Google Jobs Search, il motore di ricerca del lavoro di Google

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Solo pochi giorni fa abbiamo dedicato un articolo al nuovo Google Shopping, sottolineando come questo strumento fosse un ennesimo tassello della strategia accentratrice del colosso californiano, che sta investendo in pratica in tutti i settori della vita offline e online. E ora c’è un nuovo ambito in cui sarà possibile usare un prodotto Google, perché sta debuttando anche in Italia Google Jobs Search, il motore di ricerca delle offerte di lavoro.

Una piattaforma per semplificare le offerte di lavoro

Lanciato già da tempo negli Stati Uniti, questo servizio permette l’incontro tra domanda e offerta di lavoro: con Jobs “Google riunisce le offerte di lavoro da tutto il Web, indipendentemente dal fatto che si trovino su siti web gestiti da piccole aziende o siti di offerte di lavoro con migliaia di annunci”, si legge nella pagina creata dal team americano.

Un nuovo strumento nell’ecosistema Google

Il grande vantaggio di questo tool è proprio il suo inserimento pieno nell’ecosistema Google insieme a tutti gli altri strumenti: ad esempio, i recruiter potranno sfruttare l’applicativo Fogli in Drive per tenere traccia di tutti i candidati per ogni determinata posizione, così come candidati e recruiter possono impostare notifiche in Calendar per segnare orario e luogo degli appuntamenti e utilizzare Gmail per gli scambi di posta elettronica o per ricevere avvisi sulle ricerche preferite.

Esempio query lavoro SEO in Google Jobs

Ma la caratteristica più evidente è l’integrazione diretta nel motore di ricerca classico di Google: basta semplicemente digitare delle query legate alla ricerca del lavoro per ottenere in SERP dei box snippet localizzati con le principali proposte trovate online dalla piattaforma di Google. Al momento, Jobs Search in Italia contiene annunci pubblicati da Gedi, Jobonline, Monster e Trovolavoro, che hanno subito aderito all’iniziativa, ma è facile ipotizzare nuovi accordi a breve.

Con i dati strutturati, i siti possono far apparire le offerte in SERP

Oltre alla possibilità di servirsi di un sito di terze parti che pubblica offerte di lavoro (ad esempio, si scorgono risultati forniti “tramite” Linkedin, MrLavoro.com e Joprapido, come si vede nell’immagine), anche i singoli siti che hanno posizioni aperte e cercando dipendenti possono sfruttare l’opportunità di visibilità di Google: aggiungendo dati strutturati per le offerte di lavoro alle pagine web relative, infatti, le proposte possono essere mostrate in un’esperienza utente speciale nei risultati di Ricerca Google, assieme a logo, recensioni, valutazioni e dettagli sull’offerta.

Esempio di schermata d Google Jobs

I vantaggi sono ampi anche per gli utenti, perché lo strumento consente di filtrare i risultati in base a diversi criteri, come località o qualifica, così da concentrarsi solo su offerte specifiche adatte alle proprie competenze. Così, le persone alla ricerca di lavoro hanno a disposizione un nuovo modo per interagire con le offerte e fare clic per raggiungere un sito, che beneficia pertanto di maggiori possibilità di scoperta e di conversione.

Risultati positivi negli altri Paesi

In una nota, Google rivela che “nei Paesi in cui il servizio è già stato attivato, inclusi Stati Uniti, Canada, Regno Unito, Francia, Germania e Spagna, i partner locali hanno rilevato un impatto migliorativo dell’esperienza sul motore di ricerca, sia in termine di visite che di candidature qualificate. In alcuni casi il tasso di conversione rispetto alla ricerca organica è stato fino a 5 volte superiore”.

Come inserire un’offerta su Google Jobs Search

L’azienda californiana ha anche realizzato una guida in italiano per spiegare come creare un’offerta di lavoro:

  • Non bisogna bloccare con file robots.txt o meta tag robots la scansione di Googlebot delle pagine con le offerte.
  • È necessario consentire scansioni frequenti nelle impostazioni di caricamento dell’host.
  • Bisogna seguire le linee guida di Google e can per le offerte di lavoro.
  • In caso di copie identiche dell’offerta di lavoro sul sito in hosting con Url distinti, bisogna impostare un canonical in ciascuna copia della pagina.
  • Usare l’Api Indexing (consigliato) o la Sitemap per informare Google della presenza di un nuovo URL di cui eseguire la scansione o dell’aggiornamento dei contenuti a cui punta un URL.

Inoltre, è possibile anche rimuovere un’offerta di lavoro, aggiornare il logo dell’azienda (che Google prende da quello della relativa scheda del Knowledge Graph), eseguire il markup dei lavori a distanza e monitorare il rendimento delle offerte nella Google Search Console.

Un mercato da 500 miliardi di dollari

In definitiva, Google entra a gamba tesa anche nel mercato della ricerca di lavoro, che secondo alcune stime vale oltre 500 miliardi di dollari l’anno e che vede già la presenza di piattaforme storiche: una di queste è Jooble, sito web internazionale per la ricerca di lavoro utilizzato quotidianamente da milioni di persone in 71 paesi, attivo nel mercato del reclutamento online dal 2006 e oggi tra i tre più importanti siti web al mondo in termini di traffico nel segmento Jobs And Career.

Al momento, in Italia hanno aderito all’iniziativa di Mountain View alcuni importanti piattaforme di recruiting, tra cui quelle appartenenti ai siti editoriali di Repubblica e Corriere della Sera, e la semplicità d’uso di Google Jobs potrebbe insidiare da subito LinkedIn, di proprietà di Microsoft, che nasce proprio per dare visibilità alle identità professionali e creare un match tra domanda e offerta di lavoro.

Limiti e polemiche non mancano

Non mancano certo le polemiche, e secondo indiscrezioni di stampa 23 siti di ricerca lavoro europei hanno presentato una lettera ufficiale al commissario UE alla Concorrenza (incarico ricoperto attualmente da Margrethe Vestager, in scadenza però a breve) per protestare contro le pratiche anticoncorrenziali di Google for Jobs. In particolare, si lamentano vari tipi di discriminazione attuati dalla piattaforma americana, che ad esempio mette in risalto nelle query di lavoro i propri risultati e ottiene così la massima visibilità, attuando quello che viene definito “un abuso di posizione dominante“.

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