ChatGPT e SEO: esempi e consigli per facilitare le strategie

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Oggi c’è un modo per rendere più efficace il nostro lavoro di SEO, potenziare la nostra produttività e risparmiare tempo da investire su compiti più strategici e creativi: imparare a utilizzare l’Intelligenza Artificiale e soprattutto ChatGPT. Questo strumento è in grado di eseguire compiti SEO con una velocità e un’accuratezza che sfidano l’umana capacità, se ben guidato attraverso prompt contestualizzati e ragionati. La lezione di Pamela Gacioppo, Tech SEO Lead, ci porta proprio a esplorare alcuni modi pratici per integrare ChatGPT nelle nostre attività SEO quotidiane e sfruttare le potenzialità di questo chatbot non solo per scrivere testi con l’AI.

Come fare SEO con ChatGPT e velocizzare i processi

Attività legate alla keyword research, all’analisi dei content gap, alla generazione di dati strutturati e semplificazione delle attività di analisi e reportistica: questi sono solo alcuni degli ambiti pratici in cui utilizzare ChatGPT adeguatamente può offrirci un vantaggio competitivo e semplificare le nostre giornate lavorative, consentendo di dedicare tempo e attenzione a compiti più strategici e creativi, che richiedono necessariamente la nostra attenzione.

Velocizza i tuoi processi SEO con l’AI
Guarda il webinar di Pamela Gacioppo e scopri come ChatGPT può facilitare la SEO
Webinar

Allargando il quadro, possiamo usare ChatGPT per fare attività SEO come brainstorming virtuale di idee per la keyword research, creazione di contenuti, scrittura di tag titolo e meta descrizioni su larga scala, generazione di markup schema, realizzazione di espressioni regolari (regex) o di tag hreflang, oltre che per superare i blocchi creativi o riformulare i contenuti in uno stile diverso.

Insomma: è come avere un assistente virtuale a nostra disposizione, a cui possiamo delegare compiti tecnici e time-consuming nella SEO, in modo da migliorare l’efficienza, la precisione e la scalabilità delle nostre strategie SEO più ampie. Proprio da queste considerazioni inizia il webinar di Pamela Gacioppo che, forte della sua esperienza da Tech SEO lead e SEO consultant (e di una fervente passione per la SEO internazionale, i bug tecnici e gli e-commerce), racconta appunto quale può essere un approccio proattivo e positivo allo strumento, sfruttando anche le esperienze diversificate nel settore del design, del content marketing e della SEO maturate negli anni, con cui ha acquisito conoscenze e competenze strategiche utili ad affrontare ogni giorno le sfide di ottimizzazione e i continui aggiornamenti del panorama digitale con estrema flessibilità.

I passaggi chiave per utilizzare efficacemente ChatGPT

Prima di lanciarci nelle applicazioni pratiche, però, dobbiamo prendere consapevolezza di alcune verità di fondo, ben messe in evidenza anche nel webinar: l’AI è sicuramente uno strumento importante per la nostra cassetta degli attrezzi digitali, che ci consente di risparmiare tempo da investire su compiti più strategici e creativi, ma – come ripetiamo sempre – va usato con consapevolezza e con l’opportuna guida e revisione.

Per dirlo meglio, ChatGPT è uno strumento, non è intelligente e non può sostituire completamente persone o processi.

Avvicinandoci ancora all’azione, tutto deve partire dalla creazione di un prompt efficace e ben strutturato, che è un elemento fondamentale per ottenere risposte di qualità da ChatGPT. Come sappiamo, il prompt è il testo iniziale inserito in ChatGPT e negli altri sistemi AI che contiene le istruzioni e le domande per il modello di intelligenza artificiale, e che può guidare la risposta, determinare la qualità dell’output, influenzare l’approccio per rispondere a una richiesta, facilitare l’interazione e ridurre eventuali ambiguità.

Per massimizzare l’efficacia dell’utilizzo di ChatGPT per la SEO, in particolare, Gacioppo ci propone alcuni suggerimenti su come creare il prompt perfetto:

  • Chiarezza e specificità. Il prompt dovrebbe essere chiaro, specifico e ben definito, evitando domande ambigue o generiche che potrebbero generare risposte non pertinenti.
  • Contesto e obiettivo. È utile fornire al modello di intelligenza artificiale il contesto in cui verrà utilizzata la risposta e l’obiettivo che si desidera raggiungere, per aiutare ChatGPT a generare risposte più mirate e rilevanti.
  • Pubblico target. Considerare il pubblico target della richiesta e adatta il prompt alle loro esigenze e preferenze, per generare risposte più pertinenti e coinvolgenti per il pubblico di riferimento.
  • Aggiungere informazioni di contesto. Includere nel prompt tutte le informazioni di contesto necessarie per ottenere una risposta accurata; specificare il contesto, le condizioni e le restrizioni pertinenti per guidare ChatGPT nella generazione della risposta.
  • Linguaggio e tono appropriati. Adattare il linguaggio, il tono e lo stile del prompt al pubblico e all’obiettivo della risposta, controllando che il prompt sia scritto in modo chiaro, professionale e coerente con il contesto in cui verrà utilizzato l’output.
  • Limiti e caratteristiche della risposta. Specificare eventuali limiti o caratteristiche che la risposta deve avere, come lunghezza massima, struttura richiesta, formato di output eccetera; questo aiuta a ottenere risposte che soddisfano le esigenze specifiche del progetto.

