AMP: best practice e insidie comuni per l’implementazione

Croce e delizia: per i SEO, le pagine AMP sono uno dei topic più controversi, perché i possibili vantaggi derivanti dalle loro caratteristiche originarie fanno da contrappunto una serie di limiti e ombre che spingono molti a diffidare, come dicevamo in un approfondimento dedicato proprio ai pro e ai contro di AMP. Tuttavia, ci sono vari studi che continuano a segnalare come l’adozione di questa tecnologia possa portare benefici all’esperienza dell’utente, un tema che quest’anno è particolarmente caldo, come sappiamo: e quindi, scopriamo insieme in che modo AMP può aiutare i siti e quali sono le best practices e le insidie da evitare nell’implementazione delle pagine accelerate per il mobile.

La correlazione tra Core Web Vitals e AMP

Una recente analisi pubblicata su HTTP Archive Blog ha preso in esame la correlazione tra i Core Web Vitals di Google e molti diversi tipi di web characteristics – tra cui, ad esempio, librerie e framework JavaScript, CMS, UI frameworks, widget eccetera – studiando l’impatto che un utilizzo combinato di queste tecnologie può avere sulle tre metriche che Google considera più importanti per valutare la qualità dell’esperienza sul web.

Pur non implicando un netto diretto di causalità, i risultati per AMP “sono un ottimo indicatore del potenziale del framework per continuare a offrire grandi esperienze agli utenti pur essendo una soluzione conveniente per gli sviluppatori”, come scrivono sul blog ufficiale del progetto.

In particolare, l’adozione di AMP garantisce alle pagine web il raggiungimento delle performance consigliate per le prestazioni web e migliori opportunità probabilistiche di essere conformi ai Core Web Vitals.

Usare AMP per costruire buone esperienze per gli utenti

Lo studio conferma quindi che AMP è una solida base per fornire pagine che assicurano una buona esperienza all’utente, una caratteristica importante perché migliora l’acquisizione e la fidelizzazione delle persone.

Ma è comunque necessario che tutto sia implementato secondo le best practices, così da poter analizzare correttamente il comportamento degli utenti e mantenere la qualità del sito web “attraverso decisioni informate basate sui dati”: è di questo che parla l’articolo di Swetha Gopalakrishnan e Rich Hall, Web Ecosystem Consultants di Google, che descrive le quattro principali aree su cui si d