Internet: 50 anni fa il primo scambio dati tra computer

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Il 1969 non è stato solo l’anno dell’allunaggio dell’Apollo 11, del concerto di Woodstock o della strage di Piazza Fontana a Milano: anche nel campo digitale c’è un evento storico da ricordare, di cui ricorre oggi il cinquantesimo anniversario, e ci riguarda da vicino! Il 29 ottobre 1969 nasce infatti la rete di computer ARPAnet, predecessore di Internet, e avviene il primo scambio telematico di dati tra due macchine.

Cos’è ARPAnet (e perché è importante per Internet)

Una rete militare finalizzata allo scambio di informazioni, che fosse sicura e veloce: alle origini ARPAnet era esattamente l’opposto della rete Internet odierna, perché doveva rispondere agli scopi prefissati dal governo statunitense, in piena guerra fredda con l’Unione Sovietica. Già nel 1958 fu fondato l’ARPA, Advanced Research Projects Agency, istituto di ricerca collegato al Dipartimento della Difesa che doveva trovare soluzioni tecnologiche innovative per risolvere i problemi di sicurezza e disponibilità di una rete di telecomunicazioni interna (capace di funzionare anche dopo un attacco nucleare su larga scala, dicono diverse fonti).

L’ambizioso progetto fu esteso a varie università americane, che collaborarono alla creazione di questo embrione di rete virtuale, ed ebbe un momento decisivo il 29 ottobre 1969 (giorno che in alcuni Paesi viene ancora oggi celebrato come Internet Day).

Un compleanno speciale per Internet

Esattamente mezzo secolo fa, il professor Leonard Kleinrock dell’Università della California di Los Angeles trasmette un primo “pacchetto dati” a un computer posizionato a circa 650 km di distanza, presso lo Stanford Research Institute. Per la precisione, il computer losangelino inviò le lettere L e O della parola “Login“, ma non riuscì a completare il termine perché la rete collassò e il segnale s’interruppe.

Non un inizio entusiasmante, ma comunque questa scintilla fu sufficiente per portare avanti il progetto, evolutosi poi in un modo probabilmente imprevisto e imprevedibile, all’epoca: nei primi anni Settanta ARPAnet resta confinato in ambito universitario e governativo, ma già nel 1978 arriva un’altra importante novità. In quell’anno nasce il TCP/IP (Transmission Control Protocol/Internet Protocol), standard di trasmissione che consente di gestire il flusso delle informazioni dati.

La nascita del protocollo TCP/IP e il debutto di Internet

Per la precisione, il protocollo IP assegna un nome univoco, formato da quattro gruppi di cifre, a ognuno dei nodi terminali della rete, fornendo così un sistema di indirizzamento; il protocollo TCP agisce a livello immediatamente superiore, gestendo il flusso dell’informazione tra i due nodi.

Contestualmente alla diffusione del protocollo TCP/IP, il progetto della rete inizia a essere denominato Internet, abbandonando a poco a poco l’iniziale finalità militare: negli anni Ottanta, grazie all’espansione della presenza di personal computer, la rete esce dagli ambiti governativi e accademici e si intuiscono le potenzialità di collegamento tra migliaia di utenti.

I membri della comunità scientifica utilizzano questa opportunità per scambiarsi informazioni e dati, ma allo stesso tempo per interagire e socializzare, coinvolgendo anche altri utenti comuni ed esterni: nascono le email di posta elettronica e i newsgroup, e quindi vediamo l’alba della nostra Internet.

I primi segnali della Rete

Il protocollo TCP/IP viene usato anche per effettuare la prima connessione al di fuori degli Stati Uniti, nel 1982: il primo Paese estero coinvolto è la Norvegia, seguita a breve distanza dalla Gran Bretagna, entrambi collegati ad Arpanet fin dal 1973.

