Google quality raters guidelines, arrivano nuove indicazioni su qualità e YMYL

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Maggiori dettagli sulla categoria dei contenuti YMYL, chiarimenti su cosa significa pagine di bassa qualità, interventi di semplificazione per alcune definizioni e correzioni minori: a distanza di un anno dall’ultimo aggiornamento, Google ha pubblicato le nuove linee guida per i valutatori di qualità della Ricerca, le Quality Rater Guidelines che, come di consueto, offrono importanti spunti anche a chi cerca di provare a comprendere quali sono le strade verso la costruzione di pagine e contenuti in sintonia con ciò che Google vuole posizionare più in alto nei risultati di ricerca.

Quality Rater Guidelines, Google aggiorna il documento dopo un anno

Il precedente aggiornamento di queste linee guida risaliva all’ottobre 2020, e in quell’occasione Google portò il documento a un totale di 175 pagine, senza modificare in maniera molto evidente i contenuti. Questa volta, invece, nonostante la riduzione a 172 pagine totali, gli interventi sembrano più sostanziosi, perché riguardano i contenuti che rientrano nella categoria YMYL, le spiegazioni sulle pagine di qualità inferiore e in generale tutto ciò che concerne il modo in cui Google cerca di valutare le caratteristiche di EAT (poi successivamente diventate EEAT) delle pagine.

Le 5 novità dell’aggiornamento di ottobre 2021

L’aggiornamento, datato 19 ottobre 2021 e disponibile online all’URL https://static.googleusercontent.com/media/guidelines.raterhub.com//en/searchqualityevaluatorguidelines.pdf, introduce modifiche significative e chiarimenti su questioni utili anche ai SEO; nello specifico, come segnalato nel changelog alla fine del documento, sono le 5 aree in cui si è concentrato il lavoro di Google:

  1. Ampliata la definizione della sottocategoria YMYL “Gruppi di persone” (per coprire più gruppi di persone che potrebbero sentirsi emarginate o attaccate da altri).
  2. Aggiornata la guida su come ricercare informazioni sulla reputazione di siti Web e creatori di contenuti.
  3. Ristrutturata e aggiornata la sezione “Lowest Page Quality” (qualità pagina inferiore), con esempi riorganizzati e aggiornati per riflettere la nuova struttura.
  4. Semplificata la definizione di “Upsetting-Offensive” (contenuto fastidioso-offensivo) per rimuovere la ridondanza con la sezione Lowest Page Quality.
  5. Modifiche minori generali, come screenshot e URL aggiornati, testo ed esempi per coerenza; esempi obsoleti rimossi; errori di battitura corretti e così via; inoltre, in molti dei casi in cui era utilizzata la parola “utenti” ora è presente invece la parola “persone”, ma queste variazioni non cambiano davvero il contesto di ciò che dicono le linee guida.

Diversi esperti hanno già analizzato le modifiche, e in particolare Lily Ray e Jennifer Slegg hanno messo in luce i seguenti punti cruciali.

Cosa cambia nelle linee guida per i quality raters

La prima novità di rilievo riguarda l’estensione della definizione di Google nella categoria Your Money Your Life per la sezione sui “Gruppi di persone”, che ora fa riferimento a informazioni su “età, casta, disabilità, etnicità, identità ed espressione di genere, status di immigrazione, nazionalità, razza, religione, sesso/genere, orientamento sessuale, status di veterano, vittime di un grande evento violento e loro parenti o qualsiasi altra caratteristica associata a discriminazione o emarginazione sistemica”.

A sinistra il testo vecchio delle GQRG, a destra il nuovo

Possiamo interpretare questo cambiamento come segno dell’intenzione di Google di far valutare con qualità più bassa tutte le pagine che attaccano le vittime di un grande evento violento e i loro familiari (come capitato negli Stati Uniti e non solo a seguito di attacchi terroristici, con tante pagine che seguivano teorie del complotto progettate specificamente per attaccare le vittime o le loro famiglie), oltre che contrastare l’emersione in SERP di pagine discriminatorie verso ogni possibile gruppo.

Inoltre, la modifica dimostra anche che Google sta lavorando per espandere le sue nozioni sui contenuti YMYL per includere varie identità, condizioni socioeconomiche e altro ancora, e questo implica (e ci ricorda) che EAT è fondamentale quando si pubblicano contenuti relativi a uno dei gruppi di persone sopra indicati.

Maggior enfasi sulla reputazione (anche dei creatori di contenuti)

L’altro grande fronte di aggiornamento della versione attuale delle linee guida riguarda le indicazioni sulla ricerca della reputazione dei siti e, soprattutto, dei creatori di contenuti: per Google, infatti, è importante che i valutatori considerino la reputazione sia del sito Web in generale sia della persona che sta creando il contenuto sulla pagina che stanno valutando, invitandoli ad approfondire le informazioni cercando “cosa hanno da dire altre persone ed esperti” sul sito e sull’autore dei contenuti principali.

