SERP, si balla ancora: Google ufficializza un broad core update

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Poche parole, in pratica le stesse utilizzate lo scorso anno, più o meno in questo periodo: tanto è bastato, però, per far salire le palpitazioni e le attenzioni di tutti i SEO del mondo sulle evoluzioni delle SERP, memori anche degli effetti proseguiti fino ad agosto e al cosiddetto medic update. Insomma, ci risiamo e si balla di nuovo, perché Google ha annunciato un nuovo core update del suo algoritmo di ricerca.

L’annuncio di Google: nuovo aggiornamento dell’algoritmo di ricerca

Iniziamo dunque dalle parole ufficiali di Big G, rilasciate attraverso il profilo twitter Google SearchLiaison, che in data 13 marzo ha pubblicato questo cinguettio, che ha smosso le acque in tutta la community:


In pratica, si dice che è stato rilasciato un “broad core algorithm update“, come l’azienda fa varie volte per anno, e che i consigli e le linee guida da seguire rispetto a questo aggiornamento restano quelle già offerte in situazioni del genere in passato. Ovvero, attendere evoluzioni, non intervenire immediatamente con trasformazioni al sito, puntare su contenuti di qualità e sull’esperienza dell’utente come unica garanzia di incontrare sempre i favori dell’algoritmo.
Google battezza l'aggiornamento

Aggiornamento avviato il 12 marzo 2019

Qualche informazione aggiuntiva è stata offerta da uno dei volti pubblici della compagnia, Danny Sullivan, che ha innanzitutto chiarito che l’update è iniziato il 12 marzo, per poi evidenziare che l’intervento è stato di portata globale e ha avuto impatto immediato e simultaneo dappertutto. Lo stesso Sullivan, poi, ha iniziato una lunga chiacchierata con Barry Schwartz di Seroundtable, chiarendo una serie di aspetti molto interessanti.
Evitare confusioni, le spiegazioni di Danny Sullivan

Non si può parlare di Florida 2

Innanzitutto, e contrariamente alla voce che si era diffusa negli Stati Uniti, non ha senso parlare di “Florida 2 update”: il Florida update originario è datato 2003 e deve il suo nome al fatto che se ne parlò in occasione della conferenza PubCon proprio in Florida. E visto che la scorsa settimana c’è stata un’altra conferenza del genere nello Stato americano, ecco che in tanti hanno visto un collegamento, che invece è forzato.

Il nome ufficiale è March 2019 Core Update di Google

E lo dice ancora Google SearchLiaison, con un altro tweet molto diretto in cui specifica che, comprendendo che “può essere utile per alcuni che gli update abbiano nomi”, propone come denominazione “March 2019 Core Update“. Un nome banale, forse, ma che serve per evitare confusioni perché dice semplicemente e chiaramente di che tipo di update si è trattato e quando è successo.

Terzo grande aggiornamento all’algoritmo di Google

Proprio sul nome è partito il botta e risposta citato prima tra Sullivan e Schwartz: quest’ultimo ha lanciato un sondaggio via Twitter per chiedere ai suoi follower quale denominazione preferissero per l’update (tra Fred 2, 3/11 Core Update, Florida 2 e Medic 2), e il Googler ha deciso di intervenire per offrire la sua (aziendale) visione e posizione. In particolare, Sullivan ha scritto che “in genere, noi non battezziamo i core update, perché preferiamo che le persone si concentrino su quello che comportano per i siti” (mentre per casi come lo “Speed Update” serviva sottolineare che il focus era sulla velocità), ma vista la situazione e l’interesse scatenato, proponeva “Core 3“, perché appunto quello di marzo è il terzo più grande aggiornamento core da quando Google conferma i suoi interventi pubblicamente.

