Google e Coronavirus, arrivano le best practices per i siti di salute

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Un’intera pagina di consigli e best practices dedicati ai siti di salute, un markup di dati strutturati specifico (ancora in beta) e altri piccoli interventi per cercare di migliorare e di rendere sempre più affidabili le notizie e le informazioni che gli utenti trovano sul motore di ricerca. Continua il lavoro di Google per rendere più efficiente il servizio e garantire la serietà delle notizie mostrate in SERP in questa delicata fase di emergenza Coronavirus a livello mondiale.

Gli interventi di Google

L’intervento che riguarda più da vicino il lavoro SEO è la creazione di una pagina di importanti best practices nel Centro assistenza di Google, dedicata espressamente a “guidare meglio le organizzazioni legate alla salute nel processo di ottimizzazione dei motori di ricerca”, ma utili e valide anche per tutti i siti che operano in questo settore.

“Per impostazione predefinita, Google cerca di mostrare le informazioni più pertinenti e autorevoli in risposta a qualsiasi ricerca, e questo processo è più efficace quando i proprietari dei contenuti aiutano Google a comprenderli in modo appropriato”, scrivono Daniel Waisberg e Ofir Roval nel post sul blog di Google.

Best practices per la visibilità della ricerca dei siti di salute

In concreto, il percorso di ottimizzazione dei siti di salute segue cinque punti centrali:

  • Come aiutare gli utenti ad accedere ai tuoi contenuti in movimento.
  • L’importanza di buoni contenuti e titoli delle pagine.
  • Modi per verificare come appare il tuo sito per le query relative al coronavirus.
  • Come analizzare le principali domande degli utenti relative al coronavirus.
  • Come aggiungere dati strutturati per i contenuti delle FAQ.

Il lavoro di ottimizzazione per le informazioni sul Coronavirus

Queste linee guida si rivolgono principalmente ai “siti web di autorità sanitarie che dispongono di informazioni sul coronavirus importanti per il grande pubblico”, si legge nella pagina appena creata.

Il primo consiglio è di controllare il posizionamento attuale del sito per “query comuni sul coronavirus”, tenendo però presente che “Google sta lavorando duramente per far emergere informazioni autorevoli e non può garantire il posizionamento del sito nei nostri normali risultati di ricerca”.

Più diretto il secondo passaggio, ovvero l’analisi delle query principali legate all’emergenza: Google consiglia di focalizzarsi su “query pertinenti con impression elevate ma CTR basso” e su “query con CTR elevato ma posizione bassa”, perché ci sono elementi da correggere. In particolare, bisogna migliorare il titolo per renderli maggiormente corrispondenti al contenuto, oppure – nel secondo caso – lavorare anche sul contenuto. In caso di pagine molto viste ma non ben posizionate significa che “gli utenti apprezzano, ma Google potrebbe avere problemi di abbinamento con le query”, e quindi bisogna migliorare i titoli e il contenuto della pagina per includere le keyword più comuni.

Consigli per migliorare il contenuto dei siti di salute

In realtà, queste best practices contengono spunti utili a tutti, e ne abbiamo conferma nei consigli successivi su contenuti, titoli e descrizioni delle pagine.

Sul contenuto, si ripetono concetti già noti per migliorare il tuo posizionamento, ovvero l’importanza che “siano appropriati al tuo sito e corrispondano alle domande degli utenti”; si ribadisce anche l’utilità di “includere le query degli utenti nel contenuto della pagina, nei titoli delle pagine o nei titoli delle sezioni per aiutare Google a identificarle”.

In relazione alla situazione attuale – ma non solo! – si aggiunge che “coloro che sono preoccupati per il COVID-19 cercheranno probabilmente informazioni usando un linguaggio comune, piuttosto che termini medici precisi: per raggiungerli meglio, assicurati di scrivere nella lingua che potrebbero usare”.