Confronto tra le due versioni delle linee guida

In tal senso, Google suggerisce alcuni modi in cui i quality raters possono cercare informazioni sulla reputazione dei creatori di contenuti sul sito; ad esempio, le “recensioni degli utenti sono spesso utili fonti di reputazione per i siti Web che offrono prodotti o servizi” e i valutatori possono “considerare un gran numero di recensioni positive dettagliate e affidabili degli utenti come prova di una reputazione positiva”, mentre durante la ricerca di singoli autori o creatori di contenuti “le biografie e gli articoli con informazioni biografiche possono essere un’utile fonte di reputazione”.

Ovviamente, le fonti di reputazione possono variare a seconda del tipo di attività, argomento o sito web – curiosamente, in questa sezione viene rimossa la menzione al Premio Pulitzer (introdotta nell’update del settembre 2019) come simbolo di prestigio, sostituita da un più generico riferimento a premi giornalistici – e “le recensioni dei clienti possono essere utili per la ricerca sulla reputazione dei negozi online, ma molto meno per i siti Web di informazioni mediche” (e probabilmente di tutti i contenuti YMYL, il cui livello di EAT viene calcolato in modo diverso).

Come riconoscere una pagina di qualità più bassa

Google ha apportato modifiche significative per aggiornare la sezione delle linee guida dedicate al calcolo della Lowest Page Quality, la pessima qualità di pagina, e in particolare ha ampliato le definizioni e fornito esempi specifici di cosa significa per una pagina causare danni, diffondere odio o disinformare gli utenti.

Raffronto sulle novità della versione 2021 delle linee guida

Nell’introduzione alla definizione di pagine di pessima qualità ci sono ora tre indicazioni specifiche per i quality raters, che devono:

  • Valutare il vero scopo della pagina – se il sito Web o la pagina hanno uno scopo dannoso o sono progettati per ingannare le persone rispetto al vero scopo, dovrebbe essere valutato come pessimi.
  • Valutare il potenziale danno della pagina. I siti Web o le pagine dannose per le persone o la società, inaffidabili o contenenti spam, come specificato in queste linee guida, dovrebbero ricevere il punteggio più basso.
  • Eseguire una valutazione PQ (page quality) in base a quanto bene la pagina raggiunge il suo scopo utilizzando i criteri delineati nelle linee guida: le pagine che non raggiungono il loro scopo dovrebbero ricevere il punteggio più basso.

Quali sono i contenuti di pessima qualità per Google

Negli altri paragrafi della sezione, poi, Google include più descrizioni dei tipi di pagine pessime che i valutatori potrebbero incontrare, entrando nel dettaglio delle possibilità e aggiungendo riferimenti specifici a esempi di doxxing o addirittura a istruzioni specifiche su come aiutare qualcuno a commettere un omicidio, oltre che contenuti che contengono stereotipi offensivi o disumanizzanti, contenuti dannosi che possono essere facilmente confutati da fatti ampiamente accettati e teorie prive di fondamento che non sono basate su fatti o prove.

Interessante è anche il paragrafo dedicato alle pagine spammy (in precedenza definite “pagine che non raggiungono il loro scopo”), che sono quelle create deliberatamente senza Main Content o con MC incomprensibili, oppure pagine violate, rovinate o spammate, così come già definito dalle linee guida di Google per i webmaster (verso cui c’è un riferimento esplicito).

Alla fine di questa particolare sezione, infatti, compare nuova notazione che segnala ai quality rater di usare il proprio giudizio basato sulle linee guida, piuttosto che le loro opinioni personali, perché “anche se il contenuto è controverso non significa necessariamente che sia di qualità più bassa” – raccomandazione già presente dall’aggiornamento del 2019, che era incentrato proprio sulla necessità di fornire valutazioni oggettive e senza pregiudizi.

In un passaggio successivo compare un’altra sezione nuovissima in cui Google parla di EAT e reputazione del sito e del creatore dei contenuti, sempre in riferimento a pagine di qualità bassa o pessima. Reputazione e EAT “sono alcune delle considerazioni più importanti nella valutazione della qualità della pagina”, dicono le linee guida, “e se l’EAT di una pagina è sufficientemente basso, le persone non possono o non devono utilizzare il contenuto della pagina”, soprattutto per gli argomenti YMYL.

Più precisamente, “se una pagina YMYL è altamente inesperta o altamente non autorevole per il suo scopo, dovrebbe essere considerata inaffidabile e valutata come pessima”, perché lowest è il livello “appropriato per le pagine che sono così prive di competenza o autorevolezza da essere inaffidabili”, mentre “una pagina priva di competenza o autorevolezza adeguata dovrebbe essere valutata Bassa”.

Google invita a usare la valutazione più bassa se il sito Web e i creatori dei contenuti “hanno una reputazione estremamente negativa, al punto che molte persone considererebbero inaffidabili la pagina Web o il sito Web”. Ancora, sono da ritenere pagine di qualità pessima quelle “dannose per le persone o la società, inaffidabili o spam” e in tali casi non importano né la (eventuale) competenza né il topic dei contenuti.

