Contenuti di qualità e giornalismo, l’esempio di Le Monde

“Scrivere in ottica SEO è ormai diventato sinonimo di scrittura di bassissima qualità”: è con queste parole che Ivano Di Biasi parlava del “SEO copywriting moderno“, soffermandosi poi sul delicato rapporto tra mondo del giornalismo e Web. Di recente, anche il notissimo quotidiano Le Monde sembra essersi posto lo stesso problema, trovando – a quanto pare – la formula vincente.

Giornalismo, web e qualità

Ripartiamo dalle considerazioni del CEO di SEOZoom, secondo cui con l’avvento e la diffusione della Rete “le testate di prestigio hanno lavorato per formare i giornalisti ed effettuare una sorta di migrazione professionale, facendoli diventare dei bravi web writer; ma, sfortunatamente, le testate più piccole hanno invece fatto a meno dei giornalisti professionisti affidandosi a copy che, a un costo inferiore, riescono a procurare più traffico organico dai motori di ricerca”.

Non meno importanti, in questo processo verso il basso, le motivazioni economiche: “Perché pagare uno stipendio a un giornalista che mi scrive un buon articolo al giorno, quando posso farmene scrivere anche 20 al giorno da tanti web writer a basso costo e che mi produrranno sicuramente più traffico?”, sintetizza il nostro boss.

Il risultato finale è che “alcuni editori pubblicano ormai contenuti con una qualità paragonabile a quella del piccolo giornalino indipendente di paese perché, ormai, tutti pensano che quella sia la direzione”, riducendo in questo modo “il web a un’enorme pattumiera piena di carta straccia, un fast food scadente dell’informazione”.

L’esperimento di Le Monde

Dalla Francia, come accennato, arriva però una storia dal segno completamente opposto, con un esperimento che sembra testimoniare come sia possibile continuare a produrre contenuti di qualità nel mondo del giornalismo contemporaneo. Ad accendere i riflettori su Le Monde sono degli articoli de La Repubblica e de