Come monitorare i dati di Search Console in Looker Studio
Se non puoi misurarlo, non puoi migliorarlo, diceva Lord Kelvin; parafrasando questo arcinoto aforisma, quindi, se possiamo misurare un parametro possiamo migliorarlo. Ed è proprio questo che spiega il valore e l’importanza di imparare a stimare alcuni aspetti chiave legati alle prestazioni del nostro sito – KPI, ma non solo – al fine di individuare possibili aree sulle quali intervenire per aumentare i rendimenti e i risultati. Un supporto in tal senso arriva oggi da Daniel Waisberg di Google, che nel nuovo episodio della serie YouTube Google Search Console Training condivide le best practices relative al monitoraggio del traffico di ricerca sui siti web integrando i dati della GSC all’interno delle dashboard di Looker Studio.
Le tipologie di dashbord e le finalità dell’indagine
Prima di entrare in diagrammi e grafici, il Search Advocate di Google apre una parentesi per introdurre il tema della visualizzazione di dati a livello superiore (data visualizations on a higher level) che, in base alla sua esperienza, può essere classificata in tre tipologie di casi di utilizzo e finalità.
- Dashboard di monitoraggio
Fornisce un modo per scoprire rapidamente un cambiamento nei dati. Ad esempio, picchi o cali nei clic sulla pagina e percentuali di clic per le pagine importanti di un sito web.
- Esplorazione dei dati
Aiuta a scoprire informazioni dai dati, ad esempio analizzando i modelli di rendimento della ricerca in diversi Paesi, dispositivi o sezioni del sito web.
- Indagine sui dati
Serve a scoprire tendenze e modelli dai dati di ricerca aggregati. Ad esempio, può essere utile per evidenziare ai responsabili, ai clienti o al mondo come si comporta uno specifico settore o argomento.
Ovviamente, queste informazioni si possono utilizzare anche in modo integrato: ad esempio, la dashboard di monitoraggio ci permette di individuare un problema, mentre l’esplorazione dei dati ci fa scoprire quali sono le sue cause o come migliorare le prestazioni.
Come usare le dashboard di monitoraggio
Waisberg si concentra in modo particolare sulla prima tipologia di indagine, e quindi sulle dashboard di monitoraggio, che possono aiutarci a scoprire i problemi mentre si verificano. Anzi, in linea di massima queste dashboard fanno parte della vita della maggior parte delle persone: il cruscotto dell’auto riporta le metriche principali da tener d’occhio quando siamo al volante, e un’app per il fitness permette di controllare gli esercizi per tutta la settimana.
Tutte le dashboard di monitoraggio hanno un elemento in comune: usano visualizzazioni semplici, come grafici a linee o a barre, che sono facilmente comprensibili. Il loro obiettivo non è quello di farci immergere in profondità nei numeri, perché il monitoraggio riguarda l’osservazione della tendenza e l’individuazione rapida di eventuali modifiche.
Che cos’è Looker Studio e come creare dashboard di monitoraggio
Il video entra quindi nel vivo introducendo lo strumento Looker Studio di Google, già noto come Data Studio, che consente di creare grafici personalizzabili con pochi clic, di collegare i dati da più fonti e di condividere i risultati con il team.
Google Data Studio è stato introdotto da Google il 15 marzo 2016 parte della suite business Google Analytics 360, e l’anno successivo è stato rilasciato in versione gratuita per professionisti singoli e piccoli team: sin dalle origini, è stato pensato come strumento online per convertire i dati in report informativi personalizzabili e dashboard condivisibili.
Più di recente, nel 2022, Data Studio è diventato Looker Studio, mantenendo comunque le sue caratteristiche di base. Nello specifico, Looker Studio è uno strumento gratuito che trasforma i dati in dashboard e report informativi, facili da leggere e condividere e completamente personalizzabili, con cui è possibile tra l’altro:
- Visualizzare i dati in grafici e tabelle ampiamente personalizzabili.
- Connettere facilmente diverse fonti di dati.
- Condividere le informazioni importanti con il team o pubblicamente.
- Collaborare con il team sui report.
- Velocizzare la procedura di creazione dei report utilizzando quelli integrati di esempio.
Integrare i dati di Search Console nelle dashboard di Looker Studio
Il primo step per sfruttare i dati della Google Search Console come fonte per alimentare i report di Looker Studio è trovare il modello di dashboard di monitoraggio, che poi collegheremo alla nostra origine dati GSC.
