Web Stories di Google, i contenuti snack, immersivi e accattivanti

È il progetto con cui Google ha portato il format delle stories fuori dai confini dei social, introducendo anche nella Ricerca sfruttando il framework AMP, e si basa sulla creazione di contenuti snack che offrono agli utenti un’esperienza visuale e immersiva, comparendo in vari prodotti dell’ecosistema di Big G. Parliamo oggi delle Web Stories di Google, già AMP Stories, lo specifico formato di contenuto che consente agli editori di attirare più visitatori e di interagire con il pubblico in modo più visivo e accattivante, e che per le loro caratteristiche sembrano riscuotere largo interesse anche da parte dei lettori. 

Che cosa sono le Web Stories di Google

Le Web Stories – nate nel 2019 e inizialmente chiamate AMP Stories – offrono al vasto pubblico del Web un formato di storia familiare e toccabile a schermo intero, come sintetizza Omar Fernandez, Web Story Tooling Product Manager, sul sito della compagnia.

Si tratta essenzialmente di contenuti informativi e di attualità di tipo visual, realizzati con animazioni coinvolgenti e interazioni cliccabili, pensati per la distribuzione di notizie su dispositivi mobili. Il format è gratuito e integrato anche nelle piattaforme CMS come WordPress, grazie a uno specifico plugin, ma che soprattutto possono essere condivise e incorporate sul Web in quanto non vincolate a un ecosistema chiuso o a una piattaforma specifica.

Più precisamente, le Web Stories sono uno strumento per fare “visual storytelling for the open web”, come si legge sul sito ufficiale del progetto, e per dare ai siti che pubblicano contenuti (per lo più informativi) un format mobile-focused per servire notizie “in maniera visualmente ricca” e tap-through. Detto in parole più semplici, sono un “moderno e coinvolgente strumento per uno storytelling immersivo su un sito web, che permette di mantenere il pieno controllo sull’esperienza e sulla monetizzazione”.

Le caratteristiche delle Web Stories

In sostanza, le Web Stories sono una versione web-based del popolare formato di storie sviluppato da varie social app, che mette insieme video, immagini, animazioni e testo “per creare esperienze completamente coinvolgenti fullscreen, tipicamente consumate in modalità portrait sullo smartphone”.

Le storie permettono all’utente di esplorare i contenuti al proprio ritmo, facendo tap attraverso di loro o swipe da un pezzo al successivo. Alcuni settori si prestano meglio a questo format, e in particolare Google ospita Storie nei verticali Animali, Arti & Cultura, Beauty & Fashion, Design & DIY, Entertainment, Finanza, Food, Gaming, Giornalismo investigativo, Scienza e Tecnologia, Sport & Fitness, Travel e Wellness.

Al contrario delle loro controparti social, le Web Stories permettono all’editore di creare contenuti belli e coinvolgenti “avendo il pieno controllo sull’esperienza e sulla monetizzazione”.

Ogni decisione, “da come monetizzare la tua storia a quanto tempo rimane online, dipende da te”, dice Pascal Birchler, Developer Relations Engineer di Google, che ha dedicato al tema un video della serie Search Central Lightning Talks su YouTube: questa libertà offre “una grande flessibilità creativa e la possibilità di linkare facilmente agli altri tuoi contenuti, rendendo le Storie una parte naturale del tuo sito web”.

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