GDPR rimandato? Per sanzioni e controlli ci potrebbe essere più tempo

È il tema caldo degli ultimi giorni: oggi 25 maggio 2018 entra in vigore ufficialmente anche in Italia il GDPR, il Regolamento Europeo per la Protezione dei Dati personali che interessa tutte le società mondiali, inclusi quindi i siti Web, che trattano dati personali di soggetti che risiedono nell’Unione Europea, voluto per adeguare il concetto di privacy al mondo contemporaneo. O, per essere più precisi, diventano definitivamente valide e applicabili in tutti i Paesi (dell’Ue, ma non solo) le sanzioni previste dal regolamento.

Il GDPR è entrato in vigore

In un nostro articolo di qualche settimana fa avevamo già raccontato alcune delle principali novità di questo regolamento, compresi gli effetti per chi opera nel mondo del Web, e soprattutto il rigido sistema di controllo e sanzioni che dovrebbe garantire il corretto funzionamento del sistema e, conseguenza diretta, una efficiente protezione dei dati delle persone. Anche per questo, negli ultimi tempi le nostre caselle di posta sono state intasate dalle e-mail dei servizi di newsletter che avevamo in passato sottoscritto che richiedevano la conferma dell’iscrizione, e i siti web che visitiamo mostrano in evidenza le policy su cookie e trattamento dei dati, con una grande confusione che ha generato ancor più preoccupazione.

Le preoccupazioni in Italia per l’applicazione da parte delle imprese

Basta leggere alcuni comunicati diffusi dalle associazioni di categoria in questo percorso di avvicinamento all’entrata in vigore del GDPR in Italia: secondo Nicola Bernardi, presidente di Federprivacy, “Siamo a un passaggio epocale per l’Ue che ricorda quello del 2002 per l’introduzione della moneta unica, ma alcuni sondaggi indicano che nove aziende su dieci non sono ancora adeguate” e che “l’84 per cento dei più importanti siti italiani non pubblica i recapiti del Data Protection Officer, figura pagata dall’azienda per vigilare che collabora anche con l’Autorità”. Una prima conseguenza è che “migliaia di imprenditori di piccole e medie imprese e dirigenti della PA si sono purtroppo svegliati tardi” e si rivolgono all’associazione Federprivacy per supporto. Molto più allarmante lo scenario descritto da Confesercenti, che parla di “stangata da 2 miliardi di euro per le Pmi“, per giunta “estremamente conservativa”: secondo i commercianti, ogni azienda dovrà mettere in conto su una spesa di 500 euro, il minimo per l’istituzione e la tenuta del registro dei dati personali e per la redazione della nota informativa, ma “moltissime pmi sborseranno molto di più, a seconda della tipologia di attività e del numero di dipendenti e clienti di cui si devono conservare le informazioni. Se riguardano oltre le 250 persone fisiche, infatti, si dovrà anche avere il Dpo, un responsabile esterno del trattamento dati che può costare fino a 5mila euro l’anno”.

Il GDPR rimandato?

Proprio in queste ore, però, c’è chi parla di una sorta di “Gdpr rimandato“: il portale Agenda Digitale, la testata di riferimento per tematiche riguardanti il Digitale e la Pubblica Amministrazione, ha infatti studiato con attenzione il processo di applicazione del Regolamento nel nostro Paese, arrivando a ipotizzare un periodo di transizione di almeno alcuni mesi, durante i quali i controlli e le sanzioni potrebbero essere se non “sospese”, quanto meno alleggerite.

In Francia controlli e sanzioni sospesi per sei mesi

Questa soluzione è stata già adottata in Francia, dove il CNIL, l’Autorità garante francese che tutela la privacy, ha istituito “un grace period durante il quale non sanzionerà le aziende che, a seguito di ispezioni, dovessero risultare inadempienti rispetto ai nuovi obblighi introdotti dal Regolamento europeo 2016/679, purché i titolari siano in buona fede, dimostrino di avere avviato un processo di adeguamento e uno spirito di collaborazione con l’Autorità”; tuttavia, l’ente francese ha chiarito che “resteranno sanzionabili le condotte che violano regole già consolidate da tempo nella normativa nazionale e confermati dal GDPR”.

Sospensione possibile anche in Italia?

Anche l’Italia potrebbe seguire questa scia, soprattutto in co