SERP italiane poco scosse dal July 2021 Core Update di Google

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Calma piatta o quasi nelle SERP italiane e spagnole, qualche movimento in più per quelle localizzate in UK e negli Stati Uniti: è questa l’estrema sintesi degli effetti del July 2021 Core Update di Google, lanciato il 1 luglio e concluso ufficialmente dopo 12 giorni, come annunciato dall’account della compagnia. Ecco quindi un’analisi rapida sull’impatto di questo (ennesimo) aggiornamento, che si aggiunge agli altri interventi algoritmici avviati nelle ultime settimane.

Le informazioni sul July 2021 Core Update di Google

Prima di immergerci in dati e numeri, è bene fare una piccola ricapitolazione su questo aggiornamento algoritmico, che è stato piuttosto anomalo rispetto agli altri per una serie di motivi.

Si è trattato, infatti, della coda del precedente June 2021 Core Update, che ha seguito a distanza di neppure un mese – mentre invece, di solito, tali aggiornamenti principali di Google cadono a cadenza trimestrale o oltre, tanto che bisogna arrivare fino al December 2020 Core Update per ritrovare l’ultimo prima di questa accoppiata.

Come già accennato, Google ha iniziato a implementare l’aggiornamento principale di luglio 2021 intorno a mezzogiorno (statunitense) del 1° luglio 2021, e ha comunicato che il rollout è terminato il 12 luglio intorno alle 13:00 ET (ore 19 del pomeriggio italiane): è quindi durato 12 giorni interni, due in più del June 2021 Core Update, che invece ha concluso la sua applicazione in appena 10 giorni.

L'annuncio su Google sul July 2021 Core Update

Ad ogni modo, si è trattato di un classico “core update”, che ha avuto effetti su scala globale e non specifici per una particolare regione, lingua o categoria di siti web; la conclusione del rollout significa che ora il nuovo indice di ricerca è stato implementato completamente in tutti i data center e che i risultati della ricerca dovrebbero rimanere relativamente stabili.

Quindi, da oggi in avanti le eventuali fluttuazioni che vedremo nel ranking saranno probabilmente dovute al normale spostamento dei risultati di ricerca – o agli effetti degli altri interventi di Google ancora in corso.

Tanti aggiornamenti di Google in corso

Non dobbiamo infatti dimenticare che nell’ultimo mese il motore di ricerca è stato interessato da tantissima attività di sviluppo e di correzione di alcuni aspetti dei criteri di valutazione dei risultati.

Solo per limitarci agli update ufficiali e confermati, abbiamo avuto il June 2021 core update, ma anche lo spam update (un intervento algoritmico per penalizzare nella Ricerca i siti che sfruttano situazioni di molestie e diffamazione per ricattare le vittime) e il Page Experience update (che andrà avanti almeno fino ad agosto), senza trascurare i potenziali effetti dell’implementazione di Google MUM, che inizia a essere utilizzato per migliorare le ricerche, come nel caso dei vaccini.

Insomma, le oscillazioni di ranking in queste settimane possono dipendere da tante variabili (e ciò complica in parte l’analisi), ma è comunque importante riuscire a individuare il motivo per cui si perdono posizioni: come sempre, se ciò capita durante un update maggiore non c’è molto da fare, se non provare a migliorare la qualità complessiva del sito e dei contenuti, in accordo alle storiche 23 domande sulla qualità delle pagine e ai consigli di Google per recuperare da un crollo dopo un aggiornamento.

Analisi del July 2021 Core Update con SEOZoom

Per verificare gli effetti sulle pagine dei risultati di ricerca di quest’ultimo aggiornamento abbiamo usato i soliti strumenti dell’Osservatorio SERP di SEOZoom: rispetto al solito, i movimenti sono stati molto inferiori o addirittura apparentemente assenti, in maniera quasi del tutto atipica.

D’altra parte, però, Google aveva anticipato che la maggior parte dei siti non avrebbe notato questi aggiornamenti, e quindi questa promessa sembra essere sta mantenuta.

Cosa è successo su Google Italia

L’attività di variazioni e movimenti nelle SERP italiane monitorate da SEOZoom nel periodo di rilascio dell’update è stata quanto mai “nella norma”, evento che raramente si verifica in occasione di tali aggiornamenti.

Grafico dei movimenti su Google Italia

L’unica area in cui abbiamo rilevato qualcosa di diverso è quella delle “Grandi variazioni”, ovvero delle pagine che hanno perso o conquistato tante posizioni in SERP: proprio il 2 luglio, primo giorno italiano in cui è partito l’update, c’è stato un picco elevato in questa attività di testing di Google (che è una sorta di continuo test di qualità sul rendimento delle pagine web da parte dell’algoritmo), che poi è rientrato su livelli più regolari almeno fino al 14 luglio (quando ormai il rollout era già completato).