Esempi pratici di applicazione dell’AI per la SEO

E quindi, una volta che abbiamo impostato le corrette istruzioni possiamo passare (finalmente) alle applicazioni pratiche, e quindi a usare davvero ChatGPT per supportare le nostre attività SEO.

Ad esempio, possiamo servircene per analizzare e categorizzare un elenco di keyword per intento di ricerca o per rilevanza semantica, o per aiutare le necessità di localizzazione e traduzione, fornendo tutte le varianti linguistiche adatte alle nostre esigenze.

Più in particolare, Gacioppo individua almeno 7 possibili ambiti e processi di applicazione dell’Intelligenza Artificiale per la SEO, da quelli più semplici a quelli più tecnici, esclusa la creazione dei contenuti:

  • Analisi e categorizzazione delle keyword per organizzare i contenuti in base a interessi specifici degli utenti, migliorare la internal linking, identificare parole chiave culturalmente rilevanti in altre lingue.
  • Generazione e ottimizzazione di Title Tag SEO
  • Generazione e ottimizzazione di Meta description SEO
  • Supporto con i contenuti, per riformulazione automatica di contenuti per evitare duplicazioni, generazione automatica di idee per FAQ basate sul contenuto, creazione indice con anchor link verso le sezioni principali della pagina.
  • Generazione di dati strutturati, sia in formato JSON che microdati, per aumentare le possibilità di ottenere rich snippet in SERP.
  • Generazione di direttive robots.txt, per bloccare la scansione di sezioni o pagine specifiche di un sito e risparmiare crawl budget.
  • Generazione di Hreflang tag, per creare dei pattern da utilizzare in un sito internazionale.
  • Generazione di regole di riscrittura redirect htaccess, per creare regole di redirect per replatforming e modifiche strutturali al sito.
  • Utilità per analisi e reporting, come ad esempio creare regole di scraping (per estrarre elementi specifici da sezioni del sito ed effettuare analisi mirate) o creare regular expression (filtrare report e dati o fare scraping tramite RegEx)

I limiti e i rischi dell’uso di ChatGPT per la SEO

Avere un approccio consapevole all’Intelligenza Artificiale significa anche non dimenticare che la tecnologia ha attualmente ancora vari limiti, che dobbiamo appunto conoscere per evitare di incappare in problemi ed errori SEO che possono avere l’effetto esattamente opposto a quello desiderato.

Nella sua lezione, Gacioppo ha citato quattro grandi aspetti a cui prestare particolare attenzione:

  1. Originalità dei contenuti. ChatGPT non crea contenuti nuovi e originali, ma assembla contenuti esistenti per rispondere ai prompt. Questo potrebbe comportare il rischio di generare contenuti non del tutto unici, con tutti gli effetti negativi rispetto al gradimento dei motori di ricerca.
  2. Fact check. ChatGPT potrebbe sbagliare o “inventare” risposte, specialmente per argomenti complessi, poco chiari o poco conosciuti. Ciò potrebbe portare a pubblicare informazioni errate o non verificate, che potrebbero danneggiare l’affidabilità e l’autorevolezza del sito web agli occhi dei motori di ricerca e degli utenti.
  3. Accuratezza e qualità delle risposte. Le risposte fornite da ChatGPT potrebbero essere inesatte, perché dipendono sempre dalla qualità del prompt. Domande complesse o ambigue potrebbero inoltre richiedere più interazioni per ottenere informazioni precise, e ciò potrebbe influenzare negativamente l’efficacia delle strategie SEO implementate.
  4. Attualità dei dati. ChatGPT potrebbe non essere in grado di accedere o recuperare informazioni in tempo reale o post-addestramento. Questo potrebbe limitare la capacità di ottenere dati aggiornati e rilevanti per le strategie di ottimizzazione SEO, influenzando la pertinenza e l’efficacia delle azioni intraprese.

