World Wide Web: cos’è e come funziona la Rete globale

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Per tutti noi, utenti della Rete e, più nello specifico, professionisti online, il 12 marzo del 1989 deve essere ricordato come un giorno speciale: in quella data, infatti, Tim Berners-Lee descrisse per la prima volta il funzionamento del World Wide Web, che sarebbe poi diventato il principale servizio di Internet e il sistema per utilizzare la maggior parte dei contenuti ospitati online. Cerchiamo di capire per bene che cos’è il WWW o World Wide Web, come funziona e perché è cosa diversa da Internet.

Che significa World Wide Web e che cos’è

È bene infatti ricordare che World Wide Web non significa Internet, ma ne è “solo” una parte (per quanto quella probabilmente più consistente): con questa sigla si fa riferimento preciso a ciò che in italiano chiamiamo Rete, ovvero il sistema che permette di gestire la grande mole di contenuti online, che appunto nel 1989 veniva immaginato come strumento per consentire ai circa 17 mila scienziati del CERN di conservare e condividere i loro esperimenti scientifici.

Dal punto di vista tecnico, riprendendo le definizioni della prestigiosa enciclopedia Britannica, il World Wide Web o WWW, soprannominato anche Web o Rete, è il principale servizio di recupero di informazioni di Internet (la rete mondiale di computer). Il Web offre agli utenti l’accesso a una vasta gamma di contenuti, tramite il deep web, il dark web e il surface web, che è quello più comunemente accessibile, connesso tramite ipertesto o collegamenti ipermediali, come i collegamenti ipertestuali, che sono connessioni elettroniche che collegano informazioni correlate al fine di consentire a un utente un facile accesso ad esse (ovvero, link). L’ipertesto consente all’utente di selezionare una parola o una frase dal testo e quindi accedere ad altri documenti che contengono informazioni aggiuntive relative a quella parola o frase.

I documenti ipermediali presentano collegamenti a immagini, suoni, animazioni e filmati. Il Web opera all’interno del formato basic di Internet client-server; i server sono programmi per computer che memorizzano e trasmettono documenti ad altri computer sulla rete quando richiesto, mentre i client sono programmi che richiedono documenti da un server quando l’utente li richiede. Il software del browser consente agli utenti di visualizzare i documenti recuperati, e speciali browser e piattaforme come Tor consentono agli utenti di farlo in modo anonimo. Un documento ipertestuale con il testo corrispondente e i collegamenti ipertestuali è scritto in linguaggio HyperText Markup Language (HTML) e gli viene assegnato un indirizzo online chiamato Uniform Resource Locator (URL).

La storia del WWW e l’invenzione di Tim Berners-Lee

Il papà di questa rivoluzione è Tim Berners-Lee, uno scienziato britannico, che ha inventato il World Wide Web (WWW) nel 1989, mentre lavorava al CERN di Ginevra, un laboratorio che funge più precisamente da hub e punto focale di una vasta comunità che comprende oltre 17.000 scienziati provenienti da oltre 100 Paesi. Per semplificare e ottimizzare la domanda di condivisione automatica delle informazioni tra scienziati nelle università e negli istituti di tutto il mondo, si rese necessario concepire e sviluppare un sistema affidabile di comunicazione e trasmissione di dati e informazioni, e l’idea di base del WWW era proprio di fondere le tecnologie in evoluzione di computer, reti di dati e ipertesto in un sistema informativo globale potente e facile da usare.

Per la precisione, nel documento sui sistemi di gestione delle informazioni presentato nel marzo 1989 ai suoi responsabili al CERN di Ginevra (utilizzando il computer che ospitò il primo server della storia dei collegamenti, vale a dire un NeXT creato dalla società fondata da Steve Jobs appena fuoriuscito da Apple), Berners-Lee chiamò e definì questo sistema “MESH”, ma già nell’anno successivo fu pubblicata la prima pagina web con le tre lettere che oggi ben conosciamo.

La schermata del Cern

Tim Berners-Lee scrisse la prima proposta per il World Wide Web nel marzo 1989 e la sua seconda proposta nel maggio 1990; insieme all’ingegnere sistemista belga Robert Cailliau, quest’ultima è stata formalizzata come proposta di gestione nel novembre 1990, e delinea i concetti principali e i termini importanti dietro il Web. Il documento descrive infatti un “progetto ipertestuale” chiamato “WorldWideWeb” in cui una “rete” di “documenti ipertestuali” poteva essere visualizzata dai “browser”.

La prima pagina con WWW

Lo vediamo anche nella rappresentazione qui sopra, che mostra la prima pagina in cui compare l’espressione WWW o World Wide Web.