Grafico dei movimenti in Italia

Stando a questo monitoraggio, quindi, gli effetti del July 2021 Core Update non hanno riguardato tanto la prima pagina dei risultati (dove le variazioni sono state minime o addirittura assenti), quanto piuttosto le pagine secondarie, dove molti siti hanno improvvisamente conquistato o perso i piazzamenti precedenti, con sbalzi notevoli.

Cosa è successo su Google ES

Praticamente calma piatta anche sul Google spagnolo, che ha vissuto una situazione molto simile a quella monitorata in Italia, con i picchi maggiori localizzati nell’area delle “Grandi variazioni”, in particolare nei giorni 2, 8 e 14 luglio (quasi come in Italia); in più, in Spagna si segnala anche la coda velenosa dell’aggiornamento, che proprio nelle giornate finale del suo rollout – 10 e 11 luglio – ha provocato un po’ di scossoni tra le “Piccole variazioni di SERP”.

Grafico dei movimenti nelle SERP spagnole

Ad ogni modo, anche le pagine dei risultati spagnoli non sembrano essere state completamente stravolte dal July 2021 Core Update, o almeno non nelle Top10.

Grafici di analisi SERP in Spagna

Cosa è successo su Google UK

Un po’ più vivace la situazione sul Google britannico, dove i grafici segnalano attività e oscillazioni più consuete per il periodo di update.

Grafico delle oscillazioni su Google UK

Come nei casi precedenti, comunque, non ci sono praticamente segnalazioni di risultati usciti dalla Top10 (o, quanto meno, non ci sono discostamenti rispetto all’attività media registrata), mentre qualcosa cambia nelle altre tre categorie analizzate.

Grafici dell'impatto dell'update in UK

In particolare, l’8 luglio si è registrato un lieve picco nelle oscillazioni dei risultati in prima pagina (ovvero, cambiamenti di posizione tra pagine già classificate in top10 su Google UK), mentre un po’ più consistenti sono i movimenti riscontrati per le variazioni piccole e grandi in SERP. Ad esempio, nei suoi tre giorni conclusivi di rollout l’update ha provocato “piccole variazioni”, mentre le grandi si sono fatte sentire soprattutto il 2, il 3 e l’8 luglio.

Impatto del July 2021 Core Update sulle SERP straniere

Anche gli analisti stranieri hanno dedicato spazio allo studio dell’impatto di questo update, utilizzando diversi fornitori di dati: di base, emerge sempre la sensazione che l’aggiornamento di luglio sia stato ancora più piccolo e meno impattante rispetto al già blando June 2021 Core Update.

Per Barry Schwartz, ci sono stati 3 momenti in cui l’update è stato percepito maggiormente – 2, 9 e 12 luglio – e anche il monitoraggio con differenti strumenti di analisi ha confermato questa tendenza.

In particolare, una caratteristica notata è stata la relativa brevità delle fluttuazioni intense di ranking, che non si sono prolungate per periodi maggiori come invece accadeva in altre occasioni; inoltre, c’è stata praticamente contemporaneità tra l’annuncio di Google e il primo impatto sulle classifiche.

Inoltre, l’intensità media dei cambiamenti in SERP è stata inferiore a quella di giugno, e solo un 10% dei siti interessati dall’ultimo update ha vissuto una situazione di inversione, ovvero il caso in cui un dominio che ha registrato perdite di ranking significative a giugno abbia ottenuto aumenti significativi a luglio, o viceversa.

Secondo altri data provider, sono stati colpiti molti siti di elenchi e consultazione: ad esempio, tra le tipologie di domini colpiti ci sono i siti di intrattenimento che includono testi e informazioni sulle canzoni e alcuni siti di viaggi.

Le considerazioni di Gianluca Fiorelli sull’update

Gianluca Fiorelli ha scelto Twitter per una considerazione di massima sull’impatto di entrambi i Core Updates estivi di Google, scrivendo una serie di cinguettii in cui analizza alcuni elementi comuni di fondo.

Secondo l’esperto SEO, ora Google tende ad essere più preciso nel classificare un sito per le sue keyword core business, ed eventualmente può svalutarlo per quelle solo tangenzialmente correlate, anche se quel sito si posizionava molto bene con tali keyword.

Questa combinazione può portare a una situazione in cui il sito perde anche una grande percentuale di traffico organico, ma il suo CTR è ugualmente in aumento: un effetto sopportabile, se il CRO del sito è ben messo a punto, mentre può provocare problemi a chi sta basando la propria strategia di business sui lead e su un piccolo tasso di conversione su un numero enorme di visite.