ChatGPT e SEO, come renderlo davvero un assistente utile: l’intervista a Pamela Gacioppo

La linea di fondo della lezione di Pamela Gacioppo è quindi che, se usato correttamente, ChatGPT ci consente di risparmiare tempo eseguendo task semplici e ripetitivi in pochi secondi, liberando così del tempo prezioso che possiamo dedicare invece a compiti più strategici e creativi, che richiedono necessariamente la nostra supervisione.

 

Come usare ChatGPT per facilitare la SEO

Abbiamo rivolto alcune domande alla Tech SEO Lead per approfondire questo tema e per avere altri spunti sull’utilizzo di ChatGPT per la SEO: ecco le sue risposte.

  1. Il tuo approfondimento ha messo in luce come ChatGPT può aiutare su tanti fronti le attività SEO. Qual è il modo giusto secondo te per integrare l’AI nei processi umani? 

Credo che non ci sia un solo modo giusto per integrare l’AI nei processi umani. Tuttavia, ritengo che tra i metodi più efficaci ci sia una costante comune, ossia un approccio consapevole che colloca gli strumenti che utilizzano l’AI in una posizione di supporto ai processi umani e non a loro completa sostituzione. L’AI resta uno strumento, non è intelligente – anche se ha una capacità avanzatissima di apprendimento e contestualizzazione delle richieste – e non può sostituire completamente persone o processi. L’unico modo vincente per sfruttarne appieno le potenzialità è conoscerne capacità, ma soprattutto limiti e rischi. Acquisendo queste conoscenze possiamo demandare parte del nostro lavoro manuale e dispendioso all’AI in maniera consapevole, ottimizzando i nostri processi senza dimenticarci di supervisionare la qualità dei risultati.

Un parallelismo che mi piace fare, venendo da un percorso di studi in Disegno Industriale, è quello tra l’avvento dell’industrializzazione e l’AI. Con la produzione in serie si temeva la perdita di posti di lavoro artigianali a favore delle macchine e la diffusione di prodotti impersonali. Lo stesso avviene oggi, si teme infatti che l’intelligenza artificiale possa sostituire il lavoro umano in molti settori. Tuttavia, come la storia ci insegna, ogni rivoluzione tecnologica ha creato nuove opportunità di lavoro, stimolando l’innovazione e lo sviluppo di nuove competenze. Lo stesso sta accadendo con l’AI, dobbiamo quindi essere pronti a sfruttarne l’utilizzo il prima possibile riconoscendo la complementarità tra tecnologia e competenza umana.

  1. Cosa rende efficace un prompt, in base alla tua esperienza?

L’efficacia di un prompt è indubbiamente determinata dal suo grado di specificità, dalla chiarezza delle informazioni e del contesto forniti e, in molti casi, dalla precisazione dell’intento. Inoltre, quello può aiutare moltissimo è la definizione del formato di risposta, che consente di ottenere immediatamente un output in linea con le proprie esigenze di utilizzo.

Più siamo chiari e più dettagli forniamo al nostro assistente virtuale, più l’approccio alla risposta sarà guidato e in linea con le nostre aspettative. ChatGPT utilizza infatti un approccio non deterministico, questo significa che le sue risposte possono variare anche per prompt identici; quindi, più la nostra richiesta sarà specifica, meno possibilità di divagare nelle risposte ci saranno.

  1. Come può ChatGPT semplificare l’analisi e la categorizzazione delle keyword per la SEO?

Ci sono alcuni contesti in cui potremmo ritrovarci con una lista corposa di parole chiave da analizzare. Questo accade normalmente quando esportiamo dati raccolti da tool di monitoraggio e reportistica che non fornisco ulteriori specifiche, se non le query secche. In quelle occasioni, possiamo velocizzare l’organizzazione e clusterizzazione delle parole chiave chiedendo un rapido supporto a ChatGPT.

Con un prompt dedicato, possiamo utilizzare il nostro chatbot per raggruppare keyword per intento di ricerca o per rilevanza semantica e ottenere una tabella riordinata in base alle nostre necessità. Il tutto in pochissimi secondi.

Ovviamente l’output sarà sempre da rivedere, soprattutto quando parliamo di intento di ricerca, in quanto in alcuni casi potrebbero esserci dei confini di intento così labili da trarre in inganno il nostro assistente. Per questo motivo il nostro controllo finale resta un passaggio imprescindibile per limitare il rischio di errori.

  1. In che modo ChatGPT può assistere con le traduzioni ottimizzate per la SEO internazionale?

Prima di rispondere a questa domanda, è necessario fare una promessa. Come sappiamo, per la SEO internazionale localizzare i contenuti è un fattore determinante. Quando parliamo di localizzazione non parliamo di mera traduzione, ma di un processo di ottimizzazione dei contenuti in base alle specificità culturali e linguistiche del mercato di riferimento, per adattare il contenuto alle preferenze e alle abitudini di ricerca locali. Per padroneggiare questo processo, la conoscenza reale del mercato è essenziale.