Nel 1983 gli Stati Uniti cessano i finanziamenti dell’istituto ARPA: se la rete civile visse di vita propria e si trasformò in Internet, quella militare continuò a essere sviluppata in modo protetto per ragioni di sicurezza, diventando prima MILNET e poi NIPRNet. La nostra Rete invece avrà un nuovo snodo decisivo il 12 marzo 1993, quando Tim Berners-Lee sviluppò il World Wide Web, con tutto ciò che ne è conseguito, anche per la nostra attività online.

I numeri di Internet e il traffico dati

Se nel 1969 la rete subì il primo crash e non riuscì a reggere il peso della trasmissione di pochi byte di dati, già nel 1974 aveva fatto enormi progressi, con un traffico quotidiano superiore ai 3 milioni di pacchetti, tanto che furono introdotte nuove unità di misura per questi valori, tutti espressione di potenza di mille. Dopo terabyte e petabyte, ora per stimare il volume del traffico mensile si utilizzano l’exabyte, ovvero 1018 byte, e lo zettabyte (mille alla settima potenza).

Nel 2010 la misura di contenuti digitali al mondo ha superato uno zettabyte: per avere un raffronto con le informazioni fisiche, 1 zettabyte di informazioni reperibili sul web è paragonabile a circa 180 milioni di volte le documentazioni conservate nella Biblioteca del Congresso di Washington oppure a 1 milione di volte quelle contenute in tutte le biblioteche degli Stati Uniti d’America.

Nel 2017, il traffico IP globale ha raggiunto 1,5 zettabyte all’anno, ma la sua espansione continuerà fino a raggiungere, secondo le previsioni del Visual Networking Index di Cisco, i 4,8 zettabyte all’anno entro il 2022. Ovvero, in un solo anno sarà totalizzato tutto il traffico di dati che è transitato sulla rete Internet dal 1984 al 2016!

La Rete Web: oltre 4 miliardi di persone e quasi 2 miliardi di siti online

Vediamo qualche altro dato curioso sulla Rete: secondo le stime più affidabili, il numero di dispositivi collegati alle reti IP si avvicina a 20 miliardi, ben superiore al numero totale degli abitanti della Terra! Entro il 2022 dovremmo avere in media quasi 4 dispositivi collegati, contro i 2,4 del 2017.

Gli utenti di Internet sono però molti di meno e in molte aree del pianeta non c’è accesso: in totale, le ultime stime contano 4,39 miliardi di persone online, mentre in Italia gli utenti unici sono 40,7 milioni e i naviganti 32,1 milioni di persone (quindi, più della metà dello Stivale è online).

Le abitudini delle persone online

A livello globale, i tempi di permanenza online si aggirano mediamente intorno alle 6 ore giornaliere, utilizzate soprattutto per fare ricerche su Google (al ritmo di quasi 80mila ricerche al secondo e più di 3 miliardi al giorno!), vedere video su YouTube o socializzare su Facebook, prevedibilmente.

In alternativa, si possono visitare gli altri siti Web: il sito Internet Live Stats stima che siano registrati online oltre 1,7 miliardi di siti web, anche se quelli effettivamente attivi sono molti meno (forse appena 300 milioni). Il traguardo del miliardo di siti è stato superato nel settembre 2014.

La storia della SEO

E la SEO dove si posiziona, in questa storia di 50 anni? Secondo gli americani, la search engine optimization sarebbe nata già nel 1991, quando fu lanciato online il primo sito sito web seguito immediatamente da tanti altri: l’affollamento seguente rese necessarie una struttura e una migliore accessibilità ai contenuti forniti, portando alla creazione del primo motore di ricerca. Poi vennero nel 1993 Excite (che categorizzò le informazioni in modo innovativo), nel 1994 Yahoo e Alta Vista, fino alla nascita di Google nel 1998.

È proprio con il motore di ricerca di Sergey Brin e Larry Page che si inizia a parlare più specificamente di attività di posizionamento (in tanti, infatti, individuano il debutto della SEO tra il 1997 e il 1998). Di sicuro, nel 1997 Danny Sullivan crea Search Engine Watch, forse il primo sito a fornire consigli su come avere buoni risultati sui motori di ricerca, e nel 1999 fu organizzata la prima search marketing conference, la Search Engine Strategies (SES).

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