Quando in ambito SEO si sente parlare di articoli o contenuti di qualità sopravviene immediatamente il dubbio. Ci facciamo tante domande e spesso non riusciamo a comprendere perché i contenuti dei nostri competitor, spesso da noi considerati del tutto inadeguati o approssimativi, occupino le prime posizioni su Google.
Cosa si intende per articolo di qualità? Cosa determina se un contenuto sia da considerare di buona qualità o meno?
Qualità per il lettore vs. qualità per Google
Il copywriter o il giornalista tende a valutare i propri articoli, giustamente, secondo i canoni della buona scrittura, della completezza e chiarezza delle informazioni fornite ai propri lettori.
Questo aspetto è fondamentale e deve rimanere una best practice quando si producono contenuti sia per la carta stampata che per il web ma non determina, neanche minimamente, le sorti dell’articolo quando si parla di posizionamento sui motori di ricerca e acquisizione di traffico organico.
La qualità oggettiva del testo ha valore solo nel momento in cui un utente si accinge a leggere l’articolo, ne apprezzerà lo stile della scrittura, l’esposizione, la chiarezza ed il valore delle informazioni fornite ma è necessario che sia chiaro che non è “il tipo di qualità” che interessa ai motori di ricerca.
Fatta questa doverosa premessa arriviamo al punto saliente. Il processo di valutazione dei contenuti da parte dei motori di ricerca è completamente differente da quello degli esseri umani.
Se dieci persone leggono lo stesso articolo potrebbero esserci almeno due o tre opinioni differenti che derivano dal gusto soggettivo del lettore e dal suo livello di conoscenza dell’argomento.
Alcuni lettori poco esperti potrebbero trovare l’articolo fantastico e ricco di informazioni, altri più esperti e addentrati nel settore specifico protrebbero ritenerlo estremamente carente e di bassissima qualità.