In questo senso, dice Fiorelli, “Google vi sta obbligando a ripensare al 100% la vostra strategia SEO”, e ciò è evidente in qualsiasi sito che ha basato la propria strategia nella creazione di una quantità gigantesca di contenuti, come ad esempio tutti quei siti di notizie che hanno creato “sezioni” di notizie banali, il cui scopo è quello di ottenere un clic sui link affiliati, oppure ancora quei siti che hanno puntato eccessivamente sui loro blog per guadagnare traffico, gonfiandoli con contenuti che forse non avrebbero dovuto pubblicare.

In definitiva, ci sono sei best practices che possiamo seguire per evitare di ritrovarci in situazioni critiche:

  • Riconsiderare la nostra strategia.
  • Creare contenuti che riguardino davvero entità direttamente legate al nostro business.
  • Diversificare il tipo di format/contenuti che creiamo e pubblichiamo.
  • Impostare una link building intelligente, in modo da aumentare l’autorevolezza del brand per le sue entità principali.
  • Diversificare il marketing mix, usando le aree web per aumentare la fiducia, ma soprattutto utilizzando i social e l’email marketing per questo scopo.
  • Non abbattersi (mettersi a piangere in un angolo è l’espressione idiomatica precisa) se il traffico scende, ma impegnarsi a indagare le cause e agire di conseguenza per migliorare il sito.

Siti e categorie colpite dall’update di luglio

Un approfondimento arriva anche da Roger Montti, che riunisce una serie di osservazioni di vari autori per la sua analisi.

Un elemento interessante che viene fuori dal suo articolo è la possibilità che Google abbia ridotto il domain crowding, ovvero l’affollamento delle SERP da parte di un singolo dominio che si posiziona ripetutamente nei risultati di ricerca. Prima dell’aggiornamento di luglio, i siti con più domini di primo livello nazionali (CCTLD) come i domini .uk, .tv, .ca tendevano a dominare i risultati di ricerca di Google per determinate query, ma sembra che ora abbiano perso visibilità (in particolare, i ccTLD di Pinterest).

Altra notazione riguarda l’aumento del riquadro People Also Ask (PAA), la funzione di perfezionamento delle query progettata per portare gli utenti alle risposte che vogliono vedere.

Meno positiva un’ultima notazione, relativa all’aumento di risultati di bassa qualità nelle SERP in posizioni di buona (o ottima) visibilità.

Sebbene Google stia attivamente cercando di non mostrare tali risultati, pagine di qualità discutibile continuano a comparire sul motore di ricerca: ad esempio, sono comparsi pagine di spam generate dallo scraping di featured snippet di Google classificate addirittura al primo posto, superando quindi i siti legittimi da cui hanno raschiato il contenuto. A dare la spinta a questi domini sembrano essere i backlink provenienti da siti di alta qualità e apparentemente puliti (che, cioè, non sembrano vendere apertamente link).

Analizzare i cali per capirne i motivi

Montii, inoltre, si sofferma su alcuni punti utili da chiarire lato SEO, perché solo comprendendo appieno cosa è cambiato e perché l’update ha colpito negativamente il sito in termini di posizionamento è possibile attuare una strategia di rilancio.

Molte volte gli aggiornamenti algoritmici cambiano il modo in cui Google comprende il significato delle query e/o delle pagine Web (ad esempio BERT), scrive l’autore; ciò può comportare lo spostamento in alto di diversi siti, che si conformano meglio alla nuova comprensione che gli algoritmi hanno di ciò che un utente sta cercando quando effettua una particolare query di ricerca (quello che chiamiamo semplicemente search intent).

Quindi, alcuni siti potrebbero perdere posizioni non perché abbiano fatto qualcosa di male, ma perché è cambiato il giudizio dell’algoritmo su ciò che è rilevante.

In altri casi, Google può introdurre funzionalità di perfezionamento della query come People Also Ask, che può portare visivamente in basso una pagina web in posizione due alla posizione virtuale 5, spinta in giù dall’espansione del riquadro.

Questa feature può anche significare che un altro sito, che appare tra le domande, può guadagnare più traffico perché è più topicamente rilevante per l’utente che effettua una particolare query, guadagnando traffico da una query per cui tradizionalmente non era premiato.

Il sito che è sceso sotto al PAA non ha fatto nulla di sbagliato e nemmeno il sito che si classifica nella posizione 1, che in teoria “potrebbe perdere del traffico verso uno dei siti nella funzione di perfezionamento della query PAA”.

Ancora, Google potrebbe anche introdurre più FAQ rich results che possono parimenti influire sulla visibilità del sito nei risultati di ricerca (positivamente e negativamente).

Quindi, ci sono moltissimi fattori esterni a un sito web che possono influenzare negativamente le classifiche, soprattutto a seguito di un core update: se il nostro sito ha subito una variazione negativa delle prestazioni di ricerca, pertanto, è buona norma guardare prima al di fuori delle nostre pagine per cercare di capire cosa potrebbe essere cambiato, e solo poi tornare al sito e vedere se è necessario acquisire informazioni o intervenire per correggere qualcosa.

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