Più opzioni di controllo sui prodotti per i venditori in Google Shopping

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Google investe sempre più attenzione al tema shopping, e dopo le varie novità annunciate nel corso di questi mesi – dai prodotti popolari, nuovo modo per gli acquirenti di trovare vestiti, scarpe e altri prodotti al dettaglio in Search, a Google Shopping gratuito, con le schede di vendita nei knowledge panel dei prodotti – ora sono in arrivo nuove opzioni a disposizione dei rivenditori per controllare la modalità di visualizzazione delle informazioni sui prodotti nelle SERP.

Visibilità gratuita ai prodotti

Questi nuovi tipi di esperienze nella Ricerca Google, insieme alla disponibilità globale di risultati multimediali per i prodotti, “consentono ai rivenditori di rendere visibili gratuitamente le informazioni sui loro prodotti a milioni di utenti Google”, scrive Bernhard Schindlholzer, Product Manager della compagnia, in un post sul blog ufficiale.

Come comparire nelle esperienze Google Shopping

Il modo migliore per i rivenditori e i brand per entrare a far parte di questa esperienza è “annotare le informazioni sul prodotto sui loro siti web utilizzando il markup schema.org o inviando queste informazioni direttamente a Google Merchant Center”.

Ma c’è di più, si spiega nell’articolo: Google potrebbe anche includere contenuti che non sono stati sottoposti volontariamente con i due metodi descritti, se dopo averli sottoposti a scansione li ritiene correlati alle vendite al dettaglio, “per garantire che gli utenti vedano un’ampia varietà di prodotti da un ampio gruppo di rivenditori quando cercano informazioni su Google”.

Più controllo per i rivenditori sulle informazioni dei prodotti

Per il motore di ricerca, questo approccio avvantaggia “positivamente l’ecosistema della vendita al dettaglio”, ma “alcuni rivenditori potrebbero preferire controllare il modo in cui le informazioni sui prodotti appaiono in questa esperienza”.

E quindi, Google ha lavorato per fornire alcuni strumenti di personalizzazione – in pratica, i meccanismi già esistenti per la Ricerca Google – che servono appunto a gestire e controllare le informazioni mostrate nelle pagine dei risultati di ricerca.

Come gestire le preferenze sugli snippet di anteprima

Sono molteplici i modi in cui i rivenditori possono controllare quali dati vengono visualizzati nella Ricerca, e in particolare l’articolo ricorda le innovazioni apportate lo scorso anno alle regole sugli snippet di Google, che consentono di gestire le preferenze sulle informazioni della pagina mostrate in anteprima su Google, attraverso una serie di meta tag robots e un attributo HTML. Ora tali opzioni sono disponibili per i rivenditori di tutto il mondo e funzioneranno allo stesso modo per i risultati mostrati a livello globale.

  • nosnippet

Questo meta tag specifica che nessuno snippet può essere mostrato per la pagina nei risultati di ricerca. Rimuove completamente il testo, l’immagine e il rich snippet per la pagina su Google e rimuove la pagina da qualsiasi esperienza di inserzione gratuita.

Effetto di nosnippet in SERP

  • max-snippet: [numero]

Questo meta tag consente di specificare una lunghezza massima, in caratteri, di uno snippet per la pagina da visualizzare nei risultati di Google. Se i dati strutturati (ad esempio nome del prodotto, descrizione, prezzo, disponibilità) sono maggiori della lunghezza massima dello snippet, la pagina verrà rimossa da qualsiasi esperienza di inserzione gratuita.

Effetto di ma-snippet in SERP

  • max-image-preview: [setting]

Questo metatag consente di specificare una dimensione massima dell’anteprima dell’immagine da mostrare per le immagini della pagina, utilizzando “none”, “standard” o “large”.

Effetto di max-image-preview in SERP

  • data-nosnippet

Questo attributo HTML consente di specificare una sezione della pagina web che non deve essere inclusa nell’anteprima di uno snippet su Google. Se applicato ad attributi pertinenti per le offerte (prezzo, disponibilità, valutazioni, immagine) rimuove il testo, l’immagine e il rich snippet per la pagina su Google e rimuove la scheda da qualsiasi esperienza di inserzione gratuita.

Effetto data-nosnippet in SERP

Indicazioni ulteriori su queste preferenze

Schindlholzer aggiunge anche alcune note aggiuntive su queste preferenze, che innanzitutto non si applicano alle informazioni fornite tramite il markup schema.org nella pagina stessa. Per attivare e rendere valide le impostazioni sugli snippet di anteprima, quindi, bisogna prima rimuovere la marcatura.

Allo stesso modo, tali preferenze di disattivazione non si applicano ai dati di prodotto inviati tramite Google Merchant Center, strumento che offre meccanismi specifici per disattivare la visualizzazione dei prodotti sulle superfici di Google (ad esempio, scheda Google Shopping, Ricerca, Google Immagini, Maps e Google Lens).

Inoltre, il Googler ricorda che l’utilizzo di meccanismi come nosnippet e data-nosnippet influisce solo sulla visualizzazione dei dati e sull’idoneità per determinate esperienze e tali restrizioni di visualizzazione, quindi, non influiscono sul posizionamento delle relative pagine nella ricerca. Tuttavia, l’esclusione di alcune parti dei dati di prodotto dalla visualizzazione potrebbe impedire la visualizzazione del prodotto nei risultati multimediali e in altri risultati di prodotto su Google.

Nuove opzioni nel feed di prodotto

Sempre in tema di possibilità di gestione e personalizzazione delle informazioni fornite a Google, qualcosa sta cambiando anche nel feed prodotto da caricare su Google Merchant Center.

Come notato da Ginny Marvin su SearchEngineLand, infatti, negli annunci Shopping compaiono sempre più attributi dai feed di prodotto dei rivenditori, sia per query branded che per quelle slegate dal marchio pertinenti a verticali specifici.

L’utilizzo degli ID prodotto consente a Google di capire ciò che vendiamo, così da migliorare il rendimento degli annunci e delle schede non a pagamento, “aggiungendo preziosi dettagli sul prodotto e garantendone una pubblicazione più pertinente per gli utenti”.

Ciò significa che è ancora più importante inserire in modo preciso il maggior numero possibile di attributi per i prodotti, perché garantiscono che gli “annunci vengano visualizzati per query pertinenti e quando gli utenti fanno clic sui filtri di ricerca disponibili” (e non sappiamo quali altri attributi Google deciderà di mostrare).

Come ottimizzare le specifiche di prodotto per Google

L’articolo consiglia di ottimizzare dunque i feed dei prodotti per gli attributi di Google (qui l’elenco completo delle specifiche disponibili), prestando particolare attenzione a quelli pertinenti ai tipi di prodotti venduti.

Per chi lavora e intende attenersi alla categoria dell’abbigliamento, ad esempio, può essere utile indicare attributi come material, pattern (motivo o disegno stampato sul prodotto), gender (sesso), age_group (gruppo demografico a cui il prodotto è destinato), color, size, size type, size system (sistema di taglie a cui si riferisce il prodotto). Inoltre, è importante utilizzare l’attributo item_group_id [id_gruppo] – applicabile ad abbigliamento, scarpe, elettronica, mobili, trucco e generi alimentari – per raggruppare le varianti di prodotto nel feed, di modo che “quando qualcuno guarda il tuo prodotto in Shopping, vedrà il prodotto con le sue varianti (colori, fantasie, ecc.)”.

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