È una sorta di landing page primordiale, tuttora attiva e visitabile all’URL http://info.cern.ch/hypertext/WWW/TheProject.html, e in pratica fornisce una descrizione sintetica del progetto, che attraverso una serie di link interni (la cui utilità era stata già compresa allora!) consente di raggiungere altre pagine correlate. Insomma, nel 1990 l’architettura di un sito era simile a quella odierna, e i link iniziavano ad assumere un ruolo fondamentale anche in epoca pre-Google e pre-SEO.

Il design del WWW permise rapidamente un facile accesso alle informazioni esistenti, con la creazione di una prima pagina web collegata a informazioni utili agli scienziati del CERN (ad esempio l’elenco telefonico del CERN e le guide per l’utilizzo dei computer centrali del CERN); la funzionalità di ricerca si basava su parole chiave, perché come sappiamo i motori di ricerca debuttarono successivamente.

Il browser Web originale di Berners-Lee in esecuzione sui computer NeXT mostrava la sua visione e aveva molte delle caratteristiche dei browser Web attuali; inoltre, includeva la possibilità di modificare le pagine direttamente all’interno del browser, la prima funzionalità di modifica Web.

Un progresso rapidissimo

Solo pochi utenti avevano accesso alla piattaforma di computer NeXT su cui girava il primo browser, ma ben presto iniziò lo sviluppo di un browser più semplice, in “modalità di linea”; già nel 1991, Berners-Lee rilasciò il suo software WWW, che comprendeva appunto questo browser “line-mode”, il software del server Web e una libreria per gli sviluppatori, e più in generale si iniziarono a comprendere e sfruttare le potenzialità dell’idea.

Elemento importante, fu creato un protocollo HyperText Transfer Protocol (HTTP), che ha standardizzato la comunicazione tra server e client, e fu in quella fase che i software necessari per usare il sistema del World Wide Web (in pratica il primo browser basato su testo) furono resi disponibili anche al di fuori del CERN, con l’attivazione del primo server del web negli Stati Uniti, all’università di Stanford.

Al codice del progetto iniziarono dunque a lavorare più mani e nell’aprile 1993 il CERN comunicò che “la tecnologia WWW sarebbe diventata utilizzabile liberamente da tutti, senza bisogno di dover pagare alcuna tassa” allo stesso istituto. Alla fine di quell’anno c’erano oltre 500 server per il web, che generavano circa l’1 per cento del traffico di Internet.

Più di trenta anni di WWW: che cos’è la Rete oggi

Ormai sono passati più di trent’anni da quella data memorabile, come ci ha ricordato il doodle di Google preparato in occasione di quell’importante compleanno, che mostra un vecchio computer desktop che si collega alla Rete, rappresentata da un globo che ruota sulla schermata del monitor (una rappresentazione tanto fedele quanto nostalgica, per chi ha vissuto i primordi dei collegamenti).

Il doodle di Google

Internet e la Rete sono la quotidianità per miliardi di persone ed è praticamente impossibile pensare a un mondo senza questi servizi online. Ma com’è cambiata la Rete in questo tempo? Per analizzare la percezione delle persone, nel 2019 Cisco ha condotto una speciale ricerca sul tema intervistando ben 11 mila soggetti (un migliaio di italiani), come segnalato da Rai News: tutti parlano dell’impatto “enorme che il World Wide Web ha avuto sulla nostra vita”, che la Rete “continua a trasformare e a cambiare il mondo in meglio”. In particolare, il WWW ha aumentato le opportunità di intrattenimento, di informazione e di lavoro, ha aumentato la produttività e ha permesso di acquisire nuove competenze, ma ha anche il grande merito di aver connesso di più le persone e di aver dato a tutti una voce per esprimersi.

Il Web come diritto umano

Ci sono state anche voci più critiche, comunque: ad esempio, solo un terzo degli italiani pensa che i benefici portati da Internet superino i rischi e solo altrettanti non saprebbero farne a meno, ma anche i creatori stessi del WWW non sembrano essere al cento per cento fiduciosi su quello che è l’utilizzo (attuale e futuro) del sistema. Nel suo messaggio di auguri di buon compleanno, Tim Berners-Lee dice in particolare che “abbiamo la responsabilità di assicurarci che il web sia riconosciuto come un diritto umano e costruito per il bene pubblico, perché è diventato una piazza, una biblioteca, uno studio medico, un negozio, una scuola, un ufficio, un cinema, una banca e molto altro”.