Rilevanza viene data anche al tag title, il famoso titolo SEO – che deve essere un riepilogo della pagina, per aiutare Google e gli utenti a comprendere subito il focus, e scritto “usando la lingua che potrebbe usare qualcuno che cerca quel tipo di pagina” e sulla meta description, che fornisce “agli utenti una descrizione più accurata di quanto sarebbe possibile solo dal contenuto on-page” ed è “un modo per convincere l’utente che la pagina è esattamente quello che sta cercando”.

Un gruppo tecnico di supporto

In aggiunta alle informazioni pratiche, Google ha attivato un gruppo di supporto tecnico aperto a “ministeri sanitari nazionali e le agenzie di livello statale degli Stati Uniti che pubblicano le informazioni sul COVID-19”, che aiuta a rispondere a domande e dubbi sulla Ricerca Google che potrebbero avere per i loro siti Web. Per accedere al gruppo è necessario compilare questo modulo online e registrarsi con una mail in tali domini o avere accesso all’account di Search Console del sito Web di riferimento; le richieste saranno valutate caso per caso ed è già previsto che il supporto termini quando il Coronavirus “non sarà più considerato dall’OMS un’emergenza di salute pubblica  o sarà ampiamente in corso una de-escalation di contagi”.

Un nuovo markup per informazioni speciali sul Coronavirus

Oltre al lavoro specifico per i siti di salute, istituzionali e non, il team di Google è molto impegnato anche per supportare le attività generali sul motore di ricerca, e sta per rilasciare un nuovo markup di dati strutturati progettato per annunci speciali relativi al COVID-19.

Il markup (che al momento è in beta, ma è già possibile implementarlo sui siti) è pensato per tutti gli enti e le istituzioni “come governi, organizzazioni sanitarie, scuole e altro” che “stanno pubblicando annunci urgenti che incidono su programmi e altri aspetti della vita quotidiana, come la chiusura di strutture, la riprogrammazione di eventi e la nuova disponibilità di strutture mediche”.

In particolare, servirà a segnalare informazioni speciali e urgenti che riguardano

  • Annuncio di direttive su isolamento in casa.
  • Avviso di chiusura (ad esempio, chiusura di una scuola o dei trasporti pubblici).
  • Linee guida per la quarantena.
  • Restrizioni di viaggio.
  • Notifica di un nuovo centro di test drive-through.
  • Annuncio della modifica di un evento da offline a online o del suo annullamento.
  • Annuncio di orari rivisti e restrizioni sugli acquisti.
  • Statistiche e mappe di diffusione delle malattie.

Si tratta quindi di un markup che offre informazioni aggiuntive e più specifiche rispetto ai dati strutturati presentati la scorsa settimana per tutti i siti, che invece riguardano la gestione degli eventi.

Sospeso il tradizionale pesce di aprile di Google

L’ultima notizia è molto più leggera: oggi è il primo aprile e, nel corso degli anni, Google ci ha abituati a vari “pesci d’aprile” o “aprils’ fool”, per dirla in lingua originale. Vista la situazione drammatica a livello mondiale, l’azienda ha saggiamente scelto di interrompere la tradizione e di mantenere un profilo di serietà anche in questa giornata.

“Il nostro obiettivo più importante in questo momento è di essere d’aiuto alle persone, quindi conserviamo le battute per il prossimo aprile, che sarà senza dubbio molto più luminoso di questo”, ha commentato Lorraine Twohill, responsabile marketing di Google.

L'immagine del pesce d'aprile di Google 2018

I pesce d’aprile di Google

Uno degli aprils’ fool più riusciti è quello del 2018, quando Google annunciò la possibilità di richiedere una scansione manuale di Googlebot del sito attraverso la Search Console; lo scorso anno, invece, Google Maps consentiva di giocare a Snake attraverso le mappe di varie città, mentre un annuncio roboante presentava Haptic Helpers, un sistema di realtà virtuale avanzata che aggiungeva anche i sensi di olfatto, tatto e gusto (ma quando si cliccava per richiedere una prova, compariva il messaggio “pesce d’aprile”).

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