Font e SEO: come usare grassetto e corsivo nel modo corretto
È un tema piuttosto vecchio, di cui si parla ormai da oltre dieci anni, ma capita ancora che qualche utente ci chieda: “C’è differenza nell’uso dei tag HTML strong e bold in un testo? E tra italic ed emphasized? E quanto l’uso di questi segnali dei font influiscono sulla SEO?”. Ecco qualche indicazione che speriamo possa chiarire la questione e tranquillizzare i SEO copywriter e gli editori.
L’uso di tag di enfasi dei font potrebbe influire sulla SEO
Sgomberiamo subito il campo: potrebbe esserci un valore blando per la SEO nell’uso dei nuovi tag strong e emphasized, e di sicuro c’è un valore in termini di usabilità e leggibilità per le persone, che a colpo d’occhio possono individuare le parti di testo a cui si è deciso di dare rilievo.
Ricostruire velocemente la storia di questi tag ci consente di capire il motivo di questa affermazione.
Quali sono i vecchi tag HTML
Fin dai primi passi del codice HTML erano presenti alcuni tag per dare un aspetto diverso al testo nella resa dei browser: <b> era l’etichetta del grassetto, <i> quella del corsivo e <u> quella della sottolineatura.
Nello specifico, il tag <b> bold indica una differenza stilistica e grafica di una o più parole rispetto al resto del testo, senza attribuire però segnali di importanza specifica di queste parti.
Il tag <i> italic rappresenta una porzione di testo in cui si esprime qualcosa (un tono o uno stato d’animo, ad esempio) che si discosta dal contenuto rimanente, senza aggiunta di altri significati o elementi di importanza.
Il tag <u> underline è invece usato per sottolineare porzioni di testo e distinguerle da quelle vicine.
In tutti e tre i casi, si tratta di note dalla sola valenza grafica, che non aggiungevano informazioni particolari sulle parole evidenziate per i crawler.
I tag HTML strong ed em: un valore semantico
Con la creazione di HTML5 e la diffusione del web semantico i tag b e i furono deprecati definitivamente e rimpiazzati da nuove etichette: “strong” e “em”. Una modifica non solo formale, ma sostanziale: queste indicazioni hanno una capacità espressiva maggiore e comunicano un significato ben specifico, interpretabile dai crawler dei motori di ricerca.
Cosa significa il grassetto con strong
Etichettare uno o più termini con il tag strong significa attribuire una rilevanza netta a questo testo: serve a tematizzare la pagina, può essere usato anche all’interno di heading e potrebbe aiutare a dare importanza anche alle keyword su cui stiamo puntando con la strategia SEO. Non si tratta più di una semplice evidenziazione visiva, ma di un segnale a cui sono sensibili anche i motori di ricerca, che interpretano quel testo come semanticamente importante.
Cosa significa il corsivo con em
Simile il significato del nuovo tag <em>, che serve a enfatizzare (come d’altra parte dice il nome stesso dell’etichetta, emphasis) un testo o una frase che hanno intonazioni diverse dalle altre. Anche in questo caso, ora si aggiunge un’importanza semantica riconosciuta dai crawler, che a loro volta quindi possono attribuire un peso diverso alla porzione di testo così caratterizzata.
L’uso dei tag strong e em per la SEO
La scelta di deprecare i vecchi <b> e <i> a favore dei tag semantici <strong> e <em> ci offre alcuni spunti di riflessione: innanzitutto, serve a dare una più netta separazione tra contenuto e grafica, liberando i tag dalla definizione dell’aspetto del testo e lasciando loro un compito più utile, quello di segnalare delle informazioni.
Quindi, usando parti in grassetto o in corsivo forniamo non solo una indicazione per la lettura agli utenti (concentra la tua attenzione su questa parola o su questa espressione), ma lanciamo un messaggio anche ai browser, agli strumenti per la lettura dei testi e ai crawler sulla rilevanza che hanno quelle porzioni differenti.
Tornando al ragionamento iniziale, cambiare i tag e privilegiare quelli semantici è una operazione notevole che assume un senso pieno solo la inquadriamo anche in un’ottica di (seppur minima) variazione SEO: è per questo che possiamo dire che inserire le parole chiave in grassetto (ovviamente strong) può avere qualche effetto positivo per il posizionamento delle keyword su cui stiamo lavorando, anche se ovviamente non ci sono riscontri effettivi che possono confermare l’intuizione.
Quando il crawler analizza una pagina ricerca immediatamente le informazioni più rilevanti e quindi l’uso dei tag di enfatizzazione potrebbe essere un modo per fornire tali indicazioni. Inoltre, i testi ben formattati hanno anche un valore per il lettore, che si trova facilitato nella ricerca di informazioni, e abbiamo detto più volte come scrivere online in ottica SEO sia anche e soprattutto scrivere per le persone e non solo per i robots.
Come usare i tag di enfasi nel testo
In definitiva, ecco qualche consiglio pratico per la gestione dei tag di enfasi del testo al momento della scrittura: innanzitutto, per il grassetto dobbiamo usare il tag <strong> ed evitare il tag <b> (che ormai è deprecato); allo stesso modo, per il corsivo useremo il tag <em> invece di <i>.
Queste etichette consentono di evidenziare keyword o code più lunghe per colpire maggiormente l’attenzione degli utenti, dare indicazione ai crawler e ai motori di ricerca ed, eventualmente, ottenere un minimo vantaggio in termini di ranking.
Non bisogna ovviamente esagerare: evidenziare con grassetto lunghe frasi o molte parole rende il testo confusionario e non offre valore aggiunto, così come inserire il corsivo su interi periodi non serve a molto.
Il buon senso resta la bussola che deve orientare il nostro lavoro: il testo deve essere ottimizzato per facilitare la lettura e la comprensione, perché questo significa puntare sulla qualità e produrre un contenuto che piaccia a utenti e motori di ricerca.