Il senso della Rete per Berners-Lee

Eppure, secondo il papà del WWW “il divario tra chi è online e chi è offline aumenta. Oggi la metà del mondo è online: è più che mai urgente assicurare che l’altra metà non sia lasciata indietro e che ognuno contribuisca a una rete che promuova uguaglianza, opportunità e creatività“. Per Tim Berners-Lee “il Web è per tutti, abbiamo il potere di cambiarlo”, partendo dal correggere alcuni errori, problemi sensibili e usi impropri come “gli attacchi hacker, il profitto che sacrifica gli interessi degli utenti e la qualità del discorso online a volte caratterizzato da un linguaggio d’odio”.

Un messaggio che non sorprende troppo chi conosce il pensiero e la filosofia di Sir Berners-Lee: dopo aver lasciato il CERN, si è trasferito per un breve periodo al Massachusetts Institute of Technology e poi, nel 1994, ha dato vita al World Wide Web Consortium (W3C), una comunità internazionale dedicata allo sviluppo di standard web aperti. Il punto essenziale per lui era, ed è, assicurare che il Web rimanesse uno standard aperto e utilizzabile da tutti e che nessuno lo rinchiudesse in un sistema proprietario.

Nello specifico, la prima comunità web ha prodotto alcune idee rivoluzionarie che ancora oggi si stanno diffondendo ben oltre il settore tecnologico:

  • Decentralizzazione: non è necessaria alcuna autorizzazione da parte di un’autorità centrale per pubblicare qualsiasi cosa sul Web, non esiste un nodo di controllo centrale, quindi nessun singolo punto di errore… e nessun “kill switch”! Ciò implica anche la libertà dalla censura e dalla sorveglianza indiscriminate.
  • Non discriminazione: se io pago per connettermi a Internet con una certa qualità di servizio e tu paghi per connetterti con quella o una migliore qualità di servizio, allora possiamo comunicare entrambi allo stesso livello. Questo principio di equità è noto anche come Net Neutrality.
  • Progettazione bottom-up: invece di essere scritto e controllato da un piccolo gruppo di esperti, il codice è stato sviluppato sotto gli occhi di tutti, incoraggiando la massima partecipazione e sperimentazione.
  • Universalità: affinché chiunque possa pubblicare qualsiasi cosa sul Web, tutti i computer coinvolti devono parlare tra loro le stesse lingue, indipendentemente dal diverso hardware utilizzato dalle persone, dove vivono o quali convinzioni culturali e politiche hanno. In questo modo, il Web abbatte i silos pur consentendo alla diversità di prosperare.
  • Consenso: affinché gli standard universali funzionino, tutti devono accettare di utilizzarli. Tim e altri hanno raggiunto questo consenso dando voce a tutti nella creazione degli standard, attraverso un processo trasparente e partecipativo al W3C.

Nuove permutazioni di queste idee stanno dando origine a nuovi approcci in campi diversi come l’informazione (Open Data), la politica (Open Government), la ricerca scientifica (Open Access), l’istruzione e la cultura (Free Culture), ma fino ad oggi abbiamo solo scalfito la superficie di come questi principi potrebbero cambiare in meglio la società e la politica, come ci ricorda la World Wide Web Foundation, la fondazione creata nel 2009 dallo stesso Berners-Lee con Rosemary Leith, che si batte per un web “che sia sicuro, stimolante e per tutti”.

Luci e ombre in questi 30 anni

Anche il successore di Berners-Lee alla guida del team del Cern per lo sviluppo del web, François Flückiger, ha espresso la sua opinione sui primi trent’anni del Web, dicendosi convinto che ci siano “lati positivi e altri più negativi” e citando in particolare come cambiamento più importante che il WWW ha portato alla società “l’idea che chiunque possa essere non solo un consumatore, ma anche un produttore di informazione e, anche se non spesso quanto vorrei, di conoscenza”.

L’imprevedibile rivoluzione di Google

Tra i punti più sorprendenti di questa storia, secondo Flückiger, c’è un aspetto che riguarda la nostra attività: “Non avevo mai immaginato la tecnologia di ricerca, così veloce ed efficiente, che ha inventato Google“, dice l’informatico, che posiziona l’algoritmo tra i “tre maggiori passi avanti di questa nuova era, gli altri due sono l’Ip e il web”, ammettendo che “nessuno dei tecnici che conosco aveva nemmeno sognato che qualcosa del genere potesse accadere”, così come erano inimmaginabili ” le altre applicazioni di Google, che sono il risultato della combinazione tra i loro algoritmi e la loro capacità di calcolo colossale”.

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