempio utilizzare un header HTTP “noindex” o un meta tag robots per bloccare l’indicizzazione di una delle due versioni, o ancora utilizzare l’elemento link rel canonical per comunicare la nostra preferenza sull’URL da mostrare prioritariamente.

Inoltre, come ultimo suggerimento, Mueller invita come buona norma a includere un link al sito web nel PDF, in modo che le persone possano “trovare la via del ritorno” e non restare per così dire bloccati nel PDF.

HTML e PDF: due formati diversi da conoscere

E quindi, la pubblicazione di contenuti in HTML e PDF sullo stesso sito web è fattibile e non deve necessariamente creare problemi di SEO, a patto di gestire attentamente i formati e seguire le migliori pratiche suggerite dai motori di ricerca.

Con una strategia ponderata, è anzi possibile sfruttare i punti di forza di entrambi i formati per migliorare l’accessibilità e la diffusione delle informazioni online.

L’HTML è il linguaggio di marcatura standard per la creazione di pagine web: è flessibile, accessibile e ottimizzato per i motori di ricerca. I contenuti in HTML sono facilmente indicizzabili da Google, il che significa che possono essere compresi e classificati con efficacia dall’algoritmo del motore di ricerca. D’altro canto, il PDF è un formato di file portatile, ideale per la distribuzione di documenti che mantengono la formattazione originale. Tuttavia, i PDF possono presentare sfide in termini di SEO: sebbene Google possa indicizzarli, a volte questi file mancano di alcune delle funzionalità SEO intrinseche delle pagine HTML, come i tag di intestazione e la struttura dei link interni.

Per quanto riguarda il nocciolo della questione – e quindi la coesistenza di HTML e PDF sullo stesso sito web – di sicuro la preoccupazione principale è quella del contenuto duplicato. Se un articolo viene pubblicato sia in formato HTML sia come PDF senza le dovute precauzioni, cioè, rischiamo di disperdere il valore SEO tra due URL distinti che presentano lo stesso contenuto, confondendo i motori di ricerca e potenzialmente riducendo la capacità delle pagine di classificarsi efficacemente.

Le rassicurazioni di Google e le indicazioni fornite ci dovrebbero aiutare a evitare problemi di contenuto duplicato, assicurando con il canonical che i motori di ricerca possano identificare e dare priorità al contenuto più pertinente, ma in realtà la linea di fondo è che comunque l’HTML ha la priorità e i rischi veri per il sito sono bassi.

SEO PDF: come ottimizzare i file PDF

I PDF possono essere potenti veicoli di contenuto, ma senza le giuste tecniche SEO rischiano di rimanere in ombra, persi nei meandri del web.

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Fortunatamente, esistono strategie specifiche che possiamo adottare per assicurare che i nostri PDF non solo siano trovati, ma anche apprezzati da Google e dagli utenti. Si tratta di una serie di passaggi semplici che ci consentono di ottimizzare i PDF per il posizionamento sui motori di ricerca per aumentare le possibilità di raggiungere la visibilità desiderata – senza dimenticare, come detto, le valutazioni sull’esperienza utente, specialmente su dispositivi mobili, dove i PDF potrebbero non essere il formato più adatto.

L’ottimizzazione SEO dei PDF è un processo che include l’assicurarsi che il testo sia selezionabile e non incorporato come immagine, l’uso di titoli significativi e metadati pertinenti, e la promozione attraverso link interni ed esterni. L’obiettivo è migliorare l’indicizzazione e la visibilità dei nostri documenti PDF, rendendoli una risorsa preziosa per la nostra content strategy digitale.

In sintesi, le best practice SEO che possiamo applicare ai PDF sono:

  • Nome del file pertinente. Scegliere un nome di file che rifletta chiaramente il contenuto del PDF e includa la parola chiave principale. Preferire i trattini per separare le parole, migliorando la leggibilità dell’URL.
  • Titolo efficace. Il titolo del PDF funge da tag title. Dobbiamo renderlo accattivante, includendo eventualmente la keyword target. Un titolo ben scelto aumenta la probabilità di clic da parte degli utenti.
  • Testo leggibile e ben strutturato. Il testo deve essere grammaticalmente corretto e organizzato in paragrafi chiari con titoli e sottotitoli. Usare le intestazioni (H1-H6) per strutturare il contenuto può facilitare la lettura e migliorare la scansione da parte dei motori di ricerca.
  • Metadati informativi. Compilare i metadati del PDF, come titolo, autore e parole chiave. Anche se non influenzano direttamente il ranking, aiutano a catturare l’attenzione degli utenti.
  • Immagini ottimizzate con testo alternativo. Includere immagini nel PDF di qualità e scrivere alt text per descriverle, migliorando sia l’accessibilità che la SEO.
  • Evitare il testo nelle immagini. Preferire il testo selezionabile rispetto a quello incorporato nelle immagini per permettere ai motori di ricerca di leggere e indicizzare il contenuto.
  • Link building strategica. Inserire link interni ed esterni pertinenti nel PDF può collegarlo a risorse correlate, migliorando la comprensione del documento e la sua autorità.
  • Dimensioni ridotte per una rapida apertura. Un PDF leggero si carica più velocemente, migliorando l’esperienza utente e potenzialmente il ranking. Usare strumenti di compressione per ridurre le dimensioni del file.
  • Uso strategico delle parole chiave. Integrare le parole chiave in modo naturale e pertinente nel testo, nei titoli, nei sottotitoli e nei metadati, evitando il keyword stuffing.
  • Evitare i contenuti duplicati. Usare il tag rel canonical per i PDF con contenuti simili a quelli di altre pagine web, evitando penalizzazioni per contenuto duplicato.
  • Ottimizzazione per dispositivi mobili. Anche se i PDF non possono essere responsive, possiamo organizzare il contenuto in modo che sia leggibile su dispositivi mobili, ad esempio evitando layout multi-colonna.

Seguendo questi passaggi, possiamo non solo aiutare i motori di ricerca a trovare i nostri PDF, ma anche offrire anche un’esperienza utente positiva, aumentando le possibilità che il contenuto sia letto, condiviso e apprezzato dalle persone.

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