È uno degli obiettivi fondamentali della SEO, ma dobbiamo fare attenzione al modo in cui lo raggiungiamo perché può riservare effetti non positivi per la nostra attività. Quando si parla di traffico, infatti, non possiamo valutare soltanto la quantità, e a volte aumentare il volume in ingresso sul sito non è un bene per la SEO e per il business.
Il traffico del sito deve essere di qualità
Anche per il traffico, quindi, vale la classica ricerca della qualità, il termine che in campo SEO racchiude tutti gli aspetti positivi da raggiungere attraverso l’ottimizzazione.
E così, anche se la generazione di un maggior traffico verso un sito web resta uno degli aspetti importanti della SEO attraverso tutte le tecniche e gli interventi di ottimizzazione (da piani editoriali strategici per i contenuti ad attività off page e così via) e se il traffico organico è uno dei KPI basilari per determinare la vitalità di un progetto, “è anche importante ricordare che l’aumento del traffico organico non si traduce necessariamente in un netto positivo”.
È la tesi di Natalie Hoben, che dalle pagine di Search Engine Journal ci porta proprio alla scoperta di sette scenari in cui ottenere maggior traffico potrebbe non portare benefici per un’azienda e anzi rappresentare un problema.
- La pagina non risponde all’user intent
Il primo caso riguarda il mismatch tra ciò che gli utenti desiderano e ciò che proponiamo in pagina e, quindi, un problema di mancata corrispondenza tra il nostro contenuto e il search intent.
Quando un visitatore sta cercando una query specifica ha in mente un obiettivo preciso: se una pagina del nostro sito ha una posizione elevata su Google per quella query e riceve clic, non intercettare il suo intento può creare un’esperienza non positiva per la persona, che probabilmente andrà via rapidamente dal sito e tornerà ai risultati di ricerca.
Come spiega Hobben, “sappiamo che l’algoritmo di Google migliora costantemente per mostrare i risultati che meglio corrispondono alla query di un utente, ma non è perfetto al 100%” e quindi possono capitare questi casi di mancata corrispondenza.
Quando avvengono, l’elemento potenzialmente positivo – l’utente che, alla ricerca di qualcosa, arriva sul sito e genera più traffico – si può trasformare in una serie di segnali negativi per l’algoritmo di Google, come frequenza di rimbalzo più elevata, metriche di tempo di permanenza sul sito inferiori e così via, che indicano che il risultato del nostro sito non è la risposta ideale e più pertinente per quella query o intenzione.
La soluzione potrebbe essere studiare il search intent per capire se effettivamente possiamo soddisfare il bisogno delle persone, e adeguare quindi di conseguenza il contenuto per sfruttare pienamente la visibilità