La ricerca di contenuti fastidiosi e offensivi

L’ultimo aggiornamento delle linee guida dei quality raters ha completamente rivisto la definizione di contenuti upsetting/offensive per renderla più breve e concisa.

Come cambia la sezione sui contenuti upsetting-offensive

Tra le novità, i valutatori devono contrassegnare i contenuti che potrebbero essere sconvolgenti o offensivi dal punto di vista di un utente tipico nella propria località “tenendo presente che persone di ogni età, sesso, razza, religione e affiliazione politica utilizzano Internet per comprendere il mondo e altri punti di vista”, marcando eventualmente come “Non per tutti” (Not-for-Everyone) i “contenuti che potrebbero essere sgradevoli o spiacevoli per alcune persone nella zona (ad esempio, contenuti che potrebbero non essere appropriati in uno spazio pubblico, in un ambiente professionale o a scuola)”.

A cosa servono le Search Quality Raters Guidelines

In un post Danny Sullivan, Public Search Liaison, ha spiegato il senso di questi aggiornamenti, che servono ad assicurare che le linee guida “funzionino come previsto”; anche le modifiche all’apparenza minori, “come l’aggiornamento del linguaggio per chiarezza e l’aggiornamento dell’organizzazione” delle informazioni, aiutano in realtà a chiarire “ciò che costituisce contenuto di qualità pessima e dare una guida aggiornata e modernizzata sulla ricerca della reputazione dei siti web“.

Secondo Sullivan, le search quality raters guidelines sono lunghe più di 170 pagine che, sintetizzate in una frase, “aiutano a garantire che la Ricerca restituisca risultati pertinenti dalle fonti più affidabili disponibili“.

La qualità delle informazioni è al centro di Search, ribadisce la voce pubblica di Google, e i sistemi lavorano fondamentalmente per far emergere informazioni di alta qualità: in particolare, le linee guida aiutano i quality raters a determinare se un miglioramento pianificato soddisfa tale obiettivo, fornendo una definizione chiara e uniforme che tutti utilizzano per valutare i risultati che vedono.

Più specificamente, le informazioni di alta qualità sono “contenuti che dimostrano competenza, autorevolezza e affidabilità su un argomento, o EAT in breve”. Ad esempio, prosegue, un sito sanitario con contenuti di medici e prodotto da un’istituzione medica avrebbe un livello elevato di quello che molti considererebbero competenza, autorevolezza e affidabilità.

Perché studiare le linee guida per i valutatori della Ricerca

Dobbiamo ricordare un elemento cruciale: le valutazioni dei quality raters non influiscono direttamente sulle classifiche (come Google ha chiarito varie volte, anche nel documento stesso), ma comunque forniscono feedback che aiutano Google a migliorare i suoi algoritmi (sono infatti utilizzati per informare i futuri aggiornamenti dell’algoritmo) e, soprattutto, aprono uno squarcio sui molti fattori che Google considera quando valuta la qualità dei contenuti.

Tenere d’occhio le evoluzioni delle linee guida può quindi aiutare anche la nostra attività di ottimizzazione dei siti, perché ci offre modo di saperne di più sull’orientamento di Google su quali siti Web e pagine Web meritino un ranking elevato e – in riferimento proprio alle ultime modifiche – quali invece devono essere catalogate come pessime.

Proprio a questo proposito, ora le guidelines sono molto più chiare nel definire esattamente cosa sia una pagina di qualità bassissima, semplificando l’attività di valutazione dei quality raters con riferimenti più semplici da seguire.

Le indicazioni su EAT e reputazione

Un altro focus molto delicato è quello dedicato ai parametri EAT e alla reputazione di siti e autori: da tempo gli esperti stanno sottolineando quanto tali fattori siano importanti per il successo di un sito e che Google sta lavorando attivamente sugli algoritmi in questa direzione, e le modifiche delle Quality Rater Guidelines ribadiscono questi concetti.

Ciò che salta all’occhio è che Google sta mettendo l’accento non solo sul sito web stesso, ma anche sulla reputazione dei creatori di contenuti per il sito: ciò significa che dobbiamo preoccuparci (anche) di come gli altri sul Web percepiscono noi, la nostra attività e i nostri creatori di contenuti e un modo per iniziare a curare questi aspetti è creare biografie più informative per gli autori dei contenuti sul sito o su altre parti del Web.

In generale, come detto, possiamo intendere le linee guida per i quality raters come un modo con cui Google comunica gli elementi costitutivi di un ottimo sito Web, e reputazione e parametri EAT sono sicuramente tra questi: è difficile sapere nello specifico che peso abbiano sul ranking, ma di sicuro Google sta cercando di fare in modo che i suoi algoritmi identifichino EAT e reputazione, grazie anche al supporto dei valutatori umani.

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