Organizzazioni non-profit, gli strumenti utili in Search Console

Nuovo appuntamento con le lezioni di Daniel Waisberg all’uso della Google Search Console per specifiche attività professionali: dopo aver dedicato l’ultimo approfondimento agli enti istituzionali e governativi, ora il Googler parla di quali strumenti possono aiutare a migliorare le prestazioni e le operazioni online delle organizzazioni non-profit. Si tratta di indicazioni molto basilari per scoprire come un sito si sta comportando in Google Search e per capire cosa si può fare per migliorare la visibilità e aumentare il traffico, che (come sempre) offrono uno spunto pratico anche a tutti noi.

I consigli di base per ogni sito

Il Search Advocate della compagnia americana sintetizza innanzitutto i “tre comandamenti” per avere un sito efficace, validi sia per i progetti delle organizzazioni non a scopo di lucro che per ogni altra finalità:

  1. Assicurarsi che Google possa trovare e leggere le pagine.
  2. Monitorate le prestazioni del sito per trovare nuove opportunità su Google Search.
  3. Imparare a ottimizzare il sito per la ricerca.

Waisberg sintetizza rapidamente come funziona il motore di ricerca, dicendo che “Google scansiona costantemente il web per scoprire pagine nuove e aggiornate e per compilare un massiccio indice di tutte le parole che vede e la loro posizione su ogni pagina”. Quando un utente immette una query, “le macchine di Google cercano nell’indice le pagine corrispondenti e restituiscono i risultati che riteniamo siano i più rilevanti per l’utente”.

La GSC a supporto delle organizzazioni non-profit

Si passa poi alle indicazioni e ai suggerimenti di approccio alla Google Search Console per chi lavora a siti di organizzazioni non-profit: la prima operazione da fare, se non abbiamo mai usato lo strumento gratuito di Google, è verificare il sito, scegliendo uno dei tanti modi per raggiungere l’obiettivo.

Possiamo poi andare direttamente al rapporto sullo stato di copertura dell’indice, che offre una panoramica di tutte le pagine del nostro sito che Google ha indicizzato provato a indicizzare e che riepiloga visivamente gli errori individuati.

Dovremmo ormai conoscere gli status possibili, ovvero Errori (impediscono l’indicizzazione delle pagine e possono provocare perdita di traffico organico); Valid with Warnings (Valido con avvisi, pagine che possono o meno essere mostrate su Google, a seconda del problema, che deve comunque essere controllato); Valid (valide, pagine correttamente indicizzate che possono essere mostrate su Google Search); Pagine Escluse (che non sono state indicizzate e non appariranno in Google, ma per nostra intenzione).

Un esempio specifico di pagine da non indicizzare potrebbe essere un form di dettagli per una donazione, che non dovrebbe apparire nei risultati della ricerca.

Il report consente anche di condividere i dettagli di errori e avvertimenti con uno sviluppatore, che può aiutarci a riparare il nostro sito. Dopo l’intervento, dovremo usare la GSC per convalidarlo e attendere la risposta di Google alle modifiche apportate.

Come valutare le prestazioni sul motore di ricerca

Ora che sappiamo