Nell’esempio mostrato da Waisberg, la dashboard si articola in tre sezioni principali.
- Innanzitutto i filtri, che consentono di controllare i dati visualizzati e le date.
- In secondo luogo, i grafici a linee, che ci aiutano a monitorare i clic e il CTR nel tempo.
- E per ultimo, la tabella che approfondisce pagine specifiche.
Nella sezione Filtri possiamo anche passare da una proprietà all’altra di Search Console cui abbiamo accesso.
Possiamo impostare la visualizzazione selezionando un intervallo di date oppure una delle seguenti opzioni:
- Pagina
Serve a includere o escludere una o più pagine del nostro sito web. Possiamo usare le espressioni regolari – regex – in maniera simile a quanto facciamo in Search Console.
- Tipo
Permette di scegliere tra i diversi tipi di dati, inclusi Discover e Google News, con facoltà di impostare però un solo tipo alla volta.
- Country
Consente di includere o escludere uno o più Paesi/nazioni.
- Dispositivo.
Per scegliere una o più categorie di dispositivi da tracciare.
Dopo aver filtrato i dati, i grafici a linee mostreranno come le metriche cambiano nel tempo. Waisber ha scelto di esaminare i clic e la percentuale di clic o CTR, e a colpo d’occhio vediamo subito che nel caso in esame i dati di fine settimana e giorni feriali hanno schemi molto diversi.
È una buona pratica, dice il Googler, utilizzare sempre un multiplo di sette giorni nei grafici a linee, facendo particolare attenzione ai giorni che escono fuori dal pattern.
I grafici sono molto utili nell’analizzare le tendenze, ma se vogliamo approfondire l’indagine è più efficace analizzare pagine o gruppi particolari utilizzando una tabella.
Ad esempio, possiamo usare il filtro di pagina per includere solo sezioni specifiche del sito web, il filtro Country per verificare le prestazioni delle diverse pagine nelle aree geografiche che sono rilevanti per il business, il filtro tipo per analizzare le prestazioni a livello di pagina per ciascuno dei tipi di dati.
Ancora, Looker Studio mette a disposizione la funzione data blending, che in pratica consente di aggiungere alla dashboard altre origini di dati, come le sezioni del sito web, paese/regioni e budget, creando così grafici, tabelle e controlli sulla base di più fonti di dati.
Aggiungere altre origini di dati a Looker Studio
Dal punto di vista pratico, se abbiamo un foglio di calcolo che mappa tutte le pagine in diverse sezioni del sito web, possiamo caricarlo in Looker Studio creando un’origine dati; il secondo step è andare alla dashboard di monitoraggio del traffico di ricerca e selezionare la tabella.
Nel menu di configurazione, troveremo a questo punto un’opzione per unire i dati, con un un’interfaccia che permette di unire la tabella all’origine dati che abbiamo caricato – con varie possibilità per eseguire questa congiunzione. In particolare, Looker Studio supporta i seguenti operatori di join:
- Inner join: restituisce solo le righe corrispondenti dalle tabelle sinistra e destra.
- Left outer join: restituisce le righe corrispondenti dalla tabella di destra, più le righe non corrispondenti dalle tabelle di sinistra.
- Right outer join: restituisce le righe corrispondenti dalle tabelle di sinistra, più le righe non corrispondenti dalla tabella di destra.
- Full outer join: restituisce tutte le righe corrispondenti dalle tabelle di sinistra o dalla tabella di destra.
- Cross join: restituisce ogni possibile combinazione di righe dalle tabelle sinistra e destra.
Nel video, Waisberg seleziona il join left outer, che appunto restituisce le righe corrispondenti dalla tabella di destra più righe non corrispondenti dalla tabella di sinistra. Proseguendo con le impostazioni tecniche (inserire la dimensione Sezione nell’apposita casella per renderla disponibile nella configurazione della tabella), possiamo quindi monitorare le metriche principali per sezione su base continuativa.
Possiamo fare la stessa operazione per più tabelle, così da arricchire le dashboard di monitoraggio con informazioni non disponibili tramite Search Console.
Oltre ai gruppi di pagine, possiamo anche unire cluster di queue, paese/regioni e altri, perché “l’unico limite è l’immaginazione“.