Evitare nomi che possono confondere le persone

Un messaggio che, più o meno implicitamente, dice anche che l’ultimo update è appena il terzo generale che Google esegue ai suoi algoritmi in anni recenti. Inoltre, Sullivan stabilisce (una volta e per tutte!) che anche il “medic update” non era incentrato solo su temi di salute e perciò il nome medic trae in inganno: si trattava di un broad core update, come mostrato anche dalle indagini di “terze parti”. Simile il discorso sul famoso Florida Update del 2003, che “non ha niente in comune con questo, per cui chiamarlo Florida 2” rischia solo di disorientare le persone.

Update di Google, il monitoraggio di SEOZoom
Ma in concreto cosa sta succedendo con questo core update? Quali sono gli effetti sui siti italiani e sulle SERP di Google?

L'analisi di SEOZoom sull'aggiornamento di Google

L’analisi di SEOZoom sull’aggiornamento di Google

Innanzitutto, utilizziamo lo strumento dell’Osservatorio SERP di SEOZoom per vedere come “quantificare” l’attività e le conseguenze dell’aggiornamento: al momento, nei primi due giorni “post-annuncio” i nostri software segnalano una scarsa attività (addirittura inferiore alla media) di variazioni nella top10 di Google, mentre al contrario sono molto intense le oscillazioni interne alla prima pagina. Vale a dire che Google, per ora, sta semplicemente spostando i risultati già presenti in Top10, ma senza andare a scavare nelle altre pagine di risultati.

Cambiamenti in prima pagina e montagne russe sulle altre

Il nostro Osservatorio ha notato anche una elevatissima attività di testing di Google, con un incremento quasi del 7 per cento di “grandi variazioni di posizioni in SERP” nella giornata di ieri: volendo provare a interpretare la situazione, significa che siamo quasi sulle montagne russe, con pagine che rischiano di subire crolli tanto improvvisi quanto sostanziosi (anche di 30 o 40 posizioni!) e altre che invece beneficiano dell’effetto opposto. Ma sempre senza entrare o uscire dalla prima pagina della SERP, per ora, e quindi solo per risultati dall’undicesimo al cinquantesimo posto di Google.
Update di Google, come cambiano le SERP

Quali sono i settori colpiti?

La situazione è fin troppo contemporanea per provare a trovare una linea di interpretazione più ampia di cosa sta cambiando per Google, e quindi non escludiamo di tornare sul tema prossimamente con un approfondimento più mirato. Per completezza di informazioni, diciamo però che sempre dagli Stati Uniti ci sono stati i primi tentativi di analizzare il focus dell’update, e sul WebmasterWorld forum si possono leggere commenti di utenti che ipotizzano che “qualcosa si sta muovendo rispetto al paradigma EAT“, altri che vedono “assestamenti nel settore medicinale“, altri che ancora notano variazioni nella nicchia dell’entertainment e così via.

Le conseguenze in Italia: le esperienze degli utenti SEOZoom

Anche la nostra community su Facebook ha iniziato a raccontare i primi effetti del core update di marzo: c’è chi ha la sensazione che Google abbia “resettato qualcosa, spero si stia assestando perché i risultati continuano a modificarsi”, chi racconta di incrementi notevoli in un solo giorno, chi ha riscontrato un recupero dei siti “pesantemente colpiti dagli update di fine 2018”, fino a un utente che ha scritto di aver recuperato addirittura il 100 per cento rispetto ai crolli.

Come rispondere all’aggiornamento di Google?

Resta dunque la solita domanda: che faccio? Come intervengo? Come recupero il traffico e le posizioni che ho perso? Per Google, al momento la strategia migliore è quella dell’attesa: come in passato, la compagnia chiarisce che non ci sono “fix” per il core update, non ci sono soluzioni miracolose da attuare su sito e contenuti per tornare a rankare. Il suggerimento di Google è di concentrarsi solo sull’offrire il “miglior contenuto possibile“, perché è questo che cercano e premiano gli algoritmi; il classico “great content“, indicato sin dalle linee guida per i “search quality rater”, che dovrebbe guidare l’azione di tutti i SEO, webmaster e, in generale, possessori di siti che intendono posizionarsi su Google.

GM

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