Le opinioni dei professionisti italiani su AI e Content Marketing

Uno strumento fondamentale, un alleato, un’evoluzione rivoluzionaria. Ma pur sempre una “macchina” che deve essere guidata e controllata per ottenere i risultati desiderati. L’avvento e la diffusione dei sistemi di Intelligenza Artificiale Generativa (AI) sta rivoluzionando il mondo della creazione dei contenuti e le progressioni tecnologiche rapide stanno portando aziende, agenzie di marketing e professionisti del settore a riflettere su come integrare questi strumenti nelle loro strategie quotidiane. Per questo, durante il recente We Make Future 2024 abbiamo raccolto le opinioni di numerosi esperti e professionisti del digital marketing in Italia per comprendere meglio come l’AI stia influenzando il loro lavoro e quale possa essere il futuro di questa innovazione.

Il contesto attuale: le considerazioni sull’Intelligenza Artificiale

L’Intelligenza Artificiale Generativa, rappresentata da strumenti come ChatGPT di OpenAI, sta penetrando sempre più nel tessuto delle operazioni quotidiane degli esperti digitali, arrivando anche a minacciare il predominio di Google come motore di ricerca e spigendoci a parlare di SEO for AI. Già da mesi si discute sulle prospettive pratiche di questi strumenti e, soprattutto dopo la crescita dell’utilizzo dell’AI per scrivere testi, analizzare dati e supportare i processi creativi, sono nati diversi interrogativi sul ruolo futuro dei copywriter umani e di altri professionisti impegnati in questi ambito.

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Le interviste che abbiamo raccolto offrono una ricca panoramica delle opinioni contrastanti e delle diverse strategie adottate dai professionisti del settore digital marketing. Se praticamente tutti hanno utilizzato almeno una volta l’AI generativa e ne comprendono le potenzialità, la questione centrale rimane quella dell’interazione tra intelligenza artificiale e intelligenza umana. La chiave del successo sembra risiedere non nella sostituzione, ma nell’integrazione consapevole e bilanciata tra macchina ed essere umano, garantendo che il tocco unico e non replicabile del professionista umano rimanga sempre il fulcro della creazione di contenuti di valore.

AI e content marketing, cosa pensano gli esperti italiani del digital

C’è chi vede l’AI come un alleato, dunque, altri che approcciano a questi strumenti con una certa cautela e una minoranza che mostra apertamente scetticismo o preoccupazione.

Insomma, le nostre interviste offrono davvero una visione ampia, chiara e articolata su come i diversi esponenti del settore percepiscono e utilizzano l’Intelligenza Artificiale nella creazione di contenuti. La prospettiva varia dalla piena accettazione all’uso guardingo, fino a un certo sospetto, rendendo evidente che, sebbene l’AI abbia un grande potenziale, la componente umana resta cruciale per garantire qualità e originalità. 

La tendenza più evidente emersa da queste chiacchierate bolognesi è l’uso diffuso dell’AI come strumento di supporto, piuttosto che come sostituto completo. Professionisti come Andrea Ciraolo, Massimiliano Gennari, Elisa Soggia ed Elia Zanon sottolineano il valore dell’AI nel portare efficienza e velocità alle loro operazioni quotidiane, dal brainstorming alla creazione dei primi bozzetti di testo. Per Ciraolo (content creator molto noto e seguito su YouTube) “già oggi l’AI è un ottimo supporto in alcune fasi del processo creativo, in particolare nelle fasi di brainstorming e di esplorazione, ma non è ancora abbastanza solida nella fase di creazione vera e propria, per cui ritengo che l’intelligenza umana rimanga fondamentale e che continuerà a esserlo in futuro. In questo contesto, l’intelligenza artificiale farà da spartiacque tra contenuti di basso livello e contenuti di altissima qualità: questi ultimi resteranno e probabilmente saranno quelli dove l’intelligenza umana continuerà a dominare”. Gennari, che è amministratore delegato dell’agenzia di comunicazione EMOE, spiega che “l’AI non sostituisce il nostro lavoro, ma ci consente di risparmiare molto tempo e di creare basi solide su cui lavorare: ad esempio, nell’analisi dei dati e nella creazione di report ci aiuta a raccogliere e formattare informazioni che abbiamo già elaborato”. Esperienza simile quella di Elisa Soggia, CEO dell’agenzia LinkJuice, che utilizza gli strumenti tecnologici non per “sostituire completamente il processo di creazione, ma come supporto quando soffro della sindrome del foglio bianco: inserisco il mio brief nell’AI, ottengo dei macro argomenti e, da lì, sviluppo ogni singolo paragrafo e creo il mio contenuto”.

Stesso accade con Elia Zanon, responsabile del team SEO di Mocha Interactive, per cui l’AI “è uno strumento molto utile nello sviluppo dei contenuti e nel risolvere la sindrome della pagina bianca, perché ci aiuta a costruire o comunque iniziare a costruire un contenuto che poi va pubblicato nel sito”. Tuttavia, per l’esperto resta fondamentale “il contributo di uno specialista, di un copywriter e anche di un SEO specialist per fare in modo che quel contenuto risponda davvero all’intento di ricerca di una persona che ha bisogno di fare qualcosa o di raccogliere qualche informazione direttamente nel motore di ricerca”.

Giorgio Taverniti accenna addirittura alla rivoluzione nella ricerca online e nei contenuti informativi e ispirazionali grazie all’AI, introducendo il concetto di “ricerca risolutiva”. Approfondendo il suo pensiero, il cofondatore di SearchOn Media Group e head of SEO di SearchOn Consulting – e “padrone di casa” al WMF! – sottolinea come “tradizionalmente, i professionisti SEO sono abituati a calcolare l’intento della query, distinguendo tra ricerche informative e ricerche commerciali: tuttavia, l’intelligenza artificiale sta introducendo un nuovo tipo di query, la ricerca risolutiva, dove le persone cercano risposte precise alle loro domande. Questo nuovo approccio cambierà radicalmente il modo in cui le persone cercheranno informazioni su Internet”. Novità anche nelle applicazioni pratiche e nella creazione di contenuti, che parimenti sta sub