ChatGPT, per sua natura, può non conoscere ogni singola sfumatura linguistica o culturale. Tuttavia, può sicuramente darci una grandissima mano nel processo di localizzazione supportandoci nella traduzione di liste di parole chiave e, in alcuni casi, di contenuti. Per far sì che il nostro assistente virtuale non ci proponga una semplice traduzione letterale, dobbiamo essere bravi a fornire tutte le informazioni necessarie all’interno del prompt.

Specificare l’azione chiarendo quali sono le lingue target, i mercati e l’audience di riferimento. Possiamo indicare il settore di utilizzo, il tono di voce e il contesto. In questo modo il Chatbot riuscirà a contestualizzare la nostra richiesta e fornirci una risposta che sia il più aderente possibile alle caratteristiche specifiche di un dato contesto geografico.

  1. Quali tecniche suggerisci per generare automaticamente idee di FAQ e migliorare l’engagement dei contenuti con ChatGPT?

Un metodo che utilizzo spesso è quello di condividere il mio contenuto col chatbot e fornire poi un prompt dettagliato in cui richiedo la generazione di una lista di domande frequenti relative al testo fornito per uno specifico mercato.

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Rivedi la lezione di Pamela Gacioppo per imparare a usare ChatGPT per le tue attività strategiche

Per la SEO, ritengo essenziale l’inserimento di una keyword di riferimento e la richiesta di analisi delle SERP per quella parola chiave in modo da ottenere idee utili al posizionamento organico. Possiamo poi chiedere al bot di generare un numero determinato di domande o tutte le domande che vuole, in modo da avere un bacino più ampio da cui attingere.

Un esempio di prompt può essere:

[Genera una list di X domande frequenti SEO da aggiungere alla fine del contenuto fornito. Le FAQ devono essere ottimizzate per la keyword Y e considerare tutte le domande frequenti che si posizionano meglio in SERP. Il target di riferimento è Z.]

  1. E come se la cava ChatGPT per l’automazione delle configurazioni tecniche, come robots.txt, Hreflang, o regole di reindirizzamento?

Se la cava benissimo! Per la parte tecnica ChatGPT è un grosso aiuto, in quanto molto spesso la specificità dell’area di intervento richiede una risposta precisa, univoca. Inoltre, per la parte tecnica in molti casi bisogna andare a ricreare script o regole le cui variabili sono minime. Avere un assistente che può generare in pochissimi secondi un codice complesso e intervenire solo in minima parte, personalizzando i campi e le variabili necessari, mi consente di risparmiare una quantità enorme di tempo.

Ovviamente, in questo caso bisogna masticare bene i concetti tecnici prima di affidarsi ciecamente agli output forniti, in quanto una cattiva configurazione può portare a conseguenze drammatiche su un sito web. In ogni caso, possiamo sempre richiedere nei nostri prompt una spiegazione dettagliata degli output forniti, per capire meglio le funzionalità di script, tag o direttive forniti dal bot, e fare un rapido confronto su fonti più autorevoli e attendibili.

  1. Quali sono i principali limiti e le considerazioni etiche da tenere a mente quando si utilizza ChatGPT per le attività SEO?

ChatGPT è uno strumento e come tale ha delle sue limitazioni. Tra le prime direi sicuramente la veridicità e l’accuratezza delle risposte. Il nostro assistente pur di rispondere potrebbe in alcuni casi fornire output inesatti o “inventati”. Come menzionato in precedenza, il suo approccio non è deterministico, la scelta delle parole da restituire è spesso casuale e determinata da un principio di similarità. Inoltre, i dati con cui viene addestrato potrebbero non essere attualissimi il che potrebbe portare alla generazione di risposte inaccurate.

In ultimo, se lasciamo al bot carta bianca nella creazione dei contenuti, difficilmente otterremo output originali ed esclusivi. Infatti, il nostro contenuto conterrà necessariamente informazioni già esistenti che saranno semplicemente assemblate in maniera unica. Per ovviare a questo problema, cerco sempre di inserire nei miei prompt dettagli esclusivi relativi ai brand o ai prodotti di mio interesse. Specificare Unique Selling Point, caratteristiche di prodotto e specifiche tecniche che possono rendere il contenuto generato davvero diverso e originale è uno step per me fondamentale.

A livello etico, un uso smodato e incontrollato di ChatGPT può comportare il rischio di violazione della privacy degli utenti e del copyright, la perdita di fiducia da parte della nostra audience, che potrebbe rendersi conto di questo uso sconsiderato di strumenti basati sull’AI e sentirsi tradita, la diffusione di contenuti errati e disinformazione. Come esperti abbiamo il dovere di utilizzare questi strumenti in maniera cosciente e